KORPIKLAANI

Il live clip di ‘Pilli on pajusta tehty’, dal DVD in uscita in agosto (Nuclear Blast).

Le superstar del Folk Metal hanno recentemente annunciato un tour Europeo con gli ARKONA, HEIDEVOLK e TROLLFEST per l’inizio 2018 (date indicate qui di seguito); questo viaggio porterà ancora la grande energia della band ai fan europei. Per la prima volta, i finlandesi hanno catturato e immortalato il loro “live power” nel pacchetto Blu-Ray/DVD+2CD intitolato “Live at Masters of Rock” (in uscita il 25 Agosto 2017 su Nuclear Blast). Dopo aver sentito il titolo, è facile immaginare la location dove è stato girato, l’omonimo festival a Vizovice, Repubblica Ceca. Ma c’è altro per cui essere emozionati, questa pubblicazione non includerà solo lo show del 2016, ma anche il full show del 2014 come bonus feature. Il concerto del 2016 vede la collaborazione di diversi ospiti, da Tero Hyväluoma (violinista extra) a Toni Perttula (fisarmonicista extra), il gemello di Sami. Il mixing e il mastering di “Live at Masters of Rock” è stato seguito dallo stesso front man Jonne Järvelä.

Jonne commenta, “Questo è il nostro primo DVD, di cui siamo molto orgogliosi. Non ci sono tracce d’accompagnamento, niente cori, niente samples, tutti gli errori sono inclusi. Siamo semplicemente noi, KORPIKLAANI, puro live rock ‘n’ roll.”

Aggiunge anche, “Ho speso molto tempo per il mastering con Svante Forsbäck che ha recentemente seguito il mastering dei RAMMSTEIN, e abbiamo lavorato sodo per avere un buon audio d’ambiente e del pubblico. Così che quando alzi il volume, ti sembra di essere proprio lì, al centro.”

Sami aggiunge, “Per noi un grande show è fatto di tanti musicisti, meno costosi dei giochi pirotecnici. Per esempio mio fratello ha accettato di partecipare allo show per poche birre, e non beve tanto!”

Pre-ordina subito “Live at Masters of Rock” : http://nblast.de/KorpiklaaniLiveNB
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“Live at Masters of Rock” – Track Listing:

Blu-ray/DVD
2016:
01. Intro (Tanhuvaara)
02. A Man With A Plan
03. Journey Man
04. Pilli on pajusta tehty
05. Erämaan ärjyt
06. Lempo
07. Sahti
08. Ruumiinmultaa
09. Vaarinpolkka
10. Viima
11. Metsämies
12. Kultanainen
13. Kipumylly
14. Ämmänhauta
15. Rauta
16. Kylästä keväinen kehto
17. Wooden Pints
18. Vodka
19. Beer Beer
2014:
01. Intro (Tanhuvaara)
02. Tuonelan tuvilla
03. Ruumiinmultaa
04. Metsämies
05. Kantaiso
06. Juodaan viinaa
07. Petoeläimen kuola
08. Sumussa hämärän aamun
09. Vaarinpolkka
10. Kultanainen
11. Uniaika
12. Louhen yhdeksäs poika
13. Uni
14. Vodka
15. Ievan polkka
16. Rauta
17. Wooden Pints
18. Pellonpekko
19. Happy Little Boozer

CD1 (2016)
01. Intro (Tanhuvaara)
02. A Man With A Plan
03. Journey Man
04. Pilli on pajusta tehty
05. Erämaan ärjyt
06. Lempo
07. Sahti
08. Ruumiinmultaa
09. Vaarinpolkka
10. Viima
11. Metsämies
12. Kultanainen
13. Kipumylly
14. Ämmänhauta
15. Rauta
16. Kylästä keväinen kehto
17. Wooden Pints
18. Vodka
19. Beer Beer

CD2 (2014)
01. Intro (Tanhuvaara)
02. Tuonelan tuvilla
03. Ruumiinmultaa
04. Metsämies
05. Kantaiso
06. Juodaan viinaa
07. Petoeläimen kuola
08. Sumussa hämärän aamun
09. Vaarinpolkka
10. Kultanainen
11. Uniaika
12. Louhen yhdeksäs poika
13. Uni
14. Vodka
15. Ievan polkka
16. Rauta
17. Wooden Pints
18. Pellonpekko
19. Happy Little Boozer

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KORPIKLAANI live:

