AATHMA

Il video di Mithra, tratto dall’album di prossima uscita Avesta.

Il video di Mithra, tratto dall’album di prossima uscita Avesta (Underground Legends Records, Sacramento Records, Cosmic Tentacles, The Braves Records, Odio Sonoro, Lengua Armada, VZQ & Aladeriva Records).

AVATARIUM

Il lyric video di Into the Fire/Into the Storm, tratto da Hurricanes And Halos, in uscita a maggio (Nuclear Blast).

Il lyric video di Into the Fire/Into the Storm, tratto da Hurricanes And Halos, in uscita a maggio (Nuclear Blast).

I doomster svedesi AVATARIUM pubblicheranno il nuovo album “Hurricanes And Halos” il 26 maggio.

Chi pre-ordina l’album otterrà immediatamente il download di ‘Into The Fire / Into The Storm’
http://nblast.de/AvatariumDigital

“Hurricanes And Halos” sarà disponibile nei seguenti formati
– Digipak
– 2LP (nero)
– 2LP (gold) (solo sul mailorder Nuclear Blast!)

ed è pre-ordinabile qui: http://nblast.de/AVAHurricanesHalos

“Hurricanes And Halos” conterrà otto canzoni:
1. Into The Fire / Into The Storm (4:14)
2. The Starless Sleep (4:47)
3. Road To Jerusalem (5:48)
4. Medusa Child (9:00)
5. The Sky At The Bottom Of The Sea (5:25)
6. When Breath Turns To Air (4:46)
7. A Kiss (From The End Of The World) (7:14)
8. Hurricanes And Halos (3:32)

Ancora una volta, gli AVATARIUM si affidano alla bellezza e all’oscurità, a chitarre pesanti e suoni fragili, a voci femminili uniche e al mistico suono blues vintage degli anni ’60, pur rimanendo sempre ancorati a un terreno moderno e confidando nell’anima inquietante del doom rock. Sei delle otto nuove tracce sono state forgiate dal mago dei CANDLEMASS Leif Edling, ma anche il chitarrista Marcus Jidell e la cantante Jennie-Ann Smith hanno contribuito al songwriting e dato vita al degno successore di “The Girl With The Raven Mask”, un album che ha ricevuto ottimi riscontri dalla critica nel 2015 e che li ha portati a vincere l’’Up And Coming’ award di Metal Hammer Germania.

Southern Storm Fest

MetalEyes IYE è media partner delle seconda edizione del Southern Storm Fest.

Meno di un mese al The Southern Storm Fest II, il metal fest che si terrà a Catania il prossimo 29 Aprile e che avrà l’onore di ospitare come headliner gli storici thrasher inglesi Onslaught. Ad aprire la serata il death prog dei romani Gravestone, cui seguiranno i doomster Rome in Monochrome e, sempre dalla Capitale, altre due band d’indubbio prestigio: i The Foreshadowing con il loro gothic doom e i deathster Hour of Penance. Un bill che spazia quindi in diversi ambiti del metal estremo per offrire al pubblico un’indimenticabile notte di musica!
Tutte le info su https://www.facebook.com/events/786733478141987/?fref=ts e https://www.facebook.com/nastyspikesevents/?fref=ts

E’ motivo di emozione ed orgoglio per la Nasty Spikes presentare la seconda edizione del Southern Storm Fest con una line-up di grande prestigio a testimonianza della volontà di accrescere ogni anno la qualità della proposta musicale.

Innanzitutto la scelta come headliner degli storici thrasher ONSLAUGHT che non necessitano di presentazione alcuna giacché calcano con la medesima, incontenibile energia i palchi internazionali da più di trent’anni. La band di Bristol ha vissuto una seconda giovinezza dopo la reunion avvenuta nel 2004: da quella data non ha più smesso di pubblicare album, prestigiose raccolte e di esibirsi in coinvolgenti live. Per il trentennale dall’uscita della febbricitante opera prima “Power From Hell”, i nostri hanno intrapreso un tour commemorativo delle cui roventi atmosfere ci daranno certamente un indimenticabile saggio.
Accanto a loro la presenza di altre due band di grandissimo rilievo internazionale, entrambe provenienti dalla Capitale: i deathster HOUR OF PENANCE che ci presenteranno i brani del nuovo album appena pubblicato ma già osannato “Cast the First Stone” e gli epigoni del gothic/doom metal THE FORESHADOWING, anche loro reduci dal successo dell’ultimo lavoro “Seven Heads Ten Horns” (2016). A seguire i ROME IN MONOCHROME con il loro doom impreziosito da influssi shoegaze e post-rock che proporranno in anteprima i pezzi dell’upcoming full-length “Away from Light“. In apertura al festival si esibiranno i death progressive romani GRAVESTONE che presenteranno il loro EP in uscita il 24 Febbraio e intitolato “Proud To Be Dead“.
Un’occasione unica per cogliere il meglio del Metallo estremo italiano e internazionale, ma anche per dimostrare che la scena metal siciliana è quanto mai vitale e sa sfidare la cronica crisi del settore uscendone vittoriosa grazie ad una passione autentica capace di far convergere pubblico, band e organizzatori verso un’unità d’intenti che va ben oltre le logiche del mercato.
Stay Metal &…Stay Tuned!!

