KALIDIA

Il lyric video di “Black Sails”, dall’album “The Frozen Throne” in uscita a novembre (Inner Wound Recordings).

Il lyric video di “Black Sails”, dall’album “The Frozen Throne” in uscita a novembre (Inner Wound Recordings).

The Italian melodic power metal band KALIDIA just released a lyric video for “Black Sails”, the second single from their new album “The Frozen Throne”.

“The Frozen Throne” will be released on November 23rd via Inner Wound Recordings. The album will be available on CD, digital and as an exclusive black wooden box edition, limited to 250 hand-numbered copies.

Inspired by classic power metal bands like Rhapsody of Fire, Hammerfall and Stratovarius as well as new bands like Beast In Black, Kalidia have created an uplifting melodic power metal album with the roots in classic power metal with a modern and fresh touch.

“The Frozen Throne” was produced, recorded and mixed by Lars Rettkowitz [Freedom Call], mastered by Achim Köhler [Primal Fear, Amon Amarth, Brainstorm] and the cover artwork was created by Stan W. Decker [Vanden Plas, Primal Fear].

Led by the charismatic vocalist Nicoletta Rosellini and with a really strong album behind them, Kalidia are ready to show the metal scene that they are a force to be reckoned with!

Link to the music video for “Frozen Throne”: https://youtu.be/ABM7YmBOMyM

“The Frozen Throne” track listing
01. Frozen Throne
02. Circe’s Spell
03. Black Sails
04. Orpheus
05. To The Darkness I Belong
06. Myth Of Masada
07. Midnight’s Chant
08. Go Beyond
09. Amethyst
10. Lotus
11. Queen Of The Forsaken

Kalidia tour dates
Nov 16: Hard Rock Café – Firenze (IT)
Nov 24: Arci Tom – Mantova (IT)
Dec 08: Crazy Bull – Genova (IT)
Dec 29: The One – Cassano D’Adda/Milano (IT)

“The Frozen Throne” artwork: http://www.innerwound.com/promo/kalidia_artwork.jpg

Kalidia online
Facebook: https://www.facebook.com/kalidiaofficial
Website: http://www.kalidia.com

Inner Wound Recordings online
Website: http://www.innerwound.com
Facebook: http://www.facebook.com/innerwoundrecordings

Necandi Homines – Black Hole

Mezz’ora di musica complessa, per molti probabilmente ostica, ma assolutamente da provare ad assimilare senza lasciare nulla di intentato nella ricerca della sua chiave d’accesso.

Raramente il titolo di un album si rivela più calzante al contenuto musicale di questo Black Hole, ep dei marchigiani Necandi Homines, intezionati a scaraventare l’ascoltatore in una voragine esistenziale dai confini indefiniti.

La band è reduce dall’ottimo full length Da’at, dello scorso anno, ma il nuovo patrocinio fornito dalla collaborazione tra due etichette come Third I Rex e Toten Schwan sembra aver acuito la vena sperimentale e psichedelica che già era visibilmente impressa in un black doom del tutto sui generis.
I tre brani contenuti in Black Hole mostrano altrettante sfaccettature dei Necandi Homines, dal cupo e inquieto incedere dall’impronta doom del primo, al più nervoso ed estremo snodarsi del secondo, riconducibile ad un black metal pur sempre di natura aliena, per arrivare al lungo e micidiale mantra dell’ultimo episodio, nel quale voci salmodianti si rincorrono poggiandosi su un tappeto psichedelico/rituale in grado di scavare solchi profondi.
Un lavoro come Black Hole è l’esemplificazione di quanto dovrebbe essere lo sperimentalismo in campo estremo, ovvero non un rumorismo sconnesso e fine a sé stesso, ma un susseguirsi di momenti e di intenzioni che scardinano quanto fatto in precedenza, fungendo allo stesso tempo da puntello per ciò che verrà dopo.
Mezz’ora di musica complessa, per molti probabilmente ostica, ma assolutamente da provare ad assimilare senza lasciare nulla di intentato nella ricerca della sua chiave d’accesso.

Tracklist:
1. .
2. ..
3. …

Line-up:
Discissus – Vocals
Oxide – Bass
Hagen – Drums
Apsychos – Guitars

NECANDI HOMINES – Facebook

DEADLY CARNAGE

Il video di Ifene, dall’album Through The Void, Above The Suns (ATMF).

Il video di Ifene, dall’album Through The Void, Above The Suns (ATMF).

Gli italiani Deadly Carnage (Post-Black / Doom) hanno pubblicato il video ufficiale di “Ifene” uno dei brani del loro ultimo album “Through the Void, Above the Suns” appena ristampato in formato doppio vinile per Snow Wave Records. Il video è stato interamente realizzato in animazione e rappresenta il concept dell’album nella sua interezza; un viaggio nel cosmo tra creazione e distruzione, materia e vuoto.

PAGINA UFFICIALE BANDCAMP: deadlycarnage.bandcamp.com
PAGINA FACEBOOK UFFICIALE: www.facebook.com/DeadlyCarnage
PAGINA UFFICIALE INSTAGRAM www.instagram.com/deadlycarnageband

Chapter V: F10 – Pathogenesis

Pathogenesis si candida come uno dei migliori lavori dell’anno in campo black metal, e non sorprende più il fatto che provenga dall’inesauribile fucina ucraina.

