Raging Dead

‘Crimson Garden’, primo video ufficiale dei Raging Dead, annuncia l’arrivo di “When The Night Falls”, debut album licenziato dalla label americana Pavement Entertainment.

‘Crimson Garden’, primo video ufficiale dei Raging Dead, annuncia l’arrivo di “When The Night Falls”, debut album licenziato dalla label americana Pavement Entertainment.

Il video è stato girato interamente al Midian Live di Cremona, ormai fedele cripta della band, sotto la guida dell’abile videomaker Luca Catullo, in arte Bazoo Bzk Productions.
“Vecchia conoscenza di alcuni di noi, Bazoo è riuscito ad entrare da subito nell’ottica che ci serviva per lavorare” afferma il cantante Cloud Shade. “Ha posto rimedio alla nostra inesperienza davanti alle telecamere grazie alla sua grande professionalità e ha saputo trasmetterci il suo entusiasmo e voglia di creare, studiando il pezzo e analizzando a fondo ambientazione, musica e testo, riuscendo a conferire quel tocco anni ’80 che a noi piace tanto, tra giochi di luci ed effetti ‘pellicola bruciata’.
Inizialmente pensavamo di creare una sequenza che riprendesse il testo della canzone , ma dopo svariate riflessioni abbiamo deciso di fare una classica ripresa del gruppo che suona sopra ad un palco. Sì, perché abbiamo scelto il NOSTRO palco, non uno qualunque, ma quello della cripta che ci ha visti crescere. Quale posto sarebbe stato più adatto e in grado di metterci a nostro agio durante le riprese del nostro primo videoclip? Così, in una sera qualunque dello scorso Ottobre, senza preavviso e in gran segreto, ci siamo ritrovati a girarlo al Midian, sotto gli occhi di qualche cliente sorpreso. È stato tutto fighissimo!
La band in questi tre anni ha tenuto un’intensa attività live, ma mancavano ancora album e video per potersi lanciare a tutti gli effetti. Con questo semplice video chi non ha mai assistito a un nostro concerto può capire chi sono i Raging Dead: il nostro portamento e il nostro look, di cui ci siamo occupati in prima persona, persino nella creazione dei vestiti di scena, pur con qualche piccolo aiuto esterno. Al giorno d’oggi l’immagine incide fortemente sul successo di un gruppo e non abbiamo voluto lasciare nulla al caso.
Abbiamo scelto ‘Crimson Garden’ come cavallo di battaglia promozionale per la sua forte melodia: chi conosce già il nostro sound aggressivo con questa canzone avrà una bella sorpresa! Nonostante il ritornello molto melodico, è un pezzo che non manca di potenza e che riesce a mantenere intatta la nostra identità, aprendoci però nuovi orizzonti. Insomma, rappresenta per noi un passaggio chiave ed una crescita.
‘Crimson Garden’ è ambientato in un giardino con una tomba al centro, la tomba dell’amata fanciulla del protagonista che si raggiunge camminando attraversando un sentiero di fiori rossi, tinti dal sangue degli assassini di lei, e proprio da qui nasce il titolo della canzone.
Viene analizzato lo stato d’animo di lui, forgiato dall’ira, che sfoga il suo dolore solamente sotto la pioggia battente per nascondere le lacrime al mondo, unico momento in cui lascia esprimere il suo lato umano ancora presente. Pronto a compiere imprese titaniche per riaverla, pur sapendo che non sarà possibile, non gli rimane altro che la vendetta.
Amore, Dolore, Vendetta e Sangue sono gli elementi che condiscono l’ambientazione di ‘Crimson Garden’.
Si apre il sipario, la Notte sta arrivando”.

Web:

http://www.ragingdead.com

http://www.facebook.com/RagingDead

http://www.pavementmusic.com/artistspartnerships/raging-dead

http://www.atomicstuff.com/ragingdead.html

http://www.jackrockagency.com/band/raging-dead/

http://instagram.com/ragingdead

https://twitter.com/ragingdeadgang

Virulent Depravity – Fruit Of The Poisoned Tree

Un album estremo suonato da musicisti di livello assoluto, con poche emozioni ma tanta tecnica: consigliato agli amanti della perizia strumentale prima di tutto.

