Whiskey Myers – Mud

La band giunge al quarto album più in forma che mai e non era facile supporre che, dopo i fasti di Early Morning Shakes, Cannon e compagni tornassero con un lavoro così suggestivo.

Premessa: Cody Cannon è il più grande vocalist dietro al microfono di una southern rock band di questi primi anni del nuovo millennio, e questo porta già i Whiskey Myers ad avere una marcia in più sulle altre realtà, giocandosela alla pari con i loro alter ego Blackberry Smoke.

Se poi sommiamo un songwriting ispiratissimo che porta il gruppo, con il nuovo lavoro, ad esplorare una varietà di atmosfere e sfumature che passano dalle tragiche trame semi acustiche della title track al solare andamento sostenuto dai fiati della gradevole Lightning Bugs And Rain’, e al rock pregno di blues e soul di Deep Down In The South (e siamo solo alla quarta traccia), capirete bene che siamo al cospetto di un’altra perla in arrivo sul binario del rock sudista dalla ridente cittadina di Palestine, Texas.
Prodotto da Dave Cobb, che i rockers di nuova generazione ed ispirazioni settantiane ricorderanno sui lavori degli splendidi Rival Sons, Mud esce prepotentemente dalle paludi e, ripulito dalla melma, corre verso la frontiera nelle sue vesti di emozionale, tradizionale, semplicemente perfetta musica rock americana, tra folk, blues, bluegrass e southern d’autore.
La band giunge al quarto album più in forma che mai e non era facile supporre che, dopo i fasti di Early Morning Shakes, album uscito un paio di anni fa, Cannon e compagni tornassero con un lavoro così suggestivo.
Pura poesia southern, Mud è forse il disco più introspettivo ed intenso del gruppo americano, pregno di un’atmosfera malinconica che esce dagli strumenti anche nei brani più movimentati ed elettrici (Some Of Your Love).
C’è spazio pure per un ospite d’eccezione e Frogman, blues rock elettrico, richiama chi ha aiutato nella stesura del brano i cinque cowboy di Palestine: Rich Robinson ed i suoi Black Crowes.
In Hank, Cannon tira fuori dal cilindro una prestazione magnifica , mentre la band si congeda con la ballad Good Ole Days, che profuma di distillerie clandestine prese d’assalto, prima che il tramonto sull’album si sia trasformato in una notte stellata ed il tasto play funga da nuova alba per questo ennesimo, bellissimo capitolo della storia discografica di una grande band.

TRACKLIST

1. On The River
2. Mud
3. Lightning Bugs and Rain
4. Deep Down In The South
5. Stone
6. Trailer We Call Home
7. Some Of Your Love
8. Frogman
9. Hank
10. Good Ole Days

LINE-UP

Cody Cannon – Vocals, Guitars
Cody Tate – Guitars, vocals
John Jeffers – Guitars
Gary Brown – Bass
Jeff Hogg – Drums

VOTO
8.50

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