SPOIL ENGINE

Il video di Stormsleeper, tratto dall’album omonimo in uscita a Maggio (Arising Empire/Nuclear Blast)

Il video di Stormsleeper, tratto dall’album omonimo in uscita a Maggio (Arising Empire/Nuclear Blast)

Il nuovo album »Stormsleeper« contiene 10 brani (mixati e masterizzati nei Fredman Studios) e uscirà il 5 Maggio su Arising Empire/Nuclear Blast.

L’artwork della cover è stato creato da Heilemania (Nightwish, Kreator, Legion of the Damned).

Per un primo assaggio degli SPOIL ENGINE, guarda il video “Stormsleeper” qui: https://youtu.be/r2LdZ2RGdbc

La band ha recentemente firmato un contratto con Arising Empire.

“Gli SPOIL ENGINE sono una delle più talentuose metal band moderne, siamo orgogliosi di aver dato loro una nuova casa!” – Tobbe Falarz, Arising Empire

La band ha commentato: “Siamo lieti di annunciare di essere entrati a far parte della famiglia Arising Empire/Nuclear Blast!

Arising Empire, la nuova costola di Nuclear Blast per le band modern metal, punk e metalcore, è la nostra nuova etichetta; Nuclear Blast distribuirà a livello internazionale e promuoverà il nostro nuovo album.

Visto il successo riscontrato in Benelux, l’EP “Stormsleeper” sarà trasformato in un full album e sarà distribuito a livello mondiale.

Non vediamo l’ora di collaborare con questa rete di professionisti del metal e speriamo di vedervi presto a uno dei nostri show! Grazie da subito per il vostro supporto!”

Gli SPOIL ENGINE sono:

Iris Goessens – Voce
Steven ‘Gaze’ Sanders – Chitarra
Kristof Taveirne – Basso
Matthijs Quaars – Batteria
Bart Vandeportaele – Chitarra

Ben Blutzukker – Analogic Blood

Quattro tracce tra heavy metal e thrash/black per questa one man band del tedesco Ben Blutzukker.

Ben Blutzukker è un polistrumentista tedesco e questo ep di quattro brani è il suo primo lavoro a suo nome.

Analog Blood prende il titolo da un progetto elettronico del 2007 a cui Ben ha partecipato (Digital Blood) e da cui sono stati tratti e rivisitati in versione metallica quattro brani.
Non è la prima volta che il musicista si avventura nel mondo del metal, visto la sua militanza nei thrash metallers Jormundgard, con cui ha collaborato dal 2000 al 2004.
Un ritorno metallico, dunque, con questo ep dove Blutzukker reinterpreta questi brani conferendogli una veste heavy metal, tra le sue ispirazioni ed influenze che vanno dal thrash metal a mid tempo dal flavour oscuro e gotico:
Analog Blood vede una voce aggressiva sporcata da uno scream black che ricorda quello di Abbath, e l’alternanza di ritmiche tra veloci cavalcate thrash metal e potenti mid tempo, dove la sei corde traccia linee di sangue con il black, altro genere nelle corde del musicista di Aschaffenburg.
Tra le quattro tracce si distinguono Digital Blood, title track dell’album targato 2007 e reinterpretata in versione black metal, per poi trasformarsi in un brano di heavy classico attraversato da oscure atmosfere dark/gothic, e la conclusiva Red, anch’ essa concettualmente un brano black vicino al sound solista del leader dei norvegesi Immortal.
Un ascolto che può diventare interessante se siete amanti tanto del metal estremo che di quello classico.

TRACKLIST
1. Walpurgisnacht
2. From Hell
3. Digital Blood
4. Red

LINE-UP
Ben Blutzukker – All Instruments

BEN BLUTZUKKER – Facebook

2nd Face – Nemesis

L’opera prima di 2nd Face dimostra come non sia necessario imbracciare delle chitarre e dotarsi di un aspetto truce per proporre musica ugualmente minacciosa e rumorosa.

Notevole esordio per il progetto 2nd Face guidato dal giovane tedesco Thorn.

