VINCENT CAVANAGH & DANIEL CAVANAGH – Anathema Acoustic

Dark Veil Productions, in collaborazione con Kick Agency, presenta lo straordinario concerto acustico dei fratelli Vincent e Daniel Cavanagh di Anathema, poche date italiane a ridosso della promozione del nuovo disco della band, “The Optimist”. Nella bella cornice estiva del Giardino del Monk Club di Roma, porte aperte gratuitamente per regalare una notte magnifica di suoni. Ad aprire il concerto del duo britannico ci saranno in pari resa acustica i Rome in Monochrome, ottima band dell’underground romano in uscita a breve con il primo full-length di affine umore oscuro e malinconico. Nel comunicato stampa ufficiale l’introduzione di Daniel a questa straordinaria e limitata serie di serate.

VINCENT CAVANAGH & DANIEL CAVANAGH presents ANATHEMA ACOUSTIC As an exclusive summer special, the Cavanagh brothers embark on a week with taking out their acoustic guitars and do a set based around both new and old material from Anathema, as well as songs from artists that have inspired their musical career. As Daniel Cavanagh explains: “Delighted to be out and about with my brother and acoustic guitars. That’s where a lot of the songs are born, do it will be great to recreate some of the earliest and most intimate versions of the songs”. Anathemas new studio album “The Optimist” is released on June 9.

LIGHTYEARS

Gli italiani Lightyears firmano con Wormholedeath e presentano il video ufficiale “Show Me”.

Gli italiani Lightyears firmano con Wormholedeath e presentano il video ufficiale “Show Me”!

Siamo orgogliosi di annunciare che gli italiani Lightyears (alternative metal) hanno firmato con Wormholedeath per l’uscita dell’ EP “Erase”. “Erase” é stato prodotto, registrato, mixato e masterizzato da Riccardo Daga presso il Titans Lab Studio e sarà disponibile dal 2 Giugno 2017 via Wormholdeath/The Orchard su licenza esclusiva di TooLoud Records.
Siamo anche lieti di annunciare che oggi esce il video ufficiale della song “Show Me”!

“Erase”
1. Say It
2. The Story
3. Show Me
4. A Bitter Taste
5. Sticks & Stones Feat. Chuck Ford

LIGHTYEARS
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TOO LOUD RECORDS
www.tooloudrecords.com
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Akatharta – Spiritus Immundus

Spiritus Immundus si rivela un lavoro che dovrebbe lasciare il segno in chi apprezza sonorità a cavallo tra il funeral ed il death doom più crudo.

Dopo quasi un ventennio di gestazione trova finalmente il proprio sbocco questo notevole progetto concepito da Kam Lee, storico singer dei seminali Massacre, nonché coinvolto in diverse altre band tra le quali spiccano i The Grotesquery, in compagnia di un altro stakanovista del metal estremo come Rogga Johansson.

Proprio da quest’ultima band è opportuno partire per definire il sound degli Akatharta: infatti, se già in occasione del sodalizio con il chitarrista svedese veniva mostrata una propensione ad un death dai frequeinti rallentamenti ed inserito in un immaginario orrorifico di ispirazione lovecraftiana, messosi in proprio Lee accentua la componente doom del sound, mentre a livello lirico l’attenzione si sposta alle EVP (Electronic Voice Phenomena) e alla possessione da parte degli “pneuma akatharta” (spiriti impuri) di biblica memoria.
Ne scaturisce così un album di grande compattezza, sviluppato su otto brani (più la cover di Dethroned Emperor dei Celtic Frost) morbosamente efficaci che trovano la loro apoteosi in tracce magnifiche come Pneumata, non a caso uscita precedentemente come singolo, e Nocturnal Interment, con la sua rituale evocazione dell “spirito immondo”; il resto non è comunque da meno e viene espresso tramite un death doom ottimamente equilibrato tra le due componenti con la ruvidezza e l’impatto della prima che confluisce con naturalezza nelle ritmiche bradicardiche della seconda.
Kam Lee, poi, va a nozze con tale sonorità, potendo esibire il proprio growl che porta a scuola molti dei suoi più giovani emuli, ben coadiuvato dal pregevole chitarrista/bassista Aaron Whitsell (assieme al vocalist anche nella band che ne porta il nome, oltre che nei Cropsy Maniac) e dal metronomico batterista Travis Ruvo (anch’egli nei Cropsy Maniac, e negli Echelon).
Spiritus Immundus si rivela così un lavoro che dovrebbe lasciare il segno in chi apprezza sonorità a cavallo tra il funeral ed il death doom più crudo, trovandomi solo parzialmente d’accordo con le note di presentazione quando vengono accreditati, quali possibili riferimenti, Thergothon e Mournful Congregation, mentre ritengo perlomeno fuorviante citare i My Dying Bride (non c’è alcuna traccia del romanticismo gotico e decadente della band inglese) o addirittura gli Skepticism (cosa improbabile, non fosse altro che per l’assenza di uno strumento basilare nel sound dei finnici come l’organo).
Molto meglio farsi un’idea propria del contenuto dell’album ascoltandolo, e se si è appassionati di doom l’apprezzamento verrà naturale, perché qui il genere viene esibito da un gruppo di musicisti esperti e sufficientemente ispirati, capaci di maneggiare tutt’altro che banalmente la materia e restituendola sotto forma di una pesantissima ed opprimente pietra tombale …