06.07. E Viveiro – Resurrection Fest
09.07. D Ballenstedt – Rockharz Open Air
21.07. RUS Usabda Otrada – Folk Summer Fest
22.07. UA Dovzhanka – Faine Misto
11.08. RO Brasnov – Rockstadt Extreme Fest
12.08. P Vagos – Vagos Metal Fest
08./09.09. CH Hüttikon – Meh Suff! Metal Festival
16.09. J Osaka – amHall
17.09. J Nagoya – Rad Hall
18.09. J Tokyo – Liquid Room
20.09. RC Shenzhen – Red Sugar Jar
21.09. RC Guangzhou – Tu Space
22.09. RC Chengdu – Little Bar Space
23.09. RC Beijing – Gawara-Tango Live
24.09. RC Shanghai – Bandai Namco Shanghai Base Future House
07.10. FIN Helsinki – Heavy Metal Heart Festival

w/ ARKONA, HEIDEVOLK, TROLLFEST
15.02. B Antwerp – Trix
16.02. D Hamburg – Markthalle*
17.02. D Oberhausen – Turbinenhalle 2*
18.02. NL Amsterdam – Melkweg
19.02. D Saarbrücken – Roxy/Garage
20.02. F Paris – Elysée Montmartre
21.02. F Nantes – Stereolux
22.02. F Toulouse – Le Bikini
23.02. E Madrid – Sala But
24.02. E Barcelona – Salamandra 1
25.02. F Lyon – Transbordeur
26.02. CH Vevey – The Rocking Chair
27.02. D Aschaffenburg – Colos-Saal
28.02. D Berlin – Columbia Theater
01.03. CZ Prague – Meet Factory
02.03. D Munich – Backstage*
03.03. D Stuttgart – LKA*
04.03. CH Pratteln – Z7*
05.03. I Milan – Magazzini Generali
06.03. A Salzburg – Rockhouse
07.03. A Graz – Orpheum
08.03. A Vienna – Simm City
09.03. D Leipzig – Hellraiser*
10.03. D Geiselwind – Musichall*
11.03. D Hanover – Capitol
*extended shows – maggiori info a breve…!


Maggiori info:
www.korpiklaani.com
www.facebook.com/korpiklaani
www.nuclearblast.de/korpiklaani

Svartsyn – In Death

Tre quarti d’ora di musica austera, incompromissoria e priva di sbocchi melodici è ciò che Ornias ci offre, prendere o lasciare.

Svarstyn è uno dei monicker storici del black metal svedese, avendo mosso i suoi primi passi quasi in contemporanea con le più ben note e famigerate band norvegesi.

Ornias, ormai divenuto da oltre un decennio a tutti gli effetti l’unico detentore del marchio, prosegue imperterrito la sua opera di distruzione come se il tempo non fosse mai trascorso e, nella nazione confinante, le “stavkirke” continuassero allegramente ad ardere.
Tutto questo porta inevitabilmente a considerare In Death, nono full length degli Svartsyn, il classico lavoro capace di dividere gli ascoltatori a seconda della loro appartenenza alla categoria di chi vede il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto.
Infatti, sono certo che chi ama il black metal a prescindere non potrà che esaltare la coerenza e la competenza di Ornias nel maneggiare la materia, mentre chi lo ritiene un genere che ha ormai esaurito da tempo la propria spinta propulsiva potrà esibire In Death quale tangibile esempio di asfittica ripetitività.
Come sempre la verità sta nel mezzo, dove peraltro mi colloco io che, pur senza appartenere alla cerchia degli appassionati puri e crudi, ritengo che il black abbia tutt’oggi più d’una buona ragione d’essere: In Death è un album che non potrà non piacere a chi ha familiarità con questo tipo di sound, che fa del suo pervicace anacronismo punto di forza e debolezza allo stesso tempo.
Tre quarti d’ora di musica austera, incompromissoria e priva di sbocchi melodici è ciò che il buon Ornias ci offre, prendere o lasciare: ecco, rispetto ai primi lavori manca inevitabilmente quell’urgenza compositiva che si traduceva in una furia iconoclasta a tratti tangibile e che, qui, si fa rivedere sostanzialmente nel trittico finale dell’album, partito invece in maniera un po’ troppo trattenuta, se si fa eccezione per la notevole opener Seven Headed Snake.
Wilderness Of The Soul, Black Thrones Of Death e Exile In Death, infatti, sono tracce che fanno ampiamente intuire la caratura e la storia di chi le ha composte ed eseguite, colme come sono di gelida misantropia che, davvero, non sembra solo di facciata.
Così, dovendo scegliere se gettare o meno dalla torre Ornias, decido senza alcun tentennamento di continuare ad ospitarlo nella buia stanza posta più in alto, affinché continui a comporre a nome Svartsyn un black metal d’autore, sperando che, nel frattempo, riesca a recuperare un po’ di quell’ispirazione che in quest’ultimo album pare essere andata parzialmente perduta.

