Eternal Rot – Cadaverine

Cadaverine è una prova tutt’altro che trascurabile, forte di un’ortodossia stilistica che mai come in questo caso appare inattaccabile quanto gradita.

Cadaverine è il primo album per gli Eternal Rot, autori di un death doom che tiene totalmente fede alla ragione sociale e alla copertina per le sonorità offerte.

I quattro brani, infatti, si snodano lungo una linea di putridume sonoro, con sonorità distorte e ribassate ed un growl degno del brutal più verace; se la varietà sonora latita, come contraltare troviamo una capacità non così scontata di evocare sensazioni quanto mai morbose, rendendo il tutto un prodotto in grado di soddisfare gli amanti di entrambi i generi dai gusti più vintage.
Mayer e Grindak sono due musicisti polacchi (anche se il secondo vive nel Regno Unito) il cui primo e unico parto risale ad un demo datato 2013, prima che i connazionali della Godz Ov War li inserissero nel loro mefitico roster; in mezz’ora scarsa, Cadaverine lascia la sua riprovevole scia di putrefazione senza che il duo molli mai la presa, chiudendo anzi a doppia mandata i cancelli del cimitero che hanno eletto quale loro dimora concettuale.
La formula è per certi versi semplice e ampiamente battuta, ma anche per questo non è affatto scontato renderla avvincente e relativamente appetibile per una cerchia seppure ristretta di ascoltatori.
Parlare dei singoli brani è superfluo, perché dalla prima nota di Undying Desolation fino all’ultima di Slough of Despond gli Eternal Rot ci tengono rinchiusi senza cedimenti o pentimenti nella cripta che hanno creato usando materiale grezzo, ma capace di resistere lungamente all’usura del tempo.
Cadaverine è una prova tutt’altro che trascurabile, forte di un’ortodossia stilistica che mai come in questo caso appare inattaccabile quanto gradita.

Tracklist:
1. Undying Desolation
2. In Their Decaying Eyes
3. Putrid Hallucination
4. Slough of Despond

Line-up:
Mayer – Vocals, Guitars, Bass, Drum programming
Grindak – Vocals, Lyrics

ETERNAL ROT – Facebook

Sektarism – Fils de Dieu

L’unica maniera per ascoltare la musica dei Sektarism senza essere respinti con perdite è quella di cogliere, innanzitutto, il senso della loro proposta dal punto di vista concettuale: compreso questo, ovvero il fatto che la band transalpina mette in scena un sorta di autoflagellazione musicale, allora si può tentare di aprire questo terrificante libro e sfogliarne la pagine.

C’è chi considera già le forme, per così dire, canoniche del funeral doom un qualcosa di totalmente alieno alla propria concezione di musica.

Bene, si sappia allora che si può anche andare ben oltre una straziante evocazione del dolore e del senso della caducità umana, come avviene per esempio con l’opera dei Sektarism, combo francese giunto con Fils de Dieu al proprio terzo full length.
Questa sorta di confraternita del dolore formata da musicisti gravitanti nella ben conosciuta ed oblique scena black metal francese, in circolazione da circa un decennio e molto attiva in particolare negli ultimi tre anni, ha ripreso a martellare impietosamente l’audience per ribadire con forza l’ignominia dell’esistenza umana.
Quello dei Sektarism è un vero e proprio rituale, che si perpetra attraverso album registrati dal vivo ed esibizioni che, immagino, siano quanto di più lontano si possa immaginare da un canonico concerto; il sound solo a tratti assume le sembianze di un funeral doom deviato, ma per lo più è segnato delle invocazioni del vocalist Eklezjas’Tik Berzerk che si stagliano incessanti su un substrato dronico/rumoristico che rifugge ogni parvenza di forma canzone.
Detto questo, l’unica maniera per ascoltare la musica dei Sektarism senza essere respinti con perdite è quella di cogliere, innanzitutto, il senso della loro proposta dal punto di vista concettuale: compreso questo, ovvero il fatto che la band transalpina mette in scena un sorta di autoflagellazione musicale, allora si può tentare di aprire questo terrificante libro e sfogliarne la pagine provando a lasciarsi ferire le carni dai dieci minuti di urla strazianti di Oderint Dum Metuant, che altro non sono poi che una sorta di lunga introduzione al secondo brano Sacrifice, oltre mezz’ora di disperazione sonora che ci precipita nella più assoluta oscurità.
Fils de Dieu è un lavoro per stomaci forti ed orecchie ben allenate, ma pensare di sfuggire ai Sektarism è un vano tentativo; in fondo tutti noi dovremmo cominciare a ragionare sull’opportunità di espiare, prima o poi, la colpa di esistere, perché quando ne saremo chiamati a rispondere sarà inevitabilmente troppo tardi.

Tracklist:
1.Oderint dum metuant
2.Sacrifice

Line-up:
Shamaanik B. – Drums
Messiatanik Armrek – Guitars
Eklezjas’Tik Berzerk – Vocals
Kristik A.K. – Bass

GERDA

Il video di “Lulea, TX”, dall’album “Black Queer”.

Il video di “Lulea, TX”, dall’album “Black Queer”.

“One of the best noisecore bands coming out of Italy these days”.
CVLT NATION

Italy’s GERDA have made a name for themselves as a premiere noise/shoegaze/post-everything band. Each album is an oppressive slab of frantic, emotive and dark music, somehow building on the framework of acts such as Neurosis and Drive Like Jehu, among others. They return this year with a brand new release titled “Black Queer”, which expands upon the foundation laid down with the earlier releases. Each of the songs are haunting and unique in their expressions and linger in the memory long after the album is over.

