Ur Tid – Toward Dark Endless

La prima prova targata Ur Tid si rivela senza dubbio positiva, in quanto regala quasi mezz’ora di musica godibile, anche se indubbiamente il prossimo step per Sjöblom dovrà necessariamente essere quello di donare al proprio sound una pizzico di peculiarità in più.

Altro giro altro progetto solista di un musicista alle prese con la propria interpretazione del black death metal.

Questa volta è il turno dello svedese Johann Sjöblom (membro dei validi In My Embrace) che con il marchio Ur Tid propone l’ep d’esordio intitolato Toward Dark Endless.
Siamo ovviamente nell’ordine dello stile ampiamente consolidato all’interno della scena scandinava, quindi troviamo ritmiche incalzanti, un gran gusto melodico ed una padronanza del genere che consente a Sjöblom di offrire sei brani interessanti nonostante si muova all’interno di un solco ampiamente sfruttato.
Il black death che troviamo in Toward Dark Endless possiede una venatura folk che ne favorisce la fruizione senza farne smarrire la connotazione estrema: il risultato è più che soddisfacente, con il picco rinvenibile in un bellissimo brano come Skuggfolket, trascinante ed incisivo, in linea con l’operato delle migliori band nordiche del settore.
La prima prova targata Ur Tid si rivela senza dubbio positiva, in quanto regala quasi mezz’ora di musica godibile, anche se indubbiamente il prossimo step per Sjöblom dovrà necessariamente essere quello di donare al proprio sound una pizzico di peculiarità in più, per evitare di finire nell’ampio calderone nel quale confluiscono realtà valide ma prive di quel quid in grado di farle emergere.

Tracklist:
1.Towards Dark Endless
2.Into Oblivion
3.A World In Darkness
4.Skuggfolket
5.Ur Tid
6.The Preacher And The Prophet

Line-up:
Johann Sjoblom

UR TID – Facebook

Xiba – Xiba

Il risultato finale è una mezz’ora circa di musica piuttosto trascinante, capace di entrare velocemente in circolo in virtù di un approccio diretto e grintoso, che fa presagire un impatto notevole anche in sede live.

Esordio per gli spagnoli Xiba con questo ep all’insegna di uno stoner essenziale e ficcante .

La band galiziana esplora il genere con un’attitudine più hardcore/punk che non psichedelica, e in questo tipo di approccio anche l’uso della lingua madre finisce per avere il suo peso.
Il risultato finale è una mezz’ora circa (inclusa una bonus track) di musica piuttosto trascinante, capace di entrare velocemente in circolo in virtù di un approccio diretto e grintoso, che fa presagire un impatto notevole anche in sede live.
Pur senza mostrare niente di nuovo, questo lavoro autointitolato dei Xiba lascia buone sensazioni, con i primi 3 brani (Lugh, Lua Negra e Nocturnio) più aderenti ai dettami dello stoner ed i restanti (Escravo, Vinganza e Kalaikios) che presentano sfumature maggiormente orientate a sonorità estreme, le quali evidentemente paiono far parte del background del gruppo.
Un primo passo incisivo e convincente , quindi, per questa nuova realtà iberica, in attesa di ulteriori conferme su minutaggi più consistenti.

Tracklist:
1. Lugh
2. Lua Negra
3. Nocturnio
4. Escravo
5. Vinganza
6. Kalaikios (bonus track)

Line-up:
Gabi – Bass, Vocals (backing)
Xaco – Drums
Ivi – Guitars, Vocals (backing)
Ioni – Guitars, Vocals (backing)
Hervy – Vocals (lead)

XIBA – Facebook

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL – EVERSIN

Grazie alla reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni domenica alle 21.00 su Witch Web Radio.
Questa volta è il turno di una band già piuttosto nota come quella dei siciliani Eversin.

Mirella Catena – Gli Eversin si formano nel 2008 in Sicilia. Chi ha fondato la band e quali sono state le caratteristiche che vi hanno accomunato in questo progetto?

Ignazio Nicastro – Gli Eversin nascono verso la fine del 2008 da una idea mia, di Giangabriele Lo Pilato (chitarra) e di Angelo Ferrante (voce). Dopo aver provato diversi batteristi, nel 2013 a noi si è unito in pianta stabile Danilo Ficicchia. Le nostre radici, ciò che ci accomuna, sono saldamente ancorate al Thrash degli anni ’90 con qualche passaggio a Thrash degli anni ’80. E’ la musica che più sentiamo nostra, quella che ci ha spinto a suonare.

MC Vogliamo citare tutti i componenti degli Eversin?

IN Angelo Ferrante alla voce, Ignazio Nicastro al basso, Giangabriele Lo Pilato alla chitarra e Danilo Ficicchia alla batteria.

MC Quali sono state le tappe più importanti della band?

IN Sicuramente la pubblicazione di Trinity: the Annihilation, nostro terzo album. L’album ha portato alla luce in maniera netta e riconoscibile le principali caratteristiche del nostro songwriting cosa che solo parzialmente si era verificato su Tears on the Face of God del 2012. Grazie al successo enorme del disco abbiamo iniziato a calcare palchi internazionali, come il Rock Off ad Istanbul, il Rock Avaria in Germania e molti altri, suonando con mostri sacri come Maiden, Slayer, Megadeth e Destruction.

MC Voi avete condiviso il palco con gruppi di fama mondiale.

IN Come ti dicevo abbiamo avuto queste grandi opportunità grazie al successo di Trinity ma soprattutto grazie ad una persona che ha creduto in noi e che ci ha spinto in maniera assolutamente perfetta. Suonare di fronte a migliaia di persone, dividere il palco con dei mostri sacri e rapportarci con veri professionisti ci ha insegnato moltissimo e ci ha fatto crescere in maniera esponenziale.

