CORRODED

Il video di Fall Of A Nation, tratto dall’album Defcon Zero, in uscita ad aprile (Despotz Records).

Il video di Fall Of A Nation, tratto dall’album Defcon Zero, in uscita ad aprile (Despotz Records).

I Corroded sono tornati! La band hard rock svedese, famosa in patria per aver prestato la propria musica al programma tivù “Survivor (Expedition Robinson in Sweden)” e al videogame “Battlefield”, torna con il nuovo album “Defcon Zero”, in uscita il 14 aprile su Despotz Records.

“Defcon Zero” non è soltanto il nuovo album dei Corroded in cinque anni, ma segna anche il debutto su Despotz Records. Il disco è più pesante, ma non perde di vista la melodia. Parte da dove si era fermato il precedente “State Of Disgrace”, ma al tempo stesso suona completamente nuovo.

Tracklist:

Carry Me My Bones
Gun And A Bullet
Retract and Disconnect
Fall Of A Nation
Vessels Of Hate
Day Of Judgement
A Note To Me
Burn It To The Ground
DRF
Feel Fine
Rust and Nail

Discografia
Eleven Shades of Black (2009)
Exit to Transfer (2010)
State of Disgrace (2012)
Defcon Zero (2017)

Gutted – Martyr Creation

Nel genere l’album risulta uno dei migliori sentiti in questo inizio anno: se siete fans del brutal death metal di scuola statunitense, buttatevi senza esitazione su questo delirio estremo partorito dagli ungheresi Gutted.

Un intro orchestrale ci accompagna davanti alle porte della casa del mostro che si spalanca alle prime note della devastante Cosmos Of Humans, opener del nuovo massacro sonoro targato Gutted.

Il gruppo ungherese, nato da poco più di dieci anni, torna dunque con un nuovo disfacimento sonoro a base di brutal death metal: il quarto album di questa premiata ditta di serial killer provenienti dall’est.
Licenziato dalla Xtreem Music il lavoro di questa band, che prende il nome da un brano storico dei Cannibal Corpse, segue proprio gli insegnamenti del gruppo americano, e lo fa alla perfezione, vista l’ottima qualità di questo cattivissimo lavoro intitolato Martyr Creation:
mezz’ora di distruzione totale, un armageddon di suoni estremi sviluppati su ritmiche che non scendono sotto velocità inumane, mentre le poche varianti atmosferiche sono raggelanti attimi di puro orrore (le voci di bambini su Deeper Than Hell, da cui il gruppo ha tratti un video).
In stato di grazia il songwriting, tanto che Martyr Creation riesce ad avere un appeal che sorprende nel genere, risultando un ascolto gradito anche per i deathsters dai gusti più pacati.
Fades Away è un vortice infernale da cui uscire diventa un’ impresa ardua, mentre l’atmosfera rimane perennemente in balia delle torture ed efferatezze raccontate dal vocione di Sándor Hajnali.
Nel genere, l’album risulta uno dei migliori sentiti in questo inizio anno: se siete fans del brutal death metal di scuola statunitense, buttatevi senza esitazione su questo delirio estremo partorito dagli ungheresi Gutted.

TRACKLIST
1.Chaos of the Beginning (Intro)
2.Cosmos of Humans
3.False Happiness
4.Consuming Life
5.Deeper than Hell
6.Fades Away
7.Kings of Emptiness
8.Hell Dwells Inside
9.Into Oblivion
10.Atrophied Existence (Outro)

LINE-UP
Sándor Hajnali – Vocals, all lyrics
Gábor Drótos – Guitars, song writing
Sándor Tamás – Drums
András Horváth – Guitars (Live Musician)
Péter Lipák – Bass (Live Musician)

GUTTED – Facebook

Svart Crown – Abreaction

Un uso molto originale delle ritmiche per una band death/black (tra groove e percussioni tribali), la pesantezza sonora che si spinge fino a toccare lidi doom ed un songwriting vario e per nulla ripetitivo, spostano sicuramente la ragione dalla parte del gruppo nizzardo

Gli Svart Crown arrivano con Abreaction a quello che, di fatto, è l’album più importante della loro carriera e se la missione era quella di confermare il fiuto della Century Media, l’obiettivo è stato raggiunto.

