CIRCUS NEBULA

Il secondo video Clip “Rollin’ Thunder (Raw’n’Roll)” tratto dal nuovo album dei Circus Nebula uscito per Andromeda Relix nel 2017.

Il secondo video Clip “Rollin’ Thunder (Raw’n’Roll)” tratto dal nuovo album dei Circus Nebula uscito per Andromeda Relix nel 2017.
Diretto da Diego Babini. Special guests: Tommy & Laura (Old Boy Staff Forlì): the Barman & the Waitress; Happy (the drunk-dead guy) & Andrea (the card player); Yulia & Gola (Ms & Mr Biker).

Fleshpress – Hulluuden Muuri

I Fleshpress in poco più di mezz’ora scagliano nell’etere la loro personale visione musicale che non prevede soluzioni banali e neppure sconti particolari a chi si avvicina all’ascolto

I finnici Fleshpress sono una band dalla produzione già piuttosto corposa alle spalle, essendo attivi fin dagli ultimi anni del secolo scorso.

L’approccio musicale del gruppo di Lahti è quanto mai obliquo, vivendo di esplosioni di matrice black che si vanno ad intersecare con rallentamenti doom e disturbi sonici assortiti, risultando così di ardua definizione per la sua natura sperimentale.
Del resto in questa band milita in veste di drummer Mikko Aspa, meglio conosciuto invece come vocalist degli sperimentatori estremi Deathspell Omega, e un tale indizio non va affatto trascurato.
I Fleshpress in poco più di mezz’ora scagliano nell’etere la loro personale visione musicale che non prevede soluzioni banali e neppure sconti particolari a chi si avvicina all’ascolto: il loro black/doom è dissonante, carico di tensione, con diversi sconfinamenti dronici ai limite della cacofonia, quindi destinato per lo più a chi apprezza il versante avanguardistico del genere rappresentato, appunto dai vari Deathspell Omega, Blut Aus Nord, eccetera.
Pur essendo relativamente di breve durata, Hulluuden Muuri (nel quale i nostri si cimentano per la prima volta con la lingua madre) sembra molto più lungo per l’intensità disturbante che ne pervade le trame, e ovviamente i  Fleshpress non fanno nulla per rendere in qualche modo più accativante la proposta.
Anzi, a rimarcare tutto ciò, il terzetto colloca come traccia conclusiva quella più lunga e forse emblematica del proprio sentire musicale, Voiman Täydellinen Toteutuminen, un crescendo martellante interrotto da urla belluine ed esplosioni soniche che vanno a definire un quadro di grande ed instabile vitalità.
Classico prodotto per un ristretto novero di ascoltatori, Hulluuden Muuri come già detto non dovrebbe comunque faticare a trovare estimatori tra chi conosce le band citate come riferimento, oltre che negli appassionati di black e doom dalle vedute più ampie.

Tracklist:
1. Lunastuksen Ajan Veren Riitti
2. Hulluuden Viiltävä Lasipinta
3. Oikeamieliset
4. Siintävän Totuuden Häikäisevä Kajo
5. Voiman Täydellinen Toteutuminen

Line-up:
Mikko Aspa – Drums
Marko Kokkonen – Guitar, Effects, Vocals
Samuli – Guitars

FLESHPRESS – Facebook

Resurrect The Machine – Uncover The Truth

Ristampa curata dalla Minotauro per Uncover The Truth, primo ed unico album per i Resurrect The Machine.

Il ritorno dei suoni classici, nell’hard rock come in tutto il mondo metallico, ha portato nuovo interesse per le varie scene sparse per il mondo e, come sempre gli States sono l’ago della bilancia, specialmente come ritorno commerciale ma anche per saggiare i gusti dei consumatori di musica.

Ebbene, i suoni vintage ed old school non mancano di fare ancora una volta proseliti così da riportare l’hard & heavy classico almeno a confrontarsi, con armi tornate cariche, nel bel mezzo della mischia nel panorama attuale.
Nascono così nuove realtà ovviamente (oltre ai gruppi storici) come questo quartetto di Los Angeles, i Resurrect The Machine, usciti tre anni fa con questo debutto ora ristampato dalla Minotauro.
Uncover The Truth è un lavoro che ripercorre la strada solcata dai miti dell’hard & heavy dagli anni ottanta agli anni novanta, una raccolta di brani tra la tradizione heavy metal losangelina ed un sound più moderno, mantenendo però una forte impronta old school.
Ritmiche a tratti vicine all’hard rock si scontrano con chitarre dal retrogusto heavy, i solos ed i riff della sei corde strizzano l’occhio al metal classico, mentre brani più orientati al mid tempo di stampo rock sono interpretati con grinta e spavalderia metallica dal buon Dean Ortega.
Una virtù di questo lavoro è anche la durata che supera di poco la mezzora, che consente di godersi i nove brani senza che scemi l’attenzione.
Intuizioni buone non ne mancano, così come una sana dose di melodia ed Uncover The Truth ne esce bene, valorizzato da una buona tecnica e da brani trascinanti come l’opener Rush, Meet Your Maker e la groovy Headed For The Sun.
Per darvi un’idea faccio tre nomi, Ozzy Osbourne, Metallica e Soundgarden, miscelati e lavorati quel tanto che basta per ottenere il sound che domina i brani raccolti in Uncover The Truth.

