LOATHE

Il video di It’s Yours, tratto dall’album The Cold Sun in uscita ad aprile (SharpTone Records)

Il video di It’s Yours, tratto dall’album The Cold Sun in uscita ad aprile (SharpTone Records)

Il collettivo sperimentale di Liverpool, LOATHE, è lieto di annunciare il nuovo video e singolo “It’s Yours”.

“Volevamo un brano che facesse da ponte al divario di ciò che pensavamo la gente si aspettasse e ciò che volevamo fare noi per il disco. Con “It’s Yours”, abbiamo guardato al processo creativo in modo un po’ differente rispetto a come facevamo solitamente ed è il brano che unisce tutti i punti stilistici.“ afferma Erik Bickerstaffe dei LOATHE. “Per il video ci siamo messi sotto i riflettori, per dare un volto al nostro nome. Zak ha lavorato a stretto contatto con noi quando è stato il momento di perfezionare tutti i dettagli riguardanti l’estetica e siamo davvero felici del risultato ottenuto.”

I LOATHE hanno recentemente annunciato il loro atteso album debutto »The Cold Sun«, che sarà pubblicato via SharpTone Records il 14 Aprile 2017.

I LOATHE sono un collettivo di 5 persone, formatosi nell’artisticamente acclamata città portuale inglese di Liverpool. Il loro album debutto »The Cold Sun« ne è forte e arguta testimonianza. Il quintetto, con questa dichiarazione d’intenti, esprime apertamente le proprie convinzioni; un’ode al tempo che stiamo vivendo e al torbido futuro che ci troveremo tutti ad affrontare.

»The Cold Sun« è un concept album; 35 minuti per addentrarsi nel profondo di un’oscura e post-apocalittica storia. Il disco segue le vite parallele di due protagonisti, che vivono in un futuro distopico, affranti dalla tragedia e dalla sempre imminente apocalisse.

“Il nostro processo di scrittura varia da canzone a canzone, ma solitamente è uno di noi che ha la visione iniziale di quello che andremo a creare. Poi ciascuno aggiunge il proprio input che completa l’opera” afferma Shayne Smith, quando gli viene chiesto dell’approccio del quintetto ai loro lavori.

Per »The Cold Sun«, i LOATHE sono volati ai Glow In The Dark Studios ad Atlanta, Georgia per registrare sotto l’attento occhio di Matt McClellan (UNDEROATH, THE DEVIL WEARS PRADA, BEING AS AN OCEAN,…).

Il risultato è una cronaca ben compiuta ed enigmatica, un’indubbia oeuvre passionale colma di precisione tecnica, ambientazioni sinistre e rabbia amara. I LOATHE offrono un’architettura musicalmente complessa che intreccia post-punk, hardcore, heavy electronics, djent e deathcore con un lato prog…fondendo le loro trame sonore con un’angosciante e surreale entità che ti porta nel profondo degli abissi.

FULL LEATHER JACKET

Il video di Mrs.Revenge, tratto dall’album Forgiveness Sold Out, in uscita ad aprile (Red Cat Records)

Il video di Mrs.Revenge, tratto dall’album Forgiveness Sold Out, in uscita ad aprile (Red Cat Records)

I FULL LEATHER JACKETS presentano il nuovo videoclip “Mrs. Revenge”, quinta canzone dell’album “Forgiveness Sold Out”, in uscita ad Aprile per Red Cat Records.

La band presenterà l’album live Sabato 8 aprile al
Gran Caffè Tiziano, Pieve di Cadore.
Qui l’evento:
https://www.facebook.com/events/1242840159144538/

Spitefuel – Sleeping With Wolves

Primo singolo per i tedeschi Spitfuel: le premesse ci sono tutte, le potenzialità pure, non ci resta che aspettare fiduciosi consigliando l’ascolto agli amanti del rock duro vecchia scuola.

Una nuova band si affaccia sul panorama hard rock europeo, in particolare quello tedesco da sempre sensibile ai suoni rock ipervitaminizzati.