MC Qual’è stata la band con cui vi siete trovati più in sintonia?

IN Praticamente tutte, ma ricordo con estremo piacere il rapporto di simpatia che si è creato con i Carcass.

MC Dopo tre full length arriva il vostro nuovo album Armageddon Genesi. Ci parli di questa nuova uscita discografica?

IN Sai, sarebbe stato facile fare un “Trinity parte 2”, non sarebbe stato affatto difficile riciclare qualche idea, invece abbiamo preso Trinity come un piccolo spunto per sviluppare Armageddon Genesi che, seppur presentando le caratteristiche che ci hanno reso un nome molto noto al mondo del Metal, è un disco molto diverso dal suo predecessore. I nuovi brani sono molto più articolati rispetto a quelli contenuti in Trinity, ma allo stesso tempo sono assolutamente violenti, quindi riconosco con piacere che siamo riusciti a creare un qualcosa di elaborato ma non per questo meno dirompente. Oltre che a livello compositivo e stilistico la vera differenza sta nel sound unico che caratterizza Armageddon Genesi. Le tracce che lo compongono sono molto oscure, violente e dannatamente pesanti quindi necessitavano di un sound sì grezzo e dirompente ma allo stesso tempo molto claustrofobico, cosa che mai prima d’ora eravamo riusciti a creare.

MC Come nasce un brano degli Eversin?

IN Scriviamo molto per conto nostro, registriamo le nostre idee e poi le studiamo assieme in sala prove. Le idee del singolo vengono comunque modificate più volte da tutta la band, infatti da sempre siamo soliti arrangiare i brani diverse volte fino a raggiungere la giusta formula. Per Armageddon Genesi il processo compositivo è stato più o meno lo stesso degli altri album, e come sempre non ci siamo fermati a pensare come avrebbe dovuto suonare il nuovo materiale, cosa di cui, in tutta sincerità non ce ne è mai importato nulla. Noi componiamo musica per noi stessi, perché amiamo farlo, perché ci fa star bene, se poi riusciamo a piacere che ben venga.

MC Cosa ne pensate delle organizzazioni dei live in Italia? Vista la vostra esperienza all’estero quali sono le differenze che avete riscontrato suonando nel nostro paese?

IN All’estero è tutta un’altra storia, ahimè. I gruppi vengono trattati benissimo, in maniera professionale e non si ha l’impressione che chi organizza un evento ti stia facendo suonare per farti un favore trattandoti a pesci in faccia. La scena italiana non è coesa, le band si fanno la guerra per nulla e nel 90% dei casi tutto si basa quasi interamente sulla politica del pay to play. E’ una scena che viene supportata solo a parole, da gente che quando va ai concerti snobba i gruppi italiani d’apertura guardando soltanto lo show degli headliner e che non perde occasione per parlar male di tutto e tutti. Ovviamente ci sono le dovute eccezioni, quei 3-4 fest gestiti da gente seria e professionale che si sbatte da mattina a sera per poter realizzare qualcosa di buono.

MC Sono previsti dei live per promuovere il nuovo album?

IN Sono già in programma altre date live per i primi mesi del 2019 e per la successiva estate che però, non essendo state ancora ufficialmente confermate da chi di dovere, non posso anticipare.

MC Quali sono i Vs contatti sul web per seguirvi?

IN Ci avvaliamo come tutti dei social, abbiamo la nostra pagina ufficiale su Facebook, su Istagram e su altri social. I nostri album sono su tutte le piattaforme digitali quindi non è assolutamente difficile entrare in contatto con il mondo Eversin .

DELIRANT CHAOTIC SOUND

Il video del singolo Alone In Vain.

Il video del singolo Alone In Vain.

Nuovo brano, nuovo singolo: Alone In Vain

“Con questa canzone vogliamo presentare ufficialmente Alice Grupallo come nuova voce femminile del gruppo.
Questo è solo un punto di partenza in vista di future registrazioni che inizieranno nel 2019 (vedetelo come un “assaggio”) per il nuovo Album.

Ringraziamo Phaser Studios e Wavemotion Recordings per registrazioni e master, Mattia Castiglia della Matæria Visual Arts per la realizzazione di questo video che ci riempe di orgoglio e Valeria Vannutelli e Andrea Rada per aver partecipato come truccatrice e come attore.”

Funeral Tears – The Only Way Out

L’appuntamento con il nuovo lavoro targato Funeral Tears si rivela come di consueto gradito, in virtù dell’operato di un musicista che regala agli appassionati di funeral melodico esattamente ciò che avrebbero voluto ascoltare.

Quarto full length per il progetto funeral death doom Funeral Tears di Nikolay Seredov; a solo un anno di distanza da Beyond The Horizon, il musicista russo propone The Only Way Out, con l’intento di confermare i ragguardevoli livelli raggiunti con il precedente lavoro.

Diciamo subito che l’obiettivo viene raggiunto brillantemente dal nostro, il quale ha ormai acquisito quella padronanza del genere che caratterizza i migliori interpreti: l’album mostra un songwriting brillante e maturo, aggettivo che non deve far pensare ad un approccio di maniera, perché ciò in ambito doom costituirebbe una sorta di peccato mortale.
Seredov presenta un lavoro che si attesta sui tre quarti d’ora di durata, con quattro lunghi brani da dieci minuti di media più un outro: il sound è quello che abbiamo imparato a conoscere in questi anni, quindi quello che bisogna attendersi è un funeral melodico, atmosferico, fluido e a suo modo orecchiabile, nonché accompagnato da un’ottima interpretazione vocale.
L’iniziale Become the God non lascia spazio a fraintendimenti: Funeral Tears è sinonimo di sonorità dolenti, malinconiche ma non disperate, in virtù di un sound avvolgente e basato prevalentemente da un lavoro chitarristico pulito, lineare ma capace di lasciare il segno a livello emotivo.
Bellissima è anche Be Humane cosi come lo è, in misura ancora superiore, Look in the Mirror, vero fulcro dell’album e traccia in cui il lavoro compositivo di Nikolay appare focalizzato al meglio sul versante dell’evocatività.
La successiva title track appare leggermente meno intensa, forse perché la tensione viene attenuata da qualche passaggio interlocutorio di troppo, ma è un peccato veniale perché anche qui le corde dell’emotività vengono vellicate a sufficienza.
L’appuntamento con il nuovo lavoro targato Funeral Tears si rivela come di consueto gradito, in virtù dell’operato di un musicista che regala agli appassionati di funeral melodico esattamente ciò che avrebbero voluto ascoltare.