Says GERDA:

“‘Black Queer’ is our fifth album, recorded and produced by ourselves and delivered to you thanks to 4 italian diy labels.
It is another step in our search for chaos and confusion in sound and style. Our musical language is identified by the permanent overlapping of different rhythmic, harmonic, lyric and sound ideas, we don’t know what will be the synthesis of these elements in advance. Our sound is a life form not the product of a factory. Composing to us is releasing natural and heterogeneous images, then help them survive altogether within the same musical space, within the same pentagram, within the same metronome, within the same metaphor.
Ok, genres exist, and there’s a whole stylistic equipment that you inevitably meet and you inevitably use or chose not to but anyway you cannot escape from coping with it. We know there’s a tradition.
Now, one who listens to our music has probably already listened to a lot of punk, hc, post punk, noise, post rock, post hc, rock and roll, garage, kraut, psychedelia, metal, drone, isolationist electronic music, industrial, techno. Just like we did. What remains of all this in ‘Black Queer’?
Enough, we hope, to maintain a dialogue between us and the tradition to which we feel we belong, and at the same time we know it is a unique record. Openly dedicated to Francesco Vilotta, musician and unsettled seeker of the absolute. It is a homage and an invitation to slam one’s own diversity in the face instead of hiding it, one’s own being opposite”.

Tracklist:
1. Jeg kjorer inn i tunellen
2. Lulea, TX
3. Mare
4. Terzo regno
5. Notte
6. Hafenklang
7. Figlia
8. Theme

Line-up:
Alessandro Turcio
Alessio Compagnucci
Andrea Pasqualini
Roberto Vilotta

Contacts:

gerdatuasorella@gmail.com
shoverecords@gmail.com
wallacerecords.com
sonatineproduzioni.bandcamp.com
bloodysoundfucktory.com
openaudio.it

Credits:
“Figlia” originally written and performed by Vel, original version included in “VEL” (Bloody Sound Fucktory 2014)
“Theme” originally written and performed by PIL
Recorded by Alessio Compagnucci among the hills between Montecarotto (AN) and Poggio S. Marcello (AN) summer 2017
Mixed by Alessio Compagnucci and Gerda at SCA TNT Jesi (AN), fall 2017
Mastered by Maurizio Giannotti at New Mastering, Milano
Artwork by Alessio Compagnucci and Mirko Spino

Discography
Gerda (Wallace, Shove, Donnabavosa 2005)
Cosa Dico Quando Non Parlo (Wallace, Shove, Donnabavosa, Sons of Vesta, Concubine 2007)
Gerda (Bloody Sound Fucktory, Wallace, Shove, The Fucking Clinica 2009)
w/ Dead Like Me – Me And Gerda Are Both Dead Like You (Wallace, Shove, Prototype, The Left Hand, Swarm Of Nails, Not A Pub 2012)
Your Sister (Wallace, Shove, La Fine, Sonatine, Fallodischi 2014)
w/ Tutti i Colori del Buio, Storm O, Chambers – Nerorgasmo 1985-2015 (Escape From Today, Bare Teeth 2015)
w/ Lleroy – Vipera / Siluro (Bloody Sound Fucktory 2017)
w/ Moe – Karaoke (Wallace, Shove, Icore 2017)

P.H.O.B.O.S. – Phlogiston Catharsis

Nonostante le sue tetragone sembianze, Phlogiston Catharsis è un album che desta notevole interesse, a patto d’essere già abbastanza in sintonia con le devianze metalliche proveniente dalla terra francese.

Il mio ultimo incontro con i P.H.O.B.O.S. risale a qualche anno fa in occasione dello split album con i connazionali Blut Aus Nord, ma in realtà il progetto di Frederic Sacri arriva abbastanza da lontano, avendo mosso i primi passi all’inizio del nuovo millennio.

Phlogiston Catharsis è il quarto full length che, indubbiamente, conferma questa entità come un qualcosa volto a non fare sconti all’ascoltatore, tramortito dal pervicace industrial che bandisce ogni ammiccamento ritmico per lasciare al doom e al black più sperimentale il compito di fungere da base stilistica.
Volendo esemplificare al massimo, ascoltare i P.H.O.B.O.S. potrebbe essere paragonabile a quello che accadrebbe se una band sludge decidesse di coverizzare i Godflesh, rallentandone così lo squadrato ed incessante incedere ed accentuando al massimo le tonalità ribassate, tanto da produrre una sorta di rombo sullo sfondo, volto ad accompagnare sporadiche note di lancinante chitarrismo ed uno screaming malignamente filtrato e distorto.
Nonostante le sue tetragone sembianze, Phlogiston Catharsis è un album che desta notevole interesse, a patto d’essere già abbastanza in sintonia con le devianze metalliche proveniente dalla terra francese; solo così brani temibili come Igneous Tephrapotheosis (forse quello più “orecchiabile” dell’intero lavoro, il che è tutto dire) o la rituale Aljannashid avranno una chance di indurre una certa frequenza d’ascolto .
Il risultato finale è alienante il giusto per intrigare gli ascoltatori più spericolati e indurre alla fuga tutti gli altri; a Sacri penso vada benissimo così, e non c’è alcun motivo perché debba cambiare il suo disturbante modus operandi.

Tracklist:
1. Biomorphorror
2. Igneous Tephrapotheosis
3. Zam Alien Canyons
4. Aurora Sulphura
5. Neurasthen Logorrh
6. Taqiyah Rhyzom
7. Aljannashid
8. Smothered In Scoria

Line-up:
Frederic Sacri – distortion / keys / pulse / vox
Mani Ann-Sitar, distortion / keys / vox
Magnus Larssen – subs / infras / lines / pulse

P,H.O.B.O.S. – Facebook

NEVROREA

Il video di “Revolver”, dall’album in uscita in ottobre (Suburbansky Records).

