Mindcrushers – Born In Doom

Born In Doom risulta un album diretto, potente e devastante, dalle reminiscenze old school ma perfettamente inserito nel contesto estremo odierno, anche per la sua soffocante atmosfera in cui si aggirano spiriti metallici provenienti da più di un genere.

Tra le montagne e le valli del Veneto si aggira questa creatura oscura, dal 2010 conosciuta come Mindcrushers, con un demo all’attivo uscito ormai sei anni fa.

Dopo vari assestamenti nella line up, la band (ora un quartetto) si presenta al popolo metallico con questo ottimo lavoro dal titolo Born In Doom, composto da una raccolta di brani pesanti come macigni, tra thrash metal ottantiano, death metal, ed atmosfere pregne di oscura malignità dark.
Ne esce un album diretto, potente e devastante, dalle reminiscenze old school , ma perfettamente inserito nel contesto estremo odierno, anche per la sua soffocante atmosfera in cui si aggirano spiriti metallici in arrivo da più di un genere.
I Mindcrushers con sagacia alternano parti veloci e thrash ad altre dove le ritmiche si trasformano in potentissimi mid tempo e i solos riportano l’ascoltatore a godere dell’heavy metal oscuro degli anni ottanta.
L’ottima partenza con Death Is A Straight Procession, Slaves Of The White One e Boredom (da cui è stato tratto un video) mette subito le cose in chiaro, la band veneta non fa prigionieri, ci investe con il suo thrash death oscuro, valorizzato da spunti di metallo classico, formando un pezzo di granito mastodontico, un monumento di metal maligno che oscura il sole e forma un bombardamento di tuoni e fulmini senza soluzione di continuità, mentre Crystal Night Of Knives e la coppia conclusiva formata dalle notevoli Rise The Fallen e Dark Endless, sono altre tracce che alzano il livello di questo ottimo lavoro.
L’opera scivola come un mamba nerissimo e pericolosissimo, tra mid tempo e sfuriate death metal, come se i Morbid Angel, gli Asphyx e i Kreator sotto la guida dei Metal Church più oscuri, dessero vita ad una jam, un rito infernale dove non si perde tempo, si sacrifica e si uccide, senza pietà.
Una band che finalmente (visto i risultati) arriva all’esordio con una personalità ed un approccio da gruppo navigato: si può quasi toccare, tra i solchi dell’album, una forte convinzione dei propri mezzi, oltre a tutte le carte in regola per regalare agli amanti di queste sonorità ottima musica anche in un prossimo futuro.

Tracklist
1.Intro
2.Death Is a Straight Procession
3.Boredom
4.Slave of the White One
5.Tragedy of Happiness
6.Ogre
7.Inverted Buddah
8.Crystal Night of Knives (Kristallnacht)
9.Stone in a Glass
10.Rise of the Fallen
11.Dark Endless (Heart)

Line-up
Obscure – voice, bass
Francesco Brunello – rythmic, lead guitar
Diego Bordin – drums
Mauro Ferracin . guitar

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LAST RITES

Il video del nuovo singolo “Ancient Spirit”, dall’album Nemesis in uscita ad agosto.

LAST RITES: il video del nuovo singolo “Ancient Spirit”.

I Last Rites, gruppo thrash-death metal ligure, hanno lanciato il video del nuovo singolo “Ancient Spirit” diretto da Visco Studio; nel frattempo hanno hanno rivelato la copertina e la tracklist del nuovo album “Nemesis”, che verrà pubblicato il 10 Agosto in formato digitale.

Di seguito i dettagli.

Tracklist:

1. Paradox of Predestination
2. Architecture of Self-Destruction
3. 26.04.86
4. Ancient Spirit
5. Fallen Brother – Glory to the Brave (outro)
6. Human Extinction
7. Realm of Illusions
8. Souls’ Harvest

Last Rites line-up:

Dave (Voce, Chitarra)
Bomber (Chitarra)
Laccio (Batteria)
Fens (Basso)

https://www.facebook.com/lastrites0
http://www.last-rites.net

Bleed Again – Momentum

I Bleed Again fino ad ora avevano licenziato tre ep nell’arco di tre anni e ora, con questo nuovo full length licenziato dalla Sliptrick, tentano l’entrata nelle grazie dei giovani fruitori del metalcore: ci riusciranno?

