Noctiferia – Transnatura

Transnatura è un lavoro che si ama alla follia o si odia con lo stesso ardore, ma se apprezzate la musica senza per forza etichettarla ed ogni tanto vi concedete l’ascolto di opere al di fuori dei cliché metallici, i Noctiferia possono diventare una piacevole scoperta.

Arrivano al sesto album in dieci anni gli sloveni Noctiferia, band che nella sua carriera ha sicuramente dato pochi punti di riferimento agli ascoltatori, stupendo ad ogni lavoro e passando dal metal estremo degli esordi al death metal melodico di metà discografia, fino all’industrial per giungere infine ai suoni di Transnatura.

Pax, precedente lavoro targato 2014, aveva presentato al mondo una band industrial, mentre con Transnatura, il gruppo lascia quasi del tutto le vie marziali dell’industrial metal per un sound che parte da una base semiacustica e si sviluppa tra dark e folk, con un uso molto originale di strumenti tradizionali.
L’album sembra un opera acustica concepita dai Rammstein, gotica a tratti, orchestrale in alcuni casi (Sleeper Is Awake), molto varia nel coniugare le varie ispirazioni che ad ogni brano cambiano completamente le carte in tavola, pur rimanendo nell’acustico ed oscuro mondo del dark rock.
Ed infatti si può assolutamente affermare che l’ultimo album della band slovena sia tutto fuorché metal, lasciato forse definitivamente (ma chi può dirlo?) ad altre entità per affrontare un mondo meno marziale e violento ma altrettanto affascinante.
Registrato e prodotto molto bene, Transnatura coinvolge non poco con le sue atmosfere che si rifanno, in molti brani, alla tradizione del paese natio dei sei musicisti, che sfruttano il loro talento per le sfumature teatrali e ci regalano piccole perle interpretative come Gaga People, Samsara ed il clamoroso dark/blues che anima la splendida Rudra.
E’ bene chiarirlo, Transnatura è un lavoro che si ama alla follia o si odia con lo stesso ardore, ma se apprezzate la musica senza per forza etichettarla ed ogni tanto vi concedete l’ascolto di opere al di fuori dei cliché metallici, i Noctiferia possono diventare una piacevole scoperta.

TRACKLIST
1. Mara
2. Catarsis
3. Holyman
4. I Am You
5. Sleeper is Awake
6. Samsara
7. Gaga People
8. Demoncracy
9. Rudra
10. Su maha gora
11. Rust

LINE-UP
Gianni Poposki- vox
Igor Nardin- guitars
Uros Lipovec- bass guitar
Mathias Gergeta- drums/ percussion
Roman Files- guitar
Damjan Tomoski – keys/percussion

NOCTIFERIA – Facebook

Akral Necrosis – Underlight

I rumeni Akral Necrosis appartengono alla categoria delle band dedite ad un black metal dai tratti tradizionali che, però, invece di arroccarsi su posizioni oltranziste, preferiscono arricchire il sound di passaggi gradevolmente fruibili senza perdere nulla in cattiveria.

I rumeni Akral Necrosis appartengono alla categoria delle band dedite ad un black metal dai tratti tradizionali che, però, invece di arroccarsi su posizioni oltranziste, preferiscono arricchire il sound di passaggi gradevolmente fruibili senza perdere nulla in cattiveria.

