Wretch – The Hunt

The Hunt è un lavoro heavy power metal classico scitto da chi ha vissuto la scena in prima persona.

C’è voluta la Pure Steel per dare a Cesare quel che è di Cesare, tradotto, un contratto per i Wretch, band heavy power metal attiva nella scena di Cleveland addirittura dalla metà degli anni ottanta.

Una lunga serie di demo e nel 2006 il debutto Reborn, in una carriera che se non decolla definitivamente comincia a risultare più costante con l’uscita di una compilation, l’ep Rise To Power del 2013 e il secondo full length intitolato Warrior, uscito nel 2014.
Dunque con The Hunt siamo al terzo album in più di trent’anni , ma il gruppo non molla e ci travolge con il suo U.S. power metal, dalle tinte oscure e dal piglio drammatico come tradizione americana, anche se i Wretch hanno in serbo soluzioni maideniane che accentuano l’ottima amalgama tra tradizione statunitense ed europea.
Aiutato dal tono vocale del singer Juan Ricardo, che a tratti ricorda Bruce Dickinson, e da molte soluzioni ed intrecci chitarristici in stile Murray/Smith, il sound del quintetto americano non mancherà di soddisfare gli amanti del genere, forte di un lotto di brani arrembanti, dove aggressione e melodia vanno a braccetto come nella migliore tradizione classica, così da incendiare di passione metallica gli amanti di Iron Maiden, Iced Earth e Metal Church.
The Hunt parte con il freno a mano tirato, la title track risulta una partenza inceppata, ma passata Throne Of Poseidon, l’album spicca il volo con una serie di canzoni riuscite, quel in cui più si sente l’influenza maideniana (The Final Stand, Straight To Hell e Once In A Lifetime).
Ne esce un album che parte piano per poi crescere alla distanza, risultando un buon ascolto per i defenders dai gusti classici e confermando l’ottima vena trovata negli ultimi anni dal gruppo americano.

TRACKLIST
1. Sturmbringer
2. The Hunt
3. Throne Of Poseidon
4. Twilight´s End
5. The Final Stand
6. Fortune’s Fool
7. The King In Red
8. Straight To Hell
9. Pierce The Veil
10. Once In A Lifetime
11. She Waits

LINE-UP
Juan Ricardo – vocals
Nick Giannakos – lead- and rhythm guitar
Michael “Mjölnir” Stephenson – lead- and rhythm guitar
Tim Frederick – bass
Jeff Curenton – drums

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CHROME MOLLY

Il video di Can’t Be Afraid Of The Dark, tratto dall’album Hoodoo Voodoo.

Il video di Can’t Be Afraid Of The Dark, tratto dall’album Hoodoo Voodoo.

“Abbiamo volute fare un album con lo stesso spirit che avevamo negli anni 80, un album che puoi ascoltare in macchina alzando il volume al massimo e cantando”, Steve Hawkins (voce).

Ufficialmente disponibile in tutti i negozi ‘Hoodoo Voodoo’, il nuovo album dei Chrome Molly! Il disco è pubblicato su earMUSIC e per l’occasione la band ha pubblicato un video per il brano ‘Can’t Be Afraid Of The Dark’

Di seguito la tracklist dell’album:

1. In The Beginning
2. Can’t Be Afraid Of The Dark
3. Some Kind Of Voodoo
4. Pillars Of Creation (Albion)
5. Now That Those Days Have Gone
6. Indestructible
7. Save Me
8. Rock For You
9. Feeling Pressurised
10. Dial ‘F’ For Freakshow

Gothic – Demons

Un album d’altri tempi in cui le atmosfere gotiche fanno da ricamo all’aggressività death metal e ai rallentamenti doom.

Sicuramente non dimostrano molta fantasia nel nome scelto per la band, ma i rumeni Gothic sanno sicuramente come intrattenere gli amanti del genere.