Con i Chapter V: F10 ritroviamo all’opera uno dei migliori musicisti ucraini, ovvero Astaroth Merc, colui che sta dietro i magnifici Raventale.

Questa volta il nostro agisce in coppia con il vocalist Howler, uno che tiene decisamente fede al proprio nickname in quanto autore di una prova all’insegna di un parossismo vocale che ben si accompagna ad un black metal che non lascia respiro, pur senza smarrire una precisa idea melodica.
Il concept che sta dietro all’operato dei Chapter V: F10 non è dissimile, per certi versi, da quello che rese noti i Carcass, con liriche in lingua madre incentrate sulla malattia vista, però, quasi come un elemento purificatore di un’umanità la cui putrefazione si estrinseca soprattutto dal punto di vista morale.
Come con i maestri inglesi in Necroticism …, in Pathogenesis troviamo inseriti tra i brani principali diversi frammenti campionati di conversazioni che, pur nella loro incomprensibilità per noi occidentali, non fanno certo presagire argomenti piacevoli.
Fulcro del lavoro sono comunque, dal punto di vista musicale, i quattro ordigni sonori intitolati Pathogenesis As Grace, Wrong Alien Endorphin, Nuclear Dogma AN602 e Helvetestoner, brani spettacolari per potenza, impatto, esecuzione e fluidità. Il lavoro chitarristico di Astaroth Merc è quanto di meglio si possa ascoltare nel genere: le sue doti, già mese ampiamente in evidenza con il più cadenzato black doom dei Raventale, qui assumono sembianze sferzanti, emblema di quei micidiali agenti patogeni capaci di spazzare via in un attimo ciò che resta di quel disordinato formicaio chiamato umanità.
Il black metal, nell’interpretazione dei Chapter V: F10, non è ovviamente una novità assoluta ma possiede una freschezza ed una capacitò di coinvolgimento raramente riscontrabili: Pathogenesis si candida come uno dei migliori lavori dell’anno nel genere, e non sorprende più il fatto che provenga dall’inesauribile fucina ucraina.

Tracklist:
01 – Pathogenesis As Grace / Патогенезис Как Блаженство
02 – Xenomorph Synthesis / Синтез Ксеноморфа
03 – Wrong Alien Endorphin / Инородный Ложный Эндорфин
04 – Blame To Human Beings / Обвинение Человечества
05 – Nuclear Dogma AN602 / Ядерная Догма АН602
06 – Mephistopheles Discipline / Трактат Мефистофеля
07 – Helvetestoner / Helvetestoner
08 – Error Circulation / Круговорот Погрешностей

Line-up:
Astaroth Merc
Howler

CHAPTER V: F10 – Facebook

Voidhaven – Voidhaven

Questa prima uscita dei Voidhaven ci regala una nuova band con i cromosomi doom al collocati al posto giusto per offrirci, nel prossimo futuro, un’interpretazione del genere qualitativamente all’altezza di questo graditissimo primo assaggio.

Prima uscita omonima con questo ep per i tedeschi Voidhaven, band che annovera tra le sue fila due membri degli Ophis (Simon Schorneck e Philipp Kruppa)

Con tali premesse, unite al fatto che poi gran parte della band ha un passato anche nei Crimson Swan, nome meno noto ma pur sempre gravitante nella cerchia del doom, il sound offerto è ovviamente ben orientato verso una direzione malinconica seppure piuttosto melodica, grazie anche al ricorso consistente alle clean vocals.

I due brani in scaletta, che si attestano attorno ai dieci minuti di durata, si rivelano sufficientemente probanti riguardo alle potenzialità di questa nuova band, e non è certo un caso se la Solitude se ne è già assicurata le prestazioni.
I Voidhaven raggiungono un ideale equilibrio tra il funeral melodico degli Ophis ed il gothic doom dei Crimson Swan, andandosi ad attestare su territori contigui a Swallow The Sun ed Evadne, in virtù di un sound per lo più dolente ed atmosferico, sporcato solo di tanto in tanto da qualche ruvidezza rappresentata da riff più robusti e dall’uso del growl.
Troviamo così una The Floating Grave nel complesso più suadente mentre, a seguire, Beyond the Bounds of Sleep mostra tratti più drammatici, anche se il cantato pulito normalmente si snoda come avviene nelle band citate, andando a coincidere con i passaggi più intensi dal punto di vista emotivo.
Ne consegue che questa prima uscita dei Voidhaven ci regala una nuova band con i cromosomi doom al collocati al posto giusto per offrirci, nel prossimo futuro, un’interpretazione del genere qualitativamente all’altezza di questo graditissimo primo assaggio.

Tracklist:
1. The Floating Grave
2. Beyond the Bounds of Sleep

Line-up:
Jakob Bass, Vocals (backing)
Martin Drums
Marcos Lege Keyboards
Simon Schorneck Guitars, Vocals
Phil Guitars

VOIDHAVEN – Facebook

TRST

Il video di Confine, dall’album Origine.

Il video di Confine, dall’album Origine.

I TRST sono una nuova realtà del panorama alternative-rock italiano. Fondata nel 2015 a Pordenone, la band nasce dal bassista e cantante Andrea Marson (voce, basso, chitarra, synth) e dall’idea di voler unire musica di stampo pop con sonorità alternative rock.