Così avviene con il secondo full length della band di Bucarest, la quale ci investe con i suoi ritmi spesso parossistici, ma che non disdegnano passaggi più meditati o incursioni chitarristiche di matrice heavy (come nella notevole accoppiata Purge/Gauntlet, con quest’ultima che regala anche una chiusura in stile Rotting Christ), e badando sempre di seguire una linea melodica ben definita anche nei momenti di maggior frastuono.
Come detto, è probabile che chi è legato ad una concezione “true” del genere possa considerare Underlight un album trascurabile se non in qualche modo “impuro”ma, francamente, non la vedrei così.
Personalmente ritengo che il black metal abbia una sua dignità un po’ in tutte le sue attuali sfaccettature, che lo rendono tra quelli estremi il movimento più vario e meno prevedibile, fermo restando il ricorso ai canoni tipici che prevedono l’uso dello screaming ed il parossismo dei blast beat.
Degli Akral Necrosis piace la volontà di inserire, di volta in volta, quei piccoli elementi di discontinuità pur mantenendo ben salda la presa sulla forma canzone, senza snaturare in alcuna maniera le proprie radici.
In virtù di questo, la band rumena regala agli appassionati un ottimo disco come Underlight, per il quale, paradossalmente, consiglierei di partire dal fondo con l’ascolto, visto che la bella title track, posta in chiusura, riassume in qualche modo l’ideale manifesto sonoro del gruppo.

Tracklist:
1. Separator
2. King in Yellow
3. Saturnian Gallows
4. Exhortatio ad Bellum
5. Purge
6. Sin Gauntlet
7. Hounds of Plague
8. Blackthrone
9. Underlight

Line-up:
Mishu Bass
Traian Drums
Victor B. Guitars
Octav Necrosis Vocals

AKRAL NECROSIS – Facebook

Violblast – Conflict

Thrash metal tripallico, efferato ma sapientemente melodico quel tanto che basta per catturare l’ attenzione, ottimo lavoro di una band di cui sentiremo ancora parlare.

Un gioiellino thrash metal proveniente dalla Spagna e licenziato dalla Suspiria Records: stiamo parlando del secondo lavoro dei Violblast (il primo è un ep uscito nel 2014), quartetto che si è costruito una buona reputazione in patria bombardando i fans con un thrash metal, ben strutturato e suonato.

Atmosfericamente vicino a quello guerresco degli Slayer, il sound del gruppo spagnolo si differenzia da quello della band di Tom Araya per l’uso della voce, meno estrema del sacerdote del thrash metal e da qualche episodio che si avvicina più allo stile classico della Bay Area (Exodus, Testament).
Per il resto, Conflict risulta una possente mazzata di mezz’ora, tutta velocità, mid tempo (notevole l’inizio di Invisible Death) e rabbiosi inni metallici, la produzione fa il resto e i brani sono missili terra aria alla ricerca dei detrattori del genere.
E da questo punto di vista l’album non delude gli amanti del thrash metal slayerano, la forza e la velocità con cui i Violblast azzannano al collo dell’ascoltatore è letale, i brani mantengono un’atmosfera epico guerresca, il bombardamento crea distruzione totale, le ritmiche sono mitragliate devastanti e i solos fulminei venti atomici.
Dopo l’intro, Conflict parte con il brano che gli dà il nome e dalle prime note si capisce che la reputazione del gruppo è meritata, l’album miete vittime forte di un impatto notevole ed una serie di brani travolgenti (su tutti Sings of a Murder e Paths Of Aggression), tutto rimane al limite e la cattiveria è solo pari alla velocità che raggiunge la band e che a tratti è al limite dell’umano.
Thrash metal tripallico, efferato ma sapientemente melodico quel tanto che basta per catturare l’ attenzione, ottimo lavoro di una band di cui sentiremo ancora parlare.

TRACKLIST
1.Deep into Darkness
2.Conflict
3.Wielders of Fear
4.Sings of a Murder
5.Invisible Death
6.Reprisal
7.Paths of Aggression
8.Bearing Witness
9.Individuality

LINE-UP
Sergio Ruiz – Drums
Sebas Silvera – Guitars
Santi Turk – Guitars
Andrés Perez – Vocals, Bass

VIOLBLAST – Facebook

Black Rainbows – Carmina Diabolo

Carmina Diabolo è forse il loro disco maggiormente duro, con meno spazio alla psichedelia rispetto ad altri momenti, qui c’è più velocità ed aderenza al verbo desertico.

Dolcissimo perdersi nuovamente nella musica di Carmina Diabolo dei romani Black Rainbows, che riassumono molto bene il meglio della musica pesante psichedelica.