Il video di “Revolver”, dall’album in uscita in ottobre (Suburbansky Records).

Il bellissimo videoclip di “Revolver” su YouTube ed in esclusiva sulla home page di Rock Hard Italy!

Inoltre il brano è disponibile su tutte le piattaforme digitali in streaming e download.
“Revolver” è il secondo singolo dei Nevrorea, tratto dal loro primo full length in uscita questo ottobre per Suburbansky Records.

“Quando dentro di noi è freddo,ci scegliamo per accenderci l’un l’altro, innescarci come fuochi, a volte senza una logica. Ci scegliamo per illuderci, a volte senza un perchè, ci illuminiamo alimentandoci. Ma a volte noi fuochi non badiamo agli zampilli, dal fuoco nasce un rogo, e quando il rogo si consuma, l’odio ci congela.”

HELL’S CROWS

Il video di Fall Of The Divine”, dall’album omonimo (Valery Records).

Il video di Fall Of The Divine”, dall’album omonimo (Valery Records).

Il 25 settembre 2018 è la data di uscita di “Fall Of The Divine”, il nuovo video degli Hell’s Crows tratto dal loro primo album omonimo “Hell’s Crows” pubblicato il 31 marzo 2017 su etichetta Valery Records www.valeryrecords.com, distribuito da Audioglobe www.audioglobe.it/disk.php?code=8032642781605 e dai migliori stores digitali wordlwide.

Gli HELL’S CROWS, melodic-heavy metal band italiana, in collaborazione con CROWN METAL Booking Agency www.crownmetal.it sono stati impegnati nell’ultimo anno e mezzo in giro per l’Italia nella promozione dell’ultimo lavoro in studio, spesso dividendo il palco con colleghi di fama nazionale ed europea come PINO SCOTTO, SKW, NECRODEATH, TRICK OR TREAT, SKELETOON, SICK N’ BEAUTIFUL, SOUNDSTORM, EAGLEHEART, STARSICK SYSTEM, SAWTHIS e molti altri ancora.

La band presenterà l’uscita del video il 29 settembre all’Arci Tom di Mantova (MN) suonando di supporto ad Edu Falaschi (ex Angra Vocalist) e Arthemis. Per ulteriori dettagli sull’evento:
https://www.facebook.com/events/134422490757015/

Il video è stato diretto da Studio Close Up (www.studiocloseup.it) e prodotto da Studio Close Up (www.studiocloseup.it) e Randy Rush.

Operatori Camera: Roberto Balestrini e Fabio Pergolesi (Drone)

Doom Heart Fest. II con Evadne, Tethra, Lying Figures e The Holeum

Credo che tutti convengano sul fatto che bisognerebbe erigere un monumento a chi, rischiando anche del proprio a livello economico, si lancia nell’impresa di organizzare concerti doom in Italia, visto un ritorno di pubblico quasi sempre non altezza delle aspettative e soprattutto del valore del band proposte.

A maggior ragione, personalmente, lo faccio quando la persona in questione è un amico come Alberto Carmine, con il quale condivido una passione quasi (anzi, del tutto …) patologica per il genere in questione: è proprio grazie a “Morpheus”, anima della pagina facebook Doom Heart, che è stato possibile rivedere all’opera in Italia dopo diversi anni gli spagnoli Evadne, autori con A Mother Named Death di uno dei migliori dischi degli ultimi anni in ambito death doom melodico.
Il Doom Heart Festival è arrivato dunque alla sua seconda edizione (nella prima, tenutasi l’anno scorso al Blue Saloon di Bresso, gli headliner erano stati i Marche Funebre) rilanciando a livello di presenze internazionali con la chiamata anche degli altri iberici The Holeum e dei francesi Lying Figures, e con i padroni di casa Tethra nuovamente a completare il cast.
L’onere (e l’onore) di ospitare la serata è stato questa volta The One di Cassano d’Adda, locale che si è rivelato adatto per questo target di concerti, anche grazie alle buone sonorità delle quali hanno potuto godere tutta le band.
Purtroppo il poco agevole viaggio, di questi tempi, dalla nostra Genova (dalla quale mi sono mosso assieme ad altri due partner di MetalEyes come Massimo e Alberto, e ad un appassionato di musica a 360° come Roberto) mi ha consentito di vedere solo la seconda metà dell’esibizione dei The Holeum, sotto forma di due lunghi brani davvero di grande spessore dal punto di vista esecutivo ed emotivo.
Questa band, di formazione recente ma composta da musicisti piuttosto esperti, ha finora all’attivo il solo full length Negative Abyss, uscito due anni fa e senz’altro convincente nel suo combinare la malinconia del doom con il cupo incedere del migliore post metal; il valore di quel lavoro è stato confermato anche nei venti minuti di esibizione alla quale abbiamo assistito, nel corso dei quali è emersa l’imponente presenza scenica del vocalist Pablo.
A seguire è stato il turno dei Lying Figures, band di Nancy postasi prepotentemente all’attenzione degli appassionati con il magnifico album The Abstract Escape: la proposta dei transalpini si è rivelata molto più aspra e nervosa rispetto a chi li ha preceduti e il tutto, unito ad una spasmodica intensità, ha davvero avvolto il locale di un’aura quanto mai oscura ed opprimente.
Il sound dei Lying Figures non è certo di immediata assimilazione, quindi a maggior ragione va dato loro atto d’essere stati in grado di coinvolgere anche chi, tra i presenti, probabilmente non ne conosceva la produzione: anche qui il contributo di un frontman interpretativo e versatile come Thibault si è rivelato il classico valore aggiunto.

