ARCH ENEMY

Il video di War Eternal (Live at Wacken 2016), tratto dall’album As The Stages Burn!.

Il video di War Eternal (Live at Wacken 2016), tratto dall’album As The Stages Burn!.

Gli ARCH ENEMY hanno pubblicato il primo singolo dell’imminente live DVD/Bluray “As The Stages Burn!” previsto in uscita il 31 marzo 2017 su Century Media Records. Il brano è la titletrack dell’ultimo e acclamatissimo album “War Eternal”

Il live “As The Stages Burns” contiene le riprese dello show da headliner tenutosi al WACKEN OPEN AIR 2016 a supporto dell’ultimo “War Eternal” e per l’occasione vede dispiegata la più imponente produzione di sempre della band svedese!

“As The Stages Burn!” sarà disponibile in Ltd. Deluxe CD+DVD+Blu-ray Box Set, Special Edition CD+DVD Digipak, Gatefold 2LP+DVD e in digitale.

L’intero show di Wacken 2016 è stato registrato con 13 telecamere, prodotto e diretto da Patric Ullaeus. La parte audio invece è stata mixata dall’ormai leggendario Andy Sneap.

Endezzma – Morbus Divina

Cinque anni dopo il primo full length tornano gli Endezzma con queste due perle nere antipasto, si spera, di una prossima prova sulla lunga distanza.

Storie di black metal: gli Endezzma sono un gruppo black metal norvegese, nata dalle ceneri dei Dim Nagel e fondata dal vocalist Morten Shax e da Trondr Nefas, ex Urgehal e Angst Skvadron scomparso nel 2012.

Nato intorno al 2005, il gruppo diede alle stampe un ep nel 2007 (Alone) e soprattutto un full lenght, Erotik Nekrosis, licenziato nel 2012 ed ultima testimonianza musicale del musicista norvegese.
La band ritorna sotto l’ala della Pulverised Records con questo bellissimo 7″ composto da due tracce, la devastante Morbus Divina, brano che da il titolo all’ep, classica song black metal tra Darkthrone e Satyricon, e la splendida Black Tempest, traccia capolavoro che, se riprende il mood del gruppo di Satyr e Frost, lo valorizza di un’anima metallica di stampo classico, marcia e oscura ma pur sempre con la fiamma che rivolge il suo calore all’heavy metal, squarciata da ritmiche infernali, oscure e maligne.
Il gruppo, ora in mano al solo vocalist, si completa con la sezione ritmica formata da Aske e Skriu (rispettivamente basso e batteria) e delle due chitarre, in mano a Mattis Malphas e Nihil.
Cinque anni dopo il quintetto scandinavo torna alle morbose trame di cui è capace, proponendo black metal come nella migliore tradizione norvegese con queste due perle nere antipasto, si spera, di un ‘altra prova sulla lunga distanza.

TRACKLIST
Side A
1.Morbus Divina

Side B
2.Black Tempest

LINE-UP
Mattis Malphas – Guitars
Morten Shax – Vocals
Nihil – Guitars
Aske – Bass
Skriu – Drums

ENDEZZMA – Facebook

Viles Vitae – IV

Quello dei Viles Vitae è l’ennesimo ottimo prodotto di una scena black metal portoghese che non ha ancora finito di sorprendere.

Sul black metal oggi ognuno può pensarla lecitamente come meglio crede, ritenendolo un movimento obsoleto e che ha fatto il suo tempo oppure un genere musicale che, come tutti gli altri, continua ad offrire lavori mediocri ed altri di grande spessore.

Quel che è certo e oggettivamente inconfutabile è la crescita esponenziale della scena black in un paese come il Portogallo che, come tutti sanno è la patria dei Moonspell, oggi conosciuti come campioni assoluti del gothic metal ma che, in realtà, agli esordi (con il demo Anno Domini) furono una delle prime band a dedicarsi al genere al di fuori dei paesi scandinavi.
Tale imprimatur però non ebbe un grandissimo seguito e comunque non costituì la base di partenza immediata per un movimento coeso, sicché soprattutto negli ultimi anni le band lusitane stanno cominciando a lanciare segnali importanti e lo dimostra il fatto che, in tempi recenti, abbiamo trattato diversi dischi di notevole fattura (tra quelli da me recensiti cito gli ottimi Lux Ferre).
Dei Viles Vitae non è che si sappia moltissimo, se non che si tratta un gruppo formato da esponenti già noti nella scena, al primo passo ufficiale con questo ep intitolato IV, che ovviamente non è riferito all’ordine cronologico della loro produzione bensì agli elementi essenziali dei rituali magici.
Il lavoro consta di quattro brani (ovviamente) di lunghezza media, ad eccezione dell’ultimo che sfora i dieci minuti, e dalla qualità che non sorprende più, al servizio di un black metal assolutamente devoto ai dettami nordici ma che appare molto più fresco e urgente di quello prodotto oggi in quelle stesse lande.
Ed è proprio la traccia conclusiva, Theorie Of Deconstruction, a costituire l’ideale fulcro del lavoro, laddove i Viles Vitae immettono in maniera più massiccia quelle pulsioni ambient che lo arricchiscono, assieme alla capacità di trovare soluzioni melodiche e martellanti allo stesso tempo, senza smarrire un’oncia di quell’aura oscura e gelida che è marchio di fabbrica del genere quando viene proposto seguendo coordinate sufficientemente tradizionali.
IV è l’ennesimo ottimo prodotto di una scena che non ha ancora finito di sorprendere.