Insieme a Joshua Levine (batteria, tastiere) i due uniscono le radici punk con l’amore per la new wave, arricchendo le sonorità del gruppo. Inizia il lavoro sul primo album della band attraverso uno studio attento e approfondito del genere pop, con particolare interesse verso strumenti come pianoforte e sintetizzatori. La lingua scelta dalla band è l’italiano.

Il 12 ottobre i TRST hanno pubblicato il loro primo album dal titolo ORIGINE, registrato agli Artesonika Recording Studio insieme ad Ivan Moni Bidin (Starsick System, ex-Pathosray) e Fabio D’Amore (Serenity).

La band ha lanciato l’album con il singolo CONFINE, un vero e proprio anthem dell’alternative rock made in Italy, che unisce new wave, pop, rock e un ritornello super catchy.

Nei mesi precedenti la band ha rilasciato anche il primo singolo METROPOLIS e la cover di CHEAP THRILLS di Sia, entrambi contenuti nell’album.

Line-up:
Andrea Marson – Voce e Basso
Alessandro Foladore – Voce e Chitarra
Joshua Levine – Batteria
Lorenzo Muscherà – Chitarra

Facebook: www.facebook.com/TRSTband
Instagram: www.instagram.com/trst.music
Mail: trst.band@gmail.com
Spotify: https://spoti.fi/2OQaQHc

ATHROX

Il lyric video di Empty Soul, dall’album Through the Mirror in uscita a novembre (Revalve Records).

Il lyric video di Empty Soul, dall’album Through the Mirror in uscita a novembre (Revalve Records).

https://youtu.be/vQXeUegtZL4

Enjoy the first lyric video “Empty Soul” of the new ATHROX album “Through the Mirror”, album will be released on November 9th via Revalve records.

Pre-order the record here:
https://player.believe.fr/v2/3615934288249
https://apple.co/2OZixhw
https://www.revalverecords.com/Athrox.html

Athrox is the brainchild of the guitar player Sandro Seravalle and the drummer Alessandro Brandi, with the addition of Francesco Capitoni at the guitar and the bassplayer Andrea Capitani. The lineup found its final shape with the singer Giancarlo Picchianti. With these members Athrox started the songwriting process for their first full lenght album entitled Are you alive? featuring 11 brand new heavy metal tracks released by Red Cat Records in 2016. Athrox music style is a powerful mixture of heavy metal with thrash elements, but characterized by different elements which brought the band to a great response from critics and audience. The lyrical concept behind Are you alive? features the rising problems of mankind: war and massive new media problems which enslaved our free will and sensibility. Are you alive? is the question Athrox would like to ask to everyone, to everyone enslaved by this corrupted society. The live activity has led the Athrox to share the stage with great artists such as Iced Earth, Ross The Boss, Mike Le Pond, Phil Campbell and many others, playing in local and renowned festivals. Now the band is working for the new album Through the Mirror, which is going to be released on November 9th 2018 via Revalve Records.

http://www.athroxofficial.com/
https://www.facebook.com/athroxofficial/
http://instagram.com/athroxofficial
http://twitter.com/OfficialAthrox

Marrasmieli – Marrasmieli

Buona la prima, quindi, per competenza, intensità ed impatto, anche se il giudizio nei confronti dei Marrasmieli resta inevitabilmente sospeso in attesa di un’uscita più probante a livello quantitativo.

Il fatto che ci si occupi della prima uscita dei Marrasmieli, nonostante si tratti di un singolo, è motivato da due aspetti fondamentali, ovvero la lunghezza complessiva del lavoro che raggiunge i venti minuti, durata buona anche per un ep, oltre al fatto che l’etichetta che ne cura l’uscita è la Naturmacht, quanto basta perché il tutto sia meritevole d’attenzione.

Ce ne sarebbe in realtà un terzo, ma quello lo si può scoprire solo a posteriori, cioè la bontà oggettiva dell’operato di questo trio finlandese, capace di disimpegnarsi abilmente con un pagan black ricco di buon gusto melodico e compositivo.
La traccia autointitolata presenta in maniera esemplare questi aspetti , senza accentuare certi elementi folk che si palesano invece nella più lunga e diretta What Nature Fears, nella quale i nostri sconfinano a tratti nei territori di competenza dei Finntroll, anche se si percepisce sempre un’impronta più marcatamente estrema rispetto ai profeti dell’’humppa metal.
Buona la prima, quindi, per competenza, intensità ed impatto, anche se il giudizio nei confronti dei Marrasmieli resta inevitabilmente sospeso in attesa di un’uscita più probante a livello quantitativo.

Tracklist:
1. Marrasmieli
2. What Nature Fears

Line-up:
Nattvind – vocals & drums
Zannibal – guitars
Maelgor – bass

MARRASMIELI – Facebook

HAKEN

Il video di “A Cell Divides”, dall’album “Vector” (InsideOut).

Il video di “A Cell Divides”, dall’album “Vector” (InsideOut).

A una settimana dalla release del nuovo album “Vector” gli HAKEN ci presentano il video di “A Cell Divides”, l’ultimo singolo estratto. “Vector” sarà pubblicato la prossima settimana, il 26 ottobre 2018, su InsideOutMusic. L’album è stato prodotto dalla band stessa e registrato e mixato da Adam ‘Nolly’ Getgood (Periphery, Devin Townsend Project).