Tracklist:
1. Become the God
2. Be Humane
3. Look in the Mirror
4. The Only Way Out
5. Outro

Line-up:
Nikolay Seredov – Everything

FUNERAL TEARS – Facebook

EVADNE

Il video di Colossal, dall’album A Mother Named Death (Solitude Productions).

Il video di Colossal, dall’album A Mother Named Death (Solitude Productions).

EVADNE – COLOSSAL (Official Live Session Video) taken from the album “A MOTHER NAMED DEATH” (SOLITUDE PRODUCTIONS, 2017)
Music by EVADNE.
Recorded live in PKO STUDIOS by SERGIO PEIRÓ.
Mixed & Mastered in SP ESTUDIOS by SERGIO PEIRÓ.
Recording Assistants FRANK LOZANO & ANDRÉS GOLBURU.
Directed by RUBÉN FIVVECORE.
Video Composition, Camera, Lights & FX by RUBÉN FIVVECORE & CARLOS GESSLER.
Color Grading by RUBÉN FIVVECORE.
Produced by EVADNE, SERGIO PEIRÓ & FIVVECORE GESSLER STUDIOS.

Facebook: https://www.facebook.com/EvadneOfficial
Band website: http://www.evadne.es
Solitude Productions: https://solitude-prod.com/?sl=en
Bandcamp: https://evadne.bandcamp.com/

-Colossal-
Forgotten. Dethroned. Devoid of all hope. Unseen for the rest. So easy is to lose, so easy to fall from grace. At the feet of a world, that tramples you day by day.
Lost in endless days. Yearning worn old times. Drained by sorrow. My acts feed your madness. And my soul drowns without solace.
Fades the sun, and fade the words. Blind and speechless face off this open scar.
Slowly and gently, cradle me in your cold arms every night. Oppresses me and whispers…
Holocaust of a dying soul. That clings to a meaningless life. Screaming and bleeding from within. Dismantling your poor existence. Under a mantle of solitude. Your life escapes through your fingers. Between my arms, once again.
Stranded in a strange world. Anchored to past. Drained by sorrow. My acts feed your madness, one by one. And my soul is drowning…
Forgotten. Dethroned. Devoid of all hope. Unseen for the rest. So complicated to find. A dying ember of light. The sorrow embrace me. And together we hold the weight of this colossal wound.

Carpe Noctem – Vitrun

Il black metal è quello che, oggi, più che in tutti gli altri generi, sembra offrire a svariati interpreti la possibilità di forgiare la materia e renderla unica senza farle perdere la propria originaria connotazione: se, poi, a farlo sono musicisti magnifici come i Carpe Noctem il capolavoro è un qualcosa che viene di conseguenza.

Vitrun è il secondo full length dei Carpe Noctem, band islandese che annovera tra le sue fila musicisti attivi in diversi altri gruppi della scena, tra I quali spicca il nome di Árni, motore dei magnifici Árstíðir Lífsins, qui al basso.

Questo lavoro è l’ennesimo che capita di ascoltare quest’anno per il quale la catalogazione all’interno del black metal, per quanto corretta da un punto di vista prettamente teorico, rischia di rivelarsi fuorviante alla luce dei suoi contenuti reali.
Così come ingannevole è, per certi versi, l’opener Söngurinn sem ómar á milli stjarnanna, unico brano che sembra dare ragione al marchio associato ai Carpe Noctem, pur con il suo mostrare un incedere tutt’altro che lineare, ma è a partire dalla successiva Upplausn che Virun cambia completamente marcia, lasciando fluire quei livelli di tensione ed intensità che saranno poi il tratto distintivo dall’opera fino alla sua conclusione; questo è un episodio davvero splendido nel quale emerge un chitarrismo minimale ma peculiare ed insinuante.
Le dissonanze di Og hofið fylltist af reyk caratterizzano un brano che si fa furioso nel finale, una tempesta alla quale segue la quiete di Hér hvílir bölvun, traccia superlativa che monta lenta e inarrestabile come un’oceanica marea.
Il liquido ma sempre nervoso strumentale Úr beinum og brjóski mantiene alto il pathos prima dell’ultimo strappo emotivo rappresentato da Sá sem slítur vængi flugunnar hefur náð hugljómun, in cui i Carpe Noctem esaltano anche le loro non non banali doti strumentali (il drumming di Helgi è tentacolare e prodigo di variazioni), grazie alle quali un lavoro oggettivamente complesso riesce ugualmente a scorrere senza che chi ascolta venga messo di fronte ad un rompicapo sonoro.
Certo, tra il raw black e quanto contenuto in Vitrun paiono esserci di mezzo diverse ere geologiche, ma la base di partenza è pur sempre quella che, oggi, più che in tutti gli altri generi del metal, sembra offrire a svariati interpreti la possibilità di forgiare la materia e renderla unica senza farle perdere la propria originaria connotazione: se, poi, a farlo sono musicisti magnifici come i Carpe Noctem il capolavoro è un qualcosa che viene di conseguenza.

