Mahakala – The Second Fall

The Second Fall si presenta come un’opera che senza tanti fronzoli ci investe dal primo minuto, travolgendo con il suo sound che esplode in riff potentissimi, brani influenzati dall’heavy metal classico e lenti rituali doom.

Religione e mitologia, oscure credenza ed altari musicali innalzati al doom metal classico: l’heavy metal continua malgrado le molte influenze ed ispirazioni moderniste ad essere la musica malvagia, epica e declamatoria per eccellenza.

Nella scena metal greca non sono poche le band devote alla musica del destino e gli ateniesi Mahakala sono una delle migliori proposte: il loro heavy doom metal, oltre ad essere pregno di atmosfere sabbathiane, porta in sé una forte componente heavy, così da creare un sound monolitico, epico e a tratti sconvolto da cavalcate devastanti.
Attivo dal 2005, il quartetto porta in dote un ep, un demo, la partecipazione ad un tributo agli Iron Maiden ed il primo full length uscito nel 2013 ed intitolato Devil’s Music.
The Second Fall si presenta come un’opera che, senza tanti fronzoli ci investe dal primo minuto, travolgendo con il suo sound che esplode in riff potentissimi, brani influenzati dall’heavy metal classico e lenti rituali doom, con lente discese nel metal liturgico di Black Sabbath e Candlemass.
Lo zio Ozzy a suo tempo si è impossessato dell’anima di Jim Kotsis, bassista e cantante a tratti dalla tonalità vocale molto vicino al sacerdote sabbathiano, mentre la musica si riempie di malvagia epicità.
Non lontano (anche se il concept è molto diverso) dai Grand Magus, il gruppo è riuscito a creare un album fresco, godibilissimo nella sua potenza, mentre oltre al gran lavoro del singer, non mancano appalusi per le due chitarre (Chris Vlachos e John T.), puro acciaio fuso sull’altare del metal.
Da segnalare Sakis Tolis dei Rotting Christ ospite sulla granitica Wrath Of Lucifer (Infidels) e le bellissime Redemption Denied e Better to Reign in Hell (Than Serve in Heaven), doom metal song tra Candlemass e Trouble e picco qualitativo dell’album.
The Second Fall risulta così un altro gioiellino in arrivo dalla scena metal greca, consigliato agli amanti delle bands citate.

TRACKLIST
1. Army of the Flies
2. Redemption Denied
3. Purgatorium
4. Better to Reign in Hell (Than Serve in Heaven)
5. Darkness in Their Eyes
6. Wrath of Lucifer (Infidels) [feat. Sakis Tolis of Rotting Christ]
7. Unholy Fight
8. Blessed Are the Dead
9. War Against Mankind

LINE-UP
Jim Kotsis – bass, vocals
John Tsiakopoulos – guitars
Mikko Chris Vlachos – guitars
hector.d – drums

MAHAKALA – Facebook

Perpetual Fire – Bleeding Hands

Hard rock, progressive metal, power e tanta raffinata attitudine neoclassica fanno di Bleeding Hands un album perfettamente in grado di ritagliarsi il proprio spazio tra le migliori uscite di questo periodo.

Di questi tempi, se nel power metal cercate qualche spunto più personale rispetto al “palla lunga e pedalare” di molte realtà d’oltreconfine, la scena nostrana regala piccoli gioiellini classici, magari poco considerati dal solito fan noiosamente esterofilo, anche se negli ultimi tempi sembra che il vento piano piano stia cambiando direzione.

Andiamo prima in terra greca, perché è qui che la Sleaszy Rider Records ha la sua base, una label che sta riscuotendo sempre più consensi licenziando album uno più bello dell’altro e molti di questi cercandoli nella nostra penisola.
Torniamo da noi, in quel di Milano per presentarvi i Perpetual Fire, quintetto capitanato da Steve Volta, chitarrista bravissimo e per molti anni al servizio di Pino Scotto, ed il loro terzo album Bleeding Hands, un lavoro italiano al 100% per bravura strumentale ed eleganza nel songwriting, un talento innato per le melodie e quel tocco progressivo diventato marchio di fabbrica della scuola nazionale.
Diciamolo una volta per tutte, ormai Vision Divine, Labyrinth e Secret Sphere sono a capo di una scena che nell’hard & heavy non ha nulla da invidiare a quelle straniere, con i loro emuli a sfornare opere di spessore ed affiancando i maggiori act che fanno faville nei generi che compongono l’universo metallico.
Tutto questo ben di Dio non sarà supportato dai numeri per quanto riguarda il versante live, ma rimane indubbio che in Italia si fa da anni grande musica metal, ed ogni uscita conferma questa tendenza con buona pace dei detrattori.
Hard rock, progressive metal, power e tanta raffinata attitudine neoclassica fanno di Bleeding Hands un album perfettamente in grado di ritagliarsi il proprio spazio tra le migliori uscite di questo periodo: Volta ha fatto tesoro delle sue esperienze e i brani escono vari, travolgenti, mai banali nelle ritmiche o nei solos, con un singer (Roby Beccalli) che adatta la sua voce alle varie atmosfere, passando da tonalità rock a quelle power per sfornare un’aggressività da leone in passaggi che si fanno estremi, con una sezione ritmica da infarto (Mark Zampetti al basso e Cisco Lombardi alle pelli) e le tastiere che ricamano tappeti di metal neoclassico o sanguigni passaggi rock blues (Tush, splendida cover degli ZZ Top).
Volta è fenomenale pur senza dare l’impressione di esagerare e rimanendo saldo nella forma canzone, con solos dinamitardi e vari, così come varie sono le sfumature di questo lavoro che non ha battute d’arresto ma almeno un trittico di brani a fare traino e differenza: Queen Of Honor, Bloody Apple e Crimson Twilight, le più progressive del lotto e vicine al sound dei gruppi citati in precedenza.
Bleeding Hands risulta così un album riuscito ed appagante per ogni fans del genere, giocando le sue carte alla pari con le ultime notevoli uscite in campo power/prog metal, non perdetevelo.