Il compito di precedere gli headliner è toccato ad una realtà consolidata della scena nazionale come i Tethra, i quali, purtroppo, hanno dovuto affrontare diversi contrattempi sopraggiunti a ridosso della data, per cui, tra defezioni, infortuni e quant’altro hanno deciso di onorare comunque la serata pur dovendosi esibire in formazione necessariamente rimaneggiata. Questo non ha impedito a Clode e ai suoi compagni di offrire un set breve ma valido, improntato più sull’album d’esordio che non sul più recente Like Crows On The Earth. Nonostante tutto il vocalist non intende affatto mollare la presa ma, anzi, rilancia, con il reclutamento di nuovi musicisti che sembra essersi concluso con l’imminente ingresso nella line-up di nomi piuttosto noti nella scena.

A questo punto mancavano solo gli Evadne per mettere il punto esclamativo su una serata di ottima musica e i ragazzi spagnoli non hanno certo deluso le aspettative: del resto era difficile aspettarsi qualcosa di differente dagli autori di dischi magnifici come The Shortest Way e, soprattutto, A Mother Named Death.
Certo, chi vuole trovare il pelo nell’uovo ha gioco facile nel rinvenire nel suond degli Evadne diversi richiami ai maestri Swallow The Sun, ma chi pensa di anteporre la ricerca dell’originalità alla profusione di emozioni in un genere come il doom direi che ha decisamente sbagliato indirizzo.
Cioè che conta sono le canzoni, e autentiche gemme sonore come Abode of Distress, Heirs Of Sorrow e Colossal sono in grado di condurre chiunque in una sorta di deliquio emotivo che è, ovviamente, un qualcosa che non potrà mai essere prerogativa di un semplice copista.
Albert, Jose è e compari sono dei magnifici musicisti, capaci di interpretare al meglio il genere nella sua veste più melodica ed evocativa, e chi era presente sabato sera al The One lo ha potuto constatare di persona, godendo di un set dedicato quasi per intero all’ultimo lavoro, con la sola One Last Dress for One Last Journey a rappresentare il precedente full length.
Detto ciò, a livello di coinvolgimento posso dire d’aver provato sensazioni del tutto simili a quelle conseguenti ai concerti dei Saturnus o dei Clouds, e credo che questo spieghi tutto più di tante altre parole.

In definitiva, questo ennesimo sforzo organizzativo da parte di Alberto ha fornito i frutti sperati a livello qualitativo ma, purtroppo, non dal punto di vista della risposta del pubblico e tutto questo, nel bene e nel male era ampiamente prevedibile.
E’ grazie alla pervicacia che rasenta la visionarietà di persone come lui che chi ama un genere di nicchia come il doom ha la possibilità di vedere dal vivo le proprie band preferite, ma è chiaro che con questo andazzo tali opportunità rischiano di farsi sempre meno frequenti (con quale spirito i Saturnus, per esempio, tornerebbero in Italia dopo che nel loro ultimo concerto a Collegno – giusto 3 anni fa – i presenti erano a malapena una ventina?), fino a costringere gli appassionati a doversi sobbarcare qualche viaggio oltre confine; al riguardo sono curioso (o forse sarebbe meglio dire timoroso) di scoprire quel potrà essere la risposta del pubblico in occasione del concerto dei Mournful Congregation programmato il 5 dicembre a Milano.
Vi saprò dire …

Duncan Evans – Prayers for an Absentee

La vena folk di Duncan Evans si è spostata verso una forma di cantautorato ancora più evoluto, ed il risultato è Prayers for an Absentee, uno dei dischi più belli ed intensi ascoltati quest’anno.

Svestiti definitivamente i panni vittoriani di Henry Hyde Bronsdon , l’ex chitarrista degli A Forest Of Stars, Duncan Evans, punta con decisione sulla sua carriera solista, ben avviata con il full length Lodestone del 2013.

Rispetto a quegli esordi, la vena folk del musicista inglese si è spostata verso una forma di cantautorato ancora più evoluto, all’interno del quale si possono rinvenire le più disparate fonti di ispirazione delle quali lascio volentieri l’individuazione alla sensibilità ed alla conoscenza di ognuno, perché ogni brano di questo splendido lavoro, intitolato Prayers for an Absentee, deve essere ascoltato ed assimilato senza alcun condizionamento.
Quella di Evans è infatti una cifra stilistica personale, ed è chiaro che se personalità iconiche come quelle di Nick Cave o di Leonard Cohen possano a tratti balenare nell’immaginario di ciascun ascoltatore, ciò deriva dal fatto che nulla si crea o si distrugge, e la capacità dell’artista di spessore superiore è appunto quella di modellare e dare nuove sembianze a forme già preesistenti.
Se l’opener Bring Your Shoulder si rivela trascinante fin dal suo incipit e dal chorus (non a caso la canzone è stata scelta per girare un video) , quella vena di allegria che si tende a percepire è in realtà del tutto illusoria, visto che i testi, colti, introspettivi e profondi, vanno in tutt’altra direzione sposandosi ancora meglio con il lirismo toccante di brani come Us And Them And You And Me, I Know e Christabel, ma parliamo solo degli episodi da me prediletti in quanto più vicini ad un personale sentire; infatti Poppy Tears non è da meno grazie ad una struttura melodica di fluidità stupefacente, e le stesse Borderlands Prayer, Trembling e Time sono canzoni che da sole nobiliterebbero qualsiasi altro lavoro.
Nonostante l’impronta sia quella di un progetto solista, Duncan Evans si avvale in toto del supporto di una band vera e propria, formata da musicisti i quali ne esaltano l’ispirato songwriting che lo rende, oggi, uno dei più credibili ed efficaci artisti in grado di raccogliere il testimone da quei giganti citati in precedenza; un tale approdo, del resto, può sorprendere solo chi continua a pensare che i musicisti dal background metal siano un’indistinta accozzaglia di illetterati buzzurri.
Al di là degli steccati di genere, Prayers for an Absentee trova un suo diritto di cittadinanza al’interno di MetalEyes semplicemente perché si tratta di uno dei dischi più belli ed intensi pubblicati quest’anno, e questo basta ed avanza per raccomandarne l’ascolto a chi rovista incessantemente nel pozzo senza fondo contenente le nuove uscite, allo scopo di ricavarne qualcosa dal grande impatto emotivo.

