THE STEEL

Il video di The Walking Dead, tratto dall’album The Evolution Of Love dei napoletani The Steel – exWizard (Perris Records).

Per i fans di Rush, The Winery Dogs, Led Zeppelin, Gotthard & Richie Kotzen.
Perris Records è orgogliosa di annunciare l’uscita in CD della hard rock/heavy metal band italiana THE STEEL.
The Evolution of Love contiene undici tracce da studio registrate in puro stile rock & metal.
THE STEEL, precedentemente conosciuti come WIZARD, hanno realizzato 4 demo (“We Can Do It” 1988, “Shiver And Shake” 1990, “Carved The Rock” 2010 and “Straight To The Unknown” 2014) ed hanno anche partecipato con loro brani alle compilation “Surgery Of Power” nel 1989 and “Rocka In Musica” nel 2012.

The Evolution of Love è disponibile sul catalogo Perris a questo link:

http://www.perrisrecords.com/new_releases/the_steel___the_evolution_of_love/

WIND ROSE

Il lyric video del brano “The Wolves’ Call”, tratto dall’album “Stonehymn”, in uscitail 26 maggio (Inner Wound Recordings).

La folk/power metal band WIND ROSE ha realizzato un lyric video per il brano “The Wolves’ Call” tratto dal loro nuovo album “Stonehymn”, che sarà pubblicato il 26 maggio in Europa e Nord America tramite Inner Wound Recordings.

Dopo essere stati in tour con band come Wintersun, Eluveitie ed Ensiferum, e con due album di successo all’attivo, i WIND ROSE sono pronti per elevare ancora il loro livello con l’uscita del terzo album “Stonehymn”, un lavoro contraddistinto da un power metal epico, potente e dalla forte ispirazione folk per la quale la band è conosciuta.

“Stonehymn” è stato mixato e masterizzato da Simone Mularoni [DGM, Ancient Bards, Secret Sphere], mentre l’artwork è stato creato da Jan Yrlund [Apocalyptica, Korpiklaani, Tyr].

“Stonehymn” track listing

01. Distant Battlefields
02. Dance of Fire
03. Under the Stone
04. To Erebor
05. The Returning Race
06. The Animist
07. The Wolves’ Call
08. Fallen Timbers
09. The Eyes of the Mountain

WIND ROSE sono confermati al Masters of Rock 2017, che si terrà a Vizovice [CZ] tra il 13 ed il 16 luglio. ALtre band presenti al festival saranno Sabaton, Running Wild, Kreator, Edguy, Epica and moltre altre.

Website: http://www.windroseofficial.com
Facebook: http://www.facebook.com/windroseofficial

Inner Wound Recordings online
Website: http://www.innerwound.com
Facebook: http://www.facebook.com/innerwoundrecordings

Wingless – The Blaze Within

Alternative metal poco incline alla commercialità e molto ben costruito, con violenza e rabbia incanalata in un sound che non dimentica un tocco cool nell’uso delle due voci (estrema e pulita) ma con un tocco di personalità.

Quello degli Wingless è alternative metal poco incline alla commercialità e molto ben costruito, con violenza e rabbia incanalata in un sound che non dimentica un tocco cool nell’uso delle due voci (estrema e pulita) ma con un tocco di personalità.

Il trio in questione proviene da Cracovia, in Polonia, è al secondo album dopo il debutto del 2014, intitolato Hatred Is Purity, e licenzia qualche mese fa The Blaze Within un massiccio pezzo di granito modern metal o alternative (come preferite), dosando violenza e melodia con quest’ultima usata con maturità e senza nessuna ruffianeria.
Non sono certo gli Wingless un gruppo con velleità commerciali vietate ai maggiori di diciotto anni, ed infatti Olaf Różański (voce), Grzegorz Luzar (chitarra e basso) e Paweł Solon (percussioni), scelgono la strada del metal moderno da strada (se mi concedete il termine), le cui influenze sono individuabili tra i gruppi degli anni novanta, con parti melodiche e ritmiche che si fanno ricercate e tooliane, mentre la violenza trae linfa dai solchi delle opere dei Prong e dei Ministry attraversati dal trip alternative di Psalm 69.
E in effetti, con il passare degli ascolti, The Blaze Within lascia ottime sensazioni e attimi intensi di musica intimista e drammatica, mentre l’altalena tra la parte più rabbiosa e quella melodica intensifica l’emozionante cambio di umori e sensazioni che brani come la title track, Victory Hotel o Descend lasciano nell’ascoltatore.
Un album che cresce con gli ascolti e con i minuti, lasciando il meglio di sé alla fine dove la già citata Descend si candida ad apice emotivo di un lavoro davvero bello ed interessante.

TRACKLIST
1.Non serviam
2.A blaze within
3.Great shineless brightness
4.Unheard sublime
5.Victory Hotel
6.Reap what you have sown
7.The hours of my rest
8.Descend
9.Jerk me off

LINE-UP
OLAF RÓŻAŃSKI – vocals
GRZEGORZ LUZAR – guitars, bass
PAWEŁ SOLON – drums

WINGLESS – Facebook

DESCRIZIONE SEO / RIASSUNTO

Dimonra – Violent Paranoia

Prodotto benissimo e curato in ogni dettaglio, Violent Paranoia in appena tre tracce convince e ci consegna un gruppo pronto per un full length in grado di fare proseliti, visto l’enorme potenziale in mano a questi quattro giovani musicisti milanesi.