Tracklist:
1.The Vortex Of Disharmony
2.Sunless Redeemer
3.Source Life Extinction
4.Theorie Of Deconstruction

Line-up:
Vulturius – Vocals
Belial Necro – Guitars
Deimos – Drums

VILES VITAE – Facebook

Festering – From The Grave

Una sorpresa gradita questo primo lavoro del gruppo portoghese, peccato per il tanto tempo trascorso senza rilasciare alcunché, visto anche l’ottima qualità esibita da From The Grave.

La copertina meravigliosamente old school non può non eccitare i maniaci del death metal che imputridisce nella terra smossa dai cadaveri che tornano in vita, ma che a noi, vecchi becchini che gozzovigliavano con gli arti dei malcapitati nei primi anni novanta, piace tanto.

Ed i Festering di attitudine vecchia scuola ne hanno da vendere, visto che i primi passi li hanno mossi proprio nel 1992 ma, sfortunatamente, la loro discografia non va oltre uno split ed un ep, prima che From The Grave arrivi a rendere giustizia a questi paladini del death metal puro e classico, tra tradizione scandinava e quel tocco statunitense che rende il loro macello sonoro una goduria per ogni amante del genere.
Dalla porta del cimitero, il quartetto portoghese inizia a suonare e dopo pochi minuti l’ultima casa dei nostri corpi su questa terra brulica di zombie famelici.
Le lapidi si scoperchiano, la terra umida di morte rilascia il suo fetido odore, mentre l’esercito dei non morti si mette in marcia a suo di metal estremo, tra partenze a razzo e brusche frenate, solos che si scagliano nel cielo scandinavo e refrain che dalla Bay Area attraversano l’Atlantico fino alle coste dell’estremo ovest europeo.
Un album d’altri tempi, uscito quando i suoni tradizionali sembrano tornare a riempire le serate dei metallari sparsi per il mondo, in un’orgia infernale creata dalle efferate Infected, Consuming From Within e dall’irresistibile Proliferation of Infected Leucocytes, una cavalcata estrema a base di death metal scandinavo che non lascia scampo.
Una sorpresa gradita questo primo lavoro del gruppo portoghese, peccato per il tanto tempo trascorso senza rilasciare alcunché, visto anche l’ottima qualità esibita da From The Grave.

TRACKLIST
1. Festering (Intro)
2. Exhumed
3. Infected
4. The Myth Of Creation
5. Consuming From Within
6. Submerged In Emptiness
7. Bloodline
8. Proliferation Of Infected Leucocytes
9. Ascent Of The Blessed
10. Psychic Convulsions Of Neurasthenia

LINE-UP
Pedro Gonçalves – vocals
João Galego – guitars
Koja Mutilator – bass
Norberto Arrais – drums

FESTERING – Facebook

Fankaz – Seities

Tanta melodia ed un’equilibrata durezza per un disco che fa star bene e che davvero ci voleva. Lasciatevi andare, al resto ci pensano i Fankaz.

I Fankaz pubblicano un disco che riallinea le stelle e il globo terracqueo con l’hardcore melodico, genere troppo spesso stuprato da ignoranti senza arte né parte.

I Fankaz hanno qualcosa in più rispetto alle altre band del genere e lo si sente subito, grazie anche alla loro grande padronanza tecnica, che li porta ad eccellere. Il disco sarà uno dei più grandi successi che la vostra cameretta abbia mai visto, con dita alzate e cori che volano, e tanto tanto amore. Finalmente con un disco come Seities ci si può abbandonare alla musica, lasciando da parte generi, sottogeneri, pose o dichiarazioni rilasciate all’asilo dal cantante o in piscina a nove anni dal bassista. Questo è un disco da godere, abbandonarsi e lasciarsi andare, nella migliore tradizione dell’hardcore melodico tecnico. Una delle loro maggiori ispirazioni, e lo dichiarano anche loro, sono i magnifici Belvedere, un gruppo canadese di hardcore melodico fatto con gran tecnica che è un piacere solo pronunciarne il nome. E i Fankaz sono anche meglio in alcuni frangenti. Questi ragazzi, che sono già in giro da un po’, hanno un sacco di registri e di idee, ma soprattutto emozionano e hanno quel suono che è davvero bello risentire riproposto in questa maniera, così appassionata e competente. Musica da adolescenti ? No di certo, perché le emozioni non devono avere età, e risentire che da qualche parte battono ancora i cuori al ritmo di Belvedere, Lagwagon e Strung Out, non può che riempire di gioia. Seities è un disco davvero ben fatto e suonato benissimo, e dal vivo deve essere una bomba. Tanta melodia ed un’equilibrata durezza per un disco che fa star bene e che davvero ci voleva. Lasciatevi andare, al resto ci pensano i Fankaz.