Tracklist:
1. Seven Headed Snake
2. Dark Prophet
3. With Death
4. The White Mask
5. Wilderness Of The Soul
6. Black Thrones Of Death;
7. Exile In Death

Line-up:
Ornias

SVARTSYN – Facebook

Paganizer – Land of Weeping Souls

I Paganizer si confermano come una delle realtà più convincenti ed importanti che il death metal scandinavo abbia tra le sue fila, in questo inizio di millennio in cui le sonorità old school sono tornate prepotentemente tra le preferenze degli amanti del metal estremo.

Quando ormai ci eravamo rassegnati ad un periodo senza musica estrema targata Rogga Johansson, ecco che l’instancabile svedese ritorna sul mercato con quella che di fatto è la sua band madre i Paganizer.

Ormai accasata tra le lapidi e la terra mossa dai vermi della Transcending Obscurity, questa devastante ed agghiacciante realtà estrema (ormai da considerare storica),  una delle poche in costante attività, torna a risvegliare zombie affamati in cerca di carne tenera con questi dieci brani che invitano al massacro, un abominio perpetrato a colpi di puro e tradizionalmente distruttivo swedish death metal.
Il buon Johansson e compagni hanno pescato dal cilindro un macigno estremo (forse complice la pausa che il musicista si è preso dai suoi mille progetti), valorizzato da un songwriting senza una sbavatura che sia una, creando una colonna sonora per il ritorno dei non morti sulla terra.
Death metal scandinavo chiaramente old school, attraversato da venti estremi, aperture melodiche da cardiopalma che impreziosiscono l’ottimo lavoro delle chitarre (Johansson/Kjetil Lynghaug) e una furiosa tempesta ritmica che accompagna il banchetto ad opera di Matte Fiebig (batteria) e Martin Klasen al basso.
Pronti via e si viene investiti dal tornado Paganizer, l’opener Your Suffering Will Be Legendary è la prima lezione di storia svedese per quanto riguarda il death metal, e l’interrogazione alla quale la truppa di zombie è sottoposta, continua con Dehumanized, altro pezzo da novanta di Land Of Weeping Souls.
Non provateci neanche a mettervi le cuffie in testa e cercare una qualche innovazione, la title track e The Insanity Never Stops risvegliano antichi e bestiali istinti, sotto l’ipnotico massacro che i Paganizer assecondano con The Buried Undead.
Detto dell’alto livello del songwriting non rimane che fare i complimenti al gruppo, portatore del sacro verbo metallico estremo che i Dismember, i Grave e i primi Hypocrisy fecero risplendere negli anni in cui  il genere diventò qualcosa di più che musica estrema underground.
I Paganizer si confermano come una delle realtà più convincenti ed importanti che il death metal scandinavo abbia tra le sue fila, in questo inizio di millennio in cui le sonorità old school sono tornate prepotentemente tra le preferenze degli amanti del metal estremo.

Tracklist
01. Your Suffering Will Be Legendary
02. Dehumanized
03. Forlorn Dreams
04. Land of Weeping Souls
05. The Insanity Never Stops
06. Selfdestructor
07. Death Addicts Posthumous
08. The Buried Undead
09. Soulless Feeding Machine
10. Prey To Death

Line-up
Rogga Johansson – Guitars, Vocals
Kjetil Lynghaug – Lead Guitars
Matte Fiebig – Drums
Martin Klasen – Bass

PAGANIZER – Facebook

Heresiarch – Death Ordinance

Morte, rumore e dolore, il tutto grazie ad un gruppo che è uno dei pilastri dell’underground estremo, e sono titoli conquistati sul campo con cattiveria e sudore.

I neozelandesi Heresiarch fanno metal estremo come pochi altri al mondo.

La loro mistura di black e death lanciati come un carrarmato a folle velocità maciullando tutto e tutti, ne ha fatto un gruppo molto amato da chi ama prendere calci in faccia dal metal. La loro musica spinge al limite l’ascoltatore, come un padre maligno che educa il figlio al male, e costui è contento di bagnarsi le mani di sangue. Death Ordinance è la descrizione delle lotte tribali di un’umanità dilaniata da trent’anni di guerra anche nucleare, e che vede nella sopravvivenza fisica l’unico scopo di vita. L’uomo regredisce, o forse torna solo al suo essere bestia, e lotta con tutte le proprie forze per annientare il suo simile, che è la minaccia più grande alla propria sopravvivenza. Tutto questo viene reso in maniera molto vivida e realistica dagli Heresiarch, che con il loro personalissimo balck death metal schiacciasassi saturano l’atmosfera, creando picchi qualitativi e di tensione davvero notevoli. Non ci sono mai cadute di tensione, tutto è caos e rumore, come e più dei loro dischi precedenti. Morte, rumore e dolore, il tutto grazie ad un gruppo che è uno dei pilastri dell’underground estremo, e sono titoli conquistati sul campo con cattiveria e sudore. La produzione libera al meglio le forze maligne del gruppo, e il futuro immaginato nel disco è qualcosa che potrebbe essere assai plausibile a causa della natura bestiale dell’uomo. Una possibile catarsi è lasciarsi ad un grande disco di questi neozelandesi, che hanno trovato una via tutta loro, che li ha portati ad essere uno dei migliori gruppi underground del globo. Intensità altissima.

