STARBYNARY

Il nuovo lyric video del singolo “Malebolge”, estratto dall’album “Divina Commedia: Inferno” , uscito via Revalve Records a febbraio 2017.

La power prog metal band Starbynary ha rilasciato oggi il nuovo lyric video del singolo “Malebolge”:

estratto dall’ album “Divina Commedia: Inferno” , uscito via Revalve Records a febbraio 2017.

Puoi ascoltare l’intero album su:
Spotify: http://spoti.fi/2ktoNyF
Deezer: http://www.deezer.com/album/14746850

https://www.facebook.com/Starbynary/?fref=ts
http://www.revalverecords.com/Starbynary.html
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Debackliner – Debackliner

Un album che cresce con gli ascolti e si mantiene su un buon livello per tutta la sua durata: metallo classico con tutti gli annessi e connessi, serve altro?

Attivi dal 2006 sotto un altro monicker (The Omega), poi cambiato qualche anno fa, arrivano solo ora al debutto i francesi Debackliner, band di metal classico che centra il bersaglio con questo buon debutto omonimo.

Chitarre maideniane, un cantante molto bravo ed il gioco è fatto, Debackliner offre quello che il metallaro chiede a gran voce da un gruppo di heavy metal classico: grinta, melodie ben incastonate in un sound che non manca di qualche spunto progressivo, ormai di norma nelle opere di genere in questi ultimi anni, un tocco epico dato dai chorus che sprizzano energia metallica e un lotto di brani che, senza risultare clamorosi, lasciano che mid tempo potenti, crescendo tipici della new wave of british heavy metal e qualche accelerazione thrash non facciano di certo annoiare l’ascoltatore.
Debackliner è lungi ad essere un album perfetto, ma senz’altro l’approccio thrash/power di brani come l’ottima Children Of The Night, la potenza epico metallica della portentosa Erase The Hordes, un brano tra l’heavy metal degli Iron Maiden e il power dei Blind Guardian, fanno proseliti tra i fans del metal classico, assolutamente d’accordo nel fare i sentiti complimenti al mattatore dell’album, il singer Bob Saliba.
E l’ugola del vocalist fa strage di cuori metallici tra le trame delle due spettacolari tracce che risultano il cuore pulsante di questo lavoro, le epiche e progressivamente metalliche cavalcate che rispondono al nome di The Omega e Jolly Roger.
Con questi due soli brani la band si conquista un buon voto, il sound del gruppo viene bilanciato da un’eleganza progressiva che ricorda gli Ark e, a tratti, i Masterplan del primo album, specialmente nelle linee melodiche del cantante che ricordano quelle del maestro Jorn, mentre le atmosfere oscure nello stacco centrale di Jolly Roger tornano a far risuonare il mood maideniano che avvolge l’intero lavoro.
Un album che cresce con gli ascolti e si mantiene su un buon livello per tutta la sua durata: metallo classico con tutti gli annessi e connessi, serve altro?

TRACKLIST
1.Pandora
2.Rise of Angel
3.Children of the Night
4.Werewolf
5.Erase the Hordes
6.Mr. Jack
7.The Omega
8.Jolly Roger
9.Circle

LINE-UP
Thomas Pognante – Bass
Serge Servise – Drums
Rémi Caleca – Guitars
Eric Luvera – Guitars (rhythm)
Bob Saliba – Vocals

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Katharos XIII – Negativity

I Katharos XIII dimostrano di possedere le stimmate della band di livello superiore alla media, ed indicano un’ideale sbocco creativo a chiunque voglia offrire una personale rilettura della materia black metal.

Ancora una volta, in un lasso di tempo relativamente breve, ci troviamo a parlare di metal estremo in arrivo dalla Romania, con non pochi legami con gli album appena trattati.