TRACKLIST
01 – Psycho Cancer
02 – Scrambled
03 – Queen Of Honor
04 – Bloody Apple
05 – Tush
06 – Look Beyond The Night
07 – When You’re Dead
08 – Crimson Twilight
09 – Let The Snow
10 – A New World Begins

LINE-UP
Roby Beccalli – Vocals
Steve Volta – Guitars
Mark Zampetti – Bass
Mauro Maffioli – Keyboards
Cisco Lombardi – Drums

PERPETUAL FIRE – Facebook

ELEGY OF MADNESS

Il video di Apokalypsis, dall’album New Era (Wormholedeath).

Opera core metallers Elegy Of Madness are proud to announce that their video for the song “Apokalypsis” is out today via VEVO. The video, directed by Cesare Bignotti (EVES Vision) for Opera Core / Wormholedeath, will launch the band’s third album “NEW ERA” with the following release dates:

Digital : 16/06/2017
(Wormholedeath/The Orchard)

USA : 14/07/2017
(Wormholedeath U.S.A.)

Aural : 22/09/2017 (Aural Music Group)

Japan : TBA
(Wormholedeath Japan/DiskUnion)

Völur – Ancestors

Interessante e molto ben riuscito blend di dark folk,doom e ambient che ci riporta indietro nel tempo,alle radici di un suono.

Molto, molto interessante e affascinante il secondo lavoro dei Völur, trio canadese di Toronto, dedito a un blend di folk ancestrale, doom, ambient assai intenso e ricco di sfumature.

La loro peculiarità si accentua ulteriormente visto che nel loro suono non è prevista alcuna chitarra, ma il tutto si dipana tra un suono di basso che si divide tra ruoli melodici e ritmici, un drumming lento ed evocativo e il violino che modula una moltitudine di ambientazioni, sfiorando anche la “chamber music”, che variano dal pastorale all’ancestrale creando atmosfere di pace e serenità, increspate da momenti di furore in cui emerge tutta l’oscurità e la drammaticità dei loro testi.
Questo Ancestors è il secondo capitolo di una serie di quattro opere incentrate sul vecchio mondo spirituale germanico ; il suono si dipana lento, oscuro, contemplativo in quattro lunghi brani in cui i tre musicisti intrecciano i loro strumenti per creare una miscela antica, che riporta alle origini di certo suono doom (non metal) in cui la potenza e la contemplazione convivono;
E’ come se un vecchio mondo magico tornasse alla luce dopo essere stato oscurato dalla nebbia del tempo; i suoni dell’ opener Breaker of Silence profumano all’ inizio di sapori antichi, polverosi per poi aprirsi, dopo una memorabile frase di basso, in tutta la loro suggestiva potenza: l’ultimo brano, Breaker of Famine, aggiunge anche vocalità black che accentuano la oscura tavolozza dei “colori” di questa opera.
Come sempre ripetuti ascolti giovano all’“innamoramento” di un disco che, forse, avrebbe dovuto essere pubblicato in una stagione non canicolare come l’estate; questi suoni hanno bisogno di scure notti e brevi giornate per poter entrare appieno nel cuore di chi vuole “sentire”.

TRACKLIST
1. Breaker of Silence
2. Breaker of Skulls
3. Breaker of Oaths
4. Breaker of Famine

LINE-UP
Lucas Gadke Bass, Vocals
Laura Bates Vocals, Violin, Effects
Jimmy P Lightning Drums, Percussion

VOLUR – Facebook

Time Lurker – Time Lurker

Time Lurker è l’ennesima opera estrema che gli appassionati del genere non possono perdere, un altro gioiellino targato Les Acteurs De L’ombre Productions.

La label transalpina Les Acteurs De L’Ombre Productions ha regalato negli ultimi tempi grande musica estrema, pregna di sonorità oniriche e mistiche, viaggi in menti destabilizzanti o esplorazioni di mondi e spazi paralleli.