Gli Spitefuel, quintetto formato per tre quinti da ex componenti degli Strangelet, debuttano per la MDD con questo singolo composto dal brano Sleeping With The Wolf, un agguerrito hard rock che pesca tanto dalla tradizione europea quanto da quella statunitense, con tanto di teschio e cilindro alla Slash che fa da mascotte al gruppo di
Heilbronn, ed altre due tracce, la massiccia e ruvida Never Surrender e la versione orchestrale di Sleeping With The Wolf arrangiata da Arkadius Antonik (SuidAkra, Realms Of Odoric).
Che dire se non benvenuti a questi rockers tedeschi? I due brani intrigano parecchio, l’ approccio è diretto, e lasciando al loro destino le orchestrazioni del terzo brano che tanto sa di riempitivo, ci consegnano una nuova band che sa il fatto suo e che potrebbe riservare delle gradite sorprese al prossimo eventuale debutto sulla lunga distanza.
Le premesse ci sono tutte, le potenzialità pure, non ci resta che aspettare fiduciosi, e consigliare l’ascolto agli amanti del rock duro vecchia scuola.

TRACKLIST
1. Sleeping With Wolves
2. Never Surrender (Re-recorded)
3. Sleeping With Wolves (Orchestral)

LINE-UP
Stefan Zörner – Vocals
Tobias Eurich – Guitar
Timo Pflüger – Guitar
Finn Janetzky – Bass
Björn-Philipp Hessemüller – Drums

SPITEFUEL – Facebook

Lethe – The First Corpse On The Moon

Non esiste un solo buon motivo per rinunciare ad un’ora di musica di tale livello.

Close your eyes, open your mind, and let the music take you on a musical journey through different moods … è senz’altro il caso di seguire il consiglio della My Kingdom, attiva etichetta italiana che ha il merito d’aver acquisito i servigi, tra gli altri, di questi meravigliosi Lethe, progetto musicale che vede una sorta di alleanza tra musicisti norvegesi e svizzeri.

Infatti, attorno ai due protagonisti principali, lo scandinavo Tor-Helge Skei (Manes e Manii) e l’elvetica elvetica Anna Murphy (Eluveitie, Nucleus Torn), ruotano musicisti per lo più provenienti dalle loro rispettive band e troviamo, quindi, da una parte Eivind Fjøseide (chitarra), Tor Arne Helgesen e Rune Hoemsnes (batteria) e Asgeir Hatlen (voce), tutti gravitanti attorno al nucleo dei Manes, e dall’altra Fredy Schnyder (piano, Nucleus Torn) e Ivo Henzi (chitarra, ex Eluveitie).
Questo particolare connubio dà vita ad un lavoro di spessore non comune come The First Corpse On The Moon (il secondo nella discografia dei Lethe), difficile da inquadrare in un genere specifico anche perché il sound fluttua liberamente tra le intuizioni di Skei e la voce splendida della Murphy: tale presupposto consente di passare senza controindicazioni dagli accenni rap di Down Into The Sun (con l’ospite K-Rip) all’opprimente oscurità di My Doom, dalle melodie cristalline della title track all’incalzante crescendo di Snow, per arrivare ad altre due gemme di incommensurabile bellezza come Wind To Fire e With You.
L’intreccio tra le voci di Asgeir Hatlen e Anna Murphy rasenta la perfezione, con il caldo timbro del cantante norvegese che supporta la particolare voce della sirena svizzera, una sorta di Bjork meno estrema nei suoi vocalizzi ma ugualmente coinvolgente e, a tratti, commovente (in With You la sua interpretazione raggiunge un’intensità emotiva spasmodica).
Il senso di smarrimento che si fonde alla visionarietà, nell’artwork creato dall’ormai onnipresente Costin Chioreanu, ben rappresenta gli umori che l’album esprime, e che vanno forse anche oltre le attese degli ascoltatori più esigenti.
E’ proprio l’imprevedibilità che non impedisce, però, lo snodarsi di un filo conduttore melodico sempre definito, il tratto distintivo che eleva quest’opera al rango degli ascolti irrinunciabili per chi ricerca nella musica bellezza e talento fusi in maniera mirabile. Nessun esorcismo, neppure quello evocato dal titolo della traccia conclusiva, ci impedirà d’essere letteralmente posseduti dalla voce di Anna e dall’estro di Tor-Helge: davvero, non esiste un solo buon motivo per rinunciare ad un’ora di musica di tale livello.

