STEVEN WILSON

Il video per Pariah, tratto da To The Bone in uscita ad agosto (Caroline).

Il video per Pariah, tratto da To The Bone in uscita ad agosto (Caroline).

‘TO THE BONE’ ESCE IL 18 AGOSTO
SU CAROLINE INTERNATIONAL, DISTRIBUZIONE UNIVERSAL

LIVE IN ITALIA:
09.02.2018 Milano, Teatro Degli Arcimboldi
10.02.2018 Roma, Atlantico
Info: http://www.vertigo.co.it/
facebook.com/vertigo.co.it

In Tormentata Quiete – Finestatico

Quella degli In Tormentata Quiete è una magia che si perpetua da diversi anni con una frequenza che egoisticamente vorremmo maggiore ma che, come l’apparizione nella volta celeste di una cometa ad intervalli di decenni, continua a meravigliare ogni volta e, proprio per questo, porta con sé il dono dell’eccezionalità.

Quella degli In Tormentata Quiete è una magia che si perpetua da diversi anni con una frequenza che egoisticamente vorremmo maggiore ma che, come l’apparizione nella volta celeste di una cometa ad intervalli di decenni, continua a meravigliare ogni volta e, proprio per questo, porta con sé il dono dell’eccezionalità.

L’accostamento di un album come Finestatico ad un evento cosmico non è affatto casuale, visto che l’universo e le sue stelle sono protagonisti del racconto messo in musica dalla band, che procede sulla sua personalissima strada con sempre maggior fermezza e chiarezza d’intenti, in virtù di un talento compositivo che nel nostro paese ha ben pochi termini di paragone.
Il tema lirico affrontato dall’ensemble bolognese è affascinante anche grazie allo stratagemma di dar voce ai corpi celesti, attribuendo loro sentimenti umani che affiorano via via tra unioni indissolubili, allontanamenti, moti di orgoglio, sensi di isolamento e di frustrazione.
Tutto questo, poi, trova il suo naturale approdo in un tessuto musicale talmente vario e cangiante da mettere in crisi anche il più tenace e fantasioso dei classificatori: la realtà è che gli In Tormentata Quiete sono portatori di arte musicale con la a maiuscola, che può essere assimilata al metal per qualche retaggio estremo che oggi, tutto sommato è più che altro riscontrabile nello screaming di Marco Vitale, fondamentale nel creare il peculiare intreccio con le due voci pulite, maschile a femminile (rispettivamente affidate a Simone Lanzoni ed Irene Petitto).
L’idea stessa di provare a descrivere, sia pure a grandi linee, i contenuti di Finestatico, mi appare a tratti un esercizio vano se non addirittura un atto di presunzione: come si può raccontare a parole, infatti, quello che invece è un accumulo di emozioni e sentimenti derivanti dall’ascolto di un’opera che si dipana con magica fluidità tra black, death, folk, doom, cantautorato e symphonic metal, senza che nessuna di tali componenti prevalga mai nettamente sull’altra ?
Mi limiterò solo, quindi, a consigliare vivamente a chiunque voglia farsi un’idea dell’ennesimo capolavoro firmato dagli In Tormentata Quiete di guardare ed ascoltare lo splendido video di R136a1, che non è la canzone più bella dell’album semplicemente perché lo sono tutte (anche se è una di quelle che prediligo assieme a Sirio, brano nel quale la componente folk si manifesta in maniera più netta).
Finestatico è un lavoro imprescindibile, offerto da una band unica il cui operato, in un paese normale, dovrebbe essere divulgato nelle scuole, invece di restare confinato ad un ambito underground, comunque mai così vivo e ricco di talenti che attendono solo ‘d’essere portati in superficie da una comunicazione più attenta e da un pubblico meno appiattito sui soliti nomi …

Tracklist:
1. Zero
2. Sole
3. R136a1
4. Eta Carinae
5. Sirio
6. RR Lyrae
7. Demiurgo

Line up:
Irene Petitto: Female Voice
Marco Vitale: Scream
Simone Lanzoni: Clean Vocals
Lorenzo Rinaldi: Guitars
Maurizio D’Apote: Bass
Antonio Ricco: Keyboards
Francesco Paparella: Drums

Special guests:
Clarinet by Irene Panfili
Music on “Demiurgo” by Luca Gherardi

IN TORMENTATA QUIETE – Facebook

King Satan – King Fucking Satan

La musica del gruppo finlandese risulta più adatta ai fans della musica sintetica che ai blacksters, quindi più congeniale ad una dimensione da locale dark/gothic che al palco di qualche festival dedicato a Lucifero.