Ponendo sempre la massima attenzione alla qualità delle proprie proposte, l’etichetta si è confermata come una delle più attendibili in ambito underground ed un punto di riferimento per gli amanti del black metal, atmosferico o contaminato da sonorità post metal e rock.
I Time Lurker, per esempio sono una one man band di Strasburgo attiva dal 2014 e questo debutto omonimo sulla lunga distanza raccoglie il primo ep I ed il singolo Hethereal Hands in unico cd, con l’aggiunta di quattro brani inediti.
Mick, depositario del concept Time Lurker, ci accompagna in questo viaggio ispirato dai deliri di H.P. Lovecraft e dai viaggi di Jules Verne, e il suo vagabondare per mondi e spazi conferisce alla musica una sorta di epico misticismo astrale, tra inquietanti atmosfere perse in millenni di solitudine e la pazzia dell’uomo in un mondo immobile, un mostro che accoglie tra le sue spire il male nostro: un black metal atmosferico freddo ed inquietante come il perdersi nel nulla cosmico, in compagnia delle sole menti che ormai hanno lasciato i loro corpi putrefatti da centinaia di anni, una disperazione che si tocca, solido pezzo di ghiaccio in un inferno senza fiamme.
Scritta dal polistrumentista transalpino, che si è fatto tutto da solo anche in studio, lasciando a Jack Shirley la sola masterizzazione e aiutato al microfono da ben quattro cantanti (Thibo, Tony, Cedric e Clem), Time Lurker è l’ennesima opera estrema che gli appassionati del genere non possono perdere, un altro gioiellino targato Les Acteurs De L’ombre Productions consigliato ai fans di Altar Of Plagues e Leviathan.

TRACKLIST
1.Rupture
2.Judgment
3.Ethereal Hands
4.Reborn
5.No Way Out From Mankind
6.Passage
7.Whispering from Space

LINE-UP
Mick – All Instruments

TIME LURKER – Facebook

DESCRIZIONE SEO / RIASSUNTO

Giöbia – Magnifier

Un album che è un’immersione in un liquido profondo che respira forte e rende questo viaggio un momento spirituale, come solo i grandi dischi tout court sanno fare.

Seconda ristampa per un disco che è un’ autentica gemma del sottobosco italiano.

Magnifier è come una costruzione medievale araba, tende all’ infinito per vie diverse, armoniose e bellissime. Fondamentalmente è un disco di musica psichedelica declinato in moltissime forme, dall’heavy psych allo stoner in quota desert, fino al fuzz più distorto. Sembra di sentire i Blue Cheer con droga più buona e con idee più chiare, e con un ottimo tiro. La band milanese possiede le stigmate del grande gruppo, e in questo disco mostra tutte le sue capacità e le sue future potenzialità. Space rock sia come sottogenere ma anche e soprattutto per indicare quanto che questo rock altri occupa uno spazio ben preciso, con confini mutevoli e contenuti distorti. Poche volte il passato è stato rielaborato così bene ed in maniera talmente calzante da diventare fulgido futuro. Questa seconda ristampa contiene un inedito e ha una.nuova masterizzazione assai valida, come l’ artwork inedito di Laura Giardino. Un album che è un’immersione in un liquido profondo che respira forte e rende questo viaggio un momento spirituale, come solo i grandi dischi tout court sanno fare.

TRACKLIST
01 This world was being watched closely
02 The Pond
03 The Stain
04 Lentamente la luce svanirà
05 Devil’s Howl
06 Magic Potion
07 Sun Spectre
08 The Magnifier

GIOBIA – Facebook

DESCRIZIONE SEO / RIASSUNTO

Nad Sylvan – The Bride Said No

Valorizzato da un una serie di ospiti d’eccezione, l’album è un tuffo nella musica progressiva più elegante, dove non mancano teatralità, melodie da pomp rock e tanta poesia.

Progressive rock d’autore sulle pagine di MetalEyes con Nad Sylvan, conosciuto nell’ambiente del genere per essere il cantante di Steve Hackett e degli Agents Of Mercy.

The Bride Said No è il secondo lavoro solista per il vocalist, dopo Courting The Widow uscito un paio di anni fa.
Il progressive rock creato da Sylvan nasce tra lo spartito dei gruppi settantiani, (in particolari i Genesis) per toccare lidi new prog, sempre e comunque di derivazione britannica.
Valorizzato da un una serie di ospiti d’eccezione come Roine Stolt, Steve Hackett, Guthrie Govan, Tony Levin, Jonas Reingold, Nick D’Virgilio, Doane Perry e molti altri, l’album è un tuffo nella musica progressiva più elegante, dove non mancano teatralità, melodie da pomp rock e tanta poesia con un Sylvan ispirato e perfettamente calato nei panni di nuovo Peter Gabriel.
Ed infatti, per chi non conoscesse ancora i lavori del cantante, sia solisti che in aiuto allo storico chitarrista dei Genesis, ricordo che Gabriel rimane la sua fonte primaria d’ispirazione.
Dopo l’intro, The Quartermaster irrompe con le tastiere che seguono strade progressive alla Arena/Pendragon, quindi new prog alla massima potenza, mentre When The Music Dies è più smaccatamente pop.
The White Crown è un bellissimo brano classicamente progressive, tra Genesis e E.L .P, uno dei migliori di questo album assieme alla teatrale Crime Of Passion, sottolineata da una prestazione sontuosa del cantante.
A French Kiss An A Italian Cafe, brano altalenante, fa da preludio ai dodici minuti della title track, perfetto esempio del sound in mano al vocalist, perennemente in bilico tra tradizione settantiana e le sonorità della generazione di prog band inglesi degli anni novanta.
In conclusione, un buon ritorno per Nad Sylvan il quale, pur senza far gridare al capolavoro ed aiutato da una manciata di maestri del genere, esce con un album piacevole e ricco di sfumature ed atmosfere indimenticabili per gli amanti del migliore rock progressivo.