Infatti, i Katharos XIII, al loro secondo full length, provengono anch’essi dalla fertile scena di Timisoara e vedono in line-up l’ormai nota figura di Fulmineos, all’opera con i magnifici Argus Megere, oltre ad Ordinul Negru ed un passato nei numi Negură Bunget.
Rispetto agli autori di VEII, il black metal in questo caso assume sembianze più sperimentali, anche se non mi trovo molto d’accordo con l’etichetta depressive assegnata nelle note di accompagnamento, se non per l’aspetto lirico che tiene perfettamente fede ad un titolo come Negativity.
In realtà, l’approccio dei Katharos XIII è piuttosto avanguardistico, pur senza spingersi verso orizzonti eccessivamente cervellotici, poiché appaiono sempre ben delineate le intuizioni melodiche e neppure si disdegnano ritmiche a tratti dall’impatto catchy, come avviene nell’opener XIII, traccia più che mai esemplificativa degli intenti dei nostri.
La pesantezza della successiva title track, del resto, è tutt’altro che sintomo di monotematicità, con l’esibizione di minacciosi break e rallentamenti che, come nel resto del disco, contribuiscono a rendere vario e poco scontato l’album.
Il velo di sofferenza che avvolge il lavoro si estrinseca attraverso trame sonore sempre brillanti, spesso di sorprendente originalità, che dal black traggono soprattutto l’interpretazione vocale e certe accelerazioni ritmiche: in Negativity vengono frullate con grande abilità pulsioni estreme, progressive e post metal, per un risultato finale sul quale si sarebbe potuto scommettere ad occhi chiusi alla luce del valore della crescente scena che questi musicisti rappresentano.
I Katharos XIII spargono con generosità all’interno del loro album diversi momenti di fulgore compositivo (ognuno dei sette brani è splendido, ma No One Left To Lead The Way e Inside spiccano per il loro trascinante incedere), dimostrando di possedere le stimmate della band di livello superiore alla media ed indicando un’ideale sbocco creativo a chiunque voglia offrire una personale rilettura della materia black metal.

Tracklist:
1. XIII
2. Negativity
3. No One Left To Lead The Way
4. The Chains Are So Beautiful
5. World’s Coffin
6. I Die Everytime I Walk This Path
7. Inside

Line-up:
F – vocals, guitars, keyboards
Andrei – guitars
SQ – bass
Sabbat – drums

KATHAROS XIII – Facebook

From The Dust Returned – Homecoming

Un debutto davvero sorprendente per un gruppo che riesce nella non facile impresa di risultare classicamente progressivo pur usando note, sfumature ed attitudine fuori dai cliché conservatori del genere.

Dopo varie vicissitudini che hanno portato il gruppo a rimodellare la formazione, Homecoming finalmente vede la luce tramite la Sliptrick Records e la carriera di questa ottima band progressive può prendere il via.

Stiamo parlando dei From The Dust Returned, gruppo nostrano che vede all’opera due membri degli storici Graal (Danilo Petrelli e Cristiano Ruggero, rispettivamente tastiere e batteria) e del suo debutto in formato ep, una mezzora di musica progressiva, tra tradizione settantiana, metal estremo ed atmosfere dark.
Ogni brano prende ispirazione da patologie psichiatriche, un viaggio in più di una mente malata di schizofrenia, clinofobia e depressione e la musica che supporta il concept non può che essere cangiante, tragica, oppressivamente estrema e dark, seguendo appunto i deliri provocati dalla sofferenza che malattie del genere comportano.
L’album si apre con Harlequeen, sunto del sound prodotto dai From The Dust Returned, con armonie acustiche post dark ammantate di prog metal teatrale che ci accompagnano in questo viaggio nella mente umana: la voce pulita, a tratti declamatoria, si scontra con il growl, mentre i tasti d’avorio disegnano arabeschi di progressive rock;
l’atmosfera delle varie tracce si può senz’altro dichiarare estrema, perennemente in tensione e attraversata da notevoli cambi di tempo e parti acustiche suggestive.
In un sound in cui l’anima progressiva classica è preponderante, il growl ed i vari toni vocali usati fanno la differenza, così come il gran lavoro delle tastiere, mentre la parte estrema permette a brani come Echoes Of Faces e Wipe Away The Rain di acquistare un tocco di originalità in più, elevando Homecoming al rango di lavoro da apprezzare in tutte le sue sfumature.
Un debutto davvero sorprendente per un gruppo che riesce nella non facile impresa di risultare classicamente progressivo pur usando note, sfumature ed attitudine fuori dai cliché conservatori del genere.

TRACKLIST
01. Harlequeen
02. Homecoming
03. Echoes of faces
04. Glare
05. Wipe away the rain
06. Sleepless

LINE-UP
Alex De Angelis – Vocals, Guitars
Marco del Bufalo – Vocals
Miki Leandro Nini – Bass
Danilo Petrelli- Keyboards
Cristiano Ruggiero – Drums

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