Comeback Kid – Outsider

Outsider è ciò che dovrebbe essere un disco di hardcore melodico ben fatto e sudato che non delude in nessun momento e ha anche deflagrazioni vicine al metal, il tutto di alta qualità.

I Comeback Kid non hanno mai tradito le attese, e non lo hanno fatto nemmeno questa volta, anzi Outsider è una delle cose migliori pubblicate dal gruppo canadese.

La produzione è ottima e mette in risalto la loro grande furia, preservando le loro peculiarità maggiori, ovvero quelle d’essere un gruppo veloce ma molto melodico, senza mai scadere nelle ridicole melodie che contraddistinguono diversi gruppi odierni di hardcore melodico. Spesso in passato è successo che band hardcore pubblicassero senza grande successo dischi per etichette prevalentemente metal come la Nuclear Blast, ma qui c’è la smentita sonora a quanto sopra. I Comeback Kid incendiano nuovamente i nostri stereo senza lasciar scampo a nessuno, con un disco potente e bilanciato. Nati alla fine del 2000 a Winnipeg sono diventati con il passare degli anni e degli album uno dei gruppi più seguiti e amati del melodic hardcore, e hanno sempre provato a fare musica meno convenzionale, non rinunciando però alla melodia. Nonostante siano nati in leggero ritardo rispetto al boom di questo genere, sono tra le poche band veramente valide a portare avanti questo discorso, e molti gruppi giovani avrebbero molto da imparare dai Comeback Kid, a partire da questo disco potente e melodico. Con notevoli passaggi da pezzi più duri a momenti maggiormente melodici nella stessa canzone, Outsider è ciò che dovrebbe essere un album di hardcore melodico ben fatto e sudato che non delude in nessun momento e ha anche deflagrazioni vicine al metal, il tutto di alta qualità.
Inoltre il disco è palesemente fatto per scatenare l’inferno dal vivo, sappiatelo.

Tracklist
01. Outsider
02. Surrender Control
03. Absolute feat. Devin Townsend
04. Hell Of A Scene
05. Somewhere, Somehow
06. Consumed The Vision feat. Chris Cresswell
07. I’ll Be That
08. Outrage (Fresch Face, Stale Cause)
09. Blindspot
10. Livid, I’m Prime
11. Recover
12. Throw That Stone
13. Moment In Time feat. Northcote

Line-up
Andrew Neufeld aka GOOSE
Jeremy Hiebert
Stu Ross aka TOAD
Ron Friesen
Jesse Labovitz

COMEBACK KID – Facebook

Drastic Solution – Thrash ‘Till Death

Questi sono i Drastic Solution e questo è Thrash ‘Till Death, un concentrato di thrash old school da barricate, una violenta raffica di brani che dal vivo attaccano al muro o spezzano ossa in mosh sfrenati.

Eccoci ancora una volta a parlare di thrash metal, oggi più che mai suonato come se non ci fosse un domani sul suolo nazionale e precisamente in Puglia, terra di provenienza dei Drastic Solution.

Siamo alla seconda prova del trio che si aggira a far danni nella provincia di Taranto da cinque anni e che da almeno tre non dava più notizie. discograficamente parlando, all’indomani dell’uscita del loro debutto Thrashers.
L’album aveva ottenuto ottimi riscontri tra le webzine di settore e gli appassionati per il sound che contraddistingueva mezzora di musica veloce, dall’impatto devastante e senza compromessi, con cui la band aveva dato il via alla sua carriera discografica, ora confermata da questo ritorno dal titolo Thrash ‘Till Death.
Thrash metal che si potenzia con accenni hardcore, una buona padronanza dei mezzi e un’attitudine che si avvicina all’urgenza musicale e all’attacco frontale di gruppi come S.O.D. e Municipal Waste, il tutto concentrato in un minutaggio appena più ampio ma sempre da ingurgitare in un sol boccone, o da buttare giù come un bicchierino di acquavite dai gradi vicini alla terza cifra.
Questi sono i Drastic Solution e questo è Thrash ‘Till Death, un concentrato di thrash old school da barricate, una violenta raffica di brani che dal vivo attaccano al muro o spezzano ossa in mosh sfrenati.
L’album corre veloce e inarrestabile, non ci sono pause di sorta e i brani passano davanti a noi come treni impazziti, mentre Marco “Big Jerk” Lecce (voce e basso), Piero Greco (chitarra) e Patrizio Panariti (batteria), sbattono sul tavolo tutte le carte in loro possesso (immancabile qualche riferimento agli Slayer) per non lasciarci vie di scampo- Thrash metal rules!