Tracklist
1. Consecrating Fire
2. Storming Upon Knaves
3. Harbinger
4. Ruination
5. The Yoke
6. Iron Harvest
7. Lupine Epoch
8. Righteous Upsurgence
9. Desert of Ash

Line-up
N.H – Vocals
C.S – Guitars
N.O – Drums
J.B – Bass

HERESIARCH – Facebook

Hidden Lapse – Redemption

Un album affascinante, suonato, cantato e prodotto professionalmente, drammatico e duro, ma raffinato ed elegante, insomma un’opera completa che non mancherà di soddisfare gli amanti della musica metallica e progressiva.

Che la scena italiana stupisca sia quanto mai viva ormai non è una novità: che si tratti di metal estremo, hard rock o, come in questo caso, di metal melodico tecnicamente sopra la media e dalle squisite trame progressive, la qualità raggiunta nel nostro paese è davvero molto alta.

E noi non possiamo che godere di questo stato di grazia che ci porta a fare la conoscenza degli Hidden Lapse, trio formato dal chitarrista Marco Ricco, dalla bassista Romina Pantanetti e dalla bravissima cantante Alessia Marchigiani.
Partiamo proprio da quest’ultima per introdurci nel mondo degli Hidden Lapse: la sua splendida voce, personale, delicata ma allo stesso tempo interpretativa e forte, si muove sinuosa tra i cambi di tempo e gli intrecci melodici che portano ad un sound complicato nella sua semplicità.
Sembra un paradosso, ma la musica racchiusa in Redemption, pur vivendo di intricate parti metal progressive con un buon uso dell’elettronica, è semplice ed elegante, raffinata nel suo pur difficile spartito che ci ricorda più di una band senza esserne troppo devota.
I riferimenti sono tutti per i gruppi di genere, anche se l’uso della voce femminile è un punto a favore del gruppo e dei brani composti per questo bellissimo debutto, partendo da Silence Sacrifice, l’inizio della sofferenza di questa donna condannata a morte e del suo rivivere la propria vita, mentre brani dall’effetto di un tornado come Drop, Pure e Compassion ci accompagnano in questo viaggio nella vita della sfortunata protagonista.
Un album affascinante, suonato, cantato e prodotto professionalmente, drammatico e duro, ma raffinato ed elegante, insomma un’opera completa che non mancherà di soddisfare gli amanti della musica metallica e progressiva.

Tracklist
01. Prologue – Dead Woman Walking
02. Silent Sacrifice
03. Interlude – The Right To Remain Silent
04. Drop
05. Lucid Nightmare
06. Pure
07. Redemption
08. Interlude – The Last Meal
09. Compassion
10. Awareness
11. Epilogue – Mercy Upon Your Soul

Line-up
Alessia Marchigiani – voce
Marco Ricco – chitarra
Romina Pantanetti – basso

HIDDEN LAPSE . Facebook

Rock Metal Fest 2017: la scaletta e i dettagli

ROCK METAL FEST 2017 – Nona edizione

https://www.facebook.com/events/320579345059356/

Organizzato dalla Onlus – Rock Metal Events
http://www.rockmetalevents.it/
Pulsano (Taranto)

Ecco le 5 band (selezionate tra oltre 40 compagini che hanno inviato la domanda di partecipazione),
che suoneranno nello spazio allestito presso la Zona industriale.

Questi i gruppi (in ordine di uscita sul palco):

– Mad Hornet – Hard rock, Glam – Maruggio (Ta)
https://www.facebook.com/madhornetband/

– Fake Heroes – Prog Metal – Pescara
https://www.facebook.com/fakeheroes.band/

– Implodead – Death Metal – Bari
https://www.facebook.com/ImplodeadTheBand/

– Full Leather Jackets – Heavy Metal classico – Pieve di Cadore (Belluno)
https://www.facebook.com/FullLeatherJackets/

– Deathless Legacy – Horror gothic rock – Montopoli Val d’Arno (Pisa)
https://www.facebook.com/Deathlessmetal/

START ORE 20:30
Zona Industriale di Pulsano (Taranto)
Riferimenti Google maps
INGRESSO GRATUITO COME SEMPRE