Ovviamente si parla di death metal di matrice gotica e doom, magari poco elegante ma di sicura presa e pesante quel tanto per piacere ai vecchi fans del death/doom che imperversava nei primi anni novanta.
Il gruppo infatti, proprio nel 1993 mosse i primi passi con tre demo usciti tra il 1994 ed il 1996, prima che Touch of Eternity (1998) diede al gruppo la soddisfazione del primo lavoro sulla lunga distanza.
Una compilation nel 2005 e poi il lungo silenzio, spezzato dalla comparsa al Wacken come rappresentati del loro paese, il ritorno con Expect The Worst tre anni fa, seguito dalla firma per Loud Rage Music e questo nuovo lavoro intitolato Demons.
Sarà che non ci siamo più abituati ma Demons si distacca piacevolmente dai cliché delle gothic metal band odierne: nessuna voce femminile a duettare con l’orco al microfono, orchestrazioni usate con parsimonia, e soprattutto ritmiche potenti e aggressive che non si allontanano dal death/doom e lasciano alle sei corde il compito di sfoderare ottime linee melodiche, accompagnate dai tasti d’avorio mai invadenti, quasi timidi nell’approccio.
Un album d’altri tempi, dunque, dove le atmosfere gotiche fanno da ricamo all’aggressività death metal e ai rallentamenti doom, disegnando immagini di castelli transilvani dove i demoni hanno poco da trastullarsi con sirene dark, intenti ad impalare i loro nemici fatti prigionieri e torturati, mentre Disillusion, Catacombs e la devastante From Within fungono da colonna sonora alle loro efferate gesta.
Demons è un’opera riuscita perché torna a far respirare le atmosfere dei primi anni novanta: le ispirazioni le trovate tutte in quel periodo, ma se volete un mio personale aggancio, pensate ai primi Crematory con un uso più misurato delle tastiere e più velocità nelle ritmiche.

TRACKLIST
1.Shadow Man
2.Disillusion
3.Demons
4.Catacombs
5.Time
6.Destroying The Masses
7.From Within
8.A New End

LINE-UP
Alin Petrut – guitar/vocals
Taly – bass
Vlad Golgotiu – drums
George Lazar – vocals
Florian Lysy – keyboards

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Pryapisme – Diabolicus Felinae Pandemonium

Ben venga il profetizzato dominio dei gatti sul mondo, per cui abituiamoci quanto prima alla musica dei Pryapisme, che diverrebbero schiavi privilegiati in quanto ufficiali cantori della razza felina …

Dopo quasi due anni rieccoci nuovamente alle prese con i folli Pryapisme e le loro bizzarre teorie riguardo al futuro dominio dei gatti sull’umanità (cosa che peraltro già avviene in ogni dimora abitata dai nostri amici felini …)

Rispetto a Futurologie, se non lo ritenessi azzardato, mi spingerei ad parlare di una relativa normalizzazione del sound, se non fosse che qui, come da copione, di ordinario non c’è nulla, a partire dal nome della band, passando per i titoli dei brani e arrivando alla copertina.
L’impressione è che la creatività disturbata e bulimica della band francese appaia in qualche modo più organica (un vecchio allenatore di calcio italiano definiva il proprio credo tattico “caos organizzato” …), soprattutto quando a predominare sono le pulsioni fusion e progressive attraverso le quali i nostri piazzano repentini cambi di tempo che sono una gioia per le orecchie, prima che il percorso musicale si rifaccia nuovamente lineare come l’elettroencefalogramma di un individuo afflitto da disturbi neurologici.
Elettronica, metal, jazz, folk, suoni che paiono scaturire da tastierine giocattolo, mentre sotto si intuiscono arpeggi chitarristici degni di John McLaughlin, accelerazioni, rallentamenti, brusche pause, miagolii di gatti e chi più ne ha più ne metta: la fantasia dei Pryapisme non va mai in vacanza e, a mio avviso, con questa nuova fatica potrebbero conquistare qualche attenzione in più a parte di chi non teme di perdere la bussola nell’oceano asimmetrico immaginato dalla band transalpina.
Tre tracce spiccano su tutte in Diabolicus Felinae Pandemonium: Un max de croco, Tau Ceti Central e Totipotence d’un erg, ma non mi si chieda una motivazione logica, sarà forse perché in queste emerge con più forza un potenziale espressivo che avrebbe ottenuto l’approvazione totale di un agitatore musicale come Frank Zappa.
E comunque, ben venga il profetizzato dominio dei gatti sul mondo, per cui abituiamoci quanto prima alla musica dei Pryapisme, che diverrebbero schiavi privilegiati in quanto ufficiali cantori della razza felina …

Tracklist:
1. Un max de croco
2. La Boetie stochastic process
3. 100 % babines, pur molossoïde !
4. A la Zheuleuleu
5. Tau Ceti Central
6. Tête de museau dans le boudoir ( Intermezzo )
7. Myxomatosis against architektür vol IV
8. Carambolage fillette contre individu dragon non-décortiqué
9. C++
10. Totipotence d’un erg

Line-up:
Benjamin Bardiaux : Keyboards
Nils Cheville : Guitar
Antony Miranda : Bass, Guitar, Moog, Vocals
Nicolas Sénac : Guitar
Aymeric Thomas : Drums, Clarinet(s), Keyboards, Machines