Tracklist:
01. Bring Your Shoulder
02. Borderlands Prayer
03. Us And Them And You And Me
04. Trembling
05. Poppy Tears
06. I Know
07. Christabel
08. Time

Line-up:
Duncan Evans
Ol Jessop
Kev Reid
Phil Cullumbine
Dershna Morker

DUNCAN EVANS – Facebook

SOUND STORM

Il video di To The Stars (Rockshots Records).

Il video di To The Stars (Rockshots Records).

Symphonic epic metallers Sound Storm have just unleashed the brand new video and single of the song “TO THE STARS”.
SOUND STORM – To The Stars (Official Music Video)
The song was mixed and mastered once again by the renowned Joost Van Den Broek (Epica, Ayreon, After Forever and many more) at Sandlane Recording Facilities in The Netherlands.

This is the first official release with the new line-up made of:
Chiara Tricarico – Vocals
Andrea Racco – Vocals
Valerio Sbriglione – Lead and Rhythm Guitar
Elena Crolle – Piano, Keyboards and Arrangements
Massimiliano Flak – Bass
Rocco Mirarchi – Rhythm Guitar
Mattia Rubino – Drum

Sound Storm will be on tour in September and October alongside the mighty Haggard on the upcoming “Bards of Symphony and Metal” tour
Tue 18 Sep – Essen, Turock (GER)
Wed 19 Sep – Z7 , Pratteln (SWI)
Thu 20 Sep – Substage, Karlsruhe (GER)
Fri 21 Sep – Backstage, München (GER)
Sat 22 Sep – Hellraiser, Leipzig (GER)
Sun 23 Sep – Bi Nuu, Berlin (GER)
Mon 24 Sep – Markthalle, Hamburg (GER)
Tue 23 Oct – Szene ,Wien (AT)
Thu 25 Oct – Form Space, Cluj-Napoca (ROM)
Fri 26 Oct – Quantic, Bucharest (ROM)
Sat 27 Oct – TBA, Sofia (BUL)
Tue 30 Oct – Dom Im Berg, Graz (AT)
Wed 31 Oct – Dagda Live Club, Retorbido (ITA)

The new single “TO THE STARS” is available for download and streaming on the major digital platforms:
http://smarturl.it/SoundStorm

For further info and news:
www.sound-storm.it
facebook.com/soundstormworld
instagram.com/soundstormworld
youtube.com/powerofsoundstorm
www.rockshots.eu

REVOLUTIO

Il video di ‘The Oracle’, dall’album Vagrant in uscita a novembre (Inverse Records).

Il video di ‘The Oracle’, dall’album Vagrant in uscita a novembre (Inverse Records).

I thrasher post apocalittici REVOLUTIO hanno pubblicato un nuovo video per The Oracle. Il brano fa parte del nuovo album Vagrant, la cui uscita è prevista per il 9 Novembre su Inverse Records. Il video è disponibile a questo link: https://goo.gl/vuZg9C

Il cantante Maurizio Di Timoteo ha commentato: “Siamo entusiasti di pubblicare questo video. L’abbiamo girato in una location a dir poco apocalittica, la vecchia fabbrica della Bugatti, e ha coinvolto un cast di 20 persone inclusi attori, truccatori e comparse. E’ stata un’esperienza incredibile!”

Nel video un viaggiatore vaga in un mondo distopico consumato da una divinità ibrida uomo-macchina chiamata l’Oracolo. L’uomo, colmo di dubbi e rabbia, chiede al folle idolo le ragioni di questa distruzione. Lei gli rivela che la ragione di questa epurazione è il miglioramento dell’umanità, poiché solo attraverso la sofferenza le nostre anime possono rinascere.

Potete ascoltare The Oracle in streaming su Spotify o pre-ordinare l’album Vagrant qui di seguito: https://goo.gl/At5KGc

La band ha annunciato di essere diventato un quintetto con l’ingresso in formazione di Carlos Reyes Vergara. Vergara sostituisce Di Timoteo alla chitarra ritmica, permettendo a Di Timoteo di concentrarsi sulle voci e sulla creazione di nuovi contenuti.

Tracklist:
1. Aftermath
2. Meek and the Bold
3. What Breaks Inside
4. The Oracle
5. Ozymandias
6. Eclipse
7. Silver Dawn
8. Requiem
9. Daydream
10. The Great Silence

REVOLUTIO line-up:
Maurizio Di Timoteo – Voce
Luca Barbieri – Chitarra solista
Carlos Reyes Vergara – Chitarra ritmica
Francesco Querzé – Basso
Davide Pulito – Batteria

REVOLUTIO online:
http://www.facebook.com/revolutioband
http://www.instagram.com/revolutioband
http://www.vk.com/revolutioband
http://www.youtube.com/revolutioband
http://www.revolutioband.com

INVERSE RECORDS online:
https://www.inverse.fi

Fear Of Domination – Metanoia

Il risultato finale è un album come detto gradevole, ammantato di una cattiveria di facciata che copre come un sottilissimo velo contenuti nella loro sostanza ben più morbidi: certo, i dischi brutti sono diversi da Metanoia, ma anche quelli che dovrebbero migliorare la vita a chi li ascolta …

Nonostante siano apparentemente ancora molto giovani, i finlandesi Fear Of Domination sono attivi da una decina d’anni e questo ultimo Metanoia rappresenta il loro sesto full length.

