FRANTIC FEST

Il 17, 18 e 19 agosto 2017 il Tikitaka Village di Francavilla Al Mare – a due passi da Pescara – ospiterà la prima edizione del Frantic Fest, una tre giorni che si propone di radunare sotto la stessa bandiera rock, metal e punk.

In totale saranno venti le band – internazionali e nazionali – ad alternarsi sul palco del Frantic Fest, per un evento unico nel suo genere nel centro-sud Italia.

Le tre giornate del festival abruzzese saranno così suddivise:

17 AGOSTO

17:00 = APERTURA CANCELLI

(SMALL STAGE)
18:00 – 18:30 = PsychoCello Project
18:50 – 19:20 = BUSHI
19:40 – 20:20 = Doctor Cyclops

(MAIN STAGE)
20:30 – 21:20 = SOVIET SOVIET
21:50 – 22:40 = SPIRITUAL FRONT official page
23:15 – 01:00 = Goblin – Claudio Simonetti’s

(SMALL STAGE)
01:00 – ??? = Il Vescovo Hellectric Dj Set (industrial, new wave, ebm)

18 AGOSTO

17:00 = APERTURA CANCELLI

(SMALL STAGE)
18:00 – 18:30 = Helslave
18:50 – 19:20 = SYK
19:40 – 20:20 = Shores of Null

(MAIN STAGE)
20:30 – 21:20 = Dark Lunacy
21:50 – 23:00 = Aura Noir
23:30 – 01:00 = Grave

(SMALL STAGE)
01:00 – ??? = Zazzarock Dj Set (rock/metal/punk classics)

SAB 19 AGOSTO

16:00 = APERTURA CANCELLI / GATE OPENING

(SMALL STAGE)
17:00 – 17:30 = Onryō
17:45 – 18:15 = laCasta
18:30 – 19:00 = Baphomet’s Blood
19:20 – 20:00 = Martyrdöd

(MAIN STAGE)
20:10 – 20:50 = Raw Power
21:20 – 22:10 = Ufomammut
22:40 – 23:30 = Slapshot
00:00 – 01:00 = Impaled Nazarene

(SMALL STAGE)
01:00 – ??? = Los Noventas Dj Set (90s trash / eurodance)

https://www.facebook.com/events/431244800571452/
FREE CAMPING – FOOD/DRINK/MERCH – BAR 24H

Prevendite attive e disponibili sul circuito Ciaotickets:

▪ ABBONAMENTO EARLY BIRD: 30 € + ddp
(solo 200 biglietti disponibili a questo prezzo, in seguito 35 € + ddp)
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Abbonamento al botteghino: 50 €

▪ GIOVEDÌ 17 AGOSTO: 10 € + ddp (15 € al botteghino)
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▪ VENERDÌ 18 AGOSTO: 15 € + ddp (20 € al botteghino)
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▪ SABATO 19 AGOSTO: 15 € + ddp (20 € al botteghino)
Link all’acquisto ➟ https://goo.gl/hx2ZCu

Il Tikitaka Village è situato in Contrada Valle Anzuca, 66023 Francavilla Al Mare (CH).
Google Maps: https://goo.gl/5f78Ww

Info: skeptic.agency@yahoo.it

VALLENFYRE

Il nuovo video per “The Merciless Tide”, dall’album “Fear Those Who Fear Him” (Century Media).

I Vallenfyre hanno recentemente pubblicato il nuovo album di inediti “Fear Those Who Fear Him” lo scorso 2 giugno su Century Media Records, raccogliendo numerosi successi da parte di tutta la stampa specializzata. Oggi la band di Greg Mackintosh (Paradise Lost), Hamish Glencross (ex My Dying Bride) e Waltteri Väyrynen (Paradise Lost) è orgogliosa di presentare il nuovo video per “The Merciless Tide”, disponibile in anteprima su CLRVYNT.

Di seguito la tracklist di “Fear Those Who Fear Him”:

TRACK LISTING
1. Born To Decay
2. Messiah
3. Degeneration
4. An Apathetic Grave (WATCH)
5. Nihilist (WATCH)
6. Amongst The Filth
7. Kill All Your Masters (WATCH)
8. The Merciless Tide (WATCH)
9. Dead World Breathes
10. Soldier Of Christ
11. Cursed From The Womb
12. Temple Of Rats

VALLENFYRE live:
July 6 – Torgau, DE – In Flammen Open Air
August 9 – Josefov, CZ – Brutal Assault Festival
August 19 – Saint-Nolff , FR – Motocultor Festival

VALLENFYRE Online:
http://www.facebook.com/Vallenfyre
https://twitter.com/Vallenfyre
https://www.instagram.com/vallenfyreofficial/

Zaraza – Spasms of Rebirth

Sono le band come i Zaraza a riportare lodevolmente la barra verso quella che è la concezione più autentica di un genere che non può essere certo rivolto alle masse.

I Zaraza sono un nome relativamente conosciuto all’interno della scena industrial metal, in virtù anche di una loro militanza che è ormai vicina ai quindici anni.

