ACCEPT

Il video di ‘The Rise Of Chaos’, dall’album omonimo in uscita ad agosto (Nuclear Blast).

Mancano poco più di due settimane all’uscita del nuovo album dei pionieri dell’heavy metal ACCEPT. “The Rise Of Chaos”, nei negozi il 4 agosto, segna la quarta pubblicazione su Nuclear Blast e continua la tradizione dei suoi predecessori “Blood Of The Nations”, “Stalingrad” e “Blind Rage” con magniloquenza e precisione. La title track ‘The Rise Of Chaos’ è già acquistabile in digitale (http://nblast.de/AcceptDigital) e sarà disponibile in vinile 7” venerdì prossimo.

Oggi la band svela il videoclip realizzato a Nashville presso la famosa sala prove Soundcheck. Il video consiste di 81.127 immagini trasformate in una sequenza video.

Il video è stato creato da:

Scott Diussa | direttore, produttore, editor, fotografo
Theodore Miesner | fotografo, editor, direttore luci
Brad Moore | fotografo

Sono state usate queste fotocamere e lenti: quattro fotocamere Nikon D5 s, 14-24mm 2.8, 24-70mm 2.8, 70-200mm 2.8, 105mm 1.4, 58mm 1.4

Preordini:
http://nblast.de/AcceptRiseOfChaosNB
http://nblast.de/AcceptDigital

La tracklist di “The Rise Of Chaos” è la seguente:
01. Die By The Sword
02. Hole In The Head
03. The Rise Of Chaos
04. Koolaid
05. No Regrets
06. Analog Man
07. What’s Done Is Done
08. Worlds Colliding
09. Carry The Weight
10. Race To Extinction

“THE RISE OF CHAOS è qualcosa cui ho pensato spesso. Ovunque andiamo assistiamo a una qualche distruzione, nascosta o visibile, e a cambiamenti nel mondo che conosciamo. Quello che c’è oggi, domani potrebbe venire meno ed è in qualche modo irritante, perché succede su tanti livelli e nessuno sa che cosa venga dopo. La copertina è la nostra ultima scenografia, ma ora chiaramente ‘distrutta’, come dopo una catastrofe”, spiega Wolf Hoffmann.

E come se non bastasse, gli ACCEPT celebreranno l’uscita dell’album in anteprima dal vivo il 3 agosto al Wacken Open Air, Germania. Il set consterà di tre parti, che rappresentano la potenza creativa del gruppo.
La prima parte ripercorrerà i classici vecchi e nuovi degli ACCEPT. Nella seconda parte Wolf Hoffmann suonerà per la prima volta le canzoni del suo album solista “Headbangers Symphony” (2016) con l’Orchestra sinfonica nazionale della Repubblica Ceca. Nel disco Wolf ha realizzato delle cover in versione metal di celebri opere di compositori come Beethoven, Vivaldi e Mozart.
Nella terza parte tutti gli elementi saranno assieme: gli ACCEPT divideranno il palco con l’orchestra, accompagnati da un complesso spettacolo multimediale.
Questo concerto sarà il nucleo dell’ormai tradizionale “Night To Remember” del Wacken.
Wolf Hoffmann dichiara: “È impressionante vedere come le band prendano così seriamente questa serata e con quanto amore gli artisti e gli organizzatori lavorino assieme per ottenere un risultato speciale. È una tradizione grandiosa che sottolinea e documenta il livello altissimo della comunità rock. Vogliamo offrire un qualcosa che gli ACCEPT non hanno mai realizzato prima e speriamo davvero di fare qualcosa di davvero speciale ai fan”.
“Gli ACCEPT sono stati e sono tuttora un elemento fondamentale della scena heavy metal tedesca. Non vediamo l’ora di averli di nuovo con noi. Con questo epico concerto la serata del giovedì sarà indimenticabile”, aggiunge Thomas Jensen, organizzatore del Wacken Open Air.
www.wacken.com

ACCEPT live 2017:

03.08. D Wacken – Wacken Open Air
07.09. USA Beverly Hills, CA – Saban Theatre
10.09. J Fukuoka – Drum Logos
12.09. J Osaka – Umeda Club Quattro
13.09. J Nagoya – Bottom Line
14.09. J Tokyo – Nakano Sun Plaza Hall
17.09. AUS Melbourne – 170 Russell
26.09. USA New York, NY – Irving Plaza
17.11. RA Buenos Aires – El Teatro Flores
19.11. ROU Montevideo – Sala del Museo
21.11. RCH Santiago – Teatro Cariola
23.11. PY Asuncion – Sala Garcia Lorca de la Manzana de la Rivera
25.11. CO Bogota – Festival del Diablo III
27.11. CR San Jose – Peppers

www.acceptworldwide.com
www.facebook.de/accepttheband
www.nuclearblast.de/accept

Obscurity – Streitmacht

Il disco è un bagno di sangue dall’inizio alla fine, un assalto metallico e pieno di pathos che porta ad un gran disco, di un’intensità non comune, duro eppure capace di regalare ottime melodie.

Gli Obscurity sono un gruppo decisamente sopra la media, che ha sempre intrapreso una sua propria strada, e forse per questi motivi, non ha avuto un grande successo come avrebbero meritato.

Tutto ciò importa ben poco, perché quando ascolti il suo ultimo disco capisci la portata di questo gruppo, giunto a festeggiare il ventesimo anno di attività, e anno dopo anno migliorato ulteriormente. Il percorso musicale deve molto al folk metal, non tanto per l’uso di alcuni strumenti o la composizione delle canzoni, poiché non troverete arcaiche melodie, ma questo è un disco che avrebbero composto dei guerrieri tedeschi del medioevo, poiché gli Obscurity combattono una loro lotta grazie al metal di spada e sangue che colpisce durissimo, arrivando ai confini del death metal, ma mantenendo decisamente un groove folk. Il cantato in tedesco rende molto ed è un valore aggiunto, poiché gli Obscurity non potrebbero che cantare con la lingua madre. Il disco è un bagno di sangue dall’inizio alla fine, un assalto metallico e pieno di pathos che porta ad un gran disco, di un’intensità non comune, duro eppure capace di regalare ottime melodie. Si combatte senza quartiere e le truppe degli Obscurity hanno la meglio su tutti, non facendo prigionieri. Un disco metal al cento per cento, composto e suonato molto bene, ben sapendo cosa desiderano le teste di metallo là fuori. Forse, come detto sopra, il gruppo tedesco ha raccolto meno di quanto seminato, ma la sua tenacia e la loro capacità di fare metal è davvero di primo piano. Un ottimo disco, che renderà molto bene dal vivo.

Tracklist
1. 793
2. Meine Vergeltung
3. Streitmacht Bergisch Land
4. Non Serviam
5. Hinrichtung
6. Todesengel
7. Endzeit
8. Herbstfeldzüge
9. Ehre den Gefallenen
10. Was uns bleibt

Line-up
Agalaz – Vox
Cortez – Guitars
Dornaz – Guitars
Ziu – Bass
Draugr – Drums

OBSCURITY – Facebook

Mega Colussus – HyperGlaive

Fans dell’heavy metal classico fatevi avanti, HyperGlaive nel suo essere un album di onesto metallo old school sa come inorgoglire chi del genere ne ha fatto da almeno trent’anni una religione.

Negli Stati Uniti non si vive di solo metal moderno, ma oltre ai generi estremi che da quelle parti hanno fatto storia (death e thrash) la tradizione metallica classica è viva e vegeta, magari nell’underground e fuori dai grandi carrozzoni che ogni anno portano in giro i soliti dinosauri hard rock.