TRACKLIST
1 Bridesmaids
2 The Quartermaster
3 When The Music Dies
4 The White Crown
5 What Have You Done
6 Crime Of Passion
7 A French Kiss In An Italian Café
8 The Bride Said No

LINE-UP
Nad – vocals, guitars, piano, keyboards, acoustic guitar, orchestration, programming
Jade Ell – vocals
Sheona Urquhart – vocals, saxophone
Tania Doko – vocals
Steve Hackett – guitar
Roine Stolt – guitar
Guthrie Govan – guitar
Tony Levin – Chapman stick, upright- and electric bass
Jonas Reingold – bass
Nick D ́Virgilio – drums, percussion
Doane Perry – drums
Anders Wollbeck – additional sound design, keyboards, programming, orchestration
Alfons Karabuda – water phone

NAD SYLVAN – Facebook

LEPROUS

Il video di From The Flame, dall’album Malina in uscita ad agosto (Inside Out).

Dopo il successo di “The Congregation” i norvegesi LEPROUS sono pronti a tornare con il quinto album, “Malina”, previsto in uscita il 25 agosto 2017 su InsideOutMusic. Oggi la band ha reso disponibile il primo estratto da “Malina”, “From The Flame”, accompagnato da un video diretto da David Solbjørg della Twitchy Films:

“From The Flame” è disponibile anche su Spotify:
http://bit.ly/FROMTHEFLAMESpotify

Di seguito la tracklist di “Malina”
Bonneville
Stuck
From The Flame
Captive
Illuminate
Leashes
Mirage
Malina
Coma
The Weight Of Disaster
The Last Milestone

Per la promozione di “Malina” i Leprous intraprenderanno un tour da headliner assieme ad Agent Fresco, Alithia e Astrosaur. Prevista una data anche in Italia il 13 novembre al Circolo Magnolia di Segrate (Milano).
28.10.2017 Copenhagen (Denmark) – Pumpehuset
29.10.2017 Hamburg (Germany) – Logo
30.10.2017 Cologne (Germany) – Luxor
31.10.2017 Esch (Luxembourg) – Rockhal
01.11.2017 Haarlem (The Netherlands) – Patronaat
02.11.2017 London (UK) – The Dome
03.11.2017 Dublin (Ireland) – Voodoo Lounge
04.11.2017 Leeds (UK) – Damnation Festival
05.11.2017 Vosselaar (Belgium) – Biebob
06.11.2017 Paris (France) – Trabendo
07.11.2017 Nantes (France) – Barakason
08.11.2017 Bordeaux (France) – Rocher Palmer
11.11.2017 Toulouse (France) – Le Metronum
12.11.2017 Marseille (France) – Le Moulin
13.11.2017 Milan (Italy) – Magnolia
14.11.2017 Lyon (France) – CCO Villeurbanne
15.11.2017 Winterthur (Switzerland) – Salzhaus
16.11.2017 Colmar (France) – Grillen
17.11.2017 Munich (Germany) – Backstage Halle
18.11.2017 Vienna (Austria) – Szene
19.11.2017 Budapest (Hungary) – A38
20.11.2017 Prague (Czech Republic) – Rock Café
21.11.2017 Warsaw (Poland) – Proxima
22.11.2017 Berlin (Germany) – Musik & Frieden
More dates to be announced soon…

LEPROUS online:
www.leprous.net
www.facebook.com/leprousband
www.youtube.com/leprouschannel

INSIDEOUTMUSIC online:
www.insideoutmusic.com
www.youtube.com/InsideOutMusicTV
www.facebook.com/InsideOutMusic
www.insideoutshop.de

Agresiva – Decibel Ritual

Speed/thrash metal old school, veloce e potente, dieci brani dai rimandi heavy ed efficacissimi, sparati a velocità della luce, un lavoro ritmico da applausi e chitarre che come micidiali corna che si abbattono sul vostro corpo inerme.

Una bestia enorme ed arrabbiata vi travolge senza darvi un attimo di tregua, fin che le vostre carni non saranno che poltiglia sotto i colpi degli zoccoli e delle corna.

Più o meno quello che vi succederà all’ascolto di questo travolgente gruppo madrileno, al secolo Agresiva, foriero di forti mal di testa causati dall’headbanging sfrenato a cui non potrete sottrarvi all’ascolto del nuovo Decibel Ritual.
Gli Agresiva sono un quartetto attivo da una decina d’anni, la loro discografia è composta da altri due lavori sulla lunga distanza ed un ep; questo nuovo lavoro arriva dopo tre anni dal precedente The Crime Of Our Time e offre speed/thrash metal old school, veloce e potente, dieci brani dai rimandi heavy ed efficacissimi, sparati a velocità della luce, un lavoro ritmico da applausi e chitarre che come micidiali corna che si abbattono sul vostro corpo inerme.
Intro recitata e si parte con Run Like The Wind, heavy thrash song spavalda e assolutamente old school, così come la seguente Rodents In A Wheel, uno tsunami metallico che vi scaraventa a decine di metri di distanza.
Ritmi serrati, voce pulita ed efficace, solos e riff che sanno di heavy metal, mentre lo speed adrenalinico fa macelli, in coppia con il thrash dai rimandi statunitensi in un delirio da cui non si sfugge.
Il gruppo madrileno ha davvero una marcia in più e risulta nel genere un’autentica sorpresa, Decibel Ritual non ha un momento di stanca: Void, We Stand continuano a maciullare come un toro infuriato, senza soluzione di continuità ed assolutamente nel più puro spirito old school.
Album travolgente e band da seguire, specialmente se siete amanti dello speed/thrash vecchia scuola.