Tracklist
1.Fucked By….
2.Extreme Probleme Extreme Solution
3.Taste Of Blood
4.Full Metal Cock
5.Thrash ‘Till death
6.Killing
7.T.O.J.I.F.Y.M.A.
8.Adelphiliac
9.Infamous Bastrd
10.Stronger

Line-up
Marco ” Big Jerk ” Lecce – Vocals and Bass
Piero Greco – Guitars
Patrizio Panariti – Drums

DRASTIC SOLUTION – Facebook

TETHRA

Il video di ‘Like Crows For The Earth’, tratto dall’album omonimo (Sliptrick Records)

Il video di ‘Like Crows For The Earth’, tratto dall’album omonimo (Sliptrick Records)

Gutslit – Amputheatre

Amputheatre sta tutto qui, nel suo essere un buon esempio di musica brutale e senza compromessi, un massacro che non concede tregua con il growl malvagio di un boia che tortura sadicamente le proprie vittime fino alla morte.

Che una società come quella indiana lasci spazio alla brutalità è un dato di fatto, con milioni di persone racchiuse in gigantesche metropoli dove la vita vale meno di zero, le malattie decimano gran parte della popolazione e la violenza molte volte degenera.

Film e musica spesso raccontano fantasie mentre la realtà è ancora più terrificante e a noi amanti dell’horror e del gore non rimane che ignorare le solite prese di posizione del benpensanti, infastiditi da una copertina o dalla brutalità della musica, ma totalmente indifferenti a quello che accade ai propri simili in molti luoghi del mondo.
Questo brutal death metal proveniente da Mumbai, la metropoli più pericolosa del mondo, non può che convincere gli amanti del genere, rivelandosi dannatamente coinvolgente, devastante e deliziosamente gore.
Loro sono i Gutslit, quartetto nato una decina di anni fa e arrivato al secondo album, licenziato dalla Transcending Obscurity dopo uno split ed un primo lavoro intitolato Skewered in the Sewer.
Impatto a iosa, blast beat e velocità a manetta per un sound che poggia le sue radici nella storia del genere, non rinunciando alle caratteristiche peculiari tanto amate dai fans del death metal più estremo.
Amputheatre sta tutto qui, nel suo essere un buon esempio di musica brutale e senza compromessi, un massacro che non concede tregua con il growl malvagio di un boia che tortura sadicamente le proprie vittime fino alla morte, che per i poveri malcapitati risulta una liberazione.
Mezz’ora scarsa che non conosce il minimo cedimento, consigliato senza riserve a chi fa del brutal e delle sue band un ascolto abituale.

Tracklist
1.Amputheatre
2.Brazen Bull
3.From One Ear to Another
4.Necktie Party
5.Blood Eagle
6.Brodequin
7.Maraschino Eyeballs
8.Scaphism
9.Death Hammer

Line-up
Gurdip Singh Narang – Bass
Aaron Pinto – Drums
Prateek Rajagopal – Guitars
Kaushal LS – Vocals

GUTSLIT – Facebook

Novae Militiae – Gash’khalah

La band è di livello superiore e ci annichilisce con black metal senza compromessi: la Francia si dimostra ancora una terra prolifica per l’arte nera.

Tenebrosi cori con un sinistro clangore di catene ci introducono alla seconda opera dei francesi Novae Militiae, già presentatisi nel 2011 con Affliction of the Divine: della band si sa soltanto che è originaria di Parigi mentre non si ha idea di chi e cosa suoni, né dove sia stato registrato il disco.

L’unica cosa su cui dobbiamo concentrarci è il puro suono del black metal denso, incompromissorio, violento, figlio delle migliori espressioni estreme d’oltralpe (Antaeus, Arkhon Infaustus). Non vi sono le commistioni post-black, post metal di cui alcune buone band francesi si nutrono, qui l’unico verbo è l’arte nera vomitata con violenza a incarnare il puro spirito del genefre. Fin dall’inizio la lezione è chiara, brani come Chasm of the cross e la violentissima Daemon est deus inversus annichiliscono con la loro furia iconoclasta, le melodie sono malate, oscure e sono sommerse da uno scream brutale e luciferino. I brani sono lunghi, carichi di odio, intensi a creare un rituale occulto dove non ci sono speranze per chi vi si addentra.
E’ il grido bestiale di una band che non si piega e lascia fluire come un fiume in piena la sua arte dannata infliggendo all’ascoltatore arcane e forti emozioni; la durata di circa un’ora impone di essere nel giusto mood per riuscire ad uscire sani di mente da questa agonia sonora. I ritmi cadenzati di Annunciatione e Fall of the idolsprovocano, ricordando a mio parere anche il Religious Bm, momenti di sconfinata angoscia e mistero dove l’atmosfera si impregna di zolfo e occulto e veramente l’inferno dista pochi passi. La perversa e blasfema follia non conosce pause e nel brano finale Seven cups of divine outrage l’atmosfera infernale sublima i nostri sensi e fa ricordare i tempi passati quando pronunciare la parola black metal impressionava e atterriva l’ascoltatore.

Tracklist
1. The Chasm of the Cross
2. Daemon Est Deus Inversus
3. Orders of the Most-High
4. Koakh Harsani
5. Annunciation
6. Black Temple Consecration
7. Fall of the Idols
8. Seven Cups of Divine Outrage

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