An Electric Evening of ANTIMATTER

La DARK VEIL PRODUCTIONS, ancora in collaborazione con Kick Agency, è orgogliosa di annunciare ufficialmente un nuovo evento musicale di grande prestigio:

An Electric Evening of ANTIMATTER
Venerdì 6 Ottobre 2017
Wishlist Club, via dei Volsci, 126
Doors: 20.30
Start: 21.00
Ticket: 15 euro + 3 euro tesseramento Wishlist

Torna finalmente a Roma, dopo quattro anni, MICK MOSS di ANTIMATTER in:
“An Electric Evening of ANTIMATTER”
E’ Mick Moss stesso a raccontare l’evento per Dark Veil ed il pubblico in attesa:
“Sono passati quattro anni da quando Antimatter venne l’ultima volta nella bella e storica città di Roma, quando suonammo lì per la prima volta, e sono felice di annunciare che torneremo ad Ottobre… questa volta per offire il nostro primo concerto elettrico di sempre in questa città ed anche la nostra unica data italiana restante di quest’anno!”.
Sul palco come Special Guest i NO SOUND di Giancarlo Erra con la loro musica preziosa ed elegante. Band di punta della celebre Kscope, 12 anni di musica e 16 uscite ufficiali alle spalle, i Nosound si riaffacciano nella loro amata città d’origine.
Ad aprire i ROME in MONOCHROME già ospiti della Dark Veil, che il pubblico stavolta potrà apprezzare in versione elettrica.

Epica – The Solace System

La sublime magnificenza del metal sinfonico riprodotta da quella che ad oggi è la migliore realtà del genere, anche per questo l’ep risulta imperdibile.

The Holographic Principle è passato come una cometa, una brillante stella che ha illuminato la scena symphonic metal nel 2016 e come una cometa si è portato inevitabilmente dietro la sua splendente coda.

Infatti, questo nuovo The Solace System non è altro che un ep di sei brani, scritti dal gruppo nel periodo in cui la creazione del precedente e bellissimo full length era nella sua fase più fulgida.
Ovviamente, l’opera è pur sempre un ep di canzoni scritte nel recente passato e trovano la loro collocazione proprio come eredità del capolavoro licenziato dal gruppo lo scorso anno, quindi il sound non si discosta dalla produzione più recente del gruppo.
Nessuna novità e tanta buona musica, niente di più e niente di meno, da parte dei symphonic metallers olandesi, che confermano lo stato di grazia nel periodo della nascita di The Holographic Principle e piazzano sul mercato un degno epilogo.
Visto in questa dimensione The Solace System è l’ennesima mezzora di musica metallica e sinfonica ai suoi massimi livelli, colma di cori epici, sinfonie magniloquenti accompagnate da un power metal moderno e dall’impatto di un treno, con la Simmons che ci sfida a trovarle un difetto anche piccolissimo ed il gruppo che gira a mille come un perfetto bolide metallico.
La sublime magnificenza del metal sinfonico riprodotta da quella che ad oggi è la migliore realtà del genere, anche per questo l’ep risulta imperdibile, composto com’è da una manciata di canzoni sopra la media (la title track, la potente ed epico sinfonica Fight Your Demons e Wheel Of Destiny in particolare) risulta imperdibile.
La Simmons, al riguardo ha dichiarato alla stampa: “All’inizio della stesura di ‘The Holographic Principle‘ ci siamo resi conto di avere un enorme numero di canzoni. Quelle che non entravano perfettamente nell’album sono ora disponibili per voi in un EP speciale. Spero vi piacciano quanto piacciono a noi“. Speranza esaudita.

Tracklist
1.The Solace System
2.Fight Your Demons
3.Architect Of Light
4.Wheel Of Destiny
5.Immortal Melancholy
6.Decoded Poetry

Line-up
Simone Simons – vocals
Isaac Delahaye – guitars
Mark Jansen – guitars, growls
Coen Janssen – synthies, piano
Ariën van Weesenbeek – drums
Rob van der Loo – bass

EPICA – Facebook

Empty Chalice – Emerging is Submerging – The Evil

Le sonorità offerte da A. lavorano ai fianchi, costringono a pensare e lasciano un retrogusto amaro, rivelandone la grande profondità e la capacità di incidere sullo stato d’animo dell’ascoltatore.

Nello scorso dicembre avevamo parlato di Music For Primitive, album uscito a nome Gopota, creatura musicale che vede coinvolti Antonio Airoldi e e Vitaly Maklakov.