Debuttano gli americani Virulent Depravity con Fruit of the Poisoned Tree, album di death metal tecnico e progressivo, una cascata di note che si modellano sui generi con cui la band gioca per questo primo lavoro che arriva un paio di anni dopo la sua nascita.

Trio composto dal polistrumentista e compositore Colin Butler, dal chitarrista Malcolm Pugh e dal batterista degli Svart Crown, Kevin Paradis, i Virulent Depravity si avvalgono di un buon numero di ospiti che valorizzano le performance micidiali dei protagonisti.
Il lavoro mette in mostra tecnica eccezionale ed impatto brutale, reso più nobile da momenti di musica progressiva in un cambiamento repentino di atmosfere che portano fino al jazz ed alla fusion: niente di nuovo in definitiva, ma il tutto è ben legato da un songwriting che dà spazio alla tecnica, a tratti in modo eccessivo, con altri passaggi invece più ragionati che lasciano scorrere fluidamente la musica.
Fruit Of The Poisoned Tree, aiutato da un’ottima produzione che aiuta non poco l’ascolto delle numerose parti intricate, risplende della bravura dei suoi protagonisti (Kevin Paradis è un mostro dietro i tamburi), mentre gli ospiti si danno il cambio nei vari ed intricati brani che, come ragnatele, ci imprigionano in mezzo ai loro intricati fili.
Quasi un’ora di death metal progressivo e brutale, dove la parola d’ordine è stupire con soluzioni tecnicissime al limite dell’umano ed i musicisti ci riescono, grazie alle evoluzioni estreme su tracce come Spineless Obedience, Desecrating Eden e Mechanized Defilement.
Un album estremo suonato da musicisti di livello assoluto, con poche emozioni ma tanta tecnica: consigliato agli amanti della perizia strumentale prima di tutto.

TRACKLIST
1. Serpentine Messiah
2. Spineless Obedience
3. Your Demise
4. Desecrating Eden
5. Fruit of the Poisoned Tree
6. Bad Drug
7. Beyond the Point of No Return
8. Only Human
9. Mechanized Defilement
10. Crushed by Futuristic Filth

LINE-UP
Colin Butler – Composition, Guitar, Bass, Vocals
Malcolm Pugh – Rhythm Guitar
Kévin Paradis – Drums

Jimmy Pitts (Pitts Minneman Project, Equipoise, NYN, etc) – Keys (Track 4, 10)
Mark Hawkins – Guitar Solo (Track 1)
Nick Padovani (Equipoise) – Guitar Solo (Track 6)
Craig Peters (Deeds Of Flesh) – Guitar Solo (Track 8)
Elijah Whitehead (Enfold Darkness) – Guitar Solo (Track 9)
Sims Cashion – Guitar Solo (Track 10)
Nathan “Sounds” Bounds (Enfold Darkness) – Guest Vocals and Latin Chants (Track 10)

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Acid Death – Balance Of Power

Il suono di Balance Of Power non è un mero recupero, ma un’intelligente riproposizione di un prodotto molto valido, ieri come oggi, perché è un disco di valore assoluto, ancor di più se si considera che sarebbe dovuto essere l’esordio degli Acid Death.

Dopo 25 anni di attesa, arriva il disco che sarebbe dovuto essere il debutto dei pionieri greci Acid Death.

