Klogr – Keystone

Il gruppo mantiene un attitudine live anche su disco: Keystone così si rivela un album dall’impatto diretto e bisogna arrivare alla nona traccia prima che la tempesta alternative metal fatta sfogare dalla band trovi un minimo di pace.

Torna sul mercato il gruppo alternative metal/rock nazionale che meglio ha fatto in questi ultimi anni.

Sono passati ormai due anni da quando la band di Gabriele “Rusty” Rustichelli licenziava l’ep Make Your Stand, con incluso un dvd che immortalava il gruppo sul palco del Live Club Di Trezzo nel 2014 e confermava, specialmente a chi aveva solo sentito parlare dei Klogr, l’enorme potenziale che il quartetto si portava appresso.
Vero è che la band ha continuato a solcare palchi in giro per il mondo accompagnando nomi storici come i Prong di Tommy Victor, trovando comunque il tempo di registrare la chiave di volta, il viaggio musicale che il gruppo nostrano ci invita ad intraprendere per giungere alla comprensione di ciò che tiene insieme l’equilibrio del mondo.
Keystone si nobilita di questo difficile e serioso concept per espanderlo su un alternative metal altamente melodico, ma che non manca di una componente thrash e con la voce del leader ad alternare sapientemente un cantato dal piglio melodico e un altro più rabbioso ed in linea con l’anima metallica del gruppo.
Come ormai da tradizione i Klogr non risparmiano ritornelli accattivanti, molte volte in contrasto con la forza espressiva della musica che raggiunge lidi di potenza ben oltre le classiche ripartenze dei gruppi alternative, amalgamando thrash metal classico e moderno e inserendolo in un contesto che spinge la musica verso gli Alter Bridge.
Ecco in due parole la chiave di volta per comprendere la musica dei Klogr, che si rivelano degli Alter Bridge induriti e trasformati in una macchina metal da iniezioni metalliche e da qualche passaggio alla Prong.
Il gruppo mantiene un attitudine live anche su disco: Keystone così si rivela un album dall’impatto diretto e bisogna arrivare alla nona traccia (Dark Tides), prima che la tempesta alternative metal fatta sfogare dalla band trovi un minimo di pace.
Prison Of Light, la devastante Technocracy, Pride Before The Fall, l’inizio a tutta velocità thrash di Enigmatic Smile sono i momenti più intensi di Keystone, album riuscito che rappresenta une ottimo ritorno per i Klogr.

Tracklist
1.Sleeping Through The Seasons
2.Prison Of Light
3.Technocracy
4.The Echoes Of Sin
5.Pride Before The Fall
6.Something’s In The Air
7.Drag You Back
8.Sirens’ Song
9.Dark Tides
10.Silent Witness
11.Enigmatic Smile
12.The Wall Of Illusion

Line-up
Gabriele “Rusty” Rustichelli – Vocals, Guitar
Pietro Quilichini – Guitars
Maicol Morgotti – Drums
Roberto Galli – Bass

KLOGR – Facebook

Holy Soldier – Last Train (reissue)

Last Train fa parte degli ultimi colpi di coda del glam metal, un album assolutamente da fare vostro se ancora oggi non potete fare a meno di Motley Crue, Warrant, Cinderella e degli eroi del Sunset.

Una chicca per gli amanti del metal/rock che risplendeva nelle notti dell’allora capitale della nostra musica preferita, Los Angeles, la Roxx Records, label specializzata in christian metal, ristampa il bellissimo album dei glamsters Holy Soldier, Last Train, uscito originariamente nel 1992, quando ormai il genere tendeva a lasciare il campo in favore dei suoni che giungevano dalla piovosa Seattle.

Nato nel 1985, il gruppo giunse al suo capolavoro alla seconda prova, dopo il debutto omonimo del 1990, e  Last Train fu l’ultimo treno anche per il vocalist Steven Patrick, un duro colpo per il gruppo che un paio d’ anni dopo si ripresentò sul mercato con Eric Wayne al microfono ed un album (l’ultimo Promise Man) che schiacciava l’occhiolino alle sonorità grunge e che faceva perdere al gruppo fans e fascino.
Ma veniamo a Last Train, album spumeggiante picco di questa notevole band che già aveva raggiunto un buon successo con il disco precedente, ma che con questo lavoro metteva la quinta e sverniciava un bel po’ di gruppi più famosi, specialmente nel vecchio continente: glam metal, quel tocco di hard rock sporcato di blues (alla Cinderella del primo, splendido Night Songs) incastonato in un lotto di brani uno più bello dell’altro, peccato solo per l’uscita tardiva ed ormai in pieno calo di consensi per il genere.
Forti della bellissima voce del singer, gli Holy Soldier facevano parte della corrente White Metal, in una cultura rock dove le buone intenzioni erano lasciate dentro le case dei fans ed il cristianesimo non aveva certo molto feeling con trucchi, pailettes e vite bruciate sul Sunset Boulevard.
Parlando di musica, Last Train rimane un gran bel lavoro, tra grinta patinata, semi ballad e rocciose hard rock songs come le splendide Crazy, Hallow’s Eve, la cover degli Stones Gimme Shelter ed il rock, sparato a duecento all’ora sulla collina che domina la città degli angeli, dal titolo Dead End Drive.
Last Train fa parte degli ultimi colpi di coda del glam metal, un album assolutamente da fare vostro se ancora oggi non potete fare a meno di Motley Crue, Warrant, Cinderella e degli eroi del Sunset.