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Si ringrazia la EAGLE BOOKING per la preziosa collaborazione.
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BANDS
ONSLAUGHT
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HOUR OF PENANCE
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THE FORESHADOWING
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ROME IN MONOCHROME
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GRAVESTONE
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Il Southern Storm Fest è ospitato dal BARBARA DISCO LAB, Via Flavio Gioia 16, Catania
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PARTNERS & MEDIA PARTNERS
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GRIND ON THE ROAD
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HEAVY METAL MANIACS
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INSANE VOICES LABIRYNTH
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ITALIA DI METALLO
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METALEYES.IYE
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METALHEAD
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METALITALIA
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Arch Enemy – As The Stage Burn!

Live dal palco di Wacken per gli Arch Enemy, gruppo storico del death metal melodico scandinavo.

Il Wacken dello scorso anno aveva ospitato gli Arch Enemy per un concerto evento registrato con tutti i crismi, un’opera mastodontica che puntualmente arriva sugli scaffali dei negozi in vari formati, dallo spettacolare supporto video al semplice cd.

MetalEyes ha avuto l’occasione di ascoltare la versione audio digitale, un live di proporzioni ampie che va a sfiorare i settanta minuti, spettacolare esempio di death metal melodico che, nel caso del gruppo svedese, oltre a confermare l’importanza e la qualità altissima della sua musica, ci dà la possibilità di glorificare le prestazioni degli ultimi arrivati in casa Amott: il chitarrista Jeff Loomis (ex Nevermore) e la bravissima e bellissima cantante Alissa White-Gluz, tigre indomabile che non fa rimpiangere la pur brava Angela Gossow.
Death metal melodico sotto il segno della nuova vocalist dunque, davvero una belva assettata di sangue che graffia, morde, fa scempio dei cuori e dei padiglioni auricolari dei fans presenti al festival metal più importante del mondo.
Il gruppo che gli gira intorno è una macchina da guerra perfetta, con Amott e Loomis a formare una coppia d’assi alle sei corde, e la sezione ritmica che bombarda da par suo con gli storici Daniel Erlandsson alle pelli ed il mastodontico Sharlee D’Angelo al basso.
Un concerto esaltante, che esplode letteralmente dagli altoparlanti e che, ovviamente, dà maggior spazio agli ultimi due album, Khaos Legion e War Eternal, primo lavoro con la blucrinita cantante.
Non mancano i brani storici, a completare un perfetto concerto di uno dei gruppi più amati del death metal melodico scandinavo e As The Stage Burn!, lascia la sensazione di una tappa fondamentale per gli Arch Enemy, un periodo immortalato e concluso prima di riprendere il cammino fatto obbligatoriamente di un nuovo album.
Non potendo giudicare le immagini vi lasciamo con il consiglio di non perdervi comunque anche la sola versione cd, per i fans del gruppo si tratta di un live imperdibile.

TRACKLIST
01. Khaos Overture (Live At Wacken 2016)
02. Yesterday Is Dead And Gone (Live At Wacken 2016)
03. War Eternal (Live At Wacken 2016)
04. Ravenous (Live At Wacken 2016)
05. Stolen Life (Live At Wacken 2016)
06. My Apocalypse (Live At Wacken 2016)
07. You Will Know My Name (Live At Wacken 2016)
08. Bloodstained Cross (Live At Wacken 2016)
09. Under Black Flags We March (Live At Wacken 2016)
10. As The Pages Burn (Live At Wacken 2016)
11. Dead Eyes See No Future (Live At Wacken 2016)
12. Avalanche (Live At Wacken 2016)
13. No Gods, No Masters (Live At Wacken 2016)
14. We Will Rise (Live At Wacken 2016)
15. Nemisis (Live At Wacken 2016)
16. Fields Of Desolation (Live At Wacken 2016)

LINE-UP
Michael Amott – guitars
Daniel Erlandsson – drums
Sharlee D’Angelo – bass
Jeff Loomis – guitars
Alissa White-Gluz – vocals

ARCH ENEMY – Facebook

Heart Attack – The Resilience

Pur essendo condizionato da un’urgenza metallica più vicina ai generi maggiormente in voga in questi anni, il gruppo mantiene quelle caratteristiche essenziali per restare nelle grazie dei thrashers.