Grazie alla Floga Records possiamo ascoltare rimasterizzato questo mini lp che non vide mai la luce. Questa storia a lieto fine cominciò nel 1991 quando si formarono e tutti i componenti erano sotto i venti anni. In quei tempi erano davvero pochi gli studi di registrazione agibili per un gruppo metal, ed il migliore era il Praxis Studios di Atene. Con lo studio pagato per 40 ore e nessuna esperienza nell’uso del registratore analogico a sedici tracce, i ragazzi riuscirono, come possiamo ascoltare oggi, a fare un buon lavoro anche perché dotati di notevole talento. Infatti, riascoltandolo, si rimane francamente stupiti di fronte a questo mini lp di esordio, perché tanti gruppi molto più blasonati al giorno d’oggi fanno molto, ma molto peggio di ciò in cui riuscirono all’epoca questi ragazzini greci. Il lavoro in origine sarebbe dovuto uscire per la greca Black Power Records, ma problemi finanziati ritardarono ed infine ne cancellarono l’uscita. L’anno dopo l’altrettanto greca Molon Lane Records, attiva dal 1990 al 1996, pubblicò due tracce del mini lp in quello che diventò l’esordio del gruppo, l’ep Apathy Murders Hope, che è appunto il titolo di una delle due tracce. Da lì partì il volo di questa band attiva fino al 2001, riformatasi nel 2011 ed ancora attiva. Balance Of Power è un grande disco di death tecnico e fortemente incline al prog, con impalcature sonore molto interessanti, un suono fortemente anni novanta, ma già molto maturo e consapevole delle proprie potenzialità. Il recupero di questo disco aggiunge maggior valore ad un lunga carriera, che ha sempre dato buoni frutti, ma che soprattutto può dare ancora molto. Il suono di Balance Of Power non è un mero recupero, ma un’intelligente riproposizione di un prodotto molto valido, ieri come oggi, perché è un disco di valore assoluto, ancor di più se si considera che sarebbe dovuto essere l’esordio discografico di questi (all’epoca giovanissimi) greci.

TRACKLIST
Side A
1) Psychosis
2) Apathy Murders Hope
3) Civil War
4) Death From Above

Side B
1) Balance Of Power
2) Twilight Spirits
3) State Of Paranoia

LINE-UP
Savvas Betinis – bass & vocals
Dennis Kostopoulos – lead & rhythm guitars
John Anagnostou – lead & rhythm guitars
Kostas Alexakis – drums & percussion

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Descent Into Maelstrom – Descent Into Maelstrom

Descent Into Maelstrom convince, mostrando un’aura gotica e malinconica pur nella sua natura estrema, consigliato quindi alle anime nere ed agli amanti del death melodico.

I Descent Into Maelstrom, progetto di metal estremo creato dal chitarrista Andrea Bignardi, di fatto una one man band, ci esortano a spingerci nei deliri dello scrittore Edgar Alan Poe e della sua opera, dalla quale anche l’album prende il titolo.

Una passione, quella per la letteratura gotica, che ha portato il musicista piacentino alla realizzazione di questo lavoro dal sound estremo che si rivela un buon death/black melodico influenzato dalla maestra terra scandinava.
Grande il lavoro della sei corde, strumento preferito da Bignardi sia nelle parti grondanti metallo estremo, sia in quelle atmosferiche o dalle ottime melodie che si rifanno al metal classico.
L’atmosfera che regna tra i brani è ovviamente oscura ed orrorifica, ma non mancano cavalcate in crescendo come la notevole Castle Of Otranto, nella quale Bignardi ricama solos melodici di ottima fattura, alternando potenza metallica a suggestive parti acustiche, in una tempesta di suoni che richiamano a più riprese la scena death melodica di primi anni novanta.
Per farsi un’idea del sound contenuto nell’album si potrebbero immaginare degli In Flames gotici che giocano a fare i Dissection, e comunque Ignis Fatuus, Storm And Assault, la già citata Castle Of Otranto e la title track rendono merito allo sforzo del musicista e compositore emiliano.
Descent Into Maelstrom convince, mostrando un’aura gotica e malinconica pur nella sua natura estrema, consigliato quindi alle anime nere ed agli amanti del death melodico.

TRACKLIST
1. Everything Against
2. Ignis Fatuus
3. Innerwhere (feat. Samuele Ordanini – Inferno 9)
4. Storm And Assault
5. Castle Of Otranto
6. Atavic Enemies
7. Descent Into Maelstrom
8. Peroratio In Rebus

LINE-UP
Andrea Bignardi – Guitar, Bass, Vocals

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