ARGONAUTA FEST – Terza Edizione

ARGONAUTA Records comunica gli ultimi due nomi per l’Argonauta Fest del 13 Maggio!

Ecco svelate le ultime due aggiunte all’Argonauta Fest, dopo l’annuncio degli headliner parigini EYES FRONT NORTH, dei fiorentini NUDIST, dei romani DUSTRIDER, dei genovesi NAAT e dei piemontesi THEBUCKLE.

Da Roma gli OTUS, autori di un incredibile album prima autoprodotto e poi ristampato da Argonauta a Marzo 2017, che ha ottenuto splendide recensioni su tutta la stampa specializzata, accomunando la band a nomi altisonanti quali CULT OF LUNA, OM e SUNN O))). Un assalto Post Metal dalle marcatissime strutture Doom e Sludge. Il primo singolo estratto dall’album “7.83Hz” è disponibile qui: https://youtu.be/pMiAwDOq7uQ

Da Genova i VAREGO, autori di un Heavy Prog Sludge con chiari riferimenti alle atmosfere che si respirano nei lavori di VOIVOD e NEUROSIS, che eseguiranno per intero il loro ultimo album “Epoch” uscito durante l’Autunno 2016. La band ha al suo attivo un recentissimo videoclip ufficiale pensato e girato come tributo alla scena Giallo/Horror italiana degli anni ’70/’80: https://youtu.be/lFowofdoxIs

La terza edizione dell’Argonauta Fest si terrà sabato 13 maggio 2017 con una formula interamente rinnovata. Visti infatti gli ottimi riscontri delle due passate edizioni, si inizierà già nel pomeriggio a partire dalle 17.
Otto band del roster Argonauta Records si esibiranno sul palco delle Officine Sonore di Vercelli, alternando sonorità che spaziano dallo Stoner al Post Metal, fino ad abbracciare territori Sludge Doom.
Un’ottima occasione per condividere una giornata di festa con tutto lo staff Argonauta e conoscere le band. E poi merchandise esclusivo e come di consueto birra a fiumi e ottima cucina!

Nelle prossime settimane seguiranno altre sorprese. Il servizio di prevendita con gadget esclusivi è già attivo
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biglietto https://goo.gl/OoVNrm
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ARGONAUTA FEST, Sabato 13 Maggio, Officine Sonore, Vercelli

https://www.facebook.com/events/2212180805674214/

EYES FRONT NORTH (Parigi, Francia) Blackened Post Metal
VAREGO (Genova) Heavy Prog Sludge
NUDIST (Firenze) Post Sludge
OTUS (Roma) Post Metal/Doom
DUSTRIDER (Roma) Heavy Psych
THEBUCKLE (Cuneo) Hard Stoner Rock
NAAT (Genova) Post Metal
NO GOOD ADVICE (Torino) Stoner Rock

PREVENDITE: www.argonautarecords.com/shop
Inizio concerti ore 17, 8 bands!
Sludge, Doom, Stoner, Heavy Psych, Post Metal!
All’interno: birre artigianali, vegan & steak food, merch esclusivo
Ingresso 12 euro in cassa (no tessere) prevendita 10 euro e preordini magliette evento in special price su www.argonautarecords.com/shop

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ALAZKA

Il video del nuovo singolo ‘Empty Throne’

ALAZKA firmano per SharpTone Records / Arising Empire e pubblicano il nuovo singolo ‘Empty Throne’!

La melodic hardcore band tedesca ALAZKA (originariamente BURNING DOWN ALASKA), è orgogliosa di annunciare la firma del contratto mondiale con SharpTone Records (con licenza e distribuzione in Europa di Arising Empire). In occasione di questo evento, la band ha pubblicato un nuovo singolo intitolato ‘Empty Throne’.

Acquista ‘Empty Throne’ o ascoltala in streaming: https://Alazka.lnk.to/EmptyThrone

Gli ALAZKA sono:
Tobias Rische – voce
Kassim Auale – voce
Dario Sanchez – chitarra
Marvin Bruckwilder – chitarra
Julian Englisch – basso

www.facebook.de/alazkaofficial

Night Demon – Darkness Remains

Darkness Remains è vera goduria metallica, con un lotto di brani che hanno attraversato il tempo e sono arrivati nel nuovo millennio a ribadire che la musica metal non sarà mai obsoleta in qualsiasi anno e paese venga suonata.

