Body Count – Bloodlust

La maggior parte dei gruppi rapcore o nu metal si sono dissolti, mentre i Body Count sono sempre qui a spargere terrore.

Torna una delle crew più pericolose delle strade americane, i Body Count capitanati da Ice-T.

I ragazzi sono arrivati al sesto album e quello che doveva essere un progetto estemporaneo o quantomeno temporaneo è diventato un pilastro del rapcore, uno dei più riusciti esempi di incontro tra rap e metal. Tra l’ altro, prima di una riuscita rielaborazione di Raining Blood, Ice-T spiega brevemente la genesi del gruppo, ovvero il tentativo di fondare un gruppo metal a South Central Los Angeles, una cosa non esattamente facile, ma l’esperimento è pienamente riuscito essendo giunti al sesto disco. La maggior parte dei gruppi rapcore o nu metal si sono dissolti, mentre i Body Count sono sempre qui a spargere terrore. Tornati dopo tre anni dall’ottimo Manslaughter, i Body Count sformano il loro disco più oscuro, più metal e più sanguinoso di tutti. Bloodlust è la cartina tornasole della bruttissima aria che tira in America. Nella terra del libero e del coraggioso tira una bruttissima aria, e si è quasi alla resa dei conti, si è forse sull’orlo di una guerra civile tra bianchi e neri, oppure tra poveri e ricchi e c’è voglia di sangue, come ben testimonia l’ ennesimo atto militare unilaterale americano. L’America dei Body Count è violenta, cupa e senza speranza, dovete solo trovare un riparo adeguato. Questo disco contiene molto metal, che si va a fondere a volte con il flow del rap, ma più che rapcore qui c’ è un metal deformato da una cattiveria diversa. Ice-T è il padrone di casa, una magione dove il sangue scorre dentro e fuori da gole assetate. Bloodlust è forse la prova migliore di questo gruppo che centra quasi sempre il bersaglio, ma mai bene come in questo caso. Parte del merito va anche agli ospiti presenti come Deve Mustaine in Civil Eat, un ottimo Randy Blithe dei Lamb of God su Walk With Me e il Cavalera maggiore sottotono in All Love Is Lost. Un album che colpisce duro e che non lascerà dormire sonni tranquilli, ma che è una fotografia precisa della merda che abbiamo fuori dalla porta. Momento migliore del disco è No Lives Matter, perché Ice-T ha ragione, a loro non gli importa dei neri, e nemmeno dei bianchi, a chi comanda non importa nessuna vita.

TRACKLIST
1. Civil War (featuring Dave Mustaine)
2. The Ski Mask Way
3. This Is Why We Ride
4. All Love Is Lost (featuring Max Cavalera)
5. Raining In Blood / Postmortem 2017 (Slayer cover)
6. God, Please Believe Me
7. Walk With Me… (featuring Randy Blythe)
8. Here I Go Again
9. No Lives Matter
10. Bloodlust
11. Black Hoodie

LINE-UP
Ice-T – Vocals
Ernie C – Guitar, backing vocals
Juan Garcia – Guitar, backing vocals
Vincent Price – Bass, backing vocals
Ill Will – Drums
SeanE Sean – Samples, backing vocals

BODY COUNT – Facebook

Insil3nzio – Insil3nzio

La marcia in più che si rinviene in questo lavoro, rispetto a molti altri tentativi analoghi, la fa proprio lo spessore stilistico derivante da una maturità che impedisce di scivolare nei luoghi comuni, sia a livello lirico che compositivo.

Si dirà: ma non è il tuo genere, uno impelagato di norma nel doom più oscuro e funereo come può occuparsi di una band che propone un crossover di stili che, spesso, si spingono fin nei territori del famigerato rap ?

Faccio mio il motto di un bel disturbatore musicale dei nostri tempi, il mascherato Red Sky: “la musica è una” e, aggiungo io, la suddivisione per generi è più una necessità di incasellare ed ordinare le cose che è comprensibile nella logica di un un supermercato, un po’ meno se si parla di arte musicale
Così è molto bello scapocciare su brani che non disdegnano riff metallici perfettamente intersecati con pulsioni elettroniche sulle quali, poi, si stagliano le due voci, una rappata dalla timbrica non dissimile a Caparezza ed una più tradizionale. Una formula, questa, che non è in assoluto una novità, ma che di rado viene proposta così ben focalizzata e, sostanzialmente, priva di forzature nella (non facile) convivenza tra le sue varie anime.
Gli autori di tutto ciò sono i fermani Insil3nzio, una band composta da musicisti esperti che stanno cercando di imporsi in maniera graduale, senza fare passi più lunghi della gamba e cercando di ottenere la giusta visibilità tramite la partecipazione a vari contest, il che ha già consentito loro non solo di fregiarsi di diversi premi (sempre e comunque ambiti) ma soprattutto di condividere il palco con band di grande nome come Lacuna Coil e Deep Purple, sfruttando così al meglio l’occasione di mettersi in mostra di fronte a platee vaste.
Una bella differenza, anche a livello strategico, rispetto a gruppi di giovincelli che, presi dall’entusiasmo, sfornano musica magari in maniera compulsiva disperdendo le proprie idee ed ottenendo un’attenzione inversamente proporzionale rispetto alla quantità di materiale immesso sul mercato.
Questo ep autoprodotto comprende cinque brani emblematici del potenziale del gruppo marchigiano, con un picco rappresentato dal singolo Minotauro, brano per il quale è stato girato anche un video al quale partecipa l’attore Giorgio Montanini: qui troviamo ben rappresentate tutte le anime degli Insil3nzio che, partendo da una forma di rap anomala, inseriscono nervosi passaggi che vanno dal nu metal, al noise fino all’elettronica, il tutto senza mai perdere di vista l’idea di forma canzone.
Una formula che viene mantenuta sempre con una certa brillantezza anche nelle restanti tracce, con menzione d’obbligo per la composita e dirompente Ruggine, brano che possiede il miglior testo, peraltro in un contesto complessivo corrosivo e mai banale.
La marcia in più che si rinviene in questo lavoro, rispetto a molti altri tentativi analoghi, la fa proprio lo spessore stilistico derivante da una maturità che impedisce di scivolare nei luoghi comuni, sia a livello lirico che compositivo.
Per gli Insil3nzio, quindi, potrebbe essere molto vicino il momento di compiere il passo dell’album su lunga distanza, per provare a fare il colpo grosso a livello commerciale, visto che il loro sound sembrerebbe capace di accontentare ed attrarre fasce di ascoltatori trasversali ai diversi generi; insomma, non è poca la curiosità nei confronti delle mosse future di questo interessante combo marchigiano.

Tracklist:
1.Ruggine
2.Lou Reed
3.Minotauro
4.Fiore Violanet
5.Imbanditi

Line-up:
Marco Bagalini – batteria
Samuele Spalletti – basso / synth
Luca Detto – chitarra
Mirko Montecchia – voce
Andrea Braconi – voce

INSIL3NZIO – Facebook