TRACKLIST
01. Warning (Intro)
02. Run Like The Wind
03. Rodents In A Wheel
04. Heading For Midnight
05. Cleansing / The Aftermath
06. Void
07. Grateful
08. Under Silver Selene
09. We Stand
10. The Pantomime

LINE-UP
Samuel San Jose – Vocals
Miguel Coello – Guitars
Bastian Guarda Rozas – Drums
Miguel Martín – Bass

AGRESIVA – Facebook

MalClango – MalClango

L’impianto delle canzoni è free jazz, nel senso che non sia ha struttura, ma si tratta di jams solidificate, e in questi gironi di note possiamo trovare noise, math, e nervosità varie con uno stile fortemente americano anni novanta e duemila, ma anche debitore di molte bellissime esperienze italiane, come ad esempio i Fluxus.

Il rumore è un piacere che ha molte forme, declinazioni, e strutture, il tutto figlio del caos. I MalClango fanno uno splendido rumore.

Lasciate a casa la canzonetta, la stofa e pure il ritornello e immergetevi in acque che non conoscete ancora. Certo queste acque sono mosse, ma il piacere è figlio del pericolo. I MalClango sono un gruppo romano formato da membri di Juggernaut, Inferno e Donkey Breeder. Chi conosce la scena sotto la superficie italiana ha già forse intuito dove andremo a parare, E invece no, perché qui tutto muta in un continuum che esce fuori dallo spazio tempo per diventare lineare come la carta moschicida. Le composizioni sono progressive, ovvero vanno avanti e non hanno ritorni, mentre gli strumenti suonano al loro massimo. L’impianto delle canzoni è free jazz, nel senso che non sia ha struttura, ma si tratta di jams solidificate, e in questi gironi di note possiamo trovare noise, math, e nervosità varie con uno stile fortemente americano anni novanta e duemila, ma anche debitore di molte bellissime esperienze italiane, come ad esempio i Fluxus. In realtà è tutta nouvelle vague, ma è una fortuna che lo sia, perché sinceramente di proclami e sicurezze nella musica sono pieni i cimiteri, qui bisogna fidarsi di tre oranghi che improvvisano e tutto passa più veloce, perché alla fine è tutta una lotta contro l’ansia ed il ritmo circadiano. Un disco da esplorare in gioco libero, perché la mappa è davvero estesissima. Molto rumore per molto.

TRACKLIST
1.Patatrac
2.Nimbus
3.Ostro
4.Petricore
5.Anatomia Di Un battibecco
6.GranBurrasca
7.Sant’Elmo

MALCLANGO – Facebook

Voodoo Highway – The Ordeal

Il sound di The Ordeal, nella sua classicità, risulta originale, mescolando in un pentolone con tanto di strega ai fornelli Led Zeppelin, Deep Purple e Black Sabbath con il rock di matrice novantiana.

Sembra cosa facile scrivere di un album hard rock, eppure il finire nei soliti cliché è facilissimo, specialmente se l’opera risulta ottima o quanto meno interessante.

A mggior ragione, poi, se ci si trova al cospetto di lavori di caratura sopra la media come questo nuovo lavoro dei Voodoo Highway (alzi la mano chi ha pensato al capolavoro dei Badlands), intitolato The Ordeal, in uscita tramite Sleaszy Rider (ormai diventata un punto di riferimento riguardevole per l’hard & heavy Europeo) e che dimostra ancora una volta l’ottima salute della scena nostrana e l’elevata qualità e che ha raggiunto in tre album la musica del gruppo ferrarese.
Arrivato dunque al terzo lavoro, dopo i già ottimi Broken Uncle’s Inn del 2011 e Showdown, uscito ormai quattro anni fa , il quintetto ci delizia con otto brani per mezz’ora di immersione nel suono che ha fatto risplendere gli anni settanta, tra citazioni e tributi alle band più note, ma con una personalità debordante ed un tocco moderno che risulta un’overdose di adrenalina per noi mortali ascoltatori di musica del diavolo.
Non credo di dire eresie se affermo che il sound di The Ordeal, nella sua classicità, risulta originale, mescolando in un pentolone con tanto di strega ai fornelli, Led Zeppelin, Deep Purple (lo spirito di Lord sguazza tra i tasti d’avorio senza freni), Black Sabbath  e il rock di matrice novantiana, erede di quello suonato vent’anni prima e spettacolarmente impresso nelle note dell’opener The Deal o della seguente Litha.
Ecco, nominando Led Zeppelin, Deep Purple e Black Sabbath sono anch’io caduto nel più mero semplicismo, ma è indubbio che la band parta da queste sue tre certezze per poi inventarsi un sound fatto di atmosfere cangianti, mentre il blues c’è ma rimane nascosto da un tappeto di suoni tastieristici purpleiani e ritmiche sabbathiane.
The Rule fa due passi negli anni ottanta, metallica e dura quanto basta, mentre Blue Ride corre sulle strade dell’hard blues, questa volta uscito allo scoperto per rivendicare la sua impronta indelebile sulla musica del gruppo.
Unico difetto dell’album è che la bellezza dei brani, unita alla mezz’ora scarsa di durata complessiva, ci fa arrivare in un attimo alla fine: To Ride The Tide, che chiude questo bellissimo lavoro, dura e calda, delicata e sanguigna ci dà l’arrivederci sui palchi nelle serate di questa estate da vivere in rock’n’roll style.