TRACKLIST
1.Rush
2.Kaos
3.Meet Your Maker
4.Creeper
5.No Reason, Pt. 1
6.No Reason, Pt. 2
7.Cannnibal
8.Headed for the Sun
9.Resurrect the Machine

LINE-UP
Dean Ortega – Vocals
Andre Makina – Guitars
Joey Cotero – Drums, percussion and backing vocals
Kurt Barabas – Bass and Backing Vocals

RESURRECT THE MACHINE – Facebook

From Oceans To Autumn – Ether​/​Return To Earth

Il campo base del viaggio è il post rock, ovvero una musica ariosa e sognante, ma poi si arriva ad esplorare territori come i migliori Rosetta, e ci si spinge a regalare momenti molto simili alle atmosfere pinkfloydiane.

La musica può essere un mezzo per raggiungere svariati scopi, e la stessa canzone è altamente soggettiva se ascoltata da due persone differenti.

A volte però la musica è soltanto un velo di maya che nasconde altre cose, ed in questo caso tantissimi altri mondi e multiversi. From Oceans To Autumn è un creatore di mondi, una tensione continua verso l’infinito usando la musica come un vettore spaziale per portarci lontano. Già nel precedente A Perfect Dawn ci eravamo stupiti di fronte ad un disegno musicale davvero superiore e completamente diverso dai nostri parametri abituali. Qui è tutto ancora più maestoso ed etereo. Brandon Helms diventa un David Lynch musicale e disegna scena per scena un doppio disco incredibile e bellissimo. Il campo base del viaggio è il post rock, ovvero una musica ariosa e sognante, ma poi si arriva ad esplorare territori come i migliori Rosetta, e ci si spinge a regalare momenti molto simili alle atmosfere pinkfloydiane. I due cd sono un viaggio verso lo sconosciuto, verso galassie di suoni e rumori, atmosfere rarefatte e poi fughe verso il centro della stanza, e il momento dopo si apre la finestra e si vola. Le differenze fra i due dischi sono abbastanza sostanziali, nel senso che il primo cd offre un taglio maggiormente post rock, mentre il secondo è allo stesso tempo maggiormente ambient ma anche più chiuso e meno arioso, più inquieto. Impossibile stabilire quale dei due sia meglio, anche perché sono quasi due dischi diversi anche se c’è un filo che li lega, e che è quello di essere stati composti da un genio che risponde al nome di Brandon Helms, un compositore classico nato fortunatamente nei nostri tempi. Questa potrebbe benissimo essere infatti musica classica, per consistenza, forza e potenza, ma anche per la delicatezza e la negazione di barriere musicali. Molto coraggiosa anche la scelta di produrre due cd che devono essere ascoltati a fondo il più possibile, in un momento in cui la fruizione della musica è quella dello streaming, un rubinetto velocissimo dove tutto scorre ascoltato in superficie, mentre questo è un nettare divino che va degustato. Meraviglie.

TRACKLIST
disc 1 “ether”:
1. quintessence/core
2. medium
3. air/elysium
4. stratus/vapor

disc 2 “return to earth”:
1. arrival
2. live again
3. visible light II
4. keep awatchful eye
5. Isle
6. 211 south
7. Reconnect
8. through the ages

FROM OCEANS TO AUTUMN – Facebook

Virtual Symmetry – X-Gate

Nuovo Ep per i Virtual Symmetry, creatura dalle intricate ragnatele melodiche e dai raffinati passaggi progressivi.

Il progressive metal sa sempre regalare sorprese, ovviamente il genere è di quelli che o lo si ama o lo si odia, ma è indubbio che al fan delle intricate ragnatele musicali dei gruppi che, al progressive tradizionale aggiungono dosi di potenza metallica, non manca certo di che crogiolarsi.

Marco Pastorino, talento musicale nostrano e songwriter sopraffino, aggiunge alle fatiche con i Secret Sphere (fino a poco tempo fa) ed i Temperance questa ottima band, che del progressive metal si nutre, lontana dal power hard rock progressivo dei primi, così come dalle sinfonie metalliche dei secondi.
I Virtual Symmetry sono attivi dal 2009, fondati dal chitarrista Valerio Æsir Villa, e hanno debuttato lo scorso anno con Message From Eternity, full length che vedeva come ospiti, oltre ad Alessandro Del Vecchio, Jordan Rudess, tastierista di quella che è la massima influenza del gruppo, i Dream Theater.
Ovviamente la band parte da questa famosa ispirazione per poi prendere una propria strada fatta di intricati passaggi strumentali, ma anche di ottime e raffinate melodie, sviluppate in tre brani lunghi, tre suite che tornano all’antico, considerato il trend tra le band odierne del genere nel concentrare in pochi minuti i viaggi progressivi sul proprio spartito.
Pastorino canta, personale e melodico, e senza strafare lascia che le sensazioni prodotte dalla musica e dalla sua voce entrino nell’ascoltatore, mentre i compagni di questa avventura sfoggiano una padronanza dei mezzi oltre la media, con la musica dei Virtual Symmetry che cattura, rapisce, ipnotizza come nella migliore tradizione progressiva.
Eyes Of Salvation, Alchymera (con bellissime sfumature riconducibili alle opere di Ayreon) ed Elevate, dove Pastorino è affiancato da una bellissima voce femminile, compongono questo notevole lavoro, un ep da gustare come un succulento antipasto a quello che probabilmente sarà il prossimo album, mentre recuperare Message From Eternity diventa obbligatorio se non si conosceva la band in precedenza.

TRACKLIST
1.Eyes of Salvation
2.Alchymera
3.Elevate

LINE-UP
Valerio Æsir Villa – Guitars
Mark Bravi – Keyboards
Alessandro Poppale – Bass Guitar
Davide Perpignano – Drums
Marco Pastorino – Vocals

VIRTUAL SYMMETRY – Facebook