Scarved – Lodestone

Album che cresce con gli ascolti, leggermente monocorde nelle ritmiche ma ottimo nella prova della cantante e in qualche fuga strumentale, Lodestone risulta senz’altro un buon inizio per il gruppo belga.

Da una nazione come il Belgio, avara di tradizione hard rock, arrivano questi ottimi Scarved, pescati dalla Sleaszy Ride, label greca attivissima in questo ultimo paio d’anni con proposte che vanno dall’hard rock al metal estremo.

Il quartetto di Schilde può contare sulla notevole interpretazione della singer Caro, una vera pantera al microfono, dotata di un tono caldo e sensuale, una buona estensione e talento per il genere suonato dai suoi compari che, se si perde nell’ hard rock tradizionale, non manca di valorizzarlo con richiami più o meno espliciti al rock tecnico e dai rimandi progressivi, anche per la bravura dimostrata da Luc Vandessel alla sei corde e dalla sezione ritmica composta da Wim Wuters al basso e Geert Marien alle pelli.
Lodestone dunque risulta una monolitica e potentissima opera tra hard rock, progressive e classic metal: le influenze rimangono ben fissate nel periodo a cavallo tra gli anni settanta ed il decennio successivo, con una serie di mid tempo dove la sezione ritmica detta legge, quadrata e potente, mentre l’ugola della vocalist non fa mancare potenza e drammatica interpretazione.
Notevoli i passaggi strumentali dove la chitarra abbandona le sicure vie del sound proposto, per svariare con solos che tanto sanno di jam tra blues e prog.
Black Sabbath, Rainbow, Led Zeppelin convogliati nello stesso monolitico sound, questo è Lodestone ,che mantiene una buona qualità per tutta l’ora di durata con un paio di picchi, la title track e Fight For Justice.
Album che cresce con gli ascolti, leggermente monocorde nelle ritmiche ma ottimo nella prova della cantante e in qualche fuga strumentale, Lodestone rappresenta senz’altro un buon inizio per gli Scarved.

TRACKLIST
1. Naughty Reflexes
2.Sweet Surrender
3. Battlefield
4. Toxic Rat Race
5. Lodestone
6. Garden Of Eden
7. Heavy Foot Hero
8. Heart Of Rock ‘N’ Roll
9. Fight For Justice
10. Convicted Woman
11. Maiden Voyage

LINE-UP
Caro – Vocals
Luc Vandessel – Guitar and backing vocals
Wim Wouters – Bass and backing vocals
Geert Marien – Drums

SCARVED – Facebook

S A R R A M – A Bolu, in C

A Bolu, in C è un’eloquente dimostrazione di come si possa comporre ottima musica ambient mettendo una strumentazione essenziale al servizio di un’innata sensibilità compositiva

Quest’opera prima in veste solista del musicista nuorese Valerio Marras, in arte S A R R A M, è l’ennesima dimostrazione di quanto la musica ambient possa risultare coinvolgente e tutt’altro che perimetrale rispetto alla percezione dell’ascoltatore.

A Bolu, in C, dove il “bolu” in questione è il volo in lingua sarda, è una lunga traccia che va a sfiorare i quaranta minuti di durata, nel corso dei quali ci si ritrova a librarsi al di sopra degli scenari unici che la meravigliosa isola mediterranea offrire.
Diviene pressoché perfetta, così, la simbiosi con le 10 immagini prodotte dal fotografo Bobore Frau, il quale ha immortalato squarci naturalistici del nuorese (Barbagia e Baronia): è la chitarra di Marras a condurci in questo virtuale viaggio alato, con l’intromissione di loop ed effetti volti a schiudere l’accesso alle immagini successive.
La forma di ambient perseguita da S A R R A M è quindi piuttosto carezzevole ed evocativa, muovendosi sulla falsariga del movimento di musicisti britannici gravitante nella cerchia del David Sylvian della seconda metà degli anni ottanta (faccio riferimento soprattutto alla seconda metà strumentale di Gone To Earth).
A Bolu, in C è un’eloquente dimostrazione di come si possa comporre ottima musica ambient mettendo una strumentazione essenziale al servizio di un’innata sensibilità compositiva, senza per questo dimenticare il prezioso contributo visivo contenuto nel digipack prodotto in 100 copie dall’etichetta Talk About Records.
Se è difficile descrivere in maniera esaustiva i contenuti di un disco rock o metal, figuriamoci per quel che riguarda l’ambient, per sua natura un flusso di sensazioni più che una canonica sequela di brani, per cui non resta che esortare chi apprezza il genere ad ascoltare l’operato del bravo Valerio Marras.