TRACKLIST
01 – The Deal
02 – Litha
03 – NY Dancer
04 – Quietude
05 – The Rule
06 – Blue Ride
07 – Grace Of The Lord
08 – To Ride The Tide

LINE-UP
Filippo Cavallini – bass
Federico Di Marco – vocals
Vincenzo Zairo – drums
Massimiliano Sabbadini – hammond and keyboards
Filippo Romeo – guitars

VOODOO HIGHWAY – Facebook

THEN COMES SILENCE

Il video di The Dead Cry For No One.

THEN COMES SILENCE – firmano per Nuclear Blast e presentano il nuovo singolo e video

Oggi, per festeggiare l’annuncio la band pubblica una nuova canzone intitolata ‘The Dead Cry For No One’, che sarà presente sul prossimo disco.

http://nblast.de/TCSTheDeadCryVideo

Nuclear Blast è felicissima di dare il benvenuto alla band post punk/dark wave svedese THEN COMES SILENCE.

​Fondati nel 2012 a Stoccolma dal cantante, nonché principale compositore Alex Svenson, i THEN COMES SILENCE hanno finora pubblicato tre album, guadagnandosi un seguito incredibile nella scena internazionale. La band è attualmente al lavoro sul debutto per Nuclear Blast, previsto entro la fine dell’anno.

Svenson dichiara: “Sono talmente affascinato dall’oscurità che ne vengo influenzato in ogni parola e nota che scrivo. La canzone ‘The Dead Cry For No One’ è il mio modo per descrivere la nostra irrilevanza e labilità rispetto all’ego ipocrita che ci portiamo appresso.

Stiamo gravemente perdendo di vista l’interezza della nostra esistenza, che non dovrebbe ridursi a noi e al nostro ego. Tutti noi siamo parte di un qualcosa di più grande. Quando moriamo qualcosa o qualcun altro prende vita. Non reprimete la morte. Beh, certo è più facile a dirsi che a farsi. Io ho un ego troppo condizionato dal mondo in cui sono cresciuto e in cui vivo. Esserne consapevoli è il primo passo.

Mentre scrivevo questo disco ho perso qualcuno a me molto caro. La canzone mi aiuta nei momenti più tristi, ma non si tratta di un brano sentimentale, anzi ha un’energia vitale in sé. Una sorta di pugno alzato per la persona scomparsa”.

Stasera sarà possibile vedere il in diretta su Linea Rock (Radio Lombardia) con il mitico Marco Garavelli!

‘The Dead Cry For No One’ è disponibile in digitale

http://nblast.de/TCSDigital

Dal vivo
26.08. DE Riders Café, Lübeck

THEN COMES SILENCE sono:
Alex Svenson – voce, basso, synth
Seth Kapadia – chitarra
Jens Karnstedt – chitarra
Jonas Fransson – batteria

www.facebook.com/thencomessilence
www.nuclearblast.de/thencomessilence

Uttertomb – Necrocentrism: The Necrocentrist

Gli Uttertomb si confermano testimoni di un approccio genuino e fedele ai dettami del genere, con la ciliegina sulla torta costituita dal nuovo brano che, pur con scostamenti minimi rispetto alle linee guida, apre scenari interessanti per quello che potrebbe essere, finalmente, un full length di prossima uscita.

Gli Uttertomb sono una delle molte band di buono spessore nascoste nei meandri dell’underground metal cileno.