Un uso molto originale delle ritmiche per una band death/black (tra groove e percussioni tribali), la pesantezza sonora che si spinge fino a toccare lidi doom ed un songwriting vario e per nulla ripetitivo, spostano sicuramente la ragione dalla parte del gruppo nizzardo, realtà oscura e perversa, occulta e blasfema, protagonista di un album estremo, maligno ed affascinate.
Non solo furia death/black dunque, ma atmosfere che variano, malatissime e contorte (The Pact: To the Devil His Due) così da non peccare di immobilismo come alcuni gruppi, magari più famosi ma dal compitino eseguito perfettamente da anni, variando l’estremismo tipico del metal estremo alla Behemoth con rallentamenti fusi in lava nera come la pece; il sangue spesso cola dalle fauci del demone, tra liturgie dannate e doom/death d’alta scuola, mentre le varianti tribali di ritmiche infernali conducono alla pazzia e alla danza prima della dannazione eterna.
JB Le Bail e compagni non lesinano sperimentazioni, cori monastici ed atmosfere da chiese sconsacrate, mentre gli episodi migliori sono proprio i più originali ed imprevedibili, nei quali la pesantezza delle atmosfere si scontra con una serie di spunti non così comuni nei gruppi del genere.
Khimba Rites, Transsubstantiation e Nganda sono gli episodi migliori, a cui si aggiunge Tentacion, un dark western alla Fields Of The Nephilim attraversato da un’oscura aura black che lo rende un brano strumentale atipico e da brividi.
In conclusione, un album riuscito ed una band che troverà la giusta attenzione da parte degli amanti dei suoni estremi, ai quali è consigliato l’ascolto di questa opera oscura, sinistra ed atmosferica.

TRACKLIST
1.Golden Sacrament
2.Carcosa
3.The Pact: To the Devil His Due
4.Upon This Intimate Madness
5.Khimba Rites
6.Tentacion
7.Orgasmic Spiritual Ecstasy
8.Transsubstantiation
9.Emphatic Illusion
10.Lwas
11.Nganda

LINE-UP
JB Le Bail – Vocals/Guitar
Ludovic Veyssière – Bass guitar
Kévin Paradis – Drums
Kevin Verlay – Guitar

SVART CROWN – Facebook

https://www.youtube.com/watch?v=hRaSi1IFaaM

Dead & Breakfast – Rebirth

Una versione più hard rock oriented dei classici Misfits con qualche spunto più moderno alla Murderdolls, per gli amanti del genere una vera ed insana goduria.

I Dead & Breakfast sono un trio di Lodi e suonano hard rock/ horror punk, sono arrivati al quarto album e quest’anno festeggiano il decimo anniversario della nascita (o della morte, fate voi).

Il loro sound si sviluppa lungo un hard rock dall’urgenza punk, di fatto ispirato dalle band horror punk americane, dunque maltrattato da uno spirito rock’n’roll che non manca certo al gruppo nostrano.
Pachu (basso e voce), Gigio (chitarra e voce) e Piffy (batteria) formano questo gruppo di cacciatori di zombie e anime della notte, in un continuo e potente Helloween party che accompagna le atmosfere di questo ultimo lavoro intitolato Rebirth.
Non si arriva alla mezz’ora, ma il tutto viene sintetizzato con una grinta ed una carica notevoli, e già dall’iniziale The Devil Inside la tensione comincia a salire, mentre brani più orientati all’hard rock come Nightmare si danno il cambio con sferzate punk rock, come Dead & Breakfast.
Timmy è il brano più ispirato di Rebirth, un mid tempo solcato dal groove, atmosfericamente dark rock e con un solo che spezza in due tombe e lapidi con forza metallica.
Il finale è lasciato alla coppia di brani ispirati al rock più moderno, il groove diventa protagonista nelle ritmiche di Inch By Inch e della title track, concludendo l’album con una passeggiata nell’hard rock più sanguigno.
Una botta di adrenalina niente male questo Dead & Breakfast, con il gruppo che risulta una versione più hard rock oriented dei classici Misfits con qualche spunto più moderno alla Murderdolls: per gli amanti del genere una vera ed insana goduria.

TRACKLIST
1. The Devil Inside
2. Nightmare
3. Tarantula
4. Timmy
5. Dead & Breakfast
6. Inch By Inch
7. Rebirth

LINE-UP
Pachu – Vocals / Bass
Gigio – Guitar / Vocals
Piffy – Drums

DEAD AND BREAKFAST – Facebook