Questo è heavy metal classico suonato con un’attitudine ottantiana commovente, sicuramente per molti un mostro uscito da una vecchia chiesa sconsacrata dimenticata dal tempo, vintage ed old school fino al midollo; ma se nel 1980 avevate quattordici anni, con uno spirito ribelle e la voglia di qualcosa in più che il solito rock e pop proposto alla radio, allora tirate fuori il chiodo, fatevi il riporto sulla testa ormai sgombra dalla criniera e dateci dentro con Darkness Remains, secondo album del trio americano unito sotto il monicker Night Demon.

Licenziato dalla SPV/Steamhammer, l’album è una vera goduria metallica, un lotto di brani che hanno attraversato il tempo e sono arrivati nel nuovo millennio a ribadire che la musica metal, non sarà mai obsoleta in qualsiasi anno e paese venga suonata.
La copertina rispecchia il sound del gruppo, dalla vena hard & heavy che non va oltre ai primi due o tre anni del decennio metallico per eccellenza, con un passo a ritroso negli anni settanta (si sente l’ispirazione sabbathiana in alcuni passaggi rallentati, tipiche dei gruppi dell’epoca) e poi tanto, tantissimo sound maideniano era Paul Di Anno e ritmiche saxoniane a mettere l’accento su un disco bellissimo.
Pronti via, ed il trio californiano (Dusty Squires alla batteria, Armand John Anthony alle chitarre e Jarvis Leatherby al basso ed alla voce) travolge con il suo concentrato di puro, ed entusiasmante heavy metal, oscuro quel tanto che basta per prenderlo sul serio, melodico e ritmicamente irresistibile come se non fossero passati quasi quarant’anni, con Prowler o Princess Of The Night che stanno riempiendo di note metalliche le stanze dei kids di tutto il mondo.
Nominare un brano diventa un’impresa, la qualità nel genere è altissima, i ricordi vivi più che mai nei vecchi rockers come il sottoscritto e la lezione per i più giovani è bell’e pronta e si chiama Darkness Remains, approfittatene.

TRACKLIST
01 – Welcome to The Night
02 – Hallowed Ground
03 – Maiden Hell
04 – Stranger In The Room
05 – Life On The Run
06 – Dawn Rider
07 – Black Widow
08 – On Your Own
09 – Flight Of The Manticore (Instrumental)
10 – Darkness Remains

LINE-UP
Dusty Squires – Drums
Armand John Anthony – Guitars
Jarvis Leatherby – Vocals, Bass

NIGHT DEMON – Facebook

Afar – Selfless

Selfless e un’opera più che valida, certamente non così peculiare o dirompente per risultare imprescindibile, ma altrettanto meritevole di attenzione ed approvazione da parte degli appassionati più attenti.

Afar e una delle molteplici one man band statunitensi votate al black metal più atmosferico ed introspettivo.

Itay Keren fa parte dei discretamente noti Windfaerer e, per questo suo progetto solista, lascia da parte l’anima folk della sua attuale band per focalizzarsi del tutto su un’interpretazione del genere che corrisponde perfettamente a quanto ci si sarebbe attesi: abbiamo così tempi sempre piuttosto ragionati che spesso appaiono più accelerati di quanto non siano effettivamente, a causa dello screaming per lo più esasperato; in effetti, non di rado invece il sound si spinge verso lidi black doom e tutto sommato si rivela apprezzabile proprio questo suo oscillare tra passaggi ariosi ed umori oppressivi.
Se da chi suona black metal in Nord America è lecito attendersi digressioni verso le sempre gradite sonorità di matrice cascadiana (e ciò si verifica in maniera eloquente in Cascading Shadows), I.K. lo fa in maniera piuttosto misurata, anche se la bellissima traccia di chiusura, Twelve, si rivela eloquente rispetto ad un certo modo di trattare la materia.
Selfless e un’opera più che valida, certamente non così peculiare o dirompente per risultare imprescindibile, ma altrettanto meritevole di attenzione ed approvazione da parte degli appassionati più attenti.

Tracklist:
1.Healing
2.Cascading Shadows
3.Tsalmaveth
4.Endless Path
5.Aerial Discord
6.Beckoned Into Fog
7.Twelve

Line up:
I.K.

Ancara – Garden Of Chains

Un album dalle buone potenzialità, vedremo se è ancora tempo per la musica degli Ancara, ma se vi piace il rock melodico con sfumature moderne, Garden Of Chains può sicuramente diventare uno dei vostri ascolti.