Una delle caratteristiche migliori del trio è quella di saper sintetizzare in ottima maniera generi diversi, riproponendo il tutto in maniera personale ed originale. La cosa che risalta maggiormente è però il loro groove, poiché quando suonano sembra di avere davanti una ragazza sinuosa che balla musiche lascive e sensuali, e si viaggia lontano, perché bisogna abbandonarsi a questa musica. Riascoltando Carmina Diabolo, alla luce degli album successivi, si rimane stupiti della maturità musicale del progetto romano fin dagli inizi. Certamente il loro suono deriva da grandi nomi come Kyuss, Mc5, Hawkwind ed altri, ma il novanta per cento del risultato è loro. Le canzoni sono strutturate molto bene e sono delle jam portate in fondo e perfezionate. La musica ipnotica e coinvolgente del trio romano è un qualcosa che è uscito molto presto dall’Italia, basti vedere dove hanno suonato nella loro carriera, e per non smentirsi ora sono in America, terra che li ama, poiché i Black Rainbows non sbagliano un disco, cosa che non si può affermare per molti gruppi a stelle e strisce. Carmina Diabolo è forse il loro disco maggiormente duro, con meno spazio alla psichedelia rispetto ad altri momenti, qui c’è più velocità ed aderenza al verbo desertico. Sia come sia, è davvero un gran disco, che doveva essere ristampato perché stava diventando difficile trovarlo, e per un lavoro così ne vale davvero la pena.

TRACKLIST
1.himalaya
2.babylon
3.under the sun
4.what’s in your head
5.bulls & bones
6.carmen diabolo
7.in the city
8.return to volturn
9.the witch
10.space kingdom

LINE-UP
GABRIELE FIORI
ALBERTO CROCE
GIUSEPPE GUGLIELMINO

BLACK RAINBOW – Facebook

The Hero – Miracles

Dopo tanto metal estremo, farsi cullare tra le note dark/gotiche dei The Hero, magari in compagnia di una affascinante creatura della notte, è un toccasana irrinunciabile.

Arrivano da Stoccolma i The Hero, band melodic metal con influenze gotiche, alle prese con Miracles, album che non lascia dubbi sulle loro ispirazioni, mentre scorrono una ad una varie band che si sono affacciate sul mercato negli ultimi venti/venticinque anni.

Voce profonda ed espressiva, chitarre e ritmiche a tratti potenti e con qualche accenno al groove tanto di moda di questi tempi, giri di piano malinconici e dark fanno di Miracles un buon album sia per gli appassionati di sonorità gothic/dark che hard rock.
L’ascolto rimane piacevole, tra dolci armonie notturne e riff che accentuano non poco la componente hard rock, con qualche brano che sopra agli altri alza la media, come la title track, Via Dolorosa, Corpus Christi (in stile Saviour Machine) e la super melodica Crying In The Rain.
Inutile scrivere che l’originalità non abita tra le note di Miracles, ma se siete amanti di Him, ultimi Sentenced e Saviour Machine l’ album possiede spunti e sfumature interessanti ed una facilità d’ascolto che conferisce alle tracce la virtù di entrare subito in sintonia con l’ascoltatore.
Dopo tanto metal estremo, farsi cullare tra le note dark/gotiche dei The Hero, magari in compagnia di una affascinante creatura della notte, è un toccasana irrinunciabile.

TRACKLIST
1.Kill the Monster
2.The Broken Hearted
3.Miracles
4.Tell the World
5.Via Dolorosa
6.Corpus Christi
7.Melancholiah
8.Crying In the Rain
9.Join Me in Life
10.When Evil Blooms
11.Shot
12.Mr Rigot Mortis
13.Viva Victoria
14.The Swedish National Anthem

LINE-UP
Michael Hero – Lead Vocals & Guitar
Daniel Mouton – Drums & Vocals
Emanuel Wärja – Guitar & Vocals
Henrik Deleskog – Bass

THE HERO – Facebook