Questi primi anni del nuovo millennio verranno ricordati come il periodo del terrore, causato dagli attacchi infami dei terroristi religiosi di cui la Francia ha pagato, almeno in Europa, il prezzo più alto.

Gli Heart Attack, gruppo di thrash metal moderno proveniente da Cannes, dedica il nuovo album The Resilience proprio ai sconvolgenti fatti di pochi mesi fa, tornando su una questione politico/sociale e religiosa che indubbiamente hanno e continuano a segnare questo oscuro periodo storico.
Parto dalla copertina, di cui non parlo quasi mai, perché l’ho trovata fuori contesto e più adatta ad un gruppo classico, ma è l’unico neo di questo bellissimo lavoro che unisce thrash e metal moderno, colmo di groove e sfumature core.
Il gruppo estremo transalpino arriva al secondo lavoro sulla lunga distanza quattro anni dopo Stop Pretending, debutto più vicino al thrash metal classico ma niente paura, pur essendo condizionato da un’urgenza metallica più vicina ai generi maggiormente in voga in questi anni, la band mantiene quelle caratteristiche essenziali per restare nelle grazie dei thrashers: certo, di The Resilience si può dire tutto meno che sia un album old school, più che altro risulta un lavoro metal così come dovrebbe suonare nel nuovo millennio, ovvero un perfetto connubio tra suoni tradizionali, potenziati dal moderno incedere estremo.
Gli Heart Attack ci mettono del loro per far sì che certi brani (Burn My Flesh, Fight To Overcome, la devastante Feel The Fire) risultino delle bombe metalliche notevoli, aggredendo rabbiose, denunciando e rivoltandosi contro tutto e tutti dall’alto di una tecnica ed un songwriting inividiabili, ed una prestazione di altissimo livello, sia della sezione ritmica, con Tony Amato al basso ed aggressivo nella parte vocale, coadiuvato dal dirompente batterista Christophe Icard, mentre le sei corde fanno fuoco e fiamme (Christophe Cesari e Kevin Geyer) .
Non contento di cotanto ardore metallico, il gruppo lascia alla conclusiva title track il compito di alzare la qualità di questo gioiellino con uno strumentale che, nella sua lunga durata (più di otto minuti), mette non solo la parola fine ad un album intenso e bellissimo, ma ci consegna una traccia di thrash metal progressivo ed oscuro davvero sopra la media.
A questo punto la copertina diventa ovviamente un dettaglio, fortunatamente la musica di cui si compone The Resilience va ben oltre, facendo di questo lavoro un opera riuscita e coinvolgente.

TRACKLIST
1.Nocturnal Sight
2.Burn My Flesh
3.Congrats To People
4.Fight To Overcome
5.Sound And Light
6.When The Light Dies Down
7.Dead And Gone
8.Feed The Fire
9.Disorder
10.The Resilience

LINE-UP
Tony Amato – Bass guitars, Lead vocals
Christophe Cesari – Rhythm & lead guitars, acoustic and classical guitars, Keyboards, Back vocals
Kevin Geyer – Rhythm Guitars, Lead vocals
Christophe Icard – Drums & Percussions

HEART ATTACK – Facebook

Naga – Inanimate

I Naga si stabilizzano tra gli esponenti di punta di un genere che. nel nostro paese. sta producendo frutti sempre più prelibati.

Inanimate è un ep dei Naga risalente alla scorsa estate, quando è stato pubblicato solo in vinile in edizione limitata in 100 copie per Lay Bare Recordings; da poco è stata immessa sul mercato da parte della Everlasting Spew Records la versione in cd, contenente anche un brano esclusivo per tale edizione.