Tracklist:
1. Söngurinn sem ómar á milli stjarnanna
2. Upplausn
3. Og hofið fylltist af reyk
4. Hér hvílir bölvun
5. Úr beinum og brjóski
6. Sá sem slítur vængi flugunnar hefur náð hugljómun

Line-up:
Alexander Dan Vilhjálmsson – Vocals & lyrics
Andri Þór Jóhannsson – Guitars
Árni Bergur Zoëga – Bass
Helgi Rafn Hróðmarsson – Drums
Tómas Ísdal – Guitars

CARPE NOCTEM – Facebook

TRAGODIA

Il lyric video di Master Of The Loss, dall’album Before The Fall in uscita a novembre (Revalve Records).

Il lyric video di Master Of The Loss, dall’album Before The Fall in uscita a novembre (Revalve Records).

Grab your copy of the upcoming album Before The Fall here:
Preorder iTunes: https://apple.co/2Pu9TI6
Preorder Cd: https://bit.ly/2EUXHw2
Album preview: https://player.believe.fr/v2/3615934781337

Before the Fall will be available on November 23rd via Revalve records.

In 1996, the industrialized, Northern Italy-situated city of Brescia was the perfect place for Tragodia to be born and for their music to start being shaped. Years have past since then. Years of truly dedicated musical research. After releasing in 1998 a critical-acclaimed demo-tape, (‘Dramas in splendent realms’), a self-produced mini-CD in 2001 (‘All our miseries’), facing several line-up changes, Tragodia got their first album ‘The Promethean Legacy released in 2007 by Dutch label Dark Balance Records. After gigging here and there (even in Greece and Norway!), the band released it’s sophomore album Theomachy in 2012 via My Graveyard Productions. In 2013 Tragodia signed a deal with Kolony Records for the release of it’s upcoming 3rd album Mythmaker. Mastered at Sterling Sound by UE Nastasi, Mythmaker sees the band engage in new musical domains and surely marks a step forward from where Tragodia left with their previous effort.

https://www.facebook.com/tragodia/
https://www.revalverecords.com/Tragodia.html

Kalmen – Funeral Seas

I Kalmen si rivelano un gruppo di sicuro valore, da annoverare tra gli interpreti più inquieti e meno scontati della materia estrema gravitante tra black, doom e sludge

Secondo full length per i tedeschi Kalmen, fautori di un buon black doom dalle importanti sfumature psichedeliche.

Anche se talvolta certe affermazioni possono apparire forzate, Funeral Seas è un album che mostra in maniera decisa la propria impronta germanica, in virtù del suo scorrere austero ed oscuro, ricordando a livello di sonorità band la cui appartenenza al black metal è comunque sui generis come i Secret of the Moon (prima della svolta alternative) o gli Helrunar.
Questo sta a significare che il lavoro è quanto mai inquieto, raramente impostato su ritmi troppo veloci ma che, anzi, spesso indulge in più di un passaggio in atmosfere rarefatte che rimandano al post metal.
Tutto questo rende Funeral Seas un album interessante, dalla fruizione non proprio semplicissima in quanto la tensione e l’oscurità prevalgono sulle sporadiche aperture melodiche, ma con la dote, tipica dei dischi ben riusciti, di crescere con lo scorrere della tracklist e entrare sempre più in circolo dopo ogni ascolto.
Ad emblema del lavoro si possono estrapolare i due brani centrali, Uninfinite Black e Swansong, a loro modo dicotomici con il primo più black oriented e non privo di un certo groove ed il secondo, molto più atmosferico ma anche minaccioso, che risulta a mio avviso il picco qualitativo di Funeral Seas.
I Kalmen si rivelano così un gruppo di sicuro valore, da annoverare tra gli interpreti più inquieti e meno scontati della materia estrema gravitante tra black, doom e sludge, questo appunto grazie ad una componente psichedelica ben dosata e che non raggiunge mai, ovviamente, i picchi lisergici di certo stoner.

Tracklist:
1. Spectral
2. Thieving Sky
3. Portal
4. Uninfinite Black
5. Swansong
6. Arcane Heresies
7. Searenade

Line-up:
Marc – Bass, Vocals
Jana – Guitars
Thomas “Schmidti” Schmidt – Guitars, Vocals
Orpheus – Drums

KALMEN – Facebook

THE MAGIK WAY/MALVENTO

Il video trailer di “Ars Regalis”, split album in uscita a dicembre (Third I Rex).

Il video trailer di “Ars Regalis”, split album in uscita a dicembre (Third I Rex).

É con gran gioia che condividiamo oggi con il mondo il video trailer dello split tra The Magik Way e Malvento!

“Ars Regalis” rappresenta per entrambe i progetti coinvolti una pietra miliare nella propria carriera artistica. Due band, due progetti, provenienti dall’underground italiano e che ne han fatto parte per oltre vent’anni. Entrambe provenienti da un background puramente black metal evolutosi nel tempo in un qualcosa di completamente nuovo e differente, oscuro e affascinante.
Questo disco non é il classico split album, é l’unione di due forze ben distinte e rappresenta la voglia di intraprendere un cammino dimenticato.
Un “four handed split” (uno split a quattro mani come dicon le due band), in cui i due gruppi hanno unito le loro idee e sound per creare quattro canzoni uniche in cui son stati offerti nuovi brani ma anche interpretati alcuni che le band han preparato l’una per l’altra.

In uscita il 23 di dicembre 2018.

1. V.I.T.R.I.O.L. (Lyrics by R. Rossignoli, music by The Magik Way)
2. Eterno (Lyrics & music by Malvento)

Songs 1 & 2 performed by Malvento.

3. Secondo Natura (Lyrics by R. Rossignoli, music by The Magik Way)
4. Babalon Iridescente (Lyrics by Nequam, music by Malvento)

Songs 3 & 4 performed by The Magik Way.

Malvento recorded at “Soundinside Basement” Records.