Guests:
Adrien Daguzon (Zibeline) : Sax on #2, #5
Matthieu Halberstadt (Ogino, Please lose battle) : Contrabass on #1, #5, #10
Gautier Lafont (Sebastockholm) : Smashed door on #6

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Deathvalves – Dark Stories From The Past

Un lavoro oscuro e drammatico che coniuga sapientemente alternative metal, dark e melodie southern rock, così da formare un sound affascinante comprendente molte altre ispirazioni

Poche informazioni ma tanta buona musica da parte di questa band greca chiamata Deathvalves, quartetto alternative metal attivo da una decina d’anni e con un paio di lavori alle spalle, Wild Rock ‘n’ Roll Obsession del 2007 e Deathvalves. uscito nel 2012.

Il gruppo si autoproduce anche questo ottimo Dark Stories From The Past, un lavoro oscuro e drammatico che coniuga sapientemente alternative metal, dark e melodie southern rock, così da formare un sound affascinante comprendente molte altre ispirazioni, partendo dagli anni ottanta per attraversare la fine del secolo scorso ed assaporare le sonorità alternative del nuovo millennio.
L’album parte con un intro che ricorda le atmosfere dark/western dei Fields Of the Nephilim, per poi sviluppare il proprio sound con richiami ai Type O Negative (il basso pieno e in bella mostra, a tratti distorto) e metal rock di estrazione grunge molto simile a quello degli Alice in Chains.
Sono queste le maggiori influenze di questo valido gruppo, alle prese con un disco molto sentito ed emotivamente importante.
T. Sydrome e compagni hanno saputo andare oltre alle facili melodie post grunge, regalando quasi un’ora di musica oscura, melanconica e dura, accompagnata dal nero supporto di melodie gothic/dark e dai refrain di un’Alice sempre imprigionata dalle catene chiuse con da un lucchetto con la scritta Facelift stampata sulla chiave nascosta da Jerry Cantrell e compagni.
Vengeance, Crawl In The Night, Forefathers Graves, Vampyres Eyes sono i brani su cui l’album ha posato le sue fondamenta, mentre le altre tracce si innalzano verso il cielo scuro, dove stelle dalla pallida luce disegnano i volti di Peter Steele e Layne Staley.

TRACKLIST
01. Intro
02. Vengeance
03. Pantera
04. Crowl in the Night
05. Bad Ways
06. So Much to Kill
07. Forefathers Graves
08. Burn the Sun
09. Into This Ocean
10. Vampyres Eyes
11. The Emperor

LINE-UP
T. Sydrome – Guitars & Vocals
Sakis – Drums & Backing Vocals
Thanasis Valeras – Guitars
Chris Sven – Bass

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Crurifragium – Beasts Of The Temple Of Satan

Violenza, impeto death metal con intarsi di brutal e grindcore per un disco davvero violento eppur suonato molto bene, Satana approva.

Un disco di bestiale death metal incrociato carnalmente con un grindcore veloce e marcio.

Se volete ascoltare un disco di metal estremo suonato con passione e violenza, Beast Of The Temple Of Satan, il debutto di questo gruppo, è un disco che appagherà in pieno chi cerca emozioni forti dal metal, in questo caso davvero estremo. La voce è quella di un sacerdote satanico mentre squarta corpi inermi, mentre dietro c’è un inferno di ritmi infernali, dove la batteria incalza il suono grezzo della chitarra e del basso. I Crurifragium sono in tre, ma sono una legione demoniaca che si abbatte sulla terra, in una caccia fruttuosa e sanguinosa. Ossa, sangue, e teste aperte, ecco l’incedere della metallica marcia, e soprattutto nessun compromesso ne prigionieri. I Crurifragium sono gli ex Warpvomit, che avevano dato alle stampe un disco solo recensito qui sulle nostre pagine, che erano forse ancora più grezzi e brutali, anche se qui non si scherza. Si viene piacevolmente storditi da questo mortale effluvio di violenza ed estremismo musicale, che però mantiene una forte impronta di metal classico, perché nel loro substrato i classici numi ci sono.
Violenza, impeto death metal con intarsi di brutal e grindcore per un disco davvero violento eppur suonato molto bene. Satana approva.

TRACKLIST
01 Behold (Evangelation)
02 Stigmata Excruciation
03 Unfurl the Banners of Evil
04 Flayed Angels
05 Exalted Blasphemous Trinity
06 Vespers for the Massacred
07 Slaughterers of the Flocks
08 Utter Sadism
09 Crucified Bastard
10 Beasts of the Temple of Satan
11 The Horns of Power

INVICTUS PRODUCTIONS – Facebook