Metalcore, death metal melodico, moderno rabbioso e colmo di mid tempo pesanti come macigni, se poi ci si aggiunge un tocco di verve metallica in più e si amalgama tutto con chorus da urlare sotto il palco di qualche festival estivo, il gioco è fatto.

I Bleed Again la lezione la sanno molto bene e a parte la solita voce pulita che, puntualmente, troviamo ad accompagnare lo scream e che anche in questo caso non fa che smorzare tragicamente la tensione in brani che sembrano esplodere da un momento all’altro ma che le clean soffocano in un polentone adatto per ragazzini alle prime turbe adolescenziali.
Peccato, perché il gruppo di Brighton porta con sé quel tocco heavy tutto britannico, perciò non solo giovani band americane tra le proprie influenze ma pure vecchi marpioni con la bandiera inglese ben in mostra sul drumkit.
Chiaramente, i brani in cui la voce pulita si astiene dall’intervenire sono i migliori (Decimate, Drowning In Dreams), mentre a cercare di attirare l’attenzione di ragazzine in solluchero per il duro musicista metal con un cuore grande così ci pensano canzoni troppo scontate per non cadere nel dimenticatoio dopo il primo ascolto.
I Bleed Again fino ad ora avevano licenziato tre ep nell’arco di tre anni e ora, con questo nuovo full length licenziato dalla Sliptrick, tentano l’entrata nelle grazie dei giovani fruitori del metalcore: ci riusciranno?
Con un pizzico di Killswitch Engage, la potenza degli Hatebreed e qualche accenno ai Trivium e al metal più tradizionale potrebbero anche farcela, sperando di non essere fuori tempo massimo.

TRACKLIST
1.Decimate
2.Walk Through the Fire
3.Legacy
4.Drowning in Dreams
5.Slavery
6.Kurtz
7.Heart of Darkness
8.White Castle
9.Only We Can Save Us
10.Happy Never After
11.Icarus
12.Through My Eyes

LINE-UP
Jon Liffen – Bass
Russell Plowman – Drums
Chris Pratt – Guitars
Simon Williams – Guitars
James Dawson – Vocals

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Kayleth – Space Muffin Rusty Edition

Dopo il buon successo di Space Muffin, uscito sempre per Argonauta Records nel 2015, ecco la ristampa arricchita da Rusty Gold, il primo ep del gruppo pubblicato nel 2010, ormai finito fuori stampa da tempo.

Dopo il buon successo di Space Muffin, uscito sempre per Argonauta Records nel 2015, ecco la ristampa arricchita da Rusty Gold, il primo ep del gruppo pubblicato nel 2010, ormai finito fuori stampa da tempo.

L’ep presenta delle sorprese, essendo molto interessante per scoprire la genesi di questo gruppo italiano, che propone uno stoner rockeggiante e desertico, rielaborato in una maniera interessante attraverso un groove peculiare ed importante. Confrontando ep e disco di debutto si possono notate molte differenze, in primo luogo di produzione e composizione, ma l’essenza dei Kayleth rimane sempre ruvidamente uguale, dato che in nuce l’ep contiene molto di ciò che verrà sviluppato nel disco. Il desert stoner è un genere che comprende molti gruppi, ma lo scarto che ne rende interessante uno lo hanno in pochi, i Kayleth sono fra questi. Questa ristampa, differente ed arricchita anche nell’artwork, rende molto bene l’idea di quello che è questo gruppo, ovvero potenza, ampiezza delle visioni e tanto suono ruvido, il tutto amalgamato molto bene. Bisogna ammettere che risentire Space Muffin a distanza di due anni rende ancora meglio, segno che dopo una decantazione questo vino è ancora più buono. Un ulteriore segno di una bandin grande crescita, e questo  sarà fondamentale per loro il prossimo disco.

Tracklist
1.Mountains
2.Secret Place
3.Spacewalk
4.Bare Knuckle
5.Born to suffer
6.Lies of mind
7.Try to save the appearances
8.NGC 2244
9.The Electric Tongue Is Coming (bonus track)
10.Rusty Gold (bonus track)
11.Deepest Shadow (bonus track)
12.Oops, I Eat You (bonus track)
13.Old Man’s Legacy (bonus track)

Line-up
Massimo Dalla Valle: Chitarra
Alessandro Zanetti: Basso
Daniele Pedrollo: Batteria
Enrico Gastaldo: Voce
Michele Montanari: Synth

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