“Vector” sarà disponibile in Limited edition 2CD Mediabook (con tutto il disco in versione strumentale), 2LP+CD, CD e in digitale. Disponibile il preorder: https://haken.lnk.to/Vector

Di seguito la tracklist:

Clear
The Good Doctor
Puzzle Box
Veil
Nil By Mouth
Host
A Cell Divides

Ricordiamo inoltre che gli HAKEN saranno in Italia per un’unica data il 9 marzo 2019 presso i Magazzini Generali di Milano.

The band recently launched a video for the album’s first single, titled ‘The Good Doctor’.

The band says of the track: “Finally, the prescription you’ve all been waiting for… This dose of Haken is the result of one of the earliest tests we conducted during the Vector experimental process. Best taken aurally three times a day before meals. ‘The Good Doctor’’will see you now!”

They add on the video: “Making this video was a very cool, creative experience for us. Our director Stuart White presented his interpretation of the song in which we follow a man experiencing a manic, psychotic episode. Combined with the band footage, it encapsulates the energy of the song splendidly.”

The band will embark on an epic tour starting this October in North America, and the band recently announced South American & European tour dates for 2019. Find the full list below of recently confirmed dates below:

Latin America 2019
26th January – Teatro Teleton, Santiago, Chile
27th January – Groove, Buenos Aires, Argentina
29th January – Caricoa Club, Sao Paolo, Brazil
30th January – Auditorio Centro De La Amistad Peruano China, Lima, Peru
1st February – Lunar, Mexico City, Mexico

Europe 2019
15th February – Academy 3, Manchester, UK
16th February – St Luke’s, Glasgow, UK
17th February – The Fleece, Bristol, UK
19th February – Essigfabrik, Cologne, Germany
20th February – Batschkapp, Frankfurt, Germany
21st February – Übel & Gefährlich, Hamburg, Germany
22nd February – Lille Vega, Copenhagen, Denmark
23rd February – John Dee, Oslo, Norway
24th February – Debaser Strand, Stockholm, Sweden
26th February – Columbia Theater, Berlin, Germany
27th February – Kwadrat, Krakow, Poland
28th February – A38, Budapest, Hungary
2nd March – Szene, Vienna, Austria
3rd March – Futurum, Prague, Czech Republic
4th March – Conne Island, Leipzig, Germany
6th March – Im Wizemann, Stuttgart, Germany
7th March – Backstage Halle, Munich, Germany
8th March – Kiff, Aarau, Switzerland
9th March – Magazzini Generali, Milan, Italy
10th March – Transbordeur, Lyon, France
12th March – Mon Live, Madrid, Spain
13th March – Kafe Antzokia, Bilbao, Spain
14th March – La Maroquinerie, Paris, France
15th March – De Boerderij, Zoetermeer, Netherlands
16th March – Islington Assembly Hall, London, UK
23rd March – Tavastia, Helsinki, Finland

Full ticket details as well as all upcoming dates including North America can be found here: https://www.hakenmusic.com/tour

To celebrate the announcement of the new album, the band ran a competition for one lucky fan’s artwork to be etched into the fourth side of the vinyl version of the record. They invited people to submit their own version of the Rorshach test ink-blot which graces the album cover, and the winner was revealed as Shakoor Bukhuth aka SHAUN BEYOND.

Since their inception in 2007, Haken have shown over four previous studio albums, one EP and a live release that they never stand still, merely satisfied to rely on past triumphs. Rather, Haken always look for ways to challenge themselves as musicians and artists, and also to keep the listeners on their collective toes. “We don’t like to make simple music,” laughs vocalist Ross Jennings. “We always aim to defy expectations, and I believe we’ve surpassed what we aimed to achieve with our new album.”

Their fifth studio record sees the band going in a heavier direction with the music. “We’ve always had a heavy influence”, explains guitarist Charlie Griffiths, “but it was obvious from the riffs that were naturally coming out of us early in the writing process that this would be a more metal album. These are some of the most riff driven songs we’ve ever written.” As is usual, Haken produced the album themselves, but for the first time they have enlisted Adam ‘Nolly’ Getgood during the recording and mixing stages. Formerly bassist with Periphery, in the last couple of years he has built a reputation as a fine producer. “We produced the album ourselves, as we always do,” insists Jennings. “but we’re fans of what Adam has done with Periphery, Sikth and Devin Townsend. He has a great reputation for the heavier end of our genre”.

But if this album is musically heavy, then there’s an underlying theme running through the seven songs which is certainly esoteric and fascinating. “The scene is set with the track The Good Doctor, which was a really fun song. Musically it feels like a logical step from ‘Affinity’, but lyrically it’s a bit more theatrical and about as ‘rock opera’ as Haken has ever got”, explains Griffiths. “It’s about a Doctor with an intriguing, perhaps sinister interest in a particular patient. From there the story enters the point-of-view of the patient – who appears to be catatonic, but his mind is sparking with what could be memories, or delusions brought on by the treatment he’s receiving – we leave this up to the listeners to decide. Although we don’t want to give too much away, people who are familiar with our back catalogue will have fun discovering further clues we’ve planted throughout the album. And that’s the challenge for the fans – to find out for themselves their own meaning for ‘Vector’ as an album”.

HAKEN are:
Ross Jennings
Richard Henshall
Charlie Griffiths
Diego Tejeida
Conner Green
Ray Hearne

HAKEN online:
www.hakenmusic.com
www.twitter.com/Haken_Official
www.facebook.com/HakenOfficial

Steingrab – Jahre nach der Pest

Il tipo di black metal offerto si rivela adatto particolarmente a chi preferisce quelle atmosfere cupe e malinconiche che Mahr non lesina affatto, facendone alla fine un solido punto di forza del suo lavoro.