Il metal classico non è solo U.S. power metal, ma i gruppi che pescano dalla tradizione britannica sono tanti e molti risultano interessanti, un po’ come questi Mega Colussus, un monicker bruttino in verità ma dal sound buono, specialmente per chi ama l’heavy metal duro e puro.
Licenziato dalla Killer Metal, HyperGlaive è un riuscito esempio di heavy metal, dal buon tiro, cantato bene, suonato discretamente, a tratti epico, colmo di chorus ed azzeccate melodie che si stagliano su ritmiche heavy di scuola europea.
Il quintetto proveniente dal Nord Carolina gioca con l’heavy metal old school a suo piacimento, molte volte riuscendo ad avere la meglio sulla voglia di modernizzare leggermente un sound che è storia.
Iron Maiden, e Judas Priest sono le influenze maggiori dei Mega Colussus e l’album vive di tutti gli elementi che hanno fatto grandi gli album dei primi anni ottanta di questi due monumenti del metal mondiale.
Le chitarre che tagliano l’aria, le cavalcate in crescendo e refrain dal buon appeal metallico fanno di brani forgiati nel vecchio continente come Gods And Demons, Betta Master e la conclusiva Star Wranglers un tributo ai gruppi citati ed a tutto un genere.
Fans dell’heavy metal classico fatevi avanti, HyperGlaive nel suo essere un album di onesto metallo old school sa come inorgoglire chi dell’heavy metal ne ha fatto da almeno trent’anni una religione.

TRACKLIST
1.Sunsword
2.Sea of Stars
3.Gods and Demons
4.The Judge
5.Betta Master
6.Behold the Worm
7.You Died
8.Star Wranglers

LINE-UP
Bill Fischer – Guitar/Vocals
Stephen Cline – Guitar/Vocals
Ry Eshelman – Mean Bass
Doza Cowbell – Drums
Sean Buchanan – Lead Vocals

MEGA COLOSSUS – Facebook

Bereft of Light – Hoinar

Quella marchiata Bereft Of Light è musica dal grande impatto emotivo, che non può lasciare indifferenti per la sua aura tragica stemperata dalle frequenti rarefazioni acustiche.

Quello di Daniel Neagoe è un nome caro a tutti gli appassionati del funeral/death doom più atmosferico e melodico, genere che ha contribuito a spingere verso vette qualitative difficilmente superabili con gli Eye Of Solitude prima, e con i Clouds più recentemente.

Il musicista rumeno è, però, un artista nel senso più autentico del termine e la sua ispirazione pare attingere ad un pozzo senza fondo, anche quando il genere non è quello che gli ha dato la maggiore visibilità.
Del resto il nostro non è nuovo ad incursioni nel black metal, prima con i Sidious assieme ad altri suoi compagni negli Eye Of SOlitude, poi nei Vaer assieme al suo storico sodale Déhà e, infine, in un precedente progetto solista denominato Colosus, che però, probabilmente è stato soppiantato da questo nuovo denominato Bereft Of Light.
In Hoinar, Daniel prende dichiaratamente le mosse dalla corrente cascadiana che è stato uno degli sviluppi recenti più efficaci e segnanti in ambito black, rendendo peculiare e ben riconoscibile il sound in gran parte della scena nordamericana: ovviamente il tutto viene eseguito da uno che ha scritto un album di rara drammaticità come Canto III e l’umore del lavoro non può non risentirne, portandosi appresso ben delineato il proprio marchio stilistico e conferendogli più d’una sfumatura depressive, a partire dalla scelta di uno screaming disperato che solo nella meravigliosa Freamăt trova un suo contraltare nelle clean vocals.
L’opera consta fondamentalmente di tre brani portanti (Legamânt, Freamăt e Tarziu), oltre a due tracce strumentali di ambient atmosferico (Uitare e Pustiu), esibendo anche un giusto senso della misura ed evitando di saturare l’ascoltatore con una durata eccessiva.
Del resto, quella marchiata Bereft Of Light è musica dal grande impatto emotivo, che non può lasciare indifferenti per la sua aura tragica stemperata dalle frequenti rarefazioni acustiche, eseguite in maniera limpida quanto lineare e propedeutiche ai tipici crescendo che sono parte integrante dello stile di Neagoe, resi ancor più evocativi dall’utilizzo compatto e all’unisono di tutta la strumentazione assieme alla voce. Detto di Freamăt , resa più meoldica e relativamente accessibile proprio dalle parti di cantato pulito, Legamânt e Tarziu sono brani intrisi di una drammaticità a tratti parossistica, nei quali il dolore tracima da un songwritibng sempre ad altissimo livello.
Del resto il doom ed il depressive black sono solo due maniere leggermente diverse per esprimere la propria sensibilità artistica da parte di un musicista come Daniel Neagoe che, davvero, oggi può essere considerato uno dei due (l’altro è Déhà, ma che ve lo dico a fare …) più influenti ed attivi in un settore musicale che sarà pure di nicchia (sicuramente lo è in Italia, purtroppo) ma che resta ugualmente uno degli strumenti di elezione per raccontare le paure, le sofferenze e le miserie dell’umana esistenza.

