WHITE SKULL

Il nuovo video “Will Of The Strong” tratto dall’album omonimo in uscita a giugno (Dragonheart Records/Audioglobe).

I veneti WHITE SKULL tornano dopo cinque anni da “Under This Flag” con il nuovo e decimo studio album della loro fortunata carriera. “Will Of The Strong” uscirà il prossimo 9 Giugno su Dragonheart Records/Audioglobe!
La band, ormai una garanzia nel panorama italiano ed Europeo, ha pubblicato album per prestigiose etichette quali Nuclear Blast e Breaker Records e ha suonato in numerosi concerti con band quali Grave Digger, U.D.O., Blind Guardian, etc.

Il nuovo album dei White Skull non potrà mancare ai veri Defenders of the Steel! Metal songs da headbanging selvaggio, un sound roccioso e compatto, brani veloci ed immediati sono alternati ad altri più cadenzati e d’atmosfera, con un eccellente uso delle orchestrazioni che donano al sound un’elevata epicità; I cantati di Federica elevano il risultato finale raggiungendo il miglior feeling e il miglior lavoro di sempre.

“Will Of The Strong” è stato prodotto da Tony Mad Fontò, registrato e masterizzato lo scorso inverno 2016/2017 presso i New Sin Studio (Loria-TV). La coppia Fontò-Stefanini ha prodotto un album moderno e ben bilanciato, il risultato finale è un suono “Martellante ed Epico” che eleva sia l’impatto sonoro della band che la voce di Federica.

la band ha anche annunciato le prime due date estive:

2 Giugno 2017 al Wings of Bea Metalfest 2017 – Santhià VC
19 Agosto 2017 all’Agglutination Metal Fest 2017 – Chiaromonte

In alto gli scudi e preparatevi alla Battaglia!

Line up:
Federica “Sister” De Boni : Vocal
Tony “Mad” Fontò : Rhythm Guitar
Danilo Bar : Lead Guitar
Alexandros Muscio : Keyboards
Jo Raddi : Bass
Alex Mantiero : Drums

www.whiteskull.it

Evil Cinderella – Dangerous Inside

La band ci presenta cinque brani di spumeggiante hard & heavy tedesco, con le chitarre a forgiare ritmi potenti e riff tosti come l’acciaio, una forma canzone già di buona fattura e chorus ottantiani di quell’hard rock melodico che nel loro paese è tradizione radicata come la birra.

Le nuove leve dell’hard & heavy mondiale fanno spallucce ai detrattori ed ai ricercatori dell’originalità a tutti i costi e tornano sulle strade impervie del genere, quello vero che negli anni ottanta fece innamorare un’intera generazione di ascoltatori, tanto da non lasciare mai le classifiche di settore.

Negli anni novanta il rock americano ha letteralmente spinto in un angolo il genere, ma nell’underground ed in certi paesi (come il Giappone) i gruppi sopravvissuti agli eccessi del decennio precedente e le nuove leve hanno trovato un rifugio sicuro.
Di questi tempi, per l’ennesima volta è cambiato tutto e l’hard & heavy sta tornando ad infiammare le autoradio degli amanti del genere, così non manca mai una nuova band di cui occuparsi per chi di questi suoni scrive e si nutre.
I giovani rockers tedeschi Evil Cinderella sono un quartetto attivo da una manciata d’anni e Dangerous Inside è il secondo ep, successore di Wanna Get Dirty uscito un paio di anni fa.
La band ci presenta cinque brani di spumeggiante hard & heavy tedesco, con le chitarre a forgiare ritmi potenti e riff tosti come l’acciaio, una forma canzone già di buona fattura e chorus ottantiani di quell’hard rock melodico che nel loro paese è tradizione radicata come la birra.
Krokus, Bonfire, Gotthard e più o meno tutte le band di rock duro, passano attraverso questa manciata di brani, interpretati con passione da questo gruppo di giovani musicisti che valorizzano gli insegnamenti dei maestri con la potenza e la melodia che si alternano su Eagle Eye, Day By Day e la title track.
Un ep che conferma la buona presa della musica del gruppo, pronto per un futuro full length che noi di MetalEyes cercheremo di non farci scappare.

TRACKLIST
1.Eagle Eye
2.Day by Day
3.Dangerous Inside
4.Without a Chance to Fight
5.Pretend You Died

LINE-UP
Henrik de Bakker – Vocals, Guitars
Paul Nakat – Guitars
Christian Lange – Bass
Jonas Christians – Drums

EVIL CINDERELLA – Facebook

Façade – Loathe

Sia pure con gli scostamenti minimi che il genere consente, i Façade riescono nell’intento di offrire un lavoro eccellente e dalla cifra stilistica piuttosto personale, finendo per non assomigliare in maniera particolare a nessuno tra i nomi di riferimento del settore.

Dalla fertile scena olandese ecco arrivare una nuova interessante band dedita al death doom.