Prendendo le mosse (tenendo parzialmente fede a quanto dichiarato in sede di presentazione) dalla scuola canadese dei primi anni ottanta, il musicista di Mainz mette in scena un’interpretazione dell’elettro industrial in grado di metter d’accordo fasce di ascoltatori confluenti da svariati generi, partendo dall’ebm per spingersi fino al metal alternativo.
Il marchio di garanzia applicato su Nemesis dalla Dependent Records si rivela fondamentale per schiudere i contenuti musicali di 2nd Face a chi tende a non prestare attenzione a nomi che non siano già affermati: l’album si rivela un’ottimo compendio di elettronica disturbante, mai banale e con tutte le caratteristiche per risultare gradito anche a chi apprezza sonorità più aspre.
Sono dodici i brani che vanno a comporre l’intrigante puzzle sonoro formato da Nemesis, uno sforzo compositivo che supera abbondantemente l’ora di durata ma non stanca, in virtù della brillante alternanza tra ritmi incalzanti e melodie (Instinct, Brother), cupe aperture atmosferiche (la magnifica Mindlapse, nella quale ho rinvenuto richiami agli Ultravox di Lament,  e la solenne Nemesis), spunti ossessivi (Deathspread) e momenti più robusti, dall’indole metal pur senza usarne la strumentazione canonica (Punisher).
Non va neppure dimenticato che Thorn (al secolo Vincent Uhlig) è ancora giovanissimo, ma questo dato diviene un valore aggiunto, in quanto la palese maturità compositiva viene esaltata dalla freschezza nell’interpretare un genere in cui il pericolo dell’adagiarsi al manierismo si annida dietro ogni angolo.
L’opera prima di 2nd Face dimostra come non sia necessario imbracciare delle chitarre e dotarsi di un aspetto truce per proporre musica ugualmente minacciosa e rumorosa: davvero una bella sorpresa, il cui ascolto è vivamente consigliato ai frequentatori della nostra webzine dotati di mentalità aperta (che mia auguro siano il 100% …).

Tracklist:
1.Instinct
2.Movement
3.Divine
4.Mindlapse
5.Deathspread
6.Weapon
8.Brother
9.1st Of His Name
10.Now You Can See
11.Punisher
12.Insanity

2ND FACE – Facebook

Lantern – II: Morphosis

Tutto puzza di zolfo e bruciato in questo album, con un growl in arrivo da una bara sprofondata nel girone più lontano degli inferi, ed un sound in perfetto stile primi anni novanta, almeno per quanto riguarda il death metal scandinavo.

Dai meandri più putridi di una fredda e diabolica Kuopio ritornano i Lantern, death metal band vicina al decimo anno di attività come duo (Cruciatus e Necrophilos, rispettivamente chitarra e voce), ma ora di fatto un quintetto con l’aggiunta di J. Noisehunter al basso, St. Belial alla seconda chitarra e J. Poussu alle pelli.

Il gruppo estremo proveniente dalla terra dei mille laghi arriva al secondo full length, dopo Below licenziato nel 2013 ed una manciata di lavori minori, ed ora tramite la Dark Descent, label specializzata in opere ed artisti dai rimandi old school, propone questo catacombale II: Morphosis, death metal album vecchia scuola, morboso e dalle atmosfere cimiteriali, pur conservando una carica estrema e devastante.
Tutto puzza di zolfo e bruciato in questo album, con il growl in arrivo da una bara sprofondata nel girone più lontano degli inferi, ed un sound in perfetto stile primi anni novanta, almeno per quanto riguarda il death metal scandinavo.
Riff che vomitano maledizioni, pesanti come incudini, stacchi melodici che hanno fatto la storia della musica estrema ed un’attitudine morbosa e misantropica per un album che non può non produrre brividi a chi gli anni d’oro del death metal li ha vissuti, e ghigni satanici che si trasformano in risate soddisfatte all’ennesimo ritorno di un suono che rinasce, ogni volta che gruppi come i Lantern lo tributano.
Ed allora lasciatevi avvolgere dal signore oscuro che, tramite la musica dei Lantern si ripropone a voi, vile e bugiardo signore del male, serpente che vi avvolge tra le sue spire e vi porta con sé, bruciando nella sua casa per l’eternità a colpi delle putride note che scaturiscono da Black Miasma, Cleansing Of The Air, Lucid Endlessness e gli altri piccoli sacrifici in musica che compongono II: Morphosis.
Agli amanti dei suoni old school e senza compromessi l’album è consigliato senza riserve.

TRACKLIST
1. Black Miasma
2. Sleeper of Hypnagog
3. Hosting Yellow Fungi
4. Cleansing of the Air
5. Necrotic Epiphanies
6. Transmigration
7. Virgin Damnation
8. Morphosis
9. Lucid Endlessness

LINE-UP
Cruciatus – lead guitar
Necrophilos – vocals
J. Noisehunter – bass
St. Belial – rhythm guitar
J. Poussu – drums

LANTERN – Facebook

Fuzz – A.R.T.