Terzo full length per Steingrab, il progetto solista del tedesco Mahr (Stephan Krämer).

Jahre nach der Pest offre tre quarti d’ora (a mio avviso la durata ideale per qualsiasi opera musicale) di buon black metal atmosferico, con il valore aggiunto di una nient’affatto scontata varietà compositiva.
Il musicista di Darmstadt mette in luce la propria dimestichezza con il genere, il che gli consente di spaziare fluidamente tra diverse sfaccettature, con predilezione per ariose melodie da un lato e certe propensioni depressive dall’altro; si passa così con buona fluidità da uno stile tipicamente tedesco, solenne e al contempo teatrale (Falscher Frühling e la title track sono tracce emblematiche in tal senso) a richiami più ortodossi alla tradizione scandinava.
Jahre nach der Pest è davvero un buon lavoro, sufficientemente curato sotto tutti gli aspetti per non trovarsi a rimpiangere d’aver impiegato il proprio tempo per ascoltarlo; indubbiamente il tipo di black metal offerto si rivela adatto particolarmente a chi preferisce quelle atmosfere cupe e malinconiche che Mahr non lesina affatto, facendone alla fine un solido punto di forza del suo lavoro.

Tracklist:
1. Präludium
2. Dämon
3. Rachewalzer
4. Das trübe Glas
5. Fort von hier
6. Falscher Frühling
7. Der trübe See
8. Mondfinsternis
9. Jahre nach der Pest
10. Walzer toter Zukunft
11. Verlorene Engel

Line-up:
Mahr – Everything

STEINGRAB – Facebook

ABOUT: BLANK

Il video di Dr. Jack & Mrs White, dall’album Random Rock.

Il video di Dr. Jack & Mrs White, dall’album Random Rock.

Gli italiani About:Blank (rock) hanno firmato con Too Loud Records per la realizzazione del loro nuovo album “Anthology of a Cave”.
Il full lenght album sarà mixato e masterizzato da Riccardo Daga presso il Titans Lab Studios (Ferrara).

Statement About:Blank
Questo album che stiamo componendo e registrando rispecchia a pieno quella che è la nostra idea di musica. Se il nostro primo lavoro “Random Rock” è più che altro una raccolta di brani che abbiamo composto negli anni antecedenti alla formazione about:blank definitiva, quello che andremo a rilasciare sarà decisamente più omogeneo come approccio compositivo, come sonorità e come tematiche. Quello che possiamo definire a pieno il nostro primo album sarà un progressive a metà tra il “duro” e l’acustico con temi complessi e vari ma con una stessa origine: la manifestazione pratica dell’animo umano, delle sue paure e delle sue più antiche domande. I brani presentano strutture compositive in continua evoluzione di pari passo con il tema della canzone. Le nostre canzoni sono per lo più storie e come tali in continuo cambiamento. Cerchiamo di trasmettere attraverso le sonorità e la musica lo stato d’animo del momento della
canzone-storia a prescindere dalla comprensione o dalla lettura del testo in se in modo da creare uno stimolo coerente sotto ogni aspetto.

Biografia
Il progetto about:blank nasce a Bologna nel 2012 dal desiderio di quattro ragazzi musicalmente alle prime esperienze: Enrico e Mark fondano la band e nell’arco di pochi mesi si uniscono anche Ambro e Raul. Dopo qualche anno trascorso tra fase di composizione in sala prove, i primi concerti dal vivo, ed una lunga ricerca di un secondo chitarrista, è il 2015 l’anno della svolta per il gruppo: complici l’ingresso del chitarrista Mazzio, e la collaborazione con NUKE CREW, realtà formata da altre band bolognesi, il gruppo entra in studio e registra in maniera completamente “home-made” il suo primo album, “Random Rock” che uscirà poi ufficialmente nel 2017. Dal 2016 in poi la band continua a lavorare in parallelo tra concerti a Bologna e ulteriore lavoro in studio: dopo aver vissuto le prime esperienze di buon livello sul palco, una trentina di concerti e più di 200 album venduti, la band accresce la propria consapevolezza artistica e, decide di buttarsi a capofitto sul mondo progressive rock/ progressive metal, lasciandosi solamente in parte alle spalle la grande infleunza hard rock. L’uscita del secondo album e dunque l’ufficiale cambio di genere arriveranno nel 2019 .

www.facebook.com/aboutblank.rockband
www.instagram.com/aboutblank.rockband
www.youtube.com/aboutblank

Vreid – Lifehunger

Il sound dei Vreid è ben più composito e ricco di sfaccettature rispetto a quello pur sempre apprezzabilissimo del cosiddetto black’n’roll”; così, pur senza assumere toni preponderanti, heavy metal, hard rock e altre sfaccettature entrano a buon diritto nel tessuto sonoro di Lifehunger consentendoci di ascoltare una raccolta di brani scorrevoli e convincenti.

Parlare dei Vreid non equivale certo a farlo per una qualsiasi band proveniente dalla Norvegia e dedita al black metal.