Pur avendo affrontato ai tempi di IYE l’ottimo Hēn, unico full length finora rilasciato dalla band napoletana, non abbiamo intercettato Inanimate all’atto della sua prima uscita per cui cerchiamo di rimediare ora, tenendo conto del fatto che i suoi contenuti sono già stati ampiamente sviscerati da più parti lo scorso anno.
Quello che si può aggiungere a quanto già si sa è che i Naga, pur con una produzione ancora di dimensioni ridotte, hanno già acquisito una caratura importante che ha consentito loro, per esempio, di aprire ai Candlemass nella recente data bresciana.
L’ascolto di Inanimate conferma che tale status si rivela tutt’altro che usurpato: l’interpretazione del doom da parte del trio partenopeo non è ovviamente tradizionale come quella dei “padri” svedesi, ma si avvale di una pesante componente sludge senza tralasciare qualche puntata di matrice black/hardcore.
Thrives, traccia d’apertura del lavoro, si rivela sufficientemente emblematica dello stile musicale dei Naga, con il suo sound denso, colmo una tensione che pare sempre sul punto di esplodere nel suo fragore ma resta, invece, pericolosamente compressa all’interno del suo caliginoso involucro.
Hyele segue uno schema non dissimile ma è intrisa di una più canonica componente doom, con riff pesanti come incudini nella sua parte discendente, mentre le accelerazioni blak hardcore di Loner sono propedeutiche all’allucinata cover dei Fang, The Money Will Roll Right In.
Il brano inedito, Worm, riporta invece alle radici dello sludge e conferma la bontà del percorso stilistico intrapreso dai Naga, stabilizzandoli tra gli esponenti di punta di un genere che. nel nostro paese. sta producendo frutti sempre più prelibati.

Tracklist:
1. Thrives
2. Hyele
3. Loner
4. The Money Will Roll Right In (Fang cover)
5. Worm

Line-up:
Lorenzo: Vocals and Guitar
Emanuele: Bass
Dario: Drums

NAGA – Facebook

Cloven Hoof – Who Mourns For The Morning Star?

Who Mourns For The Morning Star? è un album straripante, dall’impatto di un asteroide in picchiata sulla Terra, una raccolta di canzoni che non dà tregua, piena di melodie vincenti, aggressività ed epicità.

Gruppo di culto della New Wave Of British Heavy Metal, i Cloven Hoof sono tornati a nuova vita all’inizio del nuovo millennio, dopo un lungo silenzio che li aveva tenuti lontani dalla scena per ben quindici anni.

Il gruppo di Wolverhampton, tra 1982 e il 1989, regalò ai fans dell’epoca un terzetto di full length che divennero  oggetto di culto, più un live (all’epoca obbligatorio nella discografia di una band) ed un paio di demo che conquistarono le preferenze degli appassionati e degli addetti ai lavori.
Lo stop subìto prima dell’esilio dell’heavy metal negli anni novanta, ed il ritorno nel nuovo millennio con un’altra serie di album di cui questo ultimo Who Mourns For The Morning Star?  è il quarto: questa ultima uscita non tradisce, con i Cloven Hoof a regalare ancora una volta grande musica heavy, esaltante, spettacolare e nobile, metallo che lascia senza fiato per intensità e freschezza.
Il lavoro si giova peraltro della prestazione eccellente George Call, arrivato alla corte di Lee Payne dopo il precedente Resist Or Serve ed ex Omen (tra gli altri), e di un songwriting incisivo che permette al gruppo di lasciare ai posteri altre nove perle metalliche contraddistinte da una sagacia tecnica non comune, con la chitarra di Luke Hatton che urla la sua nobile appartenenza alla leggenda dell’heavy metal con solos dalle fiammeggianti melodie, mentre Chriss Coss sfodera ritmiche una più esaltante dell’altra e Lee Payne e Danny White fanno male con le loro micidiali armi (basso e batteria).
Who Mourns For The Morning Star? è un album straripante, dall’impatto di un asteroide in picchiata sulla Terra, una raccolta di canzoni che non dà tregua, piena di melodie vincenti, aggressività ed epicità: la qualità è massimale in tutti i brani, ma dovendo scegliere menziono Star Rider, Song Of Orpheus e I Talk To The Dead, la semiballad Morning Star e i due epici crescendo conclusivi, Go Tell The Spartans e Bannockburn, brano dall’inizio folk medievaleggiante che si trasforma in un crescendo maideniano, con Call a toccare vette altissime, impresa degna appunto del miglior Dickinson.
Un album bellissimo, nel genere uno dei più trascinanti degli ultimi anni. La leggenda continua.

TRACKLIST
1. Star Rider
2. Song Of Orpheus
3. I Talk To The Dead
4. Neon Angels
5. Morning Star
6. Time To Burn
7. Mindmaster
8. Go Tell The Spartans
9. Bannockburn

LINE-UP
George Call – Lead Vocals
Lee Payne – Bass Guitar and Backing Vocals
Luke Hatton – Lead Guitar
Chris Coss – Rhythm Guitar
Danny White – Drums And Percussion

CLOVEN HOOF – Facebook