Tracklist:
1. Macabre Reflections In The Dark
2. Onryō (Wrath Of A Vengeful Ghost)
3. Tenebrarum In Aeternum
4. Nocturnal Interment
5. Phantasmagories
6. Transpierce The Umbra
7. Possessione Diabolica
8. Pneumata
9. Dethroned Emperor (Celtic Frost Cover)

Line-up:
Kam Lee – vocals
Aaron Whitsell – guitars, bass
Travis Ruvo – drums

AKATHARTA – Facebook

Scars Of Tears – Just Dust

Nel genere Just Dust è un lavoro riuscito, abbastanza personale nel rievocare un sound inflazionato e per questo meritevole di interesse da parte dei fans del genere.

Periodo di ottime proposte in arrivo dalla Sliptrick Records alle quali si aggiungono i gothic metallers greci Scars Of Tears, con il loro nuovo e secondo lavoro Just Dust, successore del debutto omonimo licenziato tre anni fa, che offre un alternative gothic/dark metal sulla scia dei nostrani Lacuna Coil, anche se la band greca a tratti risulta più estrema del gruppo italiano.

Ottimo l’uso delle voci, che si alternano come di moda in questo periodo tra voce femminile, growl e clean, variando quel tanto che basta l’atmosfera dei brani che si mantengono su di una buona qualòità.
In un genere inflazionato come quello suonato dalla band di Kastoria , le melodie ed il songwriting fanno tutta la differenza del mondo ed infatti Just Dust risulta un album composto da buone canzoni, melodiche, metalliche ma ruffiane il giusto per farsi apprezzare da chi mastica con frequenza queste sonorità.
Just Dust parte forte con un paio di brani potenti e metallici come la title track e Darkest Hour, il growl rabbioso si scontra con l’ ottima voce femminile, molto rock e che ricorda la nostra Cristina Scabbia, ma con il passare del tempo il sound da alternativamente metallico si sposta su coordinate elettro dark, fino al brano più intenso dell’album, la ballad Love And Soul, sinfonica ed evocativa.
Si torna ad alternare metal alternativo moderno e gothic metal nelle restanti canzoni, che portano l’album verso la fine, confermandone la buona riuscita nel suo complesso.
Nel genere Just Dust è un lavoro riuscito, abbastanza personale nel rievocare un sound piuttosto battuto di questi tempi e per questo meritevole di interesse da parte dei fans del genere.

TRACKLIST

1.Just Dust
2.Darkest Hour
3.Infeasible
4.Slayer
5.Icefall
6.Love and Soul
7.Wait
8.Here and Now
9.Need to Flight
10.We Are the Same
11.Endless Sky
12.Ashes of a Draw

LINE-UP

Petros Nikolaou – Guitars
Salagiannis Thanasis – Bass
Chris Polizos – Drums
Charitini Anastasiadou – Vocals
Babis Stefanidis – Vocals

SCARS OF TEARS – Facebook

Plague Throat – Human Paradox

I Plague Throat sono uno dei migliori gruppi death mai usciti dall’India, e questo album di debutto ne rimarca tutte le potenzialità.