Il combo di Sogndal è, infatti, come la maggior parte dei lettori saprà molto bene, la diretta emanazione di ciò che furono i Windir, una delle band più importanti del movimento black scandinavo ed una delle prime, soprattutto, ad inserire nel genere elementi folk e pagan in maniera più convinta ed articolata.
Dopo la morte prematura di Valfar, i Windir di fatto non si sciolsero ma mutarono il loro monicker in Vreid, cambiando, saggiamente, le sonorità ed optando per un black più diretto e allo stesso tempo aspro ma non per questo monolitico.
Se gli anni migliori per il gruppo sono forse stati quelli della fine dello scorso decennio, il livello delle uscite si è sempre mantenuto ben al di sopra della media, e se una punta di opacità era stata riscontrata nei più recenti Welcome Farewell e Sólverv, si può tranquillamente affermare che con Lifehunger questa viene spazzata via per lasciare spazio a quello che, in maniera decisamente riduttiva, viene definito dalla stessa band black’n’roll.
In realtà il sound dei Vreid è ben più composito e ricco di sfaccettature rispetto a quello pur sempre apprezzabilissimo all’insegna del “palla lunga e pedalare”; così, pur senza assumere toni preponderanti, heavy metal, hard rock o addirittura qualcosa di vicino al country (Hello Darkness) entrano a buon diritto nel tessuto sonoro di Lifehunger consentendoci di ascoltare una raccolta di brani scorrevoli, intriganti e decisamente vari.
Se i Vreid scaricano tutti i cavalli in Sokrates Must Die o nella title track, d’altra parte dimostrano di sapersi muovere anche a ritmi più ragionati (One Hundred Years, Heimatt) senza perdere mai di vista il proprio filo conduttore; questi musicisti sono oggi una garanzia di qualità all’interno del genere e se, magari, la band è meno celebrata rispetto alle altre “storiche”, ciò avviene solo perché spesso ci si dimentica che si tratta della logica e naturale evoluzione di un gruppo che, nello scorso millennio, contribuì fattivamente alla crescita esponenziale di una scena che ancora oggi continua a diffondere il proprio misantropico ed irrequieto sentire.

Tracklist:
1. Flowers & Blood
2. One Hundred Years
3. Lifehunger
4. The Dead White
5. Hello Darkness
6. Black Rites in the Black Nights
7. Sokrates Must Die
8. Heimatt

Line-up:
Sture: Vocals & guitars
Strom: Guitars
Steingrim: Drums
Hváll- Bass and keys

Guest Musician
Aðalbjörn ‘Addi’ Tryggvason (SÓLSTAFIR): vocals on “Hello Darkness”

VREID – Facebook

SADIST

Il lyric video di ‘Bloody Bates’, dall’album ‘Spellbound’ in uscita a novembre (Scarlet Records).

Il lyric video di ‘Bloody Bates’, dall’album ‘Spellbound’ in uscita a novembre (Scarlet Records).

I Sadist hanno pubblicato il lyric video di ‘Bloody Bates’, il primo singolo tratto dal nuovo, attesissimo album della band ‘Spellbound’, in uscita il prossimo 9 novembre suScarlet Records.

‘Spellbound’, il nuovo, attesissimo album dei Sadist, veterani della scena Progressive Death Metal europea che tornano dunque con l’ottavo lavoro in studio. Il filo conduttore di questo nuovo lavoro è la filmografia del maestro indiscusso del brivido Alfred Hitchcock. Ogni traccia ripercorre infatti la trama di un film, tinteggiandola ovviamente di “nuances’ tipicamente Sadist, da ‘Frenzy’ a ‘Notorius’, passando per ‘The Birds’ e naturalmente per l’indimenticabile ‘Psycho’. ‘Spellbound’ è un’opera matura, un album solido ed aggressivo (sicuramente il più estremo della band ad oggi) ma sempre con gli immancabili richiami Prog/Death che hanno reso noto ed apprezzato in tutto il mondo il marchio Sadist.

La bellissima cover è opera di SoloMacello (Ennio Morricone, Nick Oliveri, Mos Generator).

Si consiglia di seguire www.scarletrecords.it per le ultime notizie.

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL – VULGAR SPEECH

L’intervista di Mirella agli emergenti Vulgar Speech.

Grazie alla reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni domenica alle 21.30 su Witch Web Radio.
Questa volta tocca ai pordenonesi Vulgar Speech.

MC Partiamo dagli inizi.La band si forma nel 2012 come quartetto. Mi raccontate la genesi di questo progetto musicale?

VS Inizialmente io, Riccardo, e mio cugino Fabio, ci divertivamo a suonare  qualche cover nel giardino di casa sua. Successivamente, decidemmo, quasi per scherzo, di provare a formare una band e con due amici creammo gli Iron Farter ( ovviamente se lo traducete capirete che era un progetto inizialmente fatto per ridere ). Successivamente, dopo aver suonato in qualche localino soprattutto cover, scegliemmo di evolverci come gruppo e creammo pezzi nostri, registrando in casa il primissimo vero progetto. Con il tempo, decidemmo di cambiare nome poiché il progetto stava prendendo una piega più “seria” e cambiammo il nome in Vulgar Speech. Con gli anni i componenti diminuirono a tre, dove il bassista Mirko si aggiunse alla band.
Da quel momento decidemmo di restare un power trio e registrammo, dopo numerosi concerti, il primo vero EP dal titolo Is this Vulgar? presso il Deposito Giordani di Pordenone.

MC Come definireste il vostro genere musicale ?

VS Un misto tra il groove, l’heavy e il melodic metal, con piccole influenze trash.

MC A chi è affidata la composizione memodica e la scrittura dei testi? Ci sono argomenti che trattate più frequentemente?