Il quartetto di Santiago si autodefinisce autore di un necrological death metal che, poi, tradotto in qualcosa di più canonico, altro non è che un death di concezione morbosamente tradizionale con non poche divagazioni verso il doom.
Nonostante siano in attività già da tempo, gli Uttertomb non sono ancora approdati al primo full length e questo ep, di fatto, è la versione ri-registrata di Necrocentrism, risalente al 2012 e fino ad oggi la loro prova più consistente, anche a livello quantitativo. Per l’occasione, il gruppo guidato SS (Sebastian Salce, voce e chitarra solista, attivo anche con Communion, Death Vomit e Violent Scum) ha integrato il materiale passato con una traccia nuova, The Necrocentrist.
Nel parlare di questo lavoro, quindi, non si può fare a meno di notare quanto la buona operazione di rilucidatura lasci comunque un notevole solco tra le tracce del vecchio ep ed il nuovo brano, che spicca per il suo andamento rallentato ed avvolgente.
The Necrocentrist è, infatti, un ottimo esempio di death doom nella sua concezione più cruda e annichilente, con un giro di chitarra ossessivo a fornire un parvenza melodica sulla quale, poi, i nostri erigono una muraglia sonora densa e distruttiva quando la velocità aumenta: l’incedere ossessivo colpisce e affonda i colpi in maniera più efficace di quanto facciano tracce buone ma, a volte, fin troppo scarne come le varie Ascension Ritual, Choking Casket, Swallowed By Graves e Necrological Fascination.
Gli Uttertomb si confermano testimoni di un approccio genuino e fedele ai dettami del genere, con la ciliegina sulla torta costituita dal nuovo brano che, pur con scostamenti minimi rispetto alle linee guida, apre scenari interessanti per quello che potrebbe essere, finalmente, un full length di prossima uscita.

Tracklist:
1. Venomous Flesh Rain
2. Ascension Ritual
3. Choking Casket
4. Swallowed By Graves
5. Necrological Fascination

Line-up:
RM – bass
AV – drums
SS – guitars, vocals
JG – guitars

UTTERTOMB – Facebook

Loathe – The Cold Sun

Malato e contagioso il sound di questo gruppo che riesce a nobilitare nella sua terribile vena estrema un genere inflazionato come il metalcore, trasformandolo in una creatura malvagia, sadica e fredda come un sole morto.

La colonna sonora di un apocalisse,  dove il raffreddamento del Sole porta alla salita in superficie dell’inferno e delle sua distruttive fiamme, si chiama The Cold Sun, primo full length dei Loathe, misteriosa creature britannica che fino ad ora aveva licenziato un primo album (Despondent By Design) nel 2010.

Trentacinque minuti di delirio estremo, moderno e progressivo, oscuro e maturo, per un salto nell’atmosfera devastante di una fine del mondo tra sfuriate metalcore violentissime ed attimi di fredda quiete dark.
Ma non solo, nella musica estremamente teatrale del gruppo vivono le anime schiave dell’hardcore e del groove metal, le ritmiche pesantissime che diventano frustate veloci e taglienti, mentre l’elettronica aggiunge atmosfere glaciali al già freddo mood che si respira tra le note di questo originale e quanto mai estremo lavoro.
C’è metalcore e metalcore, quello dei Loathe è pregno di musica disturbante, un groviglio di umori che come serpenti si si avvolgono e si nutrono a vicenda, una musica cannibale, ingorda di suoni e sfumature che si evincono dall’ascolto di brani intensi come It’s Yours, East Of Eden o la tremenda P.U.R.P.L.E.
Malato e contagioso il sound di questo gruppo che riesce a nobilitare nella sua terribile vena estrema un genere inflazionato come il metalcore, trasformandolo in una creatura malvagia, sadica e fredda come un sole morto.
Un ottimo lavoro, non per tutti ma consigliato agli amanti del metal estremo con ampie vedute e non prigionieri di confini tra generi.

TRACKLIST
1. The Cold Sun
2. It’s Yours
3. Dance On My Skin
4. East Of Eden
5. Loathe
6. 3990
7. Stigmata
8. P. U.R.P.L.E
9. The Omission
10. Nothing More
11. Never More
12. Babylon

LINE-UP
Kadeem France – vocals
Erik Bickerstaffe – guitar & vocals
Shayne Smith – bass & vocals
Connor Sweeney – guitar & vocals
Sean Radcliffe – drums

LOATHE – Facebook

Paolo Spaccamonti/Paul Beauchamp – Torturatori

Beauchamp e Spaccamonti dipingono in gran bell’affresco con molti colori e con una bellissima vibrazione di fondo, per un disco che è molte cose e che è anche molto semplicemente grande musica fatta da due sensibilità affini.

La musica è fatta anche di incontri, di scelte di condividere la propria sensibilità e le modalità possibili per fare ciò.

La imprescindibile e misteriosa Torino fa da sfondo a questo incontro di due musicisti che si sono conosciuti proprio lì e che in quella città hanno la loro congiunzione astrale favorevole. Paul Beauchamp è un chitarrista americano esploratore di toni diversi dal solito, più eterei e misteriosi utilizzando acustica ed elettronica, mentre Paolo Spaccamonti è un chitarrista che vive in cinematografiche distese di note e ha una passione che muove anche noi, quella del metal. Insieme hanno scritto composto e suonato due tracce che si completano e che sono come la nostra vita , una bianca e l’altra nera. L’ incontro di questi due chitarristi ha prodotto un luogo musicale sterminato e tutto da ascoltare, figlio di due DNA musicali differenti ma assolutamente affini, che hanno prodotto una musica che allarga spazi e si moltiplica nella testa di chi sente. Dolci droni ed elettronica che parla al cuore, per un paesaggio musicale immenso e lentamente rotante, con colori che cambiano come in un tramonto prima di un apocalisse, nella tenerezza del primo o dell’ultimo abbraccio. Beauchamp e Spaccamonti dipingono un gran bell’affresco con molti colori e con una bellissima vibrazione di fondo, per un disco che è molte cose e che è anche molto semplicemente grande musica fatta da due sensibilità affini. Per tutto ciò dobbiamo anche ringraziare forte l’Argo Laboratorium di Gianmaria Aprile di Fratto9/UnderTheSky e musicista nei Luminance Ratio, un produttore e conoscitore davvero profondo di musica mai ovvia.