Mixed by Francesco Giuliano & Malvento, mastered by Francesco Giuliano.

The Magik Way recorded at “L’Ordine Della Terra” (Alessandria).

Drums recorded at “Teo Studios” by Gianmaria Lazzarin (Milano).

Mixed by Nequam & Azàch, mastered by Francesco Giuliano.

Musicisti in quest’opera:
Zin: bass & vocals
Lutrum: keyboards, synth
Nequam: vocals, bass
Azàch: drums & percussions
Nefastus: guitars
Incinerator: drums
Tlalocàn: double bass, noises
Maniac of Sacrifice: guitars
Gea Crini: female vocals

Featuring L’Ordine Della Terra in “Babalon Iridescente” e Diabolic Obsession in “Secondo Natura”.

INFINITA SYMPHONIA

Il video di “Never Forget”, dall’album “Liberation” in uscita a dicembre (My Kingdom Music).

Il video di “Never Forget”, dall’album “Liberation” in uscita a dicembre (My Kingdom Music).

Power Progressive Metallers INFINITA SYMPHONIA reveal the first song from their upcoming 3rd full-length album “Liberation” with a great official video for “Never Forget” – https://youtu.be/_x36tjHOjjo – in which the singer Luca Micioni duets with the great RALF SCHEEPERS from PRIMAL FEAR.

The video, filmed and edited by Federico Toraldo, offers a picture of INFINITA SYMPHONIA’s actual sound made of melodic Power Metal with their typical powerful and catchy essence.
“Liberation” will be released on December 7th, 2018 through My Kingdom Music on digipak and digital format.

INFINITA SYMPHONIA is finally back!

You can pre-order the CD at: http://smarturl.it/INFINITA-CD

Official sites:
– MY KINGDOM MUSIC: www.mykingdommusic.net *
www.facebook.com/mykingdommusic.label
– INFINITA SYMPHONIA: www.facebook.com/InfinitaSymphonia

Track listing:
1. Hope
2. The Time Has Come
3. Never Forget
4. How Do You Feel?
5. Coma
6. A Silent Hero
7. Be Wise Or Be Fool
8. A New One
9. Don’t Fall Asleep Again
10. Liberation
11. Q & A

The album is recorded and mixed by Claudio e Flavio Zampa at Impronte Records and mastered by Simone Mularoni at Domination Studios

Γνόφος – Κατάνυξη

Superando così ogni possibile preconcetto derivante dal contenuto lirico, quello che ci si spalanca davanti è un album che non ha nulla da invidiare al black metal concettualmente più canonico, poichè inanella una serie di brani perfetti per esecuzione ed equilibrio tra componente estrema e melodia.

I greci Γνόφος (Gnophos, in italiano oscurità), all’esordio con Κατάνυξη (Katanixi, devozione), propongono un black metal dalle tematiche religiose, evento decisamente anomalo anche se non sono senz’altro i primi a farlo.

Inutile sottolineare pertanto come in effetti ciò appaia una contraddizione in termini, soprattutto per il fatto che il genere racchiude per sua definizione una visione dell’esistenza quanto mai negativa e misantropica, aspetti che per loro natura sono in evidente antitesi a qualsiasi forma di culto tradizionale (nello specifico trattasi di quello cristiano ortodosso).
Per cui, se passiamo ad esaminare ciò che in definitiva più ci interessa, ovvero il contenuto musicale, non si si può fare a meno di constatare come i Γνόφος siano stati in grado di esibire un black metal di assoluta qualità, sicuramente non innovativi ma ben suonato ed efficace nel suo incedere incalzante e sempre intriso di una consuete quanto oscura componente melodica.
Superando così ogni possibile preconcetto derivante dal contenuto lirico (invero non proprio di immediata fruibilità alla luce dei testi in greco antico), quello che ci si spalanca davanti è un album che non ha nulla da invidiare al black metal concettualmente più canonico, poiché inanella una serie di brani perfetti per esecuzione ed equilibrio tra componente estrema e melodia. Non so quanto sia effettivamente positivo il messaggio che questi ottimi musicisti ateniesi vogliono veicolare, fatto sta che una tale intensità e l’incombente senso di opprimente oscurità sono un qualcosa scaturito ben di rado anche quando chi componeva lo faceva con ben altra “Katanixi”, in qualche angusto scantinato di Bergen.
Sette brani da godersi senza filtri di alcun genere, con un ottavo, lo strumentale Άλφα και Ωμέγα (Alpha and Omega) che è un’autentica meraviglia per orecchie abituate all’ascolto di questo genere che, da qualsiasi punto di vista lo si voglia osservare, non finisce mai di sorprendere.

Tracklist:
1. Γνόφος (Darkness)
2. Φως (Light)
3. Η Ημέρα της Κρίσεως (Judgement Day)
4. Λόγος (Logos)
5. Ο Παλαιός των Ημερών (Ancient of Days)
6. Ο Ων (He Who Is)
7. Ο Μέγας Αρχιερεύς (The Great High Priest)
8. Άλφα και Ωμέγα (Alpha and Omega)

Nott – Vestigium Mortis

Chi vuole ascoltare una testimonianza tangibile della quintessenza del black metal, in una forma però dalle sonorità ben fruibili e non inutilmente inintelligibili, troverà nell’offerta di Nott quanto di meglio venga proposto oggi all’interno dei nostri confini.

Il dibattito tra chi ritiene che la fedeltà agli stilemi stilistici di un genere sia un segno di immobilismo compositivo e chi, al contrario, ne apprezza la pervicacia, la competenza e soprattutto la coerenza, è destinato a non avere mai fine.