Dopo oltre un decennio di silenzio il duo formato dal canadese Brian Meagher e dal polacco Jacek Furmackewicz torna a farsi risentire con Spasms of Rebirth, un album che non mostra cedimenti od ammiccamenti commerciali di sorta, ma semmai il contrario, spingendo il sound a livelli piuttosto ostici per chi oin frequenta con assiduità il genere.
La componente doom è sempre ben presente, come ottimamente evidenziato in Maskwearer, nell’ossessiva Inti Raymi e nella impietosa Roadkill to You, mentre l’industrial monolitico ed incompromissorio ben si sviluppa nell’opener Church of Gravity e in Blood.ov.Psychiatrists, prima che la conclusiva Wulkan, declamata in lingua madre da Jacek, si erga a sorta di manifesto sonoro degli attuali Zaraza, autori di un ritorno tutt’altro che superfluo nel suo essere del tutto aderente ai dettami dell’industrial più genuino e disturbante.
Spasms of Rebirth indica una strada tortuosa e irta di spine per chi vuole dedicarsi all’industrial inteso nel suo significato più autentico e non quale pretesto per conferire un’aura sperimentale o avanguardista a suoni più urticanti nella forma che nella sostanza.
In questo caso, sono le band come i Zaraza a riportare lodevolmente la barra verso quella che è la concezione più autentica di un genere che non può essere certo rivolto alle masse.

Tracklist:
1. Church of Gravity
2. Maskwearer
3. Inti Raymi
4. Blood.ov.Psychiatrists
5. Roadkill to You
6. Wulkan

Line-up:
Jacek Damaged – vox, guitars, bass, programming
Brian Damage – keyboards, samplers, vocals

ZARAZA – Facebook

Black Cage – Excess All Areas

Un album divertente, multiforme, ma che non è del tutto ricollegabile al vecchio glam per come lo conosciamo.

Excess All Areas è il primo album in studio per questi ragazzi che definiscono il loro stile “modern glam rock”.

Il disco è un up and down tra canzoni veloci e ballad semi acustiche che certo non farà annoiare chi lo ascolta. Si apre con il brano 666 in cui troviamo un basso molto presente e “prepotente” e dei riff di chitarra piuttosto duri che vanno rallentando appena raggiunto il bridge finale, inizialmente soft per poi indurirsi e crescere d’intensità accompagnato anche da un sussurro di voce che gli conferisce pathos. Nello scorrere dei brani, tutti molto differenti fra loro e mai banali, si fa notare il range vocale della lead singer Kati Cher, che passa tranquillamente da una voce molto roca ed aggressiva più tipica del punk ad un pulito molto caldo e naturale. Ogni pezzo ha contaminazioni di diversi generi: spiccano nettamente, per esempio, Intoxication, che ha sonorità tipiche del grunge in stile Nirvana/Pearl Jam, e Spotlight (singolo dell’album) che ha il sound tipico dello sleaze. L’album si conclude con un sorso di birra che apre il brano Wild Ones, molto orecchiabile e che sicuramente conquisterà il cuore degli ascoltatori per il suo ritmo gioioso ed il testo facilmente ripetibile e cantabile.
Nel complesso la band ha costruito un proprio stile musicale, omaggiando e prendendo spunti dai grandi del glam/hair anni ’80 (come Ratt, Poison, Faster Pussycat), ma modernizzando e rendendo più “attuale” il tutto con contaminazioni di altri generi quali punk, blues, southern, hard rock e rock’n’roll, un po’ in stile Halestorm ma mai uguali. Excess All Areas è un album che cresce ad ogni ascolto e che non annoia: i Black Cage mettono l’anima in ogni pezzo, sia nei testi carichi d’emozione, sia nella struttura musicale che è caratterizzata da una buona ritmica con un basso molto presente in alcuni brani, riff di chitarra tipici dello sleaze e del rock’n’roll e una vocalità che colpisce per un range molto vario. Un album divertente, multiforme, non del tutto ricollegabile al vecchio glam per come lo conosciamo, ma  una buona rampa di lancio per questa band che, a mio parere, continuerà a sorprendere, se non ci si fossilizza sul termine glam, ma si pensa ad un’evoluzione in chiave moderna dello stesso.

TRACKLIST
01. 666
02. Comin’ Home
03. Here For You
04. I’m On Fire
05. Intoxication
06. Love Sex & Rock ‘n’ Roll
07. Spotlight
08. Miles
09. Set You Free
10. Wild Ones

LINE UP
Kati Cher – Vocals & Guitar
Dan Rider – Lead Guitar
Rickey Dee – Bass Guitar
Casey Jean Eiszenman – Drums

BLACK CAGE – Facebook

Ordem Satanica- Monte Da Lua

Gli Ordem Satanica continuano quel filone che arriva direttamente dai Black Legion, ma che nacque prima in qualche bosco norvegese pur essendo un sentimento ancora più antico che Monte Da Lua sottolinea benissimo.

Disco di black metal lo fi, contro tutto e tutti, ma soprattutto contro la concezione moderna di black metal.