Tracklist:
1. Night
2. Inexorbitant Future
3. Down Into The Sun
4. My Doom
5. Teaching Birds How To Fly
6. The First Corpse On The Moon
7. Snow
8. Wind To Fire
9. With You
10. Exorcism

Line up:
Line Up: Tor-Helge Skei: guitars, bass, sampling, programming, synths, lyrics
Anna Murphy: vocals, hurdy-gurdy, programming, synths, lyrics

Guest musicians:
Eivind Fjøseide: guitars;
Tor Arne Helgesen: drums;
Rune Hoemsnes: drums;
Asgeir Hatlen: vocals;
Tom Christian Engelsøy: additional vocals;
Richard Spooner: spoken voice;
K-Rip: rap;
Fredy Schnyder: piano;
Shir-Ran Yinon: violin ensemble;
Ivo Henzi: additional guitars;
Mark Cunningham: trumpets;
P Emerson Williams: sounds & vocal effects;
Rune Folgerø: vocal effects;
Andi Dobler: lyrics;
Torstein Parelius: additional lyrics

LETHE – Facebook

Lucifer’s Fall – II Cursed & Damned

Il nuovo album dei Lucifer’s Fall alza non poco il giudizio su questo quintetto di doomsters australiani, rendendosi più che appetibile per gli amanti della musica del destino di stampo classico.

Tornano con il secondo album sulla lunga distanza i doomsters australiani Lucifer’s Fall: II Cursed & Damned segue il primo album omonimo uscito tre anni fa, anche se ci eravamo occupati del gruppo di Adelaide solo in occasione dell’uscita dell’ep Fuck You We’re Lucifer’s Fall lo scorso anno.

Le cose cambiano notevolmente rispetto a quella che era, di fatto, una raccolta di brani in versione demo, più tre inediti che non avevano impressionato il sottoscritto, mentre alla riprova su lunga distanza la band ne esce molto meglio, e l’album si può certamente considerare un buon esempio di heavy doom sulla scia di Pentagram, Candlemass , Count Raven e degli onnipresenti Black Sabbath.
La produzione gioca un ruolo fondamentale per l’ascolto del cd, essendo stata davvero poco soddisfacente nel lavoro precedente e rivelandosi invece più esplosiva oggi, specialmente per quanto riguarda le ritmiche.
Dell’ep precedente vengono riprese l’inno (Fuck You) We’re Lucifer’s Fall e l’ottima Mother Superior, che funge da opener, il resto dell’album sono brani scritti per l’occasione e che, come da tradizione Lucifer’s Fall, spaziano dal lentissimi e liturgici esempi di doom classico (Cursed Priestess, The Mountain Of Madness e l’ evocativa The Necromancer), a tracce che si specchiano nell’ hard & heavy settantiano rifacendosi il trucco con pennellate derivanti dal decennio successivo, valorizzandole con bordate di doom dai tratti epici (Mother Superior, The Invocator/Cursed Be Thy Name).
Come detto la storia cambia non poco rispetto all’ep, con la produzione che valorizza il buon songwriting del gruppo ed una raccolta di brani che, dall’opener passando per l’epic doom di The Mountain Of Madness e la lunga The Necromancer alzano non poco il giudizio su questo quintetto di doomsters australiani, rendendo II: Cursed & Damned un ascolto consigliato agli amanti della musica del destino di stampo classico.

TRACKLIST
1. Mother Superior
2. Damnation
3. The Mountain of Madness
4. Cursed Priestess
5. (Fuck You) We’re Lucifer’s Fall
6. The Necromancer
7. Sacrifice
8. The Invocator / Cursed Be Thy Name
9. Homunculus

LINE-UP
Deceiver – Bass, Guitars, Vocals
Unknown and Unnamed – Drums
Cursed Priestess – Bass
The Invocator – Guitars
Heretic – Guitars

LUCIFER’S FALL – Facebook

Azarath – In Extremis

In Extremis è un disco che merita grande attenzione e riverserà sopra di voi un’immensa potenza di fuoco, risultando moderno ma possiede anche un suono che riporta all’epoca d’oro del death metal.

Torna una delle bestie musicali più immonde della pia Polonia, ed è un ritorno molto gradito quello degli Azarath.