TRACKLIST
01-Intro
02-Screams of Lies
03-Overwhelmed
04-I Feel Sorry
05-Broken City
06-Behind the Curtains
07-Petrified
08-My Stories
09-Something Personal
10-Day by Day
11-Fale Witness
12-Symptoms

LINE-UP
RICKY – Guitar – Voice
ELIO – Guitar – Voice
MORA – Bass – Voice
POLE – Drums

FANKAZ – Facebook

Paolo Baltaro – The Day After the Night Before

The Day After the Night Before va scoperto piano, senza fretta, abbandonandosi tra le note di questi splendidi brani.

Certo che la scena underground nazionale non smette di regalare sorprese e così, lasciando per un attimo la frangia metallica ed estrema, ci facciamo travolgere dalla musica totale del polistrumentista Paolo Baltaro, al secondo album da solista dopo i trascorsi con varie band, tra le quali Arcansiel, Mhmm, Roulette Cinese, S.A.D.O. e Sorella Maldestra.

Questo nuovo lavoro segue il debutto licenziato per Musea nel 2011 (Low Fare Flight to the Earth) ed entusiasma per la varietà della musica proposta che, se può senz’altro essere considerata come rock progressivo, è composta da una moltitudine di anime musicali perfettamente amalgamate nel suo insieme.
Ogni brano è stato composto come una colonna sonora di film inesistenti, in cui Baltaro canta e suona tutti gli strumenti aiutato da molti altri musicisti, eccetto le due versioni di Do It Again, colonna sonora reale dell’ultimo film di Ricky Mastro, in preparazione questi giorni e in uscita prevista per la prima metà del 2017, e le due cover Bike (Syd Barrett) e It’s Alright With Me (Cole Porter).
Registrato a Londra al Pkmp Soho Studios e ad Amsterdam allo Studio 150, masterizzato da Cristian Milani al Rooftop Studio di Milano, l’album è un’opera affascinante dove la parola d’ordine è stupire.
Progressivo nel più puro senso del termine, The Day After the Night Before – Original Soundtracks for Imaginary Movies si compone di una dozzina di brani l’uno diverso dall’altro, l’uno più intrigante dell’altro, dove il musicista nostrano vola oltre i confini ed i muri costruiti per imprigionare i generi, per raccogliere il meglio che la musica rock può offrire donandolo all’ascoltatore.
Dagli anni settanta ai giorni nostri, si compie un viaggio su una nuvola di note che solca il cielo mentre progressive, jazz, rock e fusion compongono quella che risulta di fatto un’opera rock.
Preparatevi all’ascolto dell’album come se doveste incontrare in una quarantina di minuti tutti gli artisti e musicisti che hanno segnato la storia della nostra musica preferita, dai Pink Floyd, ai Beatles, da Jimi Hendrix a Frank Zappa: in totale libertà artistica e con una facilità disarmante Paolo ce li presenta tutti prima che il loro contributo, tradotto in ispirazione, lasci un segno indelebile su questo splendido album.
The Day After the Night Before va scoperto piano, senza fretta abbandonandosi tra le note di questi splendidi brani: l’opera è scaricabile dal sito del musicista (www.paolobaltaro.com), mentre è disponibile all’acquisto la versione in vinile più cd, quindi non ci sono scuse per perdersi un lavoro di questa portata.

TRACKLIST
1.Do It Again (Acoustic Version)
2.Postcard From Hell
3.Cole Porter At Frankz’s Birthday Party
4.Goodnight
5.Another Sunny Day
6.Bike
7.Nowhere Street Part II
8.Pills
9.Silent Song
10.It’s All Right With Me
11.Do It Again (Electric Version)
12.Revolution N.13-11 (Hidden Track)

LINE-UP
Paolo Baltaro – Vocals, all Instruments
Andrea Beccaro – Drums
Andrea Fontana – Drums
Alessandro De Crescenzo – Guitars
Paolo Sala – Guitars
Gabriele Ferro – Guitars
Gabriel Delta – Guitars
Simone Morandotti – Piano
Barbara Rubin – Chorus
Luca Donini – Sax, Flute
Sandro Marinoni – Sax, Flute
Alberto Mandarini – Tromba

PAOLO BALTARO – Facebook