Finalmente esce il molto atteso album di debutto sulla lunga distanza per i death metallers indiani Plague Throat, che arrivano a questo disco dopo l’ottimo ep An Exordium To Contagion.

Il trio indiano fa un death metal potente e debitore della scena americana anni novanta, ed è presente anche un pizzico di scuola svedese.
Il disco fila via a briglie sciolte, grazie alla notevole intensità delle canzoni, che non scemano mai,e che hanno crescendi impetuosi arrivando ad essere notevoli cavalcate che tracimano a volte nel death metal tecnico. Se l’intensità è forse il maggior punto di forza del gruppo, anche la tecnica fa la sua parte, dato che i tre si intendono molto della materia trattata. In mezzo a tutta questa intensità troviamo anche ottime melodie che costituiscono le fondamenta di questa costruzione. In India c’è una scena metal che si è sviluppata negli anni e non può essere più considerata una sorpresa. I Plague Throat sono uno dei migliori gruppi death mai usciti da quella penisola, e questo album di debutto ne rimarca tutte le potenzialità. Dato che si può migliorare ancora, vi sono elementi che saranno aggiustati col tempo, ma è davvero poco il disavanzo da limare, tanto è buona la sostanza. Quando un disco death metal esce come Human Paradox non c’è molto da dire ma tanto da sentire.

TRACKLIST
1.Inherited Failure
2.Dominion Breach
3.Fallible Transgression
4.The Human Paradox
5.Hour of Darkness
6.Corporeal
7.Truth In Silence
8.Conception Subjection
9.Conflict Resolution
10.Ma Nga

LINE-UP
Nangsan – Vocals, Guitar
Malice – Drums
Jerry Nelson Ranee – Bass

PLAGUE THROAT – Facebook

Turma – Kraken

Solo ventitré minuti ma vissuti alla mercé della leggendaria piovra gigante, una prova di forza davvero niente male per il gruppo napoletano.

Un passato nell’heavy/thrash ed un presente nel technical brutal death, non male il passo nell’estremo che i nostrani Turma hanno compiuto in questi anni.

Attivo infatti da quasi dieci anni, il gruppo partenopeo diede alle stampe nel 2011 l’ album Tearless, dal sound heavy/thrash che trascinò la band sul palco insieme a Necrodeath e Arthemis (tra gli altri).
La trasformazione nella creatura mostruosa che abbiamo davanti è figlia dei tanti cambi di line up, con un singolo (Brothers) che cominciava a presentare i sintomi del virus estremo che si è impossessato dei Turma, ed un altro, licenziato dalla Agoge Records quest’anno e che anticipava questo nuovo lavoro dal titolo Kraken.
Ed il kraken, entità mostruosa, spunta dal profondo degli abissi e non lascia scampo con una serie di brani di death metal brutale e moderno, influenzato dalla corrente djent e core e formando un muro sonoro di tentacoli la cui morsa fatale vi ridurrà in pezzi.
Solo ventitré minuti ma vissuti alla mercé della leggendaria piovra gigante, una prova di forza davvero niente male per il gruppo napoletano, bravo nel mantenere la tensione altissima con cambi di tempo ritmici, growl profondi ed una notevole personalità nel produrre musica estrema moderna, ma violentissima.
Lasciate quindi che il deathcore dei Turma vi travolga, lontano dal sound da classifica caro ai più giovani ed estremo come un pezzo di granito death metal che provocherà non pochi danni sotto i colpi inferti dalla title track o ancora dalle devastanti e belligeranti Mortal Kombat, Forgotten e Rebecca Shield.
Un lavoro intenso e durissimo, consigliato agli amanti del metal estremo moderno che con i Turma trovano un’ottima realtà tutta italiana.

TRACKLIST
1.Feel no Pain
2.Mortal Combat
3.Destroyer
4.Fifth Joint
5.Kraken
6.Forgotten
7.Rebecca’s Shield
8.Magam

LINE-UP
Raffaele Berisio – Growl Vocals
Lello Di Lorenzo – Guitars
Giuseppe Cipollaro – Guitars
Fabrizio La Manna – Bass
Ciro Troisi – Drums

TURMA – Facebook