Il gruppo è stato fondato nel 1998 nella cittadina polacca di Tczew, e l’unico membro fondatore è il batterista Inferno, che altri non è che il batterista dei più famosi e altrettanto polacchi Behemoth fin dall’anno 1998, ed è tuttora attivo con loro. E gli Azarath sono appunto una delle maggiori band polacche attualmente in circolazione, e se ascolterete In Extremis capirete facilmente il perché. Il disco è un diluvio di ottimo death black metal, con un approccio, tanto per intenderci, alla maniera dei primi Morbid Angel, con il suono altrettanto rassomigliante a quello dei Behemoth o dei Marduk, ma in realtà il tutto è molto Azarath. In Extremis arriva sei anni dopo Blasphemer’s Maledictions uscito nel 2011, ed è un disco davvero estremo e potente. Il suo suono è un death con venature black soprattutto nell’impianto chitarristico, ma rimane comunque sempre fortemente death. La cosa più importante è che non troverete tregua in questo assalto guidato dalla potente batteria di Inferno, sempre puntuale e decisiva, e tutto il gruppo lo segue perfettamente, aiutato da una produzione molto precisa e mirata sul suono. Gli Azarath non sono l’ennesimo gruppo death black, e nemmeno il passatempo di Inferno, sono semplicemente uno dei gruppi più potenti in circolazione, forti di un suono peculiare, alfiere della via polacca al death metal, e più in generale alla musica estrema. In Extremis è un disco che merita grande attenzione e riverserà sopra di voi un’immensa potenza di fuoco, risultando moderno ma possiede anche un suono che riporta all’epoca d’oro del death metal.

TRACKLIST
1. The Triumph of Ascending Majesty
2. Let My Blood Become His Flesh
3. Annihilation (Smite All the Illusions)
4. The Slain God
5. At the Gates of Understanding
6. Parasu Blade
7. Sign of Apophis
8. Into the Nameless Night
9. Venomous Tears (Mourn of the Unholy Mother)
10. Death

LINE UP
Inferno – Drums
Bart – Guitars
Necrosodom – Guitars, Vocals
Peter – Bass

AZARATH – Facebook

Captain Crimson – Remind

La scuola hard rock scandinava dona ai suoi ammiratori un altro gruppo da venerare: Remind, uscito nel 2016, si può certamente considerare come uno dei lavori più riusciti arrivati alla base negli ultimi mesi.

Per molti il ritorno in auge dei suoni vintage è quanto di più obsoleto e privo di originalità possa esistere nel mondo del metal e del rock, ma per una grossa fetta di consumatori abituali di musica le varie scene, oggi, godono di una tradizione old school che mantiene vivo il legame tra la musica del vecchio millennio e le nuove sonorità (che poi tanto nuove non sono) degli anni duemila.

Nell’hard rock classico non è una novità, il genere è tra tutti quello più legato ai suoni dei mostri che incendiarono gli anni settanta e la Scandinavia da questo lato fa la voce grossa, prendendosi a spallate con la scena statunitense e molte volte avendo la meglio, con band e album che entusiasmano non poco.
I Captain Crimson provengono da Örebro, città dalla forte tradizione hard blues, arrivano con Remind al terzo lavoro e in barba ai detrattori sparano una decina di colpi ad altezza uomo di hard rock blueseggiante e legato ben stretto al periodo settantiano.
Niente di nuovo direte voi, i Rival Sons, i The Answer e i Blues Pills, tanto per fare alcuni esempi, lo fanno già da un po’ e sono riusciti, insieme ad altri gruppi, ad uscire dall’underground per impregnare di rock blues le classifiche del settore, ma è indubbio che il gruppo svedese sia una bomba pronta ad esplodere facendo scivolare nell’ombra i più famosi (per ora) rivali.
Remind è un tripudio di musica settantiana dove il blues di Zeppelin e Bad Company incontra atmosfere sabbathiane come la moda di oggi impone, così da rendere il tutto rituale e stonerizzato il giusto per sciogliere i cuori dei rockers degli anni 2000.
Tocca vette altissime questo lavoro (l’opener Ghost Town, il blues della splendida Money, Drifting), mentre la patina laccata di certe produzioni lascia spazio ad una carica selvaggia , ereditata dai primi Led Zeppelin e nascosta tra richiami ora ai Black Crowes ora ai Blue Cheer.
La scuola hard rock scandinava dona ai suoi ammiratori un altro gruppo da venerare: Remind, uscito nel 2016, si può certamente considerare come uno dei lavori più riusciti arrivati alla base negli ultimi mesi

TRACKLIST
01. Ghost Town
02. Bells From the Underground
03. Love Street
04. Black Rose
05. Money
06. Drifting
07. Remind
08. Let Her Go
09. Alone
10. Senseless Mind

LINE-UP
Stefan Lillhager – Vocals
Andreas Eriksson – Guitars
Mikael Lath – Drums
Chris David – Bass

CAPTAIN CRIMSON – Facebook