La band nordica è formata da ben otto elementi (con due vocalist) e questo sicuramente favorisce la costruzione di un sound piuttosto saturo, specialmente nei passaggi più robusti che sono l’espressione meglio riuscita di un sound che si muove tra un pizzico di industrial e pulsioni gothic/elettroniche che vanno a confluire in una forma di modern metal piuttosto ammiccante.
Fatte le debite premesse, non si può non rimarcare il fatto che il prodotto dei Fear Of Domination sia sicuramente ricco di un certo appeal commerciale, aspetto che è il suo pregio ma, soprattutto, il suo limite visto che, alla lunga, anche dopo diversi ascolti, rimane ben poco se non l’impressione d’aver ascoltato un album ben costruito, a tratti divertente, ma che in una fascia di ascoltatori più adulta faticherà a ricavarsi una seconda od una terza chance di passaggio nel lettore.
La sensazione è che la band provi a sondare un po’ tutte le strade del metallo più abbordabile, sia con brani che richiamano gruppi come i Deathstars ( Sick and Beautiful, We Dominate), sia proponendo ritmi più ragionati e suadenti in quota Evanescence (Shame, Ruin) sfruttando la vena della brava vocalist Sara Strömmer, ma in definitiva creando un coacervo sonoro che richiama a tratti i più nobili Linkin Park così come l’impalpabile ed adolescenziale metalcore in voga di questi tempi.
Il risultato finale è un album come detto gradevole, ammantato di una cattiveria di facciata che copre come un sottilissimo velo contenuti nella loro sostanza ben più morbidi: certo, i dischi brutti sono diversi da Metanoia, ma anche quelli che dovrebbero migliorare la vita a chi li ascolta …

Tracklist:
1. Dance with the Devil
2. Obsession
3. Face of Pain
4. Sick and Beautiful
5. Shame
6. Lie
7. We Dominate
8. The Last Call
9. Mindshifter
10. Ruin

Line-up:
Saku Solin – Vocals
Lauri Ojanen – Bass
Jan-Erik Kari – Guitars
Johannes Niemi – Lead guitars
Vesa Ahlroth – Drums
Lasse Raelahti – Keyboards
Sara Strömmer – Vocals
Miikki Kunttu – Percussions, stage monkey

FEAR OF DOMINATION – Facebook

BURNING WITCHES

Il lyric video di ‘Executed’, dall’album “Hexenhammer” in uscita a novembre (Nuclear Blast).

Il lyric video di ‘Executed’, dall’album “Hexenhammer” in uscita a novembre (Nuclear Blast).

Le Burning Witches non sono solo l’export più piccante della Repubblica Alpina, ma le cinque ragazze svizzere sono anche le più elettrizzanti nuove arrivate nella scena heavy metal old school degli ultimi anni, a livello internazionale!

Il nuovo album “Hexenhammer” sarà pubblicato il 9 novembre su Nuclear Blast.

In occasione del lancio dei pre-ordini del disco, la band pubblica il primo singolo ‘Executed’, accompagnato da un lyric video.

La band dichiara:
“Siamo molto orgogliose di mostrarvi il nostro primo lyric video per la canzone Executed’. È un brano davvero potente e veloce che racconta la storia della ‘ultima strega’ svizzera Anna Göldi e della sua tormentata esistenza. Si tratta di una vicenda vera e tragica che si adatta al tema dell’album ‘Hexenhammer’!”.

Chi pre-ordina “Hexenhammer” in digitale riceverà immediatamente ‘Executed’: http://nblast.de/BWExecuted

I pre-ordini di “Hexenhammer” in formato fisico sono attivi qui: http://nblast.de/BWHexenhammer

La tracklist di “Hexenhammer” è la seguente:
01. The Witch Circle
02. Executed
03. Lords Of War
04. Open Your Mind
05. Don’t Cry My Tears
06. Maiden Of Steel
07. Dungeon Of Infamy
08. Dead Ender
09. Hexenhammer
10. Possession
11. Maneater
12. Holy Diver
Bonus:
13. Self Sacrifice
14. Don’t Cry My Tears (acoustic)

L’album è stato prodotto al Little Creek Studio con lo stesso team del predecessore: V.O. Pulver (PRO-PAIN, DESTRUCTION, NERVOSA, PÄNZER) e la leggenda dei DESTRUCTION, Schmier, che ha aiutato e dato consigli come caro amico della band. Il risultato è un brillante album heavy metal, che toglierà il fiato agli headbangers di tutto il mondo.

La copertina è stata creata dall’acclamato artista ungherese Gyula, che ha curato anche gli artwork di gruppi quali DESTRUCTION, ANNIHLATOR, GRAVE DIGGER, STRATOVARIUS, TANKARD e molti altri.

BURNING WITCHES date:

30.08. CH Lucerne – Schüür (w/ NERVOSA, IRONY OF FATE)
01.09. A Satteins – Hard N’ Heavy

“Metal Storm Tour 2018”
con GONOREAS
05.10. E Madrid – Boveda
06.10. E Vitoria-Gasteiz – Urban Rock Concept
07.10. E Barcelona – Sala Bóveda
08.10. E Valencia – Paberse Club
09.10. E Puertollano (Ciudad Real) – Krater Rock City
10.10. E Zaragoza – Carpa Rock Interpeñas

14. – 21.10. E Mallorca – Full Metal Holiday

Album-Release-Show:
09.11. CH Brugg – Salzhaus
10.11. D – Mannheim – MS Connexion Complex **NUOVO**