Attiva dalla seconda metà degli anni novanta, ma sotto altri monicker già in pista nel decennio precedente, la band finlandese degli Ancara torna con un nuovo album, il quarto della sua carriera a otto anni dal precedente Chasing Shadows.

Il gruppo può sicuramente vantare un’esperienza importante ed un sound dall’appeal enorme, melodico e ruffiano quanto basta per girare a dovere nelle radio nord europee ed incontrare i favori dei kids più giovani.
Infatti il quintetto di Helsinki abbina con sapienza e talento l’hard rock alternativo, in uso negli anni novanta e di provenienza statunitense, con quello melodico e dagli spunti vicini all’AOR di tradizione nord europea, ed il tutto funziona, almeno per chi non può stare senza melodia, con la grinta tenuta a bada da canzoni radiofoniche e ballatone da sciogliersi come neve al sole, in riva ad uno dei famosi mille laghi di cui la loro terra d’origine è famosa.
Qualche brano accenna sfumature elettroniche (Wake Up e Child Of The Sun), altre puntano a far saltare i fans a ritmo del rock in arene non più attraversate dal glam ottantiano ma dall’alternative del nuovo millennio (Feeding The Fire e la title track), altre si rivestono di un velo scuro e quasi dark con atmosfere che ricordano i The 69 Eyes degli ultimi lavori (Perfect Enemy).
Ne esce un album vario e, come detto, molto melodico: il gruppo ha nel cantante Sammy Salminen il suo angelo, un po’ Gabriele, un po’ Lucifero, perfetto con la sua timbrica nel saper lavorare le melodie tra alternative, AOR ed innocente dark rock.
Un album dalle buone potenzialità , vedremo se è ancora tempo per la musica degli Ancara, ma se vi piace il rock melodico con sfumature moderne, Garden Of Chains può sicuramente diventare uno dei vostri ascolti.

TRACKLIST
1.The End (Easier Than Love)
2.Wake Up
3.Feeding the Fire
4.Changes Come
5.Ending Mode
6.Child of the Sun
7.Perfect Enemy
8.Incomplete
9.The Warmth
10.Garden of Chains
11.Better Man

LINE-UP
Sammy Salminen – Vocals
Juha “Juice” Wahlsten – Guitars, vocals
Toni Laroma – Guitars
Toni Hintikka – Bass
Rale Tiiainen – Drums

ANCARA – Facebook

HoneyBombs – Wet Girls and Other Funny Tales

Siamo nel mondo dello sleaze hard rock, dunque via tutte le inibizioni, al diavolo i tabù e peccate alla grande con Wet Girls and Other Funny Tales, lassù qualcuno vi perdonerà!

Il ritorno delle sonorità sleaze hard rock, almeno per quanto riguarda la scena underground, si può senz’altro considerare ormai un dato di fatto, con il nostro stivale che, dalle Alpi fino al profondo Sud, regala nuove band ed ottimi album.

Il trend è quello di amalgamare la tradizione con sonorità più moderne e cool, ma fortunatamente c’è chi non ha dimenticato il glam rock suonato sul Sunset Boulevard negli anni ottanta e lo potenzia e modernizza con l’hard & roll della scena scandinava, di questi tempi leggermente in affanno dopo il periodo di vacche grasse all’inizio di questo millennio.
A Roma c’è chi questo sound lo suona davvero bene ed arriva al debutto per la Sliptrick con Wet Girls and Other Funny Tales, undici adrenaliniche tracce che riprendono la tradizione losangelina e la sparano nel 2017, rinforzandola con lo sfrontato rock’n’roll suonato dai gruppi scandinavi (Hardcore Superstar e Backyard Babies in testa).
Loro sono gli HoneyBombs, suonano insieme da cinque anni e con l’aiuto di Riccardo Studer e Alessio Cattaneo, che ai Time Collapse Studio di Roma hanno prodotto, masterizzato e registrato l’album, sono pronti a conquistare i cuori degli amanti dell’hard rock stradaiolo.
Niente di nuovo nelle notti di una Roma che si rifugia nei locali del Lungotevere, trasformato nelle vie luccicanti dell’America ottantiana dal rock del gruppo, mentre il freddo che scende dalla penisola scandinava viene trasformato in energia rock’n’roll dagli HoneyBombs, bravissimi a mantenere sempre ben bilanciata la componente tradizionale con dosi massicce di Bad Sneakers and a Piña Colada.
Energie a palate, tensione sempre tenuta alta da brani grintosi e nessun indugio fanno dell’album una fiala di nitroglicerina rock’n’roll, una miscela esplosiva che non concede passi falsi sotto le esplosioni causate dall’ opener Radical Shit, Fat Girl Are Goin’ Mad e We Are Gonna Kick Your Ass.
Siamo nel mondo dello sleaze hard rock, dunque via tutte le inibizioni, al diavolo i tabù e peccate alla grande con Wet Girls and Other Funny Tales, lassù qualcuno vi perdonerà!