Le vie del metal estremo sono infinite e tra i suoi esponenti molti non hanno paura di sperimentare forme di musica che, prendendo spunto dai due generi più importanti (death e black), cercano nuove vie, anche se poi tanto nuove a ben sentire non sono.

Poco male, anche perché la cosa molte volte funziona, come per esempio questo progetto industrial death/black metal di King Aleister Satan, frontman della black metal band Saturnian Mist, nel 2015 fondatore dei King Satan, partiti come progetto solista ma col tempo trasformati dal leader in gruppo vero e proprio.
King Fucking Satan è l’album di debutto che poggia le sue fondamenta sull’industrial e l’EBM e sopra vi costruisce un sound con riferimenti ai generi estremi, soprattutto black metal.
Il lavoro effettivamente strega al primo ascolto, dopo due brani si comincia a battere il piede come forsennati, l’elettronica è ben amalgamata al metal industriale che risulta più vicino a gruppi come gli Swamp Terrorists che ai Ministry, con qualche accenno alla dark wave ottantiana.
La parte estrema poi fa il resto, con scream e growl da demoni intrippati per i locali di Tampere (città di origine del gruppo) e qualche chorus accattivante che rende il tutto ancora più cool.
La musica del gruppo finlandese risulta più adatta ai fans della musica sintetica che ai blacksters, quindi più congeniale ad una dimensione da locale dark/gothic che al palco di qualche festival dedicato a Lucifero, ma se la curiosità vi assale e non avete grossi problemi con la musica elettronica un ascolto è consigliato.

TRACKLIST
1. Dance With The Devil
2. As Above So Below
3. Enter Black Fire
4. Psygnosis
5. Sex Magick
6. Satanized (Praise Hail Satan!)
7. Of Internal, Eternal & Spiritual War
8. Spiritual Anarchy
9. Destroy The World Or How To Combine Love And Misantrophy
10. Kali Yuga Algorithm

LINE-UP
King Aleister Satan – vox & all instruments
Kate Boss – vox, synths, piano
John Oscar Dee – guitars, bass
Martin Shemhamforash – synths, bass
Magister Demaniac – beats, additional instruments, programming

KING SATAN – Facebook

Avatarium – Hurricanes And Halos

Sin dal primo pezzo si capisce che questo disco è qualcosa di diverso, le immagini messe in musica sono forti e suscitano emozioni nell’ascoltatore.

Gli Avatarium sono un gruppo dai diversi punti forti, hanno una grande potenza e sanno bilanciare molto bene con un suono contaminato dagli anni 70 .

Il gruppo svedese ha saputo sviluppare una propria poetica molto appropriata nel trattare il doom classico, ma non c’è soltanto questo bensì una moltitudine di sensazioni e di musiche diverse, che entrano nel cuore dell’ascoltatore attraverso canzoni che lasciano il segno.
Questo disco è sicuramente un lavoro da sentire con molta cura e molta curiosità, perché nel panorama odierno l’offerta di questo tipo di musica non manca, ma la qualità degli Avatarium è assai difficile da trovare in giro. Sin dal primo pezzo si capisce che questo disco è qualcosa di diverso, le immagini messe in musica sono forti e suscitano emozioni nell’ascoltatore, la voce femminile di Jeannie-Ann Smith riesce a toccare vette molto alte, soprattutto nella drammatizzazione della musica. Una cosa che può sembrare ovvia, ma non lo è affatto, è la corretta e ottima pronuncia inglese della cantante che, a differenza di quanto accade in molti altri gruppi, riesce ad essere davvero credibile. Un altro elemento molto importante della musica degli Avatarium è l’organo, che dà un tocco di anni 70 sempre molto elegante ed incisivo, riesce a coinvolgere e trasforma le canzoni in qualcosa di unico. Troviamo anche nelle canzoni un pizzico di magia metal, nel senso di epicità della canzone, e momenti con melodie molto aperte ed epiche. Dentro questo gruppo convivono molti generi ma soprattutto il punto di forza degli Avatarium è il riuscire a fare un disco originale con elementi che non lo sono, ma che per essere proposti al meglio necessitano di un’ottima rielaborazione. Questo lavoro può essere ascoltato da persone con gusti differenti, perché una musica così può mettere tutti facilmente d’accordo, e il risultato è una vera e propria altalena di emozioni. Per rendersi conto della grandezza di questo disco basta ascoltare la traccia che dà il titolo al disco, Hurricanes And Halos, un manuale di cosa si può fare di veramente originale in un genere che dà possibilità, a chi ne ha il talento e la capacità, di creare determinate atmosfere. Questo disco è consigliabile a tutti quelli che vogliono sentire qualcosa di ben fatto e composto, non tanto per la tecnica ma quanto per il sentire, perché le sensazioni che offre sono quelle che ci fanno amare questo tipo di musica, sia esso doom o metal o blues, basta che questa fiamma bruci ancora.