VS La composizione è affidata a tutti, sia per le canzoni sia per i testi, in modo tale da rendere il risultato qualcosa che viene fatto dal gruppo stesso e non da uno solo. Gli argomenti sono generalmente temi legati all’essere umano: vita, morte, il superamento delle difficoltà ecc.

MC Il vostro primo disco viene pubblicato a giugno del 2015. Com’è stato l’impatto con il pubblico e la critica?

VS Per certi versi molto buono, nonostante avessimo scelto di registrare qualcosa di “grezzo”, non troppo trattato come molti altri progetti, per altri ci venne spesso criticato il fatto di aver fatto dei “collage” di generi. Questa critica però non ci ha fermati, ne abbiamo fatto tesoro e ora abbiamo un materiale molto più amalgamato, orientato sul groove/melodic metal, che si caratterizza da riff forti che si trascinano ed alternano con melodie più lente e melodiche. Speriamo presto di registrare in studio l’album!

MC Quali difficoltà incontra una band come la vostra a trovare una casa discografica? Avete qualche esperienza in merito?

VS Sì, esperienze legate a richieste di denaro elevate solo per una sponsorizzazione che, alla fine, non vale nulla, specialmente se hai solo un EP a disposizione, poiché molti preferiscono investire su un album piuttosto che su un EP. Siamo comunque in cerca di un etichetta e con il prossimo album speriamo di proseguire con nostro progetto.

MC Preferite il rapporto diretto col pubblico, quindi i live o vi trovate più a vostro agio in sala registrazione?

VS Assolutamente live! L’impatto che abbiamo sul pubblico, nonostante il fatto di essere solo in tre, è sempre stato buono ed apprezzato.

MC State lavorando ad un nuovo album? Quali sono i progetti immediati?

VS Come dicevo prima, il materiale per il nuovo album è quasi pronto, appena le finanze lo permetteranno potremmo procedere con le registrazioni. Altri progetti sono l’aver fatto il video ufficiale, disponibile su YouTube, della nostra Can U Really..?, track n° 5 del nostro EP.

MC Dove i nostri ascoltatori possono seguirvi? ( pagina, sito, live…)

VS Facebook: Vulgar Speech Instagram: vulgarspeech  Twitter: vulgarspeechban

Riporto esattamente come cercarci, è più facile!

Martyr Lucifer – Gazing at the Flocks

Gazing at the Flocks è un album che merita un’attenzione diversa da quelle che molto spesso viene rivolta nei confronti di estemporanei progetti paralleli; Martyr Lucifer, nonostante il monicker faccia riferimento al singolo musicista, ha tutte le sembianze della band vera e propria e come tale va considerata, con tutte le positività che la cosa implica.

Gazing at the Flocks è il terzo full length marchiato Martyr Lucifer, progetto dell’omonimo leader degli Hortus Animae.

Come avevamo già visto in passato, qui non si rinvengono tracce di black metal bensì un sound maturo e molto curato, a cavallo tra dark wave e gothic con più di una digressione alternative; anche per questo motivo l’album scorre in maniera piuttosto lineare e gradevole, senza necessitare di diversi ascolti per apprezzare i buoni spunti melodici ed i chorus disseminati al suo interno.
Ecco, forse questa ingannevole sensazione di leggerezza può costituire il solo limite di un’opera ben costruita e che vede protagonisti, oltre al musicista romagnolo con il suo timbro profondo e molto adatto al genere, la vocalist ucraina Leìt, l’arcinoto Adrian Erlandsson alla batteria e l’ottimo ungherese Nagaarum alla chitarra, oltra a Simone Mularoni a fornire il proprio contributo in sala d’incisione non solo al di là del vetro ma anche al basso.
Il risultato è quindi oltremodo soddisfacente, tanto più dopo aver constatato che, in effetti, ad ogni successivo passaggio nel lettore molti brani rivelano interessanti sfumature sfuggite al primo approccio; se, da una parte, non ci troviamo di fronte ad un’opera epocale, va dato atto a Martyr Lucifer d’aver assemblato un lavoro privo di particolari punti deboli ma, semmai, con diversi picchi rappresentati dalla suadente Benighted & Begotten (notevole il duetto vocale) e le centrali Feeders, aka Heterotrophy / Saprotrophy e Leda and the Swan Pt. 1; resta, alla fine l’impressione d’aver ascoltato musica di qualità, collocabile senz’altro nella scia delle band guida del genere (Tiamat, The 69 Eyes) ma anche, a tratti, del Peter Murphy solista, il che è indicativo di un’oscurità diffusa che avvolge Gazing at the Flocks conferendogli un’aura a suo modo differente rispetto ai modelli citati.
In buona sostanza Gazing at the Flocks è un album che merita un’attenzione diversa da quelle che molto spesso viene rivolta nei confronti di estemporanei progetti paralleli; Martyr Lucifer, nonostante il monicker faccia riferimento al singolo musicista, ha tutte le sembianze della band vera e propria e come tale va considerata, con tutte le positività che la cosa implica.