Il primo (che qui si firma come A.) si ripropone oggi alla nostra attenzione con il secondo atto di questo progetto denominato Empty Chalice, con il quale continua imperterrito l’opera di disturbo sonoro brillantemente proposta in quell’occasione.
Emerging is Submerging – The Evil mostra tratti più inquietanti che minacciosi e qui l’ambient opprime stendendosi come un velo di cenere sulle nostre percezioni sensoriali, proiettando nella mente un immaginario grigio ed opalescente.
Le vibrazioni sonore creano un flusso che potrebbe essere la riproduzione dell’ansito di un pianeta entrato nei suoi ultimi millenni (se non secoli) di vita, ma anche quello di chi sta rannicchiato nel proprio guscio, rifiutando di confrontarsi con un’umanità che precipita inconsapevole verso la sua estinzione; dico potrebbe, perché il bello di un espressione musicale così ermetica è proprio la sua capacità di offrire diverse chiavi di lettura che possono differire non poco a seconda della sensibilità di chi ascolta.
L’album, che esce per l’etichetta Industrial Ölocaust Records, si snoda lungo un’ora di ambient che vive di un rumorismo meno accentuato, specialmente nelle prime due tracce Look Into My Eyes e Muffled Scream, arrivando persino ad offrire dei barlumi melodici sotto forma di parti corali disturbate da campionamenti ed effetti nella magnifica Sidereal, episodio più breve del lotto.
Molto più caratterizzate da pulsioni death industrial sono invece Emerging Is Submerging e Stolen Breaths and Destroyed Hope, titoli che restituiscono in maniera piuttosto evidente quel senso di soffocamento che paradossalmente aumenta a dismisura, allorché si cerca appunto di emergere venendo ricacciati verso il basso da una realtà divenuta insostenibile.
Emerging is Submerging – The Evil è un esempio eloquente di quanto una musica che si muove nel solco degli album della mai abbastanza rimpianta Cold Meat Industry possa essere ben più annichilente e, a suo modo violenta, di molti dischi di metal estremo; le sonorità offerte da A. lavorano ai fianchi, costringono a pensare e lasciano un retrogusto amaro, rivelandone la grande profondità e la capacità di incidere sullo stato d’animo dell’ascoltatore.

Tracklist:
1.Look into my eyes
2.Muffled Scream
3.Sidereal
4.Emerging is submerging
5.Stolen breaths and destroyed hope

Line-up:
A.

EMPTY CHALICE – Facebook

Old James – Speak Volumes

Mezzora abbondante, quanto basta per premere nuovamente il tasto play e rituffarci in questa tempesta di suoni vintage.

Debutto adrenalinico di questo giovane trio canadese chiamato Old James che, con sfrontata irriverenza, ci colpisce ai bassifondi con Speak Volumes, un concentrato di hard rock vecchia scuola tripallico, deliziosamente funky e blues quanto basta per risultare a tratti irresistibile.

Mezzora abbondante, quanto basta per premere nuovamente il tasto play e rituffarci in questa tempesta di suoni vintage: ne esce un album perfetto nella sua scolastica dinamica, che tradotto vuol dire far divertire con il volume a manetta e una buona vena ritmica che varia come la voce, ora grintosa ora più sorniona ma pronta ad esplodere.
I riff sono devoti ai mostri settantiani, mentre l’approccio moderno ne fa un giusto compromesso ed un ottimo ascolto sia per le vecchie che per le nuove generazioni di rocker.
Brian Stephenson (voce e basso), Andy Thompson (chitarra) e Chris Stephenson (batteria) ci presentano un primo album che fa intravedere ottime potenzialità, piacevole all’ascolto e ruffiano il giusto nel saper amalgamare tra le note delle varie Don’t Put It on Me, Words as Weapons e Salutations, Led Zeppelin e Red Hot Chili Peppers, Deep Purple e Van Halen nello stesso candelotto di dinamite con la miccia accesa da una scintilla hard & heavy.
In un periodo nel quale un certo tipo di hard rock ha ripreso a viaggiare a mille sul mercato discografico, gli Old James sono pronti a ritagliarsi il loro spazio.

Tracklist
1. Don’t Put It on Me
2. Lemons
3. Words as Weapons
4. So Real
5. Salutations
6. Bass-Ik Instincts
7. Kill Off the Rose
8. Master Imploder
9. Eugene
10. Speak Volumes

Line-up
Brian Stephenson – Lead Vocals, Bass Guitar
Andy Thompson – Lead Guitar
Chris Stephenson – Drums/Backing Vocals

OLD JAMES – Facebook

Throne Of Heresy – Decameron

Un gran bel disco di black/death scandinavo, per esecuzione, intensità e propensione melodica, realmente da godersi dalla prima all’ultima nota.