“The Tour Of The Living Dead”
con GRAVE DIGGER – presentato da Rock Hard (D)
11.01. D Hanover – MusikZentrum
12.01. D Andernach – JUZ Live Club
13.01. CH Pratteln – Z7
14.01. D Munich – Backstage
15.01. D Aschaffenburg – Colos-Saal
16.01. D Saarbrücken – Garage
17.01. D Bochum – Zeche
18.01. D Glauchau – Alte Spinnerei
19.01. D Neuruppin – Kulturhaus
20.01. NL Rotterdam – Baroeg
22.01. D Hamburg – Martkhalle
23.01. D Berlin – Lido
24.01. D Bamberg – Live-Club
25.01. D Regensburg-Obertraubling – Airport-Eventhall
26.01. D Memmingen – Kaminwerk
27.01. D Ludwigsburg – Rockfabrik
28.01. F Paris – Petit Bain
29.01. UK London – Camden Underworld
30.01. B Vosselaar – Biebob
31.01. F TBA
01.02. E Bilbao – Santana 27
02.02. E Madrid – Sala Mon Live
03.02. E Barcelona – Razzmatazz 2

Le BURNING WITCHES sono:
Seraina | voce
Romana | chitarra
Sonia | chitarra
Jay | basso
Lala | batteria

Altre info:
www.facebook.com/burningwitches666

www.nuclearblast.de/burningwitches

Mørketida – Panphage Mysticism

Nessun imbellettamento sonoro, ma solo nera sostanza è quanto ci viene mirabilmente offerto grazie al misantropico sentire dei Mørketida, capaci di afferrare saldamente il testimone da chi definì le coordinate del black diverse centinaia di chilometri più ad ovest.

Dopo un demo risalente ormai a sei anni fa, si rifanno vivi i finlandesi Mørketida con una prova magnifica, capace di rievocare i fast del black metal nelle sue sembianze più pure ed originali.

Quella del duo finnico è una fuga all’indietro che trova il suo naturale approdo nella rievocazione delle pulsioni primordiali del genere, sia a livello stilistico che di rivestimento sonoro; l’operazione non è affatto, però, una superflua e nostalgica riproposizione di un qualcosa di trito e ritrito, ma un’adesione totale, nello spirito e nella forma, ai suoni che agitarono il Nordeuropa e la scena metal all’inizio degli anni ’90.
Pervicacemente lontani da ogni bagliore modernista, Nagafir Devraha e Sol Schwarz regalano un album che potrà essere apprezzato in toto solo da chi ama il genere nella sua essenza più pura: Panphage Mysticism esprime un black metal ruvido, essenziale ma nel contempo contrassegnato da un melodico e malinconico incedere.
I tre brani centrali, Serpent’s Grail, Throne of Unseen e la title track, dovrebbero essere usati in ipotetici libri di testo per spiegare ai più giovani quali siano le reali coordinate sonore del genere, ma se questo potrebbe far apparire l’operato dei Mørketida una semplice quanto riuscita operazione di copiatura ci si sbaglia: un simile lavoro sicuramente non sarebbe mai uscito se non fossero esistiti prima i vari Darkthrone, Burzum e compagnia, ma il lavoro viene restituito con una forza espressiva ed una credibilità tale da farlo apparire al 100% farina del sacco dei due finlandesi.
Nessun imbellettamento sonoro, ma solo nera sostanza è quanto ci viene mirabilmente offerto grazie al misantropico sentire dei Mørketida, capaci di afferrare saldamente il testimone da chi definì le coordinate del black diverse centinaia di chilometri più ad ovest.

Tracklist:
1. Intro
2. Invoking the Seventh Moon
3. Witchcraft
4. Serpent’s Grail
5. Throne of Unseen
6. Panphage Mysticism
7. Temple of Prevailing Darkness
8. Outro

Line-up:
Nagafir Devraha – Drums, Synths, Vocals
Sol Schwarz – Guitars, Bass

MORKETIDA – Facebook

LACUNA COIL

Il video di “Blood, Tears, Dust”, dal DVD “The 119 Show – Live In London” in uscita a novembre (Century Media Records).

Il video di “Blood, Tears, Dust”, dal DVD “The 119 Show – Live In London” in uscita a novembre (Century Media Records).

Dopo l’annuncio della release del nuovo live DVD “The 119 Show – Live In London”, disponibile a partire dal 9 novembre 2018 su Century Media Records, i LACUNA COIL hanno reso disponibile il primo video, “Blood, Tears, Dust”. Con questa uscita la band milanese festeggia i 20 anni di carriera.

Disponibile trailer, artwork e tracklist di “The 119 Show – Live In London”:

1. A Current Obsession
2. 1.19
3. My Wings
4. End Of Time
5. Blood, Tears, Dust
6. Swamped
7. The Army Inside
8. Veins Of Glass
9. One Cold Day
10. The House Of Shame
11. When A Dead Man Walks
12. Tight Rope
13. Soul Into Hades
14. Hyperfast
15. I Like It
16. Heaven’s A Lie
17. Senzafine
18. Closer
19. Comalies
20. Our Truth
21. Falling
22. Wide Awake
23. I Forgive (But I Won’t Forget Your Name)
24. Enjoy The Silence
25. Nothing Stands In Our Way.

Quella di Londra è stata una performance realmente incredibile, accompagnata dal gruppo circense Incandescence, e costellata non solo dai successi di una carriera ormai ventennale, ma anche da molti brani mai eseguiti prima dal vivo. Finalmente tutti i fan avranno la possibilità di vivere (o rivivere!) una serata storica.