Credo che come la si pensi da queste parti sia già stato espresso più volte, ma è bene ribadire il concetto: sempre meglio un lavoro sincero, genuino e coinvolgente, per quanto privo di novità, piuttosto che un’esibizione di sperimentalismo fine a sé stesso, e se ciò vale per tutti i generi, figuriamoci quando si tratta di black metal.
Tale preambolo è doveroso allorché ci si imbatte nell’operato di un progetto come quello del musicista lombardo Mortifero, da diversi anni attivo sulla scena, in particolare nell’ultimo decennio con opere di indubbio spessore che hanno consentito al nome Nott di ritagliarsi un’aura prossima a quella di culto.
Un riconoscimento, questo, tutt’altro che usurpato, a maggior ragione alla luce di quanto viene offerto con il nuovo ep intitolato Vestigium Mortis, all’interno del quale si può trovare il black nella sua essenza primigenia, anche se, nonostante le note di accompagnamento possano indurre a pensare ad un’interpretazione minimale, in realtà il sound si rivela molto più ricco e composito di quanto venga dichiarato.
La registrazione, infatti, appare decisamente all’altezza della situazione ed i brani, quasi tutti di durata abbastanza contenuta, sono sì violente sferzate alle quali non viene però mai meno un’efficace tessitura melodica da parte della chitarra, capace di rendere irresistibili, per esempio, tracce come Profaner o Heretical Justice, che si muovono su territori contigui agli Arckanum ma connotati da uno screaming meno stridulo e più profondo.
Si percepisce del resto, in maniera immediata, quanto questo musicista sia esperto e competente, in una misura tale da rendere il suo operato inattaccabile a tutti i livelli e da qualsiasi prospettiva lo si voglia osservare: chi vuole ascoltare una testimonianza tangibile della quintessenza del black metal, in una forma però dalle sonorità ben fruibili e non inutilmente inintelligibili, troverà nell’offerta di Nott quanto di meglio venga proposto oggi all’interno dei nostri confini.

Tracklist:
1. Incipit
2. Lifeless Will
3. Necro Life
4. Profaner
5. Black Cult
6. Heretical Justice
7. Explicit

Line-up:
Mortifero – Everything

NOTT – Facebook

DISCORDANT HEMISPHERES

Il video di Ocean, dal singolo Declino.

Il video di Ocean, dal singolo Declino.

“Declino”, contenente le tracce Ocean e Malfunction of a social system, è il quarto singolo della band di metal sperimentale Discordant Hemispheres, disponibile dal 02 Novembre 2018 su tutte le piattaforme.

Società. Con questo singolo si è puntato il dito contro chi popola questo mondo: Dal singolo essere umano, a chi senza rimorso toglie vita al prossimo, a chi distrugge il nostro pianeta, a chi con le sue istituzioni ha contaminato la nostra società, fino a toccare le più elevate corporazioni. La direzione intrapresa dalla nascita dell’umanità ha sempre puntato in questa direzione: il Declino.

Ocean è un brano lento, in crescendo. Studiato per creare l’atmosfera che si respira, guardando la storia, nel suo ignobile incedere verso l’autodistruzione. Un lento climax verso l’inesorabile Declino che, come sappiamo, non si conclude con un “lieto fine”.

Malfunction of a social system è come girare il coltello nella piaga. I ritmi elevati e la struttura composta ci portano a descrivere a che punto è arrivato il genere umano. Non c’è filosofia, solamente la descrizione di ciò che vediamo, in testo e musica. Siamo un popolo di inetti.

I componenti della band sono:

Marco Patarca (Voce)
Andrea Manno (Basso, Percussioni, Direzione artistica)
Andrea Scarinci (Voce, Chitarra Elettrica)
Riccardo Cafini (Tastiere, Synth)

Persone che hanno collaborato con noi in questo singolo:

Livia Montalesi (Violino su Ocean)
Andrea Torre (Batteria su Malfunction of a social system)

Registrato e Masterizzato da Roberto Mascia presso Officina Musicale (Roma)

Sito Web: www.discordanthemispheres.com

BandCamp: www.discordanthemispheres.bandcamp.com

YouTube: www.youtube.com/discordanthemispheres

Spotify: www.open.spotify.com/discordanthemispheres

SoundCloud: www.soundcloud.com/discordanthemispheres

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AEVUM

Il video di “Sleeping Venus Tarantella”, dall’album “Dischronia” (Maple Metal).

Il video di “Sleeping Venus Tarantella”, dall’album “Dischronia” (Maple Metal).

AEVUM Release New Live Video “Sleeping Venus Tarantella”, Announce Next Show!

Italy, Turin based 8-member Symphonic metallers AEVUM released their outstanding new album “Dischronia” on March 17 2017, via Maple Metal Records. Today the band has unveiled a new live video for “Sleeping Venus Tarantella”, shot during the European tour with ORPHANED LAND in February/March 2018). The song is taken from the “Dischronia” album.

Formed in 2008, AEVUM‘s music is in perpetual inclination towards the union between the human being and the divine, between opposites, male and female, positive and negative, in a genre that is a bond between the neo-classical and gothic metal worlds. Aevum are known for their theatrical Live Shows, and have toured all over Europe with Haggard, Vision Divine, Blaze Bayley (ex-Iron Maiden), and performed at various Metal Festivals in Italy, since their inception in 2007. Aevum also performed at last years Metalhead Meeting Festival in Bucharest, Romania, that included such bands as Eluveitie, Delain, Dragonforce, Rotting Christ and Kreator. In February/March 2018 AEVUM toured Europe with ORPHANED LAND, in collaboration with ALPHA OMEGA Management.

The entire 2017 album, is available for free streaming on the Aevum Youtube Channel, here: https://youtu.be/tispGqeq8wQ

More information at:
BAND: https://www.aevumband.com | https://www.facebook.com/AevumOpera
MANAGEMENT: https://alphaomega-management.com | https://www.facebook.com/OfficialAlphaOmegaManagement
LABEL: http://www.maplemetalrecords.com

Druj – Chants Of Irkalla

I Druj si nutrono dell’efferatezza sonora dei loro connazionali Evoken, Nile e Incantation, macinandone gli influssi per restituire un sound cupo, dalle tonalità paurosamente ribassate e rallentato a dovere, che è un esempio perfetto da utilizzare per spiegare a qualcuno cosa sia il death doom nella sua accezione più autentica.