Spostiamoci per una volta, almeno per quanto mi riguarda, nei territori del black death melodico e chi, meglio di una band svedese, poteva offrire un’interpretazione ottimale del genere?

I Throne Of Heresy sono attivi da qualche anno e hanno già pubblicato, con questo Decameron, tre album di ottima fattura, ma indubbiamente l’opera di cui ci occupiamo si rivela un progetto piuttosto ambizioso, trattandosi di un concept sulla peste (altrimenti detta morte nera, che guarda caso corrisponde anche al genere musicale offerto) scritto dal vocalist Thomas Clifford.
Musicalmente parlando, l’approccio melodico della band di Linkoping porta ad un livello superiore l’impatto delle pulsioni estreme, offrendo una buona varietà stilistica abbinata alla produzione continua di chorus trascinanti.
L’opener The Shores of Issyk-Kul si rivela già un buon esempio di quanto riserveranno i Throne Of Heresy raccontando l’esordio e la propagazione dell’epidemia: se il brano in questione vive di un notevole impatto melodico, Siege Of Caffa è invece una travolgente cavalcata destinata a lasciare il segno (e giustamente la band ci ha costruito sopra un video); notevole anche la title track, resa epica ed evocativa nella sua parte iniziale dal contributo vocale dell’ospite Karl Beckman (King of Asgard/ex-Mithotyn), così come Alvastra con il suo crescendo conclusivo, ma Decameron vive comunque di una buona compattezza che mantiene il livello costantemente medio alto con i suoi ritmi incalzanti gratificati da una ottima produzione opera di Magnus Andersson (bassista dei Marduk).
Un gran bel disco per esecuzione, intensità e propensione melodica, realmente da godersi dalla prima all’ultima nota.

Tracklist:
1. The Shores of Issyk-Kul
2. Pax Mongolica
3. Siege of Caffa
4. The Plague Ships
5. Decameron
6. Liber Secretorum
7. JÑrtecken
8. A Silent Vigil
9. Alvastra
10. The Pale Burden

Line-up:
Mathias Westman – Drums
Tomas Göransson – Guitars
Björn Ahlqvist – Bass
Thomas Clifford – Vocals
Lars Björkens – Guitars

THRONE OF HERESY – Facebook

IRDORATH

Il video di “In The Name Of Decay”, dall’album “Denial Of Creation” (Wormholedeath).

Austrian black/thrash metal combo Irdorath are proud to announce the release of the official video for the song “In The Name Of Decay”, taken from their album “Denial Of Creation” out via Wormholedeath.

“In The Name Of Decay” Official Video
Camera: Stefan Sergio
Cut: Florian Kolar

IRDORATH “Denial Of Creation”
available on:

iTunes https://tinyurl.com/ycn7kn9h
Spotify https://tinyurl.com/yab9hd7c
Deezer https://tinyurl.com/yd8taoz9
Amazon https://tinyurl.com/y9mebvf9
CD : 1st September 2017 (Aural Music Group)
Japan : 29th November 2017 (Wormholedeath Japan/DiskUnion)
IRDORATH are:
Markus – Guitar & Vocals
Craig – Guitar
Mario – Bass Guitar
Thomas – Drums
Esce oggi il video ufficiale “In The Name Of Decay” degli Irdorath!

Gli austriaci Irdorath sono orgogliosi di presentare il video ufficiale della song “In The Name Of Decay”, tratta dall’album “Denial Of Creation”(Wormholedeath).
“In The Name Of Decay” Official Video

Camera: Stefan Sergio
Cut: Florian Kolar

IRDORATH “Denial Of Creation”
é disponibile su:
iTunes https://tinyurl.com/ycn7kn9h
Spotify https://tinyurl.com/yab9hd7c
Deezer https://tinyurl.com/yd8taoz9
Amazon https://tinyurl.com/y9mebvf9
CD : 1 Settembre 2017 (Aural Music Group)
Giappone : 29 Novembre 2017 (Wormholedeath Japan/DiskUnion)

IRDORATH Line-Up:
Markus – Guitar & Vocals
Craig – Guitar
Mario – Bass Guitar
Thomas – Drums

IRDORATH
www.facebook.com/irdorath
www.irdorath.net
www.youtube.com/user/irdorathofficial