Klimt 1918 – Sentimentale Jugend

Il lungo silenzio discografico dei Klimt 1918 viene ampiamente compensato dalla pubblicazione di un lavoro di livello eccelso.

Un periodo lungo sei anni può apparire molto breve o pressoché eterno, dipende tutto dal contesto e dall’importanza che riveste per ciascuno il concetto di tempo.

Fatto sta che i Klimt 1918 si palesano nuovamente all’attenzione dei musicofili alla costante ricerca di sonorità nelle quali malinconia e melodia si rincorrono, senza mai ammiccare ad una facile fruibilità.
Del resto, solo l’idea di ripresentarsi al pubblico con quasi due ore di musica non sembra proprio indicare una scelta biecamente commerciale, in tempi di ascolti usa e getta portati alle estreme conseguenze; tra l’altro, la musica della band romana non è certo un qualcosa che possa essere affrontata con noncuranza, nonostante una sua levità del tutto apparente: il pop rock dei Klimt 1918, ora screziato di oscurità, ora sognante all’insegna del migliore shoegaze, gode di una profondità che lo rende peculiare, scoraggiando chiunque provi a cercare termini di paragone comodi quanto fuorvianti.
Sentimentale Jugend è un album che ha avuto una lunga gestazione, e quello che sorprende di più è l’apprendere, dalle parole di presentazione dello stesso Marco Soellner, quanto il tutto si manifesti ad un tale livello di perfezione malgrado uno sviluppo in tempi così dilatati e le naturali interferenze che la vita quotidiana piazza sulla strada di musicisti impossibilitati, purtroppo, a campare delle propria arte. Anche per questo, quando ci viene fornita la possibilità di ascoltare opere di un certo spessore, dovremmo provare ad immedesimarci nelle difficoltà che affrontano le nostre band rispetto, per esempio, a quelle del Nord Europa, agevolate da organizzazioni statali che sicuramente favoriscono chi voglia trovare uno sbocco alla propria indole artistica.
Fatte le dovute premesse, non resta che tuffarsi in questo vasto oceano di note che, fin dal titolo, riporta ad una Berlino crepuscolare e ad un afflato poetico che, pur ispirandosi negli intenti alla scena settantiana della capitale tedesca, trae linfa dalla Città Eterna e dall’esplorazione dei suoi meandri più oscuri, cosa che è stata fatta con successo in epoca recente, pur utilizzando differenti coordinate sonore, da altre band capitoline come Riti Occulti, Rome in Monochrome o Raspail (questi ultimi collegati ai Klimt 1918  per la presenza in line-up di elementi comuni).
Montecristo, Comandante e La Notte è il trittico d’apertura del CD Sentimentale, che da solo basterebbe a nobilitare l’intera carriera di centinaia di gruppi: tre maniere diverse, ma ugualmente convincenti, di interpretare la materia, con il mio personale picco di gradimento per La Notte, brano cantato in italiano contraddistinto da un fremente crescendo; la prima delle due parti dell’opera vede ancora Belvedere e la title track quali ulteriori vertici qualitativi, senza dimenticare la splendida cover di Take My Breath Away, canzone composta per i Berlin esattamente trent’anni fa dal più “berlinese” dei musicisti italiani, Giorgio Moroder.
Il secondo CD, Jugend, non differisce più di tanto dal precedente dal punto di vista stilistico, a parte forse un piglio leggermente più nervoso, ben esplicitato dai ritmi sostenuti di Sant’Angelo (The Sound & The Fury), preceduta però dalle ariose aperture melodiche di Ciudad Lineal; qui altri picchi sono The Hunger Strike, canzone che gode di una seconda parte in cui i fiati vanno a sovrapporsi ad una progressione sognante, e la poesia musicata di Stupenda e Misera Città.
In questa lunga traccia, la voce del noto doppiatore Max Alto interpreta la prima parte del poemetto pasoliniano “Il pianto della scavatrice” sopra un tessuto sonoro che ne enfatizza l’impatto evocativo: l’omaggio ad un grande poeta si rivela l’ideale chiusura di un opera che, proprio nella poesia, trova il suo aspetto più caratterizzante, pur se veicolato dai suoni per lo più liquidi e morbidi dello shoegaze d’autore.
La scelta di una produzione volutamente non troppo “leccata” aumenta il potenziale oscuro di un lavoro la cui lunghezza, se da una parte ne rende più laboriosa l’assimilazione, dall’altra consente di godere di un robusto fatturato di musica emozionante, senza momenti deboli salvo, forse, la canzone più sbilanciata verso il pop britannico, Nostalghia, ma che probabilmente mi appare tale più per gusto personale che non per oggettivi demeriti dei Klimt 1918.
Per concludere, una nota di servizio utile ai molti che (si spera) decideranno di fare proprio Sentimentale Jugend: l’opera è disponibile nel formato integrale in doppio CD, ma Sentimentale e Jugend possono essere acquistati anche separatamente, con due diverse copertine; ritengo però difficile, ed anche inopportuno, che qualcuno possa optare per l’uno o l’altro disco, vista la citata contiguità stilistica che li accomuna, per cui consiglio vivamente di non fare troppi calcoli scegliendo la versione completa, ne vale davvero la pena.

Tracklist:
CD 1 Sentimentale
1.Montecristo
2.Comandante
3.La Notte
4.It Was To Be
5.Belvedere
6.Once We Were
7.Take My Breath Away
8.Sentimentale
9.Gaza Youth

CD 2 Jugend
1.Nostalghia
2.Fracture
3.Ciudad Lineal
4.Sant’Angelo (The Sound & The Fury)
5.Unemployed & Dreamrunner
6.The Hunger Strike
7.Resig-nation
8.Caelum Stellatum
9.Juvenile
10.Stupenda e Misera Città
11.Lycans

Line-up:
Marco Soellner – vocals & guitars
Paolo Soellner – drums & percussions
Davide Pesola – bass
Francesco Conte – guitars

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