Abbiamo ormai fatto l’abitudine al doom e al black provenienti dai ghiacci siberiani, per cui non ci sorprende constatare che il gelo non mina la voglia di suonare tali funesti generi neppure al di là dello stretto di Bering.

I Druj provengono infatti da Anchorage, capitale dell’Alaska, e di sicuro nel loro death doom non immettono alcuna traccia di calore od empatia.
L’interpretazione è asciutta, essenziale ma non approssimativa a livello di registrazione e di esecuzione: il riferimento concettuale alla traduzione sumera non è una primizia, così come non lo sono le coordinate sonore dei Druj, ma non vengono certo meno gli ingredienti per rendere Chants Of Irkalla un lavoro godibile ovviamente per chi sia abituato ad una certa asprezza compositiva.
Ziggurat Ablaze, lunga traccia d’apertura, non lascia dubbi su quali siano i numi tutelari di questi nordamericani, i quali si nutrono dell’efferatezza sonora dei loro connazionali Evoken, Nile e Incantation, macinandone gli influssi per restituire un sound cupo, dalle tonalità paurosamente ribassate e rallentato a dovere, che è un esempio perfetto da utilizzare per spiegare a qualcuno cosa sia il death doom nella sua accezione più autentica.
Un altro brano magnifico è Invoke, dal retrogusto rituale ed attraversato da una ronzante e minacciosa melodia chitarristica, ma è il disco nel suo complesso ad esibire un sound convincente in ogni suo aspetto e con le carte in regola per farvi convergere il gradimento degli appassionati di entrambi i generi rappresentati.

Tracklist:
1.Ziggurat Ablaze
2.He Who Drinks of Namma
3.Chants of Irkalla
4.Consort of Sin
5.Invoke
6.Ashes of Immortality

Line-up:
Sean Holladay – Guitars
Connor Tetlow – Guitars
Wayne DeWilde – Bass
Adam Kimball – Drums

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL – THIS VOID INSIDE

Grazie alla reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni domenica alle 21.00 su Witch Web Radio.
Questa volta tocca ai romani This Void Inside.

MC Stasera ospiti i This Void Inside: con noi il portavoce della band, il chitarrista Frank Marrelli.
Partiamo dalla genesi della band. Vi formate nel 2003. Avete iniziato immediatamente a comporre musica originale? Quali sono le vostre precedenti esperienze nellla sfera underground?

FM Sostanzialmente Dave, che cantava nei My Sixth Shadow, ha fondato inizialmente i This Void Inside come un solo project; nel corso degli anni questo progetto si è trasformato in una vera e propria band che nel 2008 ha pubblicato il suo primo album Dust. Della formazione di quel periodo sono rimasti solo Dave e Saji (la bassista); dopo un lungo silenzio Dave ha arruolato me e Alberto alle chitarre e Simone alla batteria e abbiamo pubblicato il nuovo album, My Second Birth/My Only Death, tramite Agoge Records. Tutti noi avevamo esperienze nell’underground in ambiti legati al rock o al metal, ma sarebbe lungo elencarle tutte.

MC Il vostro genere musicale è stato definito gothic rock: ci sono band a cui fate riferimento, rappresentando per voi dei punti fermi?

FM Il compositore della band è Dave, sia a livello di testi che di musica, e posso dirti che ascolta veramente tanti gruppi diversi, da Bon Jovi ai Cradle Of Filth, passando per gli Him e i Depeche Mode, quindi penso che abbia condensato tutte le sue influenze in uno stile personale che poi per qualche motivo suona abbastanza gothic. Attualmente, forse, quello che ascolta più dark wave o gothic in senso stretto sono forse io, ma sostanzialmente tendo a contribuire a livello compositivo più in sede di arrangiamento.

MC Siete già al vostro secondo album: My Second Birth/My Only Death è uscito in digitale a luglio, e a settembre ha raggiunto il 36° posto nella chart italiana di alternative rock su iTunes.
A breve uscirà in formato fisico per la Agoge Records. Ci parlate di questo disco?

FM My Second Birth.. è stato un disco dalla lunga genesi e piuttosto lungo come durata, essendo composto da ben quattordici brani. Dave è uno scrittore molto prolifico, quindi il lavoro più duro è stato scegliere tra oltre quaranta brani per i quali aveva fatto delle demo. A termine delle registrazioni il lavoro ha subito diversi processi di missaggio e mastering. Ritengo sia un disco molto valido, soprattutto nella misura in cui credo che sia fruibile e apprezzabile anche da ascoltatori non avvezzi necessariamente all’ascolto del gothic rock o del gothic metal. Benché mantenga uno stile riconoscibile, My Second Birth… contiene diverse sfaccettature che di volta in volta possono strizzare l’occhio anche al pop e a situazioni più commerciali.

MC Com’è nata l’attuale collaborazione con la Agoge Records?

FM Avevo conosciuto Gianmarco Bellumori (il boss dell’ Agoge Records) tramite alcuni gruppi con i quali aveva lavorato in passato: a seguito di uno scambio di mail e di chiacchiere via telefono si è dimostrato interessato alla band, noi da parte nostra lo abbiamo trovato una persona ottima sia dal punto di vista professionale che umano, quindi eccoci qua.

MC Soprattutto in Italia, ci sono molte difficoltà per le le band underground ed è molto difficile affermarsi. Ci sono stati momenti che vi hanno messo a dura prova e come li avete superati? Che cosa consigliereste alle band che cercano di farsi spazio in questo panorama musicale?