TRACKLIST
01. Into The Fire / Into The Storm
02. The Starless Sleep
03. Road To Jerusalem
04. Medusa Child
05. The Sky At The Bottom Of The Sea
06. When Breath Turns To Air
07. A Kiss (From The End Of The World)
08. Hurricanes And Halos

LINE-UP
Jennie-Ann Smith: Vocals
Marcus Jidell: Guitar
Lars Sköld: Drums
Mats Rydström: Bass
Rickard Nilsson: Organ

AVATARIUM – Facebook

Wednesday 13 – Condolences

Per Wednesday 13 un album pienamente riuscito ed un un passo che piacerà non poco ai rockers dai gusti più metallici.

A Wednesday 13 bisogna riconoscere il merito di aver riportato in auge lo shock rock, quella mistura di horror punk, hard rock e glam che fece la fortuna di molte band (una fra tutte, i Misfits) nel passato, con i Frankenstein Drag Queens from Planet 13 prima, i Murderdolls poi, e per finire con la sua carriera solista, aggiungendovi un tocco di alternative metal quel tanto che basta per tramutare in zombie ubbidienti un bel po’ di rocker in giro per il mondo.

Inutile, almeno per chi segue da tempo le vicende di Mr.Joseph Poole, segnalare i due bellissimi album condivisi con Joey Jordison degli Slipknot con il monicker Murderdolls, ma pure la sua carriera solista non ha deluso, specialmente con i primi due lavori, ispirati comunque da uno stesso immaginario.
Condolonces, titolo di quest’ultima uscita ispirata dalla morte di Bowie, porta almeno due novità non da poco: la firma per Nuclear Blast e la produzione affidata a Zeuss (Hatebreed, Shadows Fall ed Emmure).
Il sound, detto della lunga title track, che rappresenta una sorta un record per il genere (più di sei minuti), e delle influenze metalliche ben marcate e neanche tanto distanti dai nostri confini (ultimi Death SS), continua la tradizione del cantante statunitense, con una serie di brani che uniscono l’attitudine horror/punk ad un rock alternativo pesante e ,come già espresso, più indirizzato verso lidi metallici, quasi estremi se consideriamo il genere suonato.
E allora aspettatevi un disco serio nell’approccio, meno strutturato su film e fumetti di serie B, ma reso oscuro e malato da una forte connotazione oscura, come a volere esorcizzare la morte, non solo a livello visuale.
Wednesday 13 allora se ne esce con una serie di brani dall’impatto pesantissimo, a tratti al limite del thrash (You Breathe, I Kill, Omen Amen e Prey For Me) altri in linea con le vecchie releases (What The Night Brings e Cadaverous), altri ancora con il dark metal che vela di malinconia tracce come la title track e la conclusiva Death Infinity.
Per Wednesday 13 un album pienamente riuscito ed un un passo che piacerà non poco ai rockers dai gusti più metallici.

TRACKLIST
01.Last Rites
02.What The Night Brings
03.Cadaverous
04.Blood Sick
05.Good Riddance
06.You Breathe, I Kill
07.Omen Amen
08.Cruel To You
09.Eulogy XIII
10.Prey For Me
11.Lonesome Road To Hell
12. Condolences
13. Death Infinity

LINE-UP
Troy Doebbler – Bass
Roman Surman – Guitar
Kyle Castronovo – Drums
Jack Tankersley – Guitar
Joseph Poole “Wednesday 13” – Vocals, Guitar

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