La band racconta: “Quello che è successo all’O2 Forum Kentish Town a Londra il 19 gennaio è stato davvero magico. Un’esperienza che vivi una volta nella vita, sia come persona, sia come band. Il lavoro che c’è stato dietro, la tensione prima di salire sul palco, l’intensità della performance, l’energia del pubblico, sembrava tutto completamente nuovo per noi. Andava oltre tutto quello che avevamo vissuto fino a quel momento. Non si è trattato di un semplice show. È stato un evento, una festa di compleanno, la celebrazione di un anniversario e, prima di ogni altra cosa, un immenso ringraziamento a tutti quelli che ci hanno accompagnato in questo viaggio. E adesso, con la pubblicazione di ‘The 119 Show – Live in London’ abbiamo la possibilità di condividere la magia anche con quei fan che purtroppo non erano riusciti a partecipare alla nostra festa” – Lacuna Coil, luglio 2018.

I Lacuna Coil chiuderanno proprio a Milano il loro “119 SHOW TOUR” in una location intima (Santeria Social Club).
Sarà un modo per ringraziare i loro fan italiani per questi vent’anni di supporto, disponibili i biglietti.

I primi mesi del 2018, inoltre, hanno visto Cristina Scabbia nell’inatteso ruolo di Coach di The Voice of Italy. I Lacuna Coil sono stati recentemente premiati come “Best Live Band” ai prestigiosissimi Metal Hammer Golden Gods Awards di Londra. Il MEI, Meeting Annuale degli Indipendenti, ha annunciato che darà loro uno speciale riconoscimento per i vent’anni di carriera, consegnandolo di persona il 29 settembre a Faenza (Ravenna).

Lacuna Coil online:
http://lacunacoil.com/
https://www.facebook.com/lacunacoil
https://www.instagram.com/lacunacoilofficial/
http://www.twitter.com/lacuna_coil
http://www.emptyspiral.net

SOUTH OF NO NORTH

Il video di ‘Command (is better than f***)’, dall’EP ‘Stubborn’.

Il video di ‘Command (is better than f***)’, dall’EP ‘Stubborn’.

http://goo.gl/RYr8X5

I groove metallers SOUTH OF NO NORTH annunciano l’uscita del loro primo videoclip ufficiale per il brano ‘Command (is better than f***)’, secondo singolo estratto dall’EP d’esordio ‘Stubborn’.

La band napoletata esprime una dissacrante visione della società odierna unendo influenze sperimentali moderne ad un approcio groove metal vecchia scuola, che contraddistingue il loro sound potente e diretto.

I SONN hanno commentato : ‘Command is better than fuck’ (da un antico proverbio napoletano ”O cummanna’ è meglio d’ ‘o fottere’) rappresenta la necessità dell’uomo di prevaricare, di assumere il controllo schiacciando i suoi simili. Dato che spesso le parole non bastano ad esprimere questo concetto, dovevamo mostrarvelo. E dato che beviamo, e non riusciamo ad assumere il controllo sull’alcool, questo video presenta una certa vena ironica, anche perché a nostro avviso un classico video metal in cui prenderci troppo sul serio non aveva senso di esistere.”

L’EP ‘Stubborn’ e’ stato pubblicato nel Novembre del 2017 mentre il videoclip di ‘Command (is better than f***)’ è stato prodotto dai South Of No North.

Cast: Giulio Mirabella, Roberto Tarallo, Ciro Troisi, Valerio Rosato, Rosaria Nobile, Jolanda.
Make-up : Bia Marino

Iscriviti al canale youtube ufficiale dei SOUTH OF NO NORTH qui : http://goo.gl/skQAY4

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OFFICIAL STORE : http://southofnonorth.bigcartel.com/
BANDCAMP : http://sonnband.bandcamp.com
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NOSOUND RELEASE PARTY/VINCENT CAVANAGH (ANATHEMA) DJ set/UNALEI, 26 OTTOBRE 2018, WISHLIST CLUB, ROMA

La Dark Veil Productions è orgogliosa di presentare il prossimo 26 Ottobre presso il Wishlist Club di Roma il release party dei Nosound. La band capitolina guidata da Giancarlo Erra, da anni nome di punta della prestigiosa Kscope, sta per pubblicare il suo nuovo studio album dal titolo “Allow Yourself” e lo presenterà in anteprima al pubblico romano, che beneficerà inoltre di una Signing Session con gli Artisti e del sorteggio di Vip Pass che consentiranno l’accesso speciale al soundcheck ed al backstage. Il Wishlist ospiterà inoltre una esposizione delle fotografie astronomiche di Giancarlo Erra che hanno spesso arricchito i booklets degli album Nosound. Ma non è tutto! La serata sarà ulteriormente impreziosita dalla featuring di un artista che non ha bisogno di presentazioni: Vincent Cavanagh, membro fondatore degli Anathema. La già esistente e bella collaborazione artistica fra gli amici Giancarlo e Vincent ha visto come atto naturale l’invito rivolto all’artista di Liverpool a partecipare alla serata. Vincent ci sarà per alcune sorprese che chi verrà scoprirà e, evento nell’evento, regalerà al pubblico uno speciale DJ set composto di brani da lui stesso selezionati. Ad aprire, l’esibizione in acustico di Unalei, promettente progetto post-rock del talentuoso polistrumentista romano Federico Sanna giunto all’imminente pubblicazione del suo terzo album.

EVENTO FB
https://www.facebook.com/events/672240716496454/

When Venus Weeps

Il video di “Spotlight”.

Il video di “Spotlight”.

“Spotlight” è l’ultimo singolo della band Post-Hardcore lombarda “When Venus Weeps”.
Pubblicato in data 8 settembre su tutte le piattaforme digitali, “Spotlight” è una reinterpretazione del celebre brano del dj e produttore Marshmello in collaborazione con il defunto rapper Lil Peep.
La band ha realizzato un videoclip a Milano per presentarci questa versione caratterizzata da sonorità emozionali e metalcore.

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Download:
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Streaming:
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