FM Non ho grandi consigli, i problemi ci sono, ci sono stati e probabilmente ci saranno. Personalmente non li abbiamo superati, ma tendo a non lamentarmi in pubblico, potrei raccontare al riguardo talmente tante storie che finirei tra un anno, quindi diciamo che in maniera molto signorile preferisco tacere. Quello che posso dire o consigliare, per quel che vale, è di non accettare qualsiasi tipo di situazione pur di suonare, soprattutto dal vivo. Ritengo che una volta che inizi a suonare a qualsiasi condizione poi sia difficile tornare indietro.

MC Si parla spesso di supporto e molto di questo sostegno è dato dai fans. Che rapporto avete con il pubblico che vi segue?

FM Per fortuna abbiamo dei fans piuttosto affezionati che ci scrivono costantemente, principalmente dall’estero. Da parte nostra cerchiamo di essere sempre disponibili.

MC Quali sono i vostri progetti futuri?

FM Dovremmo partecipare ad una compilation allegata ad un libro sui Kiss di prossima pubblicazione e, a breve, registreremo anche un nuovo singolo principalmente destinato alle radio, anche questa sarà una cover della quale per ora non stiamo dando ulteriori dettagli. Io, personalmente, di recente ho collaborato alla colonna sonora di Go Home – A Casa Loro, un film horror in concorso alla Festa del Cinema di Roma, dove anche Saji recita in una piccola parte.

MC Sono previsti dei live per supportare il nuovo album? Avete delle date da riferire ai nostri ascoltatori?

FM Stiamo valutando alcune opzioni, ma come dicevo sopra, vista la nostra tendenza a non suonare ad alcune condizioni non posso darti purtroppo ulteriori dettagli.

MC Dove i nostri ascoltatori possono seguirvi?

FM La maniera migliore per restare in contatto con noi è seguirci su Facebook o, in alternativa sul nostro sito, che per ovvi motivi però è meno tempestivo di FB nel comunicare eventuali novità, e su Instagram.

Sinnrs – Profound

Il nome dei Sinnrs, con un esordio di tale spessore, si rivela del tutto degno di essere affiancato a quelli delle band guida del settore.

L’esordio dei danesi Sinnrs avviene con un album che fin dal titolo appare come una dichiarazione di intenti.

Profound è, infatti, un album che di sicuro non scorre leggiadro senza lasciare taccia: il black death di matrice centro europea (il fatto che la registrazione del disco sia avvenuta presso i polacchi Hertz Studios forse non è casuale) è incisivo e asfissiante ma, allo stesso tempo, connotato da repentine aperture atmosferiche.
Un bellissimo brano come Lift My Bones si rivela emblematico in tal senso, allorché una furiosa prima parte lascia spazio ad eleganti orchestrazioni prima di ripartire verso un esemplare finale nel corso del quale le due anime si fondono alla perfezione.
I due misteriosi musicisti nordici non sono dei neofiti perché, a giudicare dalla riuscita di Profound, è quasi certo che dietro ai due nickname e alle figure incappucciate si celino musicisti già attivi da tempo nella scena: ciò che stupisce positivamente è la capacità di rendere quanto mai sferzanti le parti estreme e, allo stesso tempo, solenni e malinconiche quelle orchestrali, realizzando quello che appare più un perfetto connubio che non una dicotomia.
Il lavoro tiene agganciato l’ascoltatore fino al termine, crescendo ad ogni passaggio e regalando qualche altra perla come No Promise To Mankind: il nome dei Sinnrs, con un esordio di tale spessore, si rivela del tutto degno di essere affiancato a quelli delle band guida del settore.

Tracklist:
01. Nihil
02. To Derive Eden’s Flame
03. The Storm of I
04. Lift My Bones
05. Renowned Praetorians
06. No Promise to Mankind
07. It Calls Me
08. Et Sic Incipit
09. Watch Her Soul Burn
10. Commemorate None

Line-up:
Nero: Guitar, Vocals, Orchestrals
Maestus: Drums

SINNRS – Facebook

NEUROMANT

Il video di Useless, dall’album in uscita nel 2019 per Sliptrick Records.

Il video di Useless, dall’album in uscita nel 2019 per Sliptrick Records.

NEUROMANT Announce Dates With God Is An Astronaut And New Promo Video
Electro alternative rock group Neuromant have announced 2 shows in November with the always great God Is An Astronaut. The band have also released the first music from their (as yet untitled) forthcoming album, due out on Sliptrick Records early next year. The track is entitled Useless, a brooding, pulsating introduction to their sound.

Dates with God Is An Astronaut:
20.11 | Fest Republic Club | L’viv, UKR
21.11 | Atlas | Kiev, UKR

Neuromant – Useless (Promo Video)
Directed by Tommaso Montagnoli (Dromo Studio)
Recorded and mixed by Urban Recordings

Concept: “Useless is a criticism of the music market saturated with both influential and non-influential characters, it is a critique of the static nature of the musical world that stagnates in the mechanism that it has created. The term “Useless” refers to the uselessness of the path that most artists now perform, breaking into the market quickly and leaving the scene as quickly, without having, in the middle, contributed minimally to an artistic enrichment, if not purely cheap.”

History: “The track was written entirely by us, it was a very laborious and controversial writing, we tried to come into conflict with ourselves to achieve this result. The piece is full of irony because, from the writing, it contradicts our “musical ideal” of “alternativity”: the text is provocative and alienating, but it rests on an almost “standard” musical base, falling into rhythmic patterns and melodic commons and that make it before a song, a paradox. It is the “simplest” piece of our album, but despite this it is the piece that has spent more time writing.”

Neuromant are:
Diego Narcisi – Vocals/Guitar
Davide Narcisi – Keyboards
Riccardo Pinchi – Bass

Band links:
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