Tracklist
1.Virtue & Vice
2.Crazy
3.Hallows Eve
4.Gimme Shelter (The Rolling Stones cover)
5.Love Is on the Way
6.Dead End Drive
7.Tuesday Mourning
8.Fairweather Friend
9.Last Train

Line-up
Andy Robbins – Bass, Vocals
Terry Russell – Drums, Vocals
Jamie Cramer – Guitars, Vocals
Steven Patrick – Vocals
Scott Soderstrom – Guitars

HOLY SOLDIER – Facebook

MoE / Gerda – Karaoke

Questo split è quanto di meglio possa offrire l’underground in quanto a rumore e sentimenti, distorsioni e amore per musica che è oltre la musica e si va scontrare con la vita, e con quello che c’è là fuori.

Ci sono amicizie che nascono con la musica e poi vanno ben oltre, dovute al comune sentire che poi si fa sentimento.

I MoE sono un trio norvegese che ha fatto del noise ,del rumore e del situazionismo la propria ragion d’essere, e nel loro genere sono molto bravi, fra i migliori. I Gerda invece sono italiani, vengono da Jesi e sono molto bravi nel fare emocore violento e distorto, e anche nel noise se la cavano. Entrambi i gruppi sono due gioie che vengono dal sottobosco musicale di chi ci crede per davvero, non cavalca le mode e fa tutto per passione. Se poi possiedi anche un bel talento è ancora più bello. Forse un’altra definizione di questi gruppi potrebbe essere diversamente hardcore, perché l’attitudine è quella, do it yourself e fallo con rabbia, ma con creatività. I due gruppi si conoscono e stimano da dieci anni, hanno suonato assieme e il tutto è partito dal rumore finito nell’atmosfera, ed è poi ridisceso sotto forma di rumore. I Gerda interpretato un canzone dei MoE, e i norvegesi hanno rifatto un pezzo degli italiani. È molto interessante sentire le strutture sonore che si incrociano e che seguono pulsando fortissimo altri canali. I MoE fanno diventare i Gerda un qualcosa di più lento e catartico, quasi un emo noise, molto originale e graffiante, andando un po’ oltre il loro canone. Invece i MoE come al solito rivoltano tutto e lo vomitano in maniera violenta e pazzesca, come se dei dipinti surrealisti prendessero vita e vi picchiassero, surrealità e schiaffoni. Questo split è quanto di meglio possa offrire l’underground in quanto a rumore e sentimenti, distorsioni e amore per musica che è oltre la musica, e si va scontrare con la vita, e con quello che c’è là fuori. Ma dentro vi garantiamo che siamo come questo split, Karaoke.

Tracklist
side A – Fucked Up Voice
composed by Gerda, performed by MoE

side B – Mucosa
composed by MoE, performed by Gerda

GERDA – Facebook

MOE – Facebook

The Wake – Earth’s Necropolis

Il black metal offerto in questo esordio intitolato Earth’s Necropolis è connotato da un grande equilibrio tra furia ritmica e melodia, il che rende ogni traccia meritevole di ascolto.

The Wake è il nome di questa nuova band formata da due soli musicisti, uno rumeno e l’altro tedesco, celati dietro gli pseudonimi V e XII.

Indipendentemente da chi siano effettivamente i due, appare subito evidente che si tratta di elementi sicuramente esperti e comunque a proprio agio con la materia: infatti il black metal offerto in questo esordio intitolato Earth’s Necropolis è connotato da un grande equilibrio tra furia ritmica e melodia, il che rende ogni traccia meritevole di ascolto.
A livello stilistico ci si trova comunque in lidi tipicamente scandinavi, in quanto non sembrano prevalere in maniera netta le componenti tipiche né della consolidata scena tedesca né di quella emergente rumena
Il black dei The Wake ha un notevole impatto e non è scevro di una sua aura drammatica, grazie ad un bel lavoro chitarristico di XII, che delinea armonicamente il sound a cui fa da contraltare lo screaming di V, la cui provenienza dalla band hardcore di Costanza Protest Urban si evince non solo nello stile vocale ma anche da alcune sfuriate tipiche (Lost Painting), anche se di fatto il lato compositivo è appannaggio del chitarrista/bassista di nazionalità tedesca, facente parte peraltro di una band di buona notorietà come i Night In Gales.
Indubbiamente, il gusto melodico che è un tratto dominante della band madre è stato ampiamente trasferito ai The Wake, associandolo con naturalezza e sapienza alla componente black e portando a risultati di un certo spessore, rappresentati da brani azzeccati e trascinanti come Ship Of Hope, Earth’s Necropolis e la magnifica Trial Against Humanity, con gli ultimi due rinforzati dalle ospitate vocali di Michael Pilat e Costin Chioreanu, rinomato grafico oltre che leader degli ottimi Bloodway.
In definitiva, Earth’s Necropolis è un altro album da non perdere per chi desidera ascoltare sonorità riconducibili ai primi Dissection e successiva genia svedese, il tutto reso peraltro con un gusto piuttosto personale.

Tracklist:
1. Proem”
2. Isolated Illusion
3. Lost Painting
4. Cadavers
5. Ship Of Hope [featuring Joshua Kabe Ashworth]
6. The Painter Of Voices
7. Earth’s Necropolis [featuring Michael Pilat]
8. Trial Against Humanity [featuring Costin-Alexandru Chioreanu]
9. Closure

Line-up:
V – screams, voices, lyrics
XII – guitars, bass, programming

THE WAKE – Facebook

EMBRYO

Il video di The Same Difference, dall’album A Step Beyond Divinity in uscita a novembre (Art Gates Records).

Il video di The Same Difference, dall’album A Step Beyond Divinity in uscita a novembre (Art Gates Records).