Quando si suona un certo tipo di rock/metal, la caratteristica fondamentale è l’appeal che i brani trasmettono all’ascoltatore, tradotto in una ruffianeria che riesca ad ammaliare senza perdere un grammo in intensità (d’altronde si parla pur sempre di musica dura).

Questa premessa risulta obbligatoria per presentare il secondo ep dei Dimonra, giovane gruppo milanese formatosi lo scorso anno e con appunto all’attivo un altro ep, Evil.
Violent Paranoia si compone di tre brani che uniscono in un solo sound alternative metal, dark rock ed elettronica, oltre ad una predisposizione per ritmiche funky che danno un tocco originale ed assolutamente irresistibile alla musica del gruppo, specialmente nella notevole Flash Mob.
La title track e Sick? alternano potente metallo moderno ad atmosfere dark wave, in un contesto moderno e, come detto, ricco di melodie vincenti, grazie anche alla voce ipnotizzante e particolare della vocalist Memori.
Il basso di XV pulsa come sangue impazzito nelle vene, mentre riff metallici (Hale) e bordate spacca pelli (Chance) ribadiscono la vena metallica dei Dimonra.
Prodotto benissimo e curato in ogni dettaglio, Violent Paranoia in appena tre tracce convince e ci consegna un gruppo pronto per un full length in grado di fare proseliti, visto l’enorme potenziale in mano a questi quattro giovani musicisti milanesi.

TRACKLIST
1.Violent Paranoia
2.Flash Mob
3.Sick?

LINE-UP
Memori – Vocals
Hale – Guitars
XV – Bass, Programming
Chance – Drums

DIMONRA – Facebook

Vermilion Whiskey – Spirit Of Tradition

Spirit Of Tradition è quanto di più vero troverete ascoltando southern metal, d’altronde i Vermilion Whiskey provengono dalla Louisiana, terra di coccodrilli, whiskey e southern blues.

Prendete cinque metallari della Louisiana, precisamente da Lafayette, date loro da bere e fateli accomodare su un piccolo palco di qualche locale del Sud degli Stases.

Il blues , come d’incanto, sarà il demone che, posseduta l’anima dei musicisti farà suonare loro metal demonizzato dal sound del Mississippi, un southern rock che vi entra dentro come un serpente se avete la pessima idea di entrare nelle acque melmose del fiume, in prossimità dello stato dove i Vermillion Wiskey hanno registrato l’album, con una capatina in Texas tanto per non farci mancare quel tocco di atmosfera desertica tanto di moda in questi anni.
Mezz’ora, sei brani e Spirit Of Tradition è bell’e pronto, inattaccabile se parliamo di questo genere, suonato con sangue, sudore e gli attributi al proprio posto: d’altronde questa è gente dura, abituata a tanti fatti e poche parole, o al massimo tante sbronze, mentre riff pesanti come macigni (Monolith) si danno il cambio con sfumature bluesy e southern d’annata (l’opener Road King) mentre le esalazioni dell’whiskey si fanno insistenti.
Thaddeus Riordan e compagni ci sanno fare, perciò i fans del southern rock metal si cerchino questo spaccato di vita del sud, non se ne pentiranno.

TRACKLIST
1.Road King
2.The Past Is Dead
3.Come Find Me
4.Monolith
5.One Night
6.Loaded Up

LINE-UP
Thaddeus Riordan – Vocals
Ross Brown – Guitar
Carl Stevens – Guitar
Jeremy Foret – Bass
Buck Andrus – Drums

VERMILION WHISKEY – Facebook

Green Meteor – Consumed By A Dying Sun

I Green Meteor sono un rumoroso collettivo che ha la precisa funzione di farci viaggiare il più rumorosamente possibile con la loro musica, un misto di fuzz, psichedelia e space rock in quota Hawkwind.

Space fuzz rock con voce femminile da Philadelphia. I Green Meteor sono un rumoroso collettivo che ha la precisa funzione di farci viaggiare il più rumorosamente possibile con la loro musica, un misto di fuzz, psichedelia e space rock in quota Hawkwind.

Questo suono è affascinante e morboso, nasce dalla salita alle stelle attraverso le asperità dei Grateful Dead, passando per la tradizione psichedelica pesante americana. I Green Meteor tracciano ardite rotte spaziali, fondono chitarre ed organi sia musicali che umani per arrivare alla meta. Nati nel 2015, cominciano un’intensa attività musicale per poi arrivare al questo debutto attraverso Argonauta Records. Il disco è molto originale, distorto e marcio al punto giusto per essere gustato dalla platea di rumoristi che sta diventando sempre più esigente e che qui troverà moltissimo. I Green Meteor salgono e scendono, guidando il loro mezzo spaziale in mezzo a turbolenze e a momenti di puro piacere. La voce femminile è decisiva nel determinare il successo di questo suono, perché riesce a creare atmosfere molto particolari, arrivando a connotare decisamente il tutto. Consumed By A Dying Sun è un ottimo disco di psichedelia pesante, composto anche da una forte componente di fuzz che aiuta a caricare maggiormente il lavoro nel suo insieme. Ascoltando il disco si riesce a carpire anche una vena punk hardcore che spinge la band a fare qualche passaggio molto più veloce dando una scarica all’ascoltatore. In definitiva questo debutto è l’apertura di una ottima miniera di musica pesante e psichedelica che riesce a salire molto in alto.

TRACKLIST
01 – Acute Emerald Elevation
02 – Sleepless Lunar Dawn
03 – In the Shadow of Saturn
04 – Mirrored Parabola Theory
05 – Consumed by a Dying Sun

LINE-UP
Leta
Amy
Tony
Algar

GREEN METEOR – Facebook