In realtà i Façade non sono proprio di nuovo conio, essendo attivi già da diversi anni e con alle spalle un ep nel 2013, ma Loathe è il primo full length che, di fatto, ne va a collocare il nome tra le più stimolanti realtà europee.
Sia pure con gli scostamenti minimi che il genere consente, la band di Dordrecht riesce nell’intento di offrire un lavoro dalla cifra stilistica piuttosto personale, finendo per non assomigliare in maniera particolare a nessuno tra i nomi di riferimento del settore.
Loathe si muove tra le ritmiche rallentate come da copione ma agitate da sussulti ritmici capaci di catturare, anche se non si può fare a meno di rilevare una vena post metal innestata con buona fluidità nel sound: spesso, infatti, passaggi liquidi e più rarefatti costituiscono il contraltare alle ruvidezze intrise di dolente senso melodico, con l’interpretazione dell’ottimo Ben De Graaff (chiamato a prestare la sua voce anche nella nuova reincarnazione degli storici Phlebotomized) che, in compenso, non deroga quasi mai da un growl profondo ed incisivo.
L’album non mostra punti deboli, snodandosi lungo sei tracce ugualmente convincenti e valorizzate appieno dal non così consueto apporto di tre chitarre, le quali garantiscono sia un corposo apporto ritmico sia assoli di pregevole fattura, a costellare una tracklist fatta di sette lunghi brani tra i quali spiccano le drammatiche Insanity Restored e Departure, rilucenti vette emozionali di un lavoro eccellente sotto tutti gli aspetti.
I Façade sono un’altra notevole band che va ad aggiungere l’ennesimo tassello ad un genere come il funeral/death doom, appannaggio di pochi intimi qui in Italia ma capace invece, fuori dai nostri confini, di riscuotere un buon consenso di pubblico, dando vita ad un circolo virtuoso che vede la costante nascita di realtà in grado di affiancare con pari dignità i nomi storici della scena.

Tracklist:
1.Apostate
2.Veil of Deceit
3.Insanity Restored
4.Sleepless
5.Departure
6.Forlorn

Line-up:
Ben de Graaff – Vocals
Pim van Dijk – Bass
Berend Klein Haneveld – Guitar
Conrad Stroebel – Guitar
Chris Harmsen – Guitar
Korijn van Golen – Drums

Façade – Facebook

Dark Ages – A Closer Look

L’incontro tra il progressive rock ed il metal, avvenuto nei primi anni novanta, ha portato una ventata di freschezza al primo, genere tendenzialmente conservatore (più tra gli ascoltatori che tra i musicisti, ad onor del vero) ed un tocco di eleganza e raffinatezza tecnica al secondo, creando di fatto un genere parallelo (il prog metal) anche se non mancano proposte come quella dei veterani Dark Ages,  classica band progressive alla quale, a tratti, non mancano verve e grinta metallica.

Il gruppo fondato da Simone Calciolari, chitarrista ed unico membro rimasto della formazione originale datata 1982, licenzia il suo quarto studio album per l’Andromeda Relix di Gianni Della Cioppa, dopo le fatiche per aver portato in teatro le due parti del concept Teumman, opera ambiziosa piaciuta non poco nell’ambiente del progressive rock.
Dopo l’entrata in formazione di Roberto Roverselli alla voce e Gaetano Celotti al basso, arriva il momento di A Closer Look, album che conferma quanto di buono i Dark Ages hanno fatto in questi anni.
Non mancano alcuni ospiti, come i cantanti Claudio Brembati (Anticlockwise), Ilaria L’Abbate e Tiziano Taffuri, il sax di Enrico Bentivoglio (Against The Tides) ed il recitato di Paul Crespel in Fading Through the sky, a completare ed impreziosire un’ altra opera rock/metal in arrivo dalla scena nazionale.
A Closer Look, nella sua interezza, è un susseguirsi di tensione emotiva ed atmosfere eleganti, un rincorrersi tra la parte più rock e rilassata del progressive e quella animata dall’irruenza del metal, tra cambi di tempo perfetti ed un lavoro sontuoso sui tasti d’avorio che orchestrano a meraviglia gli umori cangianti di perle progressive come At The Edge Of Darkness, cuore pulsante di questo lavoro, dieci minuti di melodie progressive sapientemente metalliche che sfumano nelle armonie delicate create da sax e piano in Against The Tides.
Il gruppo conosce molto bene la materia e le scale armoniche che riempiono la title track e la bellissima Yours non mancheranno di strappare un sorriso agli amanti del genere collocandosi tra Dream Theater e Yes, due generazioni di musica progressiva che si incontrano senza scontrarsi nella musica dei Dark Ages.
Una velata sfumatura epica aleggia su A Closer Look, particolare di non poco conto, importantissimo per riuscire a far breccia nei cuori ribelli dei progsters dall’anima metal e rendere l’album uno dei migliori esempi di musica progressiva uscita dal nostro paese in questa prima metà del 2017.

TRACKLIST
01. A Closer Look
02. Till the Last Man Stands
03. Yours
04. At the Edge of Darkness
05. Against the Tides
06. The Anthem
07. Fading Through the Sky

LINE-UP
Simone Calciolari – Guitars
Gaetano Celotti – Bass
Roberto Roverselli – Vocals
Carlo Busato – Drums
Angerla Busato – Keyboards

DARK AGES – Facebook

A Closer Look nella sua interezza è un susseguirsi di sali e scendi di tensioni ed atmosfere eleganti, un rincorrersi tra la parte più rock e rilassata del progressive e quella animata dall’irruenza del metal.