A.R.T. è quello che vuole essere, un ottimo disco di musica rumorosa in italiano, con un gusto particolare che abbiamo solo qui nello stivale per il noise grunge, ma che abbiamo tirato fuori poche volte, e questa è una di quelle.

I Fuzz vengono da Torino e fanno un gran bel rumore. Il loro suono è una interessante summa fra Verdena, Queens Of The Stone Age, Marlene Kuntz e Fluxus per citarne solo alcuni.

Nati nel 2010 i Fuzz portano avanti un discorso incentrato sulla libertà sonora, coniugando cattiveria e qualità, rumore e inusuali melodie. In Italia non ci sono molto gruppi capaci di sintetizzare in questa maniera la lezione della migliore musica alternativa italiana con gli esempi di rumore che arrivano da oltreoceano. Al centro dei Fuzz sta la possente e inviperita voce di Luca, che sciorina le giuste rimostranze contro il cielo, e il gruppo stende un ottimo tappeto sonoro, con molte influenze ma estremamente personale. Il disco è semplicemente bello, con molte soluzioni sonore distorte, un’ottima rabbia di fondo che ci riporta a quel sentire che si poteva provare nel migliore momento della musica cosiddetta alternativa italiana. Che poi diciamolo una volta per tutte : la musica non è mai alternativa, è sempre e solo musica. A.R.T. (Andare Restare Tornare) è quello che vuole essere, un ottimo disco di musica rumorosa in italiano, con un gusto particolare che abbiamo solo qui nello stivale per il noise grunge, ma che abbiamo tirato fuori poche volte, e questa è una di quelle. Il disco è un grido armonioso, una musica che incrocia deserto, New York e vie acciottolate di qualche centro storico, come impersonali rotonde e prati di periferie. I Fuzz fanno un disco che è davvero un piacere ascoltare, con una grossa punta di veleno, che è il giusto antidoto alla nostra merda quotidiana. A.R.T. in definitiva, è un lavoro molto interessante, cattivo e dolce al tempo stesso, e soprattutto c’è tanto bel rumore.

TRACKLIST
1 Suononero
2 Immobile
3 Ebola
4 Sasha
5 Linoeranza
6 Isola Blu
7 A Testa Bassa
8 La Parola Chiave
9 Noia
10 Io Ho In Mente Te

LINE-UP
Luca – chitarra,voce;
Marco – basso;
Paolo – chitarra;
Luca – batteria;

FUZZ – Facebook

Lomax – Oggi Odio Tutti

Un buon inizio per il gruppo modenese ed un ascolto consigliato agli amanti del rock alternativo cantato in lingua italiana, accompagnato dall’irruenza giovanile e ribelle dell’hardcore.

Un salto nel rock cantato in italiano con i Lomax, trio proveniente dalla provincia di Modena che con Oggi Odio Tutti, arriva ad un traguardo importante come l’esordio.

Un ep di sei brani per presentare la propria proposta, un indie rock attraversato da un’urgenza hardcore, che ne indurisce il sound quel tanto che basta per accontentare gli amanti dei generi sopracitati: questo è ciò che troverete tra le trame dell’opener Rigore, della title track e della bellissima Manhattan, trittico iniziale del lavoro.
La band è composta da due ragazze Greta Lodi e Valentina Gallini, che ricoprono i ruoli di batterista e chitarrista/cantante, con il basso lasciato a Matteo Capirossi: un giovane trio con tanto entusiasmo e rabbia, con Fuoco che abbandona lo spirito hardcore per un rock alternativo che si trasforma poi in puro punk rock in Non Vedo L’Ora che Muori.
Dio rappresenta il congedo della band: un brano lunghissimo, ricco di saturazione noise ed uno sguardo ai Sonic Youth del capolavoro Dirty, un arrivederci da parte dei Lomax mentre le ultime note della canzone ci lasciano respirare l’aria elettrica di jam alternative dai rimandi statunitensi.
Un buon inizio per il gruppo modenese ed un ascolto consigliato agli amanti del rock alternativo cantato in lingua italiana, accompagnato dall’irruenza giovanile e ribelle dell’hardcore.

TRACKLIST
1. Rigore
2. Oggi odio tutti
3. Manhattan
4. Fuoco
5. Non vedo l’ora che muori
6. Dio

LINE-UP
Valentina Gallini – Guitars, Vocals
Matteo Capirossi – Bass, Vocals
Greta Lodi – Drums

LOMAX – Facebook