Tracklist:
1. A Bolu, in C

Line-up:
Valerio Marras–Guitar, effects

S AR R A M – Facebook

The Replicate – The Selfish Dream

Questo lavoro merita un minimo di interesse, ma per la prossima volta speriamo in qualche ragguaglio in più per conoscere meglio i protagonisti di cotanto dolore musicale.

Capita spesso che arrivino album di band che probabilmente giocano con il mistero, oppure sono solo composte da sadici musicisti che si divertono a mettere in difficoltà chi cerca di supportarli, anche a costo di perdere pomeriggi interi per trovare anche la più semplice delle informazioni, come per esempio la line up o addirittura la tracklist.

Sembra una stupiggine, ma per chi cerca di fare le cose per benino, dando in pasto ai lettori un articolo il più completo possibile, diventa un’avventura nei meandri del web, soprattutto quando non si trova alcunché neppure sulla pagina Facebook del gruppo alla voce informazioni.
Un peccat,o perché poi ci si trova al cospetto di lavori che meritano un accurato approfondimento come questo ep di quattro tracce opera della band proveniente dalla California ma guidata dal musicista indiano Sandesh Nagaraj, aiutato da un manipolo di colleghi della scena estrema e protagonista di questi dieci minuti di death metal estremo, paranoico e totalmente libero da vincoli, che rispecchia l’attitudine morbosa dei Morbid Angel, avvicinandosi terribilmente agli Obituary del fratelli Tardy, ma riveduto con una personalità ed un impatto sopra le righe.
Sono solo dieci minuti certo, ma l’atmosfera che si respira è soffocante e pregna di pazzia, i brani sono attraversati da una vena che dal death metal passa al doom, tra accelerazioni e rallentamenti in un clima di annichilente tortura mentale.
Cercatevi questo lavoro perché merita un certo di interesse, ma per la prossima volta speriamo in qualche ragguaglio in più per conoscere meglio i protagonisti di cotanto dolore musicale.

TRACKLIST
1.Chainsaw Of God
2.Eugenicide
9.The Saline
4.A Selfish Dream

LINE-UP
Sandesh Nagaraj – Guitar and Bass
Kaitie Sly – Bass on Eugenicide
Ray Rojo – Drums
Morgan Wells – Vocals/Lyrics on Chainsaw Of God
Jordan Nalley – Vocals/Lyrics on Eugenicide
Arun Natrajan – Vocals/Lyrics on The Saline
William Von Arx – Guitar Solo on Chainsaw Of God

THE REPLICATE – Facebook

Naddred – Sluagh

La scena black in Irlanda ha partorito diversi buoni gruppi, ma sinceramente nessuno era all’altezza di questi ragazzi, e ascoltando le quattro tracce di questo demo lo capirete, essendo questo un black di livello assoluto.

Dall’Irlanda arriva un nuovo gruppo di black metal da tenere assolutamente d’occhio, figlio di vari incesti fra diversi gruppi dell’underground irlandese, quali Slidhr, Eternal Helcaraxe e Sol Axis.