TRACKLIST
A. White Side
B. Black Side

FRATTO9 – Facebook

Dream Evil – Six

Tornano i Dream Evil e lo fanno con un lavoro che segue la strada dell’heavy power scandinavo, cpn suoni pieni e cristallini, una buona alternanza di ritmiche hard & heavy/power metal ed un amore sconfinato per le band che hanni visto all’opera Ronnie James Dio.

Premessa: un album come Six, sesto full length dei Dream Evil, può piacere o meno, non porterà nessuna novità nel mondo del metal classico, ma è indubbio il suo valore come album di genere, anche perchè valorizzato da suoni eccellenti.

Detto questo, presentiamo questo lavoro per il gruppo del famoso produttore Fredrick Nordstrom, qui in veste di chitarrista, ed accompagnato da quattro musicisti tecnicamente inattaccabili ed in forma smagliante.
La band svedese ha avuto il suo momento di gloria specialmente con l’arrivo del nuovo millennio e l’ entrata sul mercato con i primi due lavori (Dragonslayer ed Evilized): una popolarità che cresce e si stabilizza con The Book Of Heavy Metal, l’album più famoso, uscito nel 2004.
Il ritorno avviene con un lavoro che segue la strada dell’heavy power scandinavo, con suoni pieni e cristallini, una buona alternanza di ritmiche hard & heavy /power metal ed un amore sconfinato per le band nelle quali Ronnie James Dio ha militato nella sua leggendaria carrera (Rainbow, Black Sabbath, passando per i suoi Dio), il tutto chiaramente reso appetibile ed esaltante da suoni che esplodono letteralmente dalle casse, da chorus epico melodici, e chitarre che passano dalla pesantezza cimiteriale di Tony Iommi, ai solos melodici suonati cavalcando l’arcobaleno di Ritchie Blackmore.
Fine della storia, di lavori del genere ne avrete sentiti tanti e ne sentirete ancora (fortunatamente), rimane solo da farvi partecipi di un lotto di brani bellissimi che si mantengono su una qualità mediamente alta, con Dream Evil (il brano), Sin City e le fenomenali Hellride e Too Loud a fare di Six un album imperdibile per chiunque ami il metal di stampo classico, suonato di questi tempi anche da Astral Doors e Jorn che, con i Dream Evil, sono gli esempi più convincenti.

TRACKLIST
1. Dream Evil
2. Antidote
3. Sin City
4. Creature Of The Night
5. Hellride
6. Six Hundred And 66
7. How To Start A War
8. The Murdered Mind
9. Too Loud
10. 44 Riders
11. Broken Wings
12. We Are Forever

LINE-UP
Niklas Isfeldt – Lead vocals
Fredrik Nordström – Lead rhythm guitars
Mark U Black – Lead lead guitars
Peter Stålfors – Lead bass
Patrik Jerksten – Lead drums

DREAM EVIL – Facebook

Ancestral – Live In Malta

Gli Ancestral sono onorati di comunicare che 21 Luglio 2017, saranno in concerto a Malta presso il Garage.

Un intero show, dove suoneranno il loro Master of Fate, pubblicato il 20 Gennaio 2017 per Iron Shield Records.

https://it-it.facebook.com/events/1903302253256797/

https://www.facebook.com/ancestralofficial/
www.ancestral.it
www.myspace.com/ancestral
http://ancestral.bigcartel.com/
https://www.youtube.com/user/Ancestral
https://soundcloud.com/ancestral_official

ACROSS THE ATLANTIC

Il video di 24 Hours, dall’album Works Of Progress (SharpTone Records).

I nuovi arrivati ACROSS THE ATLANTIC di San Antonio, Texas, hanno annunciato il loro album debutto! Il nuovo disco della band sarà intitolato “Works Of Progress” con uscita mondiale programmata per il 1° Settembre su SharpTone Records.

Il cantante Jay Martinez spiega il titolo dell’album: “La vita è in continuo cambiamento, il tempo è limitato e nulla è promesso. “Works Of Progress” è una celebrazione della vita e un’ode allo spirito umano” e aggiunge riguardo alla copertina “parlando metaforicamente, la copertina evidenzia l’importanza di come vediamo noi stessi indipendentemente da come ci sentiamo inseriti all’interno della società”.

La band ha recentemente pubblicato il video ufficiale del primo singolo tratto dal nuovo disco, intitolato ’24 Hours”

La band è composta dal cantante Jay Martinez accompagnato dai chitarristi Jason Lugo & Julio Bautista insieme al bassista Jayy Garza & al batterista Cody Cook.

Maggiori info a breve! Continuate a seguirci!

http://facebook.com/acrosstheatlanticband
https://twitter.com/atabandtx
http://instagram.com/atabandtx
http://sharptonerecords.co/
https://www.facebook.com/sharptonerecs/
https://twitter.com/sharptonerecs
https://www.instagram.com/sharptonerecs/