Tracklist:
1. Veins of Sand Pt. 1
2. Veins of Sand Pt. 2
3. Bloodwaters
4. Feeders, aka Heterotrophy / Saprotrophy
5. Leda and the Swan Pt. 1
6. Leda and the Swan Pt. 2
7. Wolf of the Gods
8. Somebody Super Like You
9. Benighted & Begotten
10. Spiderqueen
11. Flocks
12. Halkyónē’s Legacy, aka The Song of Empty Heavens

Line-up
Martyr Lucifer – vocals, synth, programming
Leìt – vocals
Adrian Erlandsson – drums
Nagaarum – guitars
Simone Mularoni – bass (session)

MARTYR LUCIFER – Facebook

STINS

Il video di “Ride my skin”, dall’album in uscita a novembre (Red Cat).

Il video di “Ride my skin”, dall’album in uscita a novembre (Red Cat).

Gli STINS, lanciano in anteprima il primo singolo “Ride my skin”, tratto dal loro full length, in uscita i primi di novembre per Red Cat Records.

Qui invece il brano su Spotify:
http://open.spotify.com/album/588WxK0s7HYq9kg8iH77d7

Acquistabile su tutti gli store mondiali tramite The Orchard:
https://www.amazon.it/Ride-My-Skin-Stins

CONTATTI BAND:
Facebook: www.facebook.com/thestinsofficial
Instagram: thestinsbandofficial

LABEL:
www.redcatpromotion.com

BRVMAK

Il video di “Genesis”, dall’album “In Nomine Patris”, in uscita a 27 ottobre (Sleaszy Rider Records).

Il video di “Genesis”, dall’album “In Nomine Patris”, in uscita a 27 ottobre (Sleaszy Rider Records).

http://goo.gl/FsX77D

I Progressive Death Metallers Brvmak hanno pubblicato il nuovo video per il brano “Genesis”, secondo singolo tratto dall’album “In Nomine Patris”, disponibile in pre-order ed in uscita il 27 ottobre per Sleaszy Rider Records.

Il frontman Sergio Rosa commenta:
“Il brano è focalizzato sull’evento biblico della Genesi, quando Adamo ed Eva scelgono il percorso della conoscenza attraverso la mortalità sulla terra, piuttosto che l’immortalità nell’Eden. È facile comparare questa storia all’esistenza umana attuale, pervasa da un costante senso di incompletezza, che può essere riempito solo dalla conoscenza”.

Il video è stato diretto da Francesco Ricciardi presso Spazio Cales – Interno36, attrici: Sara Carturan, MUA – Martina Fiorini.

“In Nomine Patris” è disponibile in pre-order nel formato jewel case CD con booklet di 12 pagine che include un poster A4 autografato, solo per i primi 50.

PRE-ORDER qui : http://goo.gl/Rvyivs

Tracklist :

1. Preludio Alla Genesi
2. Genesis
3. Tetragrammaton
4. Preludio All’Oblio
5. Oblivion
6. Vindictae
7. Omnipotence
8. Golgota
9. Toccata In Si Minore
10. Revelations

Registrato, mixato e masterizzato presso Time Collapse Recording Studio di Roma da Alessio Cattaneo e Riccardo Studer (Novembre, Ade, Scuorn).
Special guest: Paul Masvidal (Cynic).
Cover artwork di Graziano Roccatani.

Out 27th October 2018 via Sleaszy Rider Records.

Iscriviti al canale youtube BRVMAK qui : https://goo.gl/VKyLUz

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Riven – Hail To The King

Trattandosi della prima uscita con il marchio Riven,  Hail To The King strappa una comoda sufficienza, non solo di stima ma anche per le valide intuizioni, sicuramente da sviluppare in futuro, disseminate nei primi due brani.

Esordio per la one man band Riven, creatura del musicista belga Zeromus (Tom Mesens).

Quello offerto in Hail To The King è un funeral doom piuttosto minimale ma apprezzabile, anche se la distanza qualitativa rispetto ai modelli ai quali Mesens si rifà resta decisamente marcata.
Skepticism, Thergothon, Evoken and Ahab vengono indicati quali fonti di ispirazione in sede di presentazione, ma in realtà sono le due band finlandesi a contribuire in maniera pressoché totale all’idea compositiva messa in campo per l’occasione.
Dei primi troviamo sicuramente il ricorso all’organo, strumento che offre sempre aspetti peculiari all’interno dei lavori in cui viene utilizzato in maniera più corposa, mentre dei secondi si rinviene soprattutto un certo minimalismo sia a livello compositivo che di produzione.
I tre lunghi brani, tutti della durata di poco inferiore al quarto d’ora, si snodano così come ce li si sarebbe aspettati:  lenti, solenni ma anche fin tropo lineari in certi frangenti; uno dei problemi dell’album è che l’intensità va a scemare man mano che si procede lungo la tracklist e così, mentre The Plague e The Bells Sound Once More sono tutto sommato buone tracce nella quali Mesens lascia trasparire in maniera più decisa la propria devozione agli Skepticism (cosa che non può mai essere nociva, per forza di cose), la title track si trascina senza mai decollare a livello di coinvolgimento emotivo.
Insomma, ci sono diverse cose da rivedere, sia per quanto riguarda il comparto esecutivo, sia per l’equilibrio dei suoni (in particolare quelli della batteria) ma, trattandosi della prima uscita con il marchio Riven,  Hail To The King strappa una comoda sufficienza, non solo di stima ma anche per le valide intuizioni, sicuramente da sviluppare in futuro, disseminate nei primi due brani.

Tracklist:
1. The Plague
2. The Bells Sound Once More
3. Hail to the King

Line-up:
Tom Mesens (aka Zeromus): All instruments and vocals

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