NOVERIA

Intervista con Francesco Mattei, chitarrista dei Noveria, autori di uno migliori album del 2016.

ME Sono passati due anni dal vostro bellissimo debutto, siete soddisfatti dei riscontri avuti da Risen?

Francesco Mattei: Ciao ragazzi di MetalEyes, grazie innanzitutto per averci ospitato qui sulle vostre pagine e per le belle parole dette sul nostro conto. Ora veniamo a noi!
Assolutamente si, per essere una band venuta fuori a ciel sereno e senza preavvisare nessuno, con il nostro debut Risen abbiamo avuto subito un boost positivo, sia per quanto riguarda la critica sui vari portali e riviste di settore, sia per quanto riguarda l’appeal della band, inquadrata subito come un gruppo di ragazzi che sanno quel che fanno e non come una band che ha bisogno di “rodaggio”. In pratica, siamo partiti in quinta come al volante di una Ferrari! In ogni caso direi che siamo pienamente soddisfatti, Risen resta per noi un ottimo album e trovo sempre piacere nel riascoltarlo.

ME Non era facile ripetersi, eppure siete riusciti a creare un’opera che supera l’enorme lavoro svolto con il debutto: quale è il segreto?

FM In realtà la lavorazione di Forsaken è stata diversa nell’approccio. Sicuramente avere Risen alle spalle ti fa riflettere sul fatto che non puoi prendere determinate cose alla leggera e soprattutto, che hai creato in qualche maniera delle aspettative nei confronti della fan base. Da un lato sai che puoi sperimentare, ma dall’altro sai anche che non puoi allontanarti troppo dal sound che ti ha caratterizzato, quindi il segreto vero e proprio credo si trovi nel duro lavoro e nella buona dose di sana autocritica nel processo di composizione. Bisogna valutare bene quali sono gli elementi che funzionano e quelli che non vanno, ed in Forsaken abbiamo avuto a che fare con diverse situazioni musicali che non avevamo affrontato in passato.

ME Quali sono le maggiori differenze a livello di sound tra il primo album e Forsaken?

FM In Forsaken c’è stato un inserimento più massiccio di pianoforti e di brani più lenti e cadenzati per poter esprimere al meglio il concept, caratterizzato dai diversi stadi psicologici. Ci vogliono tempo e pazienza. In generale lo consideriamo un album molto più dinamico rispetto a Risen … più largo, ricco di atmosfere e con una forte componente emotiva incentrata sulle voci di Frank, che secondo me ha raggiunto un ottimo livello sia tecnico che interpretativo in ogni brano dell’album. Un’altra differenza sostanziale è che Risen non aveva ballad, mentre qui ne abbiamo due, When Everything Falls ed Acceptance. Forsaken è sicuramente un album che necessita di più ascolti per essere apprezzato appieno.

ME Forsaken non è solo un grande album prog-metal, perché il tema trattato porta inevitabilmente ad alzare l’asticella emozionale: potete descrivere il concept che ha ispirato la musica di Forsaken?

FM Ti ringrazio per le belle parole. Il concept, purtroppo, prende vita da una triste storia che ha toccato la nostra famiglia un paio di anni fa, quando abbiamo avuto un pesante lutto per la perdita di una giovane ragazza a causa di un cancro molto aggressivo. Ho visto i miei familiari cadere nella disperazione e depressione per la perdita della propria figlia che, con tutte le sue forze, ha lottato nella battaglia contro il cancro.
Ho sempre ammirato la sua tempra e la sua forza di reagire positivamente alla malattia. Era suo tipico venirsene fuori con frasi del tipo “Dai usciamo, che vuoi che sia, tutto si supera”, come se in realtà non ci fossero problemi. Una grande forza ed una voglia di vivere unica. Forsaken nasce proprio da questa brutta avventura. Dopo aver proposto il concept ai ragazzi della band, abbiamo tutti scelto di tributare la sua vita e non solo … abbiamo deciso di allargare il tributo anche a tutte le persone stroncate da questa infida malattia. Il modello della psichiatra Elizabeth Kubler Ross è arrivato di lì a poco, dopo aver fatto delle ricerche sul campo e mi ha dato l’ispirazione per comporre la musica attraverso i vari stadi.