TRACKLIST
1. Radical Shit
2. Brazzersdotcom
3. Fat Girls Are Goin’ Mad
4. G.R.A.B. (Ghetto Ratchet Ass Bitch)
5. Don’t Wanna Be Like Johnny
6. Till The Night Is Over
7. We Are Gonna Kick Your Ass
8. Oh My God!
9. Sweet Little Dummy
10. Six Pack On Your Back
11. Maniac (Bonus Track)

LINE-UP
Andrew “The Eagle” Skid – Lead Vocals
Alex Rotten – Guitars & Screamin’ Vocals
Helias Marson – Lead Guitars & Backing Vocals
SteelBlade – Bass Guitar & Backing Vocals
Fabulous Fab – Drums

HONEY BOMBS – Facebook

Body Count – Bloodlust

La maggior parte dei gruppi rapcore o nu metal si sono dissolti, mentre i Body Count sono sempre qui a spargere terrore.

Torna una delle crew più pericolose delle strade americane, i Body Count capitanati da Ice-T.

I ragazzi sono arrivati al sesto album e quello che doveva essere un progetto estemporaneo o quantomeno temporaneo è diventato un pilastro del rapcore, uno dei più riusciti esempi di incontro tra rap e metal. Tra l’ altro, prima di una riuscita rielaborazione di Raining Blood, Ice-T spiega brevemente la genesi del gruppo, ovvero il tentativo di fondare un gruppo metal a South Central Los Angeles, una cosa non esattamente facile, ma l’esperimento è pienamente riuscito essendo giunti al sesto disco. La maggior parte dei gruppi rapcore o nu metal si sono dissolti, mentre i Body Count sono sempre qui a spargere terrore. Tornati dopo tre anni dall’ottimo Manslaughter, i Body Count sformano il loro disco più oscuro, più metal e più sanguinoso di tutti. Bloodlust è la cartina tornasole della bruttissima aria che tira in America. Nella terra del libero e del coraggioso tira una bruttissima aria, e si è quasi alla resa dei conti, si è forse sull’orlo di una guerra civile tra bianchi e neri, oppure tra poveri e ricchi e c’è voglia di sangue, come ben testimonia l’ ennesimo atto militare unilaterale americano. L’America dei Body Count è violenta, cupa e senza speranza, dovete solo trovare un riparo adeguato. Questo disco contiene molto metal, che si va a fondere a volte con il flow del rap, ma più che rapcore qui c’ è un metal deformato da una cattiveria diversa. Ice-T è il padrone di casa, una magione dove il sangue scorre dentro e fuori da gole assetate. Bloodlust è forse la prova migliore di questo gruppo che centra quasi sempre il bersaglio, ma mai bene come in questo caso. Parte del merito va anche agli ospiti presenti come Deve Mustaine in Civil Eat, un ottimo Randy Blithe dei Lamb of God su Walk With Me e il Cavalera maggiore sottotono in All Love Is Lost. Un album che colpisce duro e che non lascerà dormire sonni tranquilli, ma che è una fotografia precisa della merda che abbiamo fuori dalla porta. Momento migliore del disco è No Lives Matter, perché Ice-T ha ragione, a loro non gli importa dei neri, e nemmeno dei bianchi, a chi comanda non importa nessuna vita.

TRACKLIST
1. Civil War (featuring Dave Mustaine)
2. The Ski Mask Way
3. This Is Why We Ride
4. All Love Is Lost (featuring Max Cavalera)
5. Raining In Blood / Postmortem 2017 (Slayer cover)
6. God, Please Believe Me
7. Walk With Me… (featuring Randy Blythe)
8. Here I Go Again
9. No Lives Matter
10. Bloodlust
11. Black Hoodie

LINE-UP
Ice-T – Vocals
Ernie C – Guitar, backing vocals
Juan Garcia – Guitar, backing vocals
Vincent Price – Bass, backing vocals
Ill Will – Drums
SeanE Sean – Samples, backing vocals

BODY COUNT – Facebook