Tracklist:
I – Uitare
II – Legamânt
III – Pustiu
IV – Freamăt
V – Târziu

Line-up:
Daniel Neagoe – everything

BEREFT OF LIGHT – Facebook

Anticlockwise – Raise Your Head

Raise Your Head è un album a tratti esaltante, un ascolto imperdibile per chi ama il metal, lasciando da parte noiose sfumature e dibattiti su generi e sottogeneri.

Ecco una band che non si nasconde dietro un dito, ma ti sbatte in faccia la sua influenza primaria, poi la manipola, la personalizza e se ne esce con un album inattaccabile.

Gli Anticlockwise arrivano da Bergamo mossi da una passione per i Nevermore, quella magnifica creatura con la quale Warrel Dane, uno dei cantanti più sottovalutati dell’intero panorama metal, elargiva interpretazioni canore d’alta scuola dopo aver stupito tutti con gli altrettanto imperdibili Sanctuary.
Ma si parlava del quartetto nostrano, ed allora incominciamo col dire che questo bellissimo terzo album esce per la Revalve, ormai un marchio di qualità all’interno di una scena italiana che, a discapito di un’altissima qualità, fa fatica ad uscire da un anonimato che comincia davvero ad essere fastidioso.
Raise Your Head è dunque il terzo album di una discografia che si completa con Non Linear Dynamical Systems, licenziato nel 2009, ed il precedente Carry The Fire uscito tre anni fa.
Il gruppo torna quindi con una nuova raccolta di brani che dal thrash metal prendono forza ed aggressività ma, come faceva appunto la band statunitense, lo nobilita parti con intricate, atmosfere drammatiche ed oscure prese dall’US Metal (si parlava di Sanctuary), suggestive ma possenti sfumature progressive, ed un cantato che, come il miglior Dan,e fa il bello e cattivo tempo, ed artisticamente parlando risulta sfaccettato in tutte le sue sfumature che assecondano la musica composta.
Attenzione però, gli Anticlockwise non sono semplicemente dei bravissimi cloni, il loro sound si sposta, quando il concept (ispirato ai meccanismi di comunicazione e ad internet) lo richiede su lidi thrash metal classici, sempre di matrice statunitense, o si invola sulle ali del progressive metal.
Prodotto da Simone Mularoni, Raise Your Head è un album riuscito, a tratti esaltante, che non manca certo di rivestirsi dei fasti del gruppo americano, ma lo fa con la personalità dei grandi, risultando un ascolto imperdibile per chi ama il metal, lasciando perdere noiose sfumature e dibattiti su generi e sotto generi.
Into The R.A.M., varia, devastante e spettacolare nelle sue mille sfaccettature, The Blue Screen Of Death e The Broken Mirror, violente e progressive come l’urgenza thrash/power/prog metal di The Gutenberg Plague sono le perle nere di questo bellissimo esempio di metallo forgiato nella nostra bistrattata penisola.
Gli Anticlockwise sono autori di un album da portare ad esempio quando i soliti esterofili da bar fanno spallucce al solo nominare il metal nazionale, mai come oggi al di sopra delle più rosee aspettative.

Tracklist
01. Slave
02. Raise Your Head
03. The Gutenberg Plague
04. Mothertongue
05. The Wire
06. The Broken Mirror
07. The Blue Screen of Death
08. Into the R.A.M.
09. Dystopia MMXVI

Line-up
Claudio Brembati – vocals
Pietro “Pacio” Baggi – guitars
Michele Locatelli – bass
Daniele “Bubu” Gotti – drums

ANTICLOCKWISE – Facebook