ME Suonate un genere musicale in cui la tecnica individuale è importantissima, ma riuscite a mantenere un equilibrio perfetto con la componente emotiva, una virtù non così scontata, specialmente nel vostro genere, siete d’accordo?

FM Sono pienamente d’accordo. Oggi come oggi con Youtube e la rete si hanno a disposizione tutte le informazioni necessarie a diventare un musicista tecnicamente impressionante e con l’ausilio di un pc si possono fare i dischi in camera … Non che sia un male, assolutamente, ma spesso e volentieri si tende a trascurare il lato melodico della musica, soprattutto con la chitarra. E’ indubbio che suonare veloce “faffiga” come dice il buon Mick Jagger di Fabio Celenza, ma non bisogna dimenticarsi che la tecnica è solo un mezzo per raggiungere le note giuste. Sono quelle che fanno la differenza: sviluppare un tema efficace è impegnativo e richiede del tempo. Oggi purtroppo tutti corrono e hanno fretta, ma non voglio assolutamente sminuire nessuno, anzi, in giro ci sono dei grandi talenti e sono orgoglioso di conoscerne una buona parte e di poter scambiare idee con loro.

ME I Symphony X sono il gruppo a cui venite più frequntemente accostati: quali altre band vi hanno ispirato per creare il sound presente nei vostri due full length?

FM L’accostamento ai grandi Symphony X è indubbio che venga fuori, in quanto tutti noi siamo dei grandi fan della band americana e, personalmente, Michael Romeo è uno dei miei miti da quando ho iniziato a suonare la chitarra. Non è quindi una novità! Personalmente mi ispiro anche a band come i Children of Bodom, Arch Enemy e Rammstein per quanto riguarda il flow dei brani e le parti più aggressive, mentre mi piacciono molto gli Evergrey, Dgm e, ultimamente, i Katatonia per le cose più melodiche. Soprattutto per quanto riguarda i Katatonia mi piace il loro modo di essere dark e melancolici, che è proprio il mood che cercavamo per un album poliedrico come Forsaken.

ME A mio parere la scena underground nazionale negli ultimi tempi è cresciuta moltissimo, non solo per quanto riguarda il metal progressivo, ed anche quest’anno le opere di valore non sono certo mancate: voi che idea vi siete fatti della scena italiana degli ultimi tempi?

FM Sono d’accordo con te, la scena italiana sta crescendo e diventa sempre più competitiva se non addirittura superiore qualitativamente alle produzioni europee e americane.
Ci avviciniamo sempre di più alla punta dell’Olimpo e questo non può che farmi piacere e ben sperare. Di qualità e talento ne abbiamo da vendere ed è solo questione di tempo prima che tutti se ne accorgano. Ci sono band come Dgm, De La Muerte e Helslave, giusto per citarne alcune, che stanno alzando l’asticella qualitativa di bel po’ di punti in quanto a freschezza e proposta musicale nei loro generi diversi. Ognuno di noi contribuisce alla crescita della scena.
L’unico problema vero, secondo me molto grave, è che qui in Italia non giochiamo mai di squadra: le band non si aiutano e spesso e volentieri i proprietari dei locali non investono nella proposta di musica originale e preferiscono puntare sulle cover band.
Fuori dalla nostra penisola c’è un interesse maggiore ed un’organizzazione più efficace per gli eventi di questo tipo.
Peccato.

ME Vi lascio spazio per eventuali date e news e vi saluto a nome di tutto lo staff di MetalEyes!

FM Vi ringrazio vivamente per lo spazio concesso! Per quanto riguarda noi Noveria, tra gennaio e febbraio saremo in giro in Belgio e Olanda e stiamo aspettando delle conferme per un’altra manciata di date qui in casa. Abbiamo ricevuto proposte per suonare in Grecia e stiamo attualmente valutando la situazione. Nel frattempo, a febbraio rilasceremo, tramite Scarlet, un lyric video per un brano di Forsaken e probabilmente gireremo un altro video! Rimanete sintonizzati, ce ne saranno delle belle! Ringrazio tutta la nostra fan base per il supporto costante! You Rock!

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