Il suono di questo gruppo ha l’incedere caratteristico dei grandi gruppi, poiché il loro black metal è veloce, melodico, potente e riesce anche a fare notevoli incursioni nel death metal, il tutto con classe e senso della misura. Soprattutto i ragazzi irlandesi non sono dogmatici, ma scorrazzano da par loro. Questo demo in cassetta lascia presagire un grande futuro, ed effettivamente i segnali ci sono tutti. Quattro pezzi che scorrono benissimo, con una facilità compositiva che potrebbe fare invidia a gruppi ben più consacrati- L’underground del black metal è una continua fucina di ottimi dischi, e soprattutto è la fiamma che tiene su il tutto, senza si scivolerebbe nella noia e nello stereotipo. Il black metal è una materia che ognuno può plasmare a proprio piacimento, e i Naddred lo fanno con grande capacità, e questi quattro pezzi vorresti che fossero cento, tanto sono belli e neri. La scena black in Irlanda ha partorito diversi buoni gruppi, ma sinceramente nessuno era all’altezza di questi ragazzi, e ascoltando le quattro tracce di questo demo lo capirete, essendo questo un black di livello assoluto.

TRACKLIST
01 Four Crowned Prince Of Hell
02 Sluagh
03 The Beast Walks The Earth
04 The Dullahan

NADDRED – Facebook

Soen – Lykaia

Il problema di questo album è il suo essere prevedibile in ogni passaggio, studiato per portare l’ascoltatore verso la fine senza donargli quelle emozioni che chi ascolta musica del genere ricerca.

Gli svedesi Soen continuano la tradizione del nuovo metal progressivo, malinconico, dalle atmosfere rarefatte, che cerca di puntare sulle atmosfere, anche se lo sfoggio tecnico non manca, a volte riuscendoci, altre meno.

La band, che dalla sua nascita ha sempre avuto i crismi del supergruppo, con Martin Lopez (ex Opeth) dietro alle pelli ed in cabina di regia e poi una manciata di talenti tra cui, nella prima fase Steve Di Giorgio e poi Stefan Stenberg al basso, Joel Ekelöf dietro microfono, Lars Åhlund alle tastiere, ed il nuovo entrato Marcus Jidell (Avatarium) alla sei corde, continua ad interpretare perfettamente il sound che ha fatto la fortuna del genere non allontanandosi neanche di un passo dai Tool e The Perfect Circle, senza chiaramente dimenticare gli Opeth.
E’ così che si sviluppa questo nuovo e terzo lavoro di una discografia iniziata nel 2012 con Cognitive, passata per Tellurian tre anni fa, senza discostarsi dalle opere precedenti se non per una minore urgenza metallica nel sound.
Lykaia non è un brutto lavoro, anzi per i fans del genere e dei nomi citati risulta una buona proposta, ma da musicisti del genere ci si aspetterebbe almeno qualche spunto più personale, che viene soffocato invece dalle atmosfere intimiste e melanconiche, o qualche passaggio più aggressivo per ovviare ad un andamento stanco che porta faticosamente ai titoli di coda.
Il problema di questo album è il suo essere prevedibile in ogni passaggio, studiato per portare l’ascoltatore verso la fine senza donargli quelle emozioni che chi ascolta musica del genere ricerca al di là della tecnica.
Non mancano i brani che spiccano sugli altri e che regalano all’album spunti che il nome del gruppo e i musicisti coinvolti non possono non avere, come Orison e Jinn, brano questo dalle armonie orientaleggianti molto suggestivo; il resto viaggia con il pilota automatico, lasciando l’amaro in bocca per quello che poteva essere ed è solo a tratti.
Il genere non lascia scampo e la linea tra il capolavoro ed un parziale passo falso è più sottile di quanto si possa immaginare.

TRACKLIST
01. Sectarian
02. Orison
03. Lucidity
04. Opal
05. Jinn
06. Sister
07. Stray
08. Paragon
09. God’s Acre

LINE-UP
Stefan Stenberg – Bass
Marcus Jidell – Guitar
Lars Åhlund – Keys, guitar
Joel Ekelöf – Vocals
Martin Lopez – Drums, percussion

SOEN – Facebook