Havok – Conformicide

Conformicide è una mastodontica opera estrema da più di un’ora di durata, ma che sa tenere per il collo l’ascoltatore, strapazzato dall’ottovolante su cui gli Havok lo hanno legato ed imbavagliato.

Non solo i nomi storici del genere ma, ora, anche le cosiddette seconde linee (in termini di popolarità , non certo di qualità), si mettono in testa di fare la voce grossa, ed allora veramente non c’è ne per nessuno.

E’ un dato di fatto che le band più importanti abbiano ultimamente pescato dal cilindro lavori notevoli, mentre nell’underground le nuove leve escono dall’ombra e vanno a rimpolpare le brigate in stato di guerra con sulle mostrine la scritta thrash.
Con gli Havok non si può certo parlare di nuove leve, ma l’anno di nascita (2004) ed il loro saper prendere il meglio della scena ottantiana dandolo in pasto ai fans del nuovo millennio, porta a valutarli come una delle più efficaci proposte del secolo appena iniziato.
Conformicide è il quarto full length di una discografia che si allarga come una macchia nera di adrenalinico combustibile,  composta pure da lavori minori, ed una popolarità che nel genere comincia a risultare importante.
Il nuovo album porterà altre lodi al quartetto del Colorado, una macchina da guerra dal sound ottantiano ma ben focalizzata sul presente come cura dei dettagli e dei suoni: con loro ritornano in auge ritmiche veloci ed intricate, violentissime ripartenze, voce cartavetrata e maligna come quella di un folletto metropolitano e la tecnica indispensabile per fare di un bell’album di genere un grande album metal.
E di tecnica i musicisti americani ne hanno da vendere, dalle intricate bordate ritmiche della coppia Pete Webber/Nick Schendzielos (rispettivamente basso e batteria) alle due chitarre torturate da David Sanchez (anche al microfono) e Reece Scruggs.
Conformicide è una mastodontica opera estrema da più di un’ora di durata, ma che sa tenere per il collo l’ascoltatore, strapazzato dall’ottovolante su cui gli Havok lo hanno legato ed imbavagliato, prima di partire con il thrash a tratti progressivo di F.P.C., la clamorosa Ingsoc e Circling The Drain, mentre le altre canzoni si assestano su uno stile americano d’assalto, tra Death Angel ed Exodus.
Il thrash metal sta tornando più forte e violento di prima, abbandonando le troppe influenze moderne degli ultimi anni per riabbracciare la tradizione.

TRACKLIST
1. F.P.C.
2. Hang ‘Em High
3. Dogmaniacal
4. Intention To Deceive
5. Ingsoc
6. Masterplan
7. Peace Is In Pieces
8. Claiming Certainty
9. Wake Up
10. Circling The Drain

LINE-UP
David Sanchez – Guitar, Vocals
Reece Scruggs – Guitar
Nick Schendzielos – Bass
Pete Webber – Drums

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