Monte Da Lua è concepito per dar fastidio, per urtare la parte migliore di noi stessi, e per sconvolgere in quella
maniera che era lo scopo primario del black metal. Quest’ultimo è diventato come tutte le faccende umane una fucina di soldi per alcuni, ma per altri è rimasto un modo di vivere e di rivolgersi contro. I portoghesi Ordem Satanica appartengono decisamente a quest’ultima categoria, il loro black metal viene direttamente dall’inferno, il suono è lo fi, il disco non è stato masterizzato, e sono frequenti gli inserti di registrazioni ambientali, pioggia e altre amenità naturali. Il cantato è rigorosamente in portoghese, e tratta delle antiche tradizioni di questa terra che è fortemente occulta e legata ad antichi credi, anche se ovviamente il cristianesimo ha combinato molti disastri in quel senso. Tutto in questa cassetta è true black metal, le ambientazioni, il suono e l’attitudine. Infatti, come per la loro prima cassetta In Aeterna Crudelitate, tutto è fatto come agli albori del genere, anche se avere dietro un’etichetta come la Signal Rex è un bel vantaggio. Alcuni dischi di black metal lo fi sono inintelligibili, invece Monte Da Lua è fatto con cura e ha quel feeling che sembra perso a volte. Un disco che conferma la netta supremazia della scena portoghese nel black metal ortodosso, e gli Ordem Satanica continuano quel filone che arriva direttamente dai Black Legion, ma che nacque prima in qualche bosco norvegese pur essendo un sentimento ancora più antico che Monte Da Lua sottolinea benissimo.

TRACKLIST
LADO A-
1. Belial os Bosques e o Pentagrama
2. Monte da Lua
3. Lagoa da Serpente Eterna
4. Pelo Misticismo…

-LADO B-
5. Negras aparições
6. Tempestades Nocturnas e Invocações Satânicas sob os céus de Sintra
7. Solstício de Inverno
8. Entre Árvores Sombrias

SIGNAL REX – Facebook

Outrider – Foundations

Quarantadue minuti persi nel sound che, partendo dagli anni del rock di Seattle, si avvicina al nuovo millennio passando per il post grunge, raccogliendo nel suo peregrinare un tocco di southern metal, e giuntovi, si trasforma in un’oliata macchina hard rock.

Ennesimo ottimo esempio di hard rock moderno, tra citazione novantiane e retaggi dagli anni settanta, il tutto inglobato in un sound hard & heavy perfetto per chi stravede per i gruppi statunitensi usciti negli ultimi vent’anni o giù di lì.

In Italia la scena hard rock non manca certo di gruppi sul pezzo, tutti con una forte personalità e che spaziano tra l’hard rock più classico e melodico o quello più aggressivo, groovy ed oscuro, cool in questi primi decenni del nuovo millennio.
Gli Outrider sono un gruppo proveniente da Monza e dintorni, nascono nel 2008 e con solo un ep alle spalle si presentano in questa seconda parte dell’anno sotto i tentacoli della piovra Sleaszy Rider  con questo riuscito debutto dal titolo Foundations, prodotto ai Magnitude Recording Studio di Seregno da Marco D’Andrea, chitarrista dei magnifici Planethard.
E allora ecco che la musica del gruppo può finalmente colpire nel segno, con questi quarantadue minuti persi nel sound che, partendo dagli anni del rock di Seattle, si avvicina al nuovo millennio passando per il post grunge, raccogliendo nel suo peregrinare un tocco di southern metal, e giuntovi, si trasforma in un’oliata macchina hard rock., di quello senza fronzoli con dosi misurate alla perfezione di groove, essenziale per far breccia nei rocker moderni.
Foundations non ha un brano trainante, risulta più un insieme di umori che la band ci scarica sotto forma di watt e ritmiche grasse, mentre Alberto Zampolli interpreta con tono aggressivo ma senza tralasciare parti melodiche l’ottimo hard rock suonato dai suoi compagni d’avventura.
Le due chitarre (Roberto Gatti e Andrea Fossati), il basso corposo di Davide Rovelli e le pelli torturate da Federico Sala formano un muro sonoro di hard rock, con qualche rara ruvidezza metallica, ma sempre intriso dell’attitudine i estrazione statunitense.
I gruppi che hanno ispirato il sound di Foundations vanno ricercati proprio aldilà dell’oceano, mentre The Void apre le danze, A Tale From The Land la segue, così come le altre canzoni, rivelandosi tutte di ottima fattura tra grinta e melodia, e consigliate agli amanti del genere che apprezzano Alter Bridge, Soundgarden e Black Stone Cherry.

TRACKLIST
01 – The Void
02 – Sideways
03 – A Tale From The Land
04 – Get Out
05 – Stronger Than Before
06 – Down
07 – Empty Shell Of Me
08 – Kimberly
09 – Brutal Games
10 – Raindrops

LINE-UP
Alberto Zampolli – Vocals
Roberto Gatti – Guitars
Andrea Fossati – Guitars
Davide Rovelli – Bass, Backing Vocals
Federico Sala – Drums

OUTRIDER – Facebook