Sorrowful Land – Where The Sullen Waters Flow

Un ep che conferma il nome Sorrowful Land come un qualcosa che va ben oltre lo status di progetto futuribile, trattandosi di una realtà alla quale si chiede solo di continuare su questa strada anche in futuro.

A distanza di circa un anno Max Molodtsov torna a farsi sentire con il suo progetto solista Sorrowful Land.

Avevo già parlato più che bene del full length d’esordio Of Ruins …, che metteva in mostra qualità sopraffine sia dal punto di vista compositivo che esecutivo, andando anche oltre a quanto di buono già fatto con la sua band principale, i gotici Edenian.
In occasione del lavoro su lunga distanza avevo fatto notare una devozione piuttosto marcata nei confronti degli When Noting Remains (con tanto di imprimatur derivante dalla partecipazione come ospite di Peter Laustsen) e tutto sommato con questo lungo ep intitolato Where The Sullen Waters Flow non sembra che le coordinate siano variate più di tanto e, ci tengo a ribadirlo, questo non è assolutamente da considerare un punto negativo.
Infatti, nei tre lunghi brani che si avvicinano complessivamente alla mezz’ora di durata, il polistrumentista ucraino conferma lo spessore del proprio talento naturale per la composizione di musica struggente e colma di melodia mai stucchevole, grazie ad un lavoro chitarristico elegante e sobrio allo stesso stesso tempo.
Niente da eccepire quindi su questo gradito ritorno in tempi relativamente brevi (per le abitudini in uso nel genere) con un trittico di brani di grande efficacia tra i quali, a mio avviso, spicca l’ultimo, The Night Is Darkening Around Me, nel quale avviene un parziale spostamento verso un sound ancor più legato al suono della chitarra solista, questa volta con Saturnus e Doom Vs. nel mirino.
Ripeto che la citazione dei vari riferimenti non deve essere intesa come un’accusa di derivatività, bensì quale tentativo di fornire un’idea di cosa attendersi a chi si avvicina all’ascolto di questo lavoro, con la certezza che chi ama questo genere musicale l’ultimo dei problemi che si pone è proprio quello dell’originalità, specialmente quando il pathos e l’intensità si mantengono sempre al livello offerto da Where The Sullen Waters Flow.
Un ep che conferma il nome Sorrowful Land come un qualcosa che va ben oltre lo status di progetto futuribile, trattandosi di una realtà alla quale si chiede solo di continuare su questa strada anche in futuro.

Tracklist:
1.As I Behold Them Once Again
2.Where The Sullen Waters Flow
3.The Night Is Darkening Around Me

Line-up
Maks Molodtsov

SORROWFUL LAND – Facebook

Terror Empire – Obscurity Rising

Una quarantina di minuti scarsi bastano al gruppo portoghese per ribadire la propria forza, ringraziando Sepultura e Machine Head, così come i primi Metallica, in qualche passaggio chitarristico, ma il sound è tutto farina del sacco dei Terror Empire e non potrebbe essere altrimenti.

Prima o poi tutti tornano, chi deludendo le aspettative, chi cambiando registro musicale e chi confermando le buone impressioni suscitate dal precedente lavoro, come per esempio i thrashers portoghesi Terror Empire, di nuovo in pista con il successore dell’ottimo The Empire Strikes Black.

Obscurity Rising comincia il suo inevitabile massacro da dove aveva lasciato il suo predecessore, quindi per chi conosce la band poco o nulla è cambiato: ottima produzione, grande impatto, potenza e velocità al servizio di un thrash metal debordante tra tradizione e sfumature moderne.
L’album non delude, pur nella sua staticità compositiva rispetto al primo lavoro, ma i Terror Empire questo sanno suonare e lo fanno maledettamente bene, quindi, perché cambiare?
Non vale la pena di perdersi in troppi sofismi in questo senso ed è meglio allora lasciarsi travolgere dalla disarmante potenza delle varie Burn The Flags, Holy Greed e le due bombe atomiche Death Wish e Feast Of The Wretched.
Una quarantina di minuti scarsi bastano al gruppo portoghese per ribadire la propria forza, ringraziando Sepultura e Machine Head, così come i primi Metallica, in qualche passaggio chitarristico, ma il sound è tutto farina del sacco dei Terror Empire e non potrebbe essere altrimenti.

Tracklist
1.Obscurity Rising
2.You’ll Never See Us Coming
3.Burn the Flags
4.Times of War
5.Meaning in Darkness
6.Holy Greed
7.Lust
8.Death Wish
9.Feast of the Wretched
10.Soldiers of Nothing
11.New Dictators

Line-up
Ricardo Martins – vocals
Rui Alexandre – guitar
Nuno Oliveira – guitar
João Dourado – drums
Rui Puga – bass

TERROR EMPIRE – Facebook

La Tredicesima Luna – Il sentiero degli Dei

Una bellissima prova, ovviamente di fruizione meno immediata rispetto alle opere prodotte da Brusa con il monicker Medhelan, ma con una profondità anche concettuale che sarebbe un vero peccato non cogliere nella sua interezza.

Proprio qualche giorno fa ho avuto occasione di parlare della riedizione dei due seminali lavori che Mortiis pubblicò ad inizio carriera sotto l’egida della Cold Meat Industry.

Infatti, Ånden som Gjorde Opprør e Keiser av en Dimensjon Ukjent sono considerati unanimemente tra le opere che hanno favorito lo sviluppo della forma di ambient definita dungeon synth, che vede tra i suoi più brillanti esponenti in terra italiana il milanese Matteo Brusa.
Con questo suo nuovo progetto denominato La Tredicesima Luna, Brusa sposta il tiro su una forma di ambient che prende le mosse dai precursori del genere (su tutti Brian Eno, con puntate anche sulla Kosmische Musik degli anni ‘70) ma ammantandola di un’aura oscura che, rispetto alla produzione del genio inglese, rimanda soprattutto a un lavoro come Apollo.
In effetti, il tutto viene anche suffragato da un afflato cosmico che pervade la mezz’ora di musica di cui si compone Il Sentiero degli Dei; i due lunghi brani si rivelano così avvolgenti e senz’altro riusciti nella loro funzione evocatrice di scenari probabilmente solo immaginati dai migliori scrittori di fantascienza o da registi visionari come Kubrick: va detto che il senso di pace e di apparente armonia con l’universo viene contrastato da uno sgomento latente, derivante  dall’incapacità della mente umana di circoscrivere ciò che di fatto è illimitato.
Una bellissima prova, ovviamente di fruizione meno immediata rispetto alle opere prodotte da Brusa con il monicker Medhelan, ma con una profondità anche concettuale che sarebbe un vero peccato non cogliere nella sua interezza.

Tracklist:
1.Parte I – Fuochi sotto le stelle / Tra due mondi
2.Parte II – Energie ancestrali / La luce dorata dell’aurora

Line-up:
Matteo Brusa

LA TREDICESIMA LUNA – Facebook

KAYLETH

Il video di “Forgive”, dall’album “Colossus”, in uscita a gennaio (Argonauta Records).

Il video di “Forgive”, dall’album “Colossus”, in uscita a gennaio (Argonauta Records).

Mecalimb – XIII

Pantera, Machine Head, The Haunted e Soilwork confluiscono nel sound dei Mecalimb a creare un cocktail altamente esplosivo e dotato di una forza notevole.

In Norvegia non si suona solo black metal, lo sa bene la Wormholedeath che licenzia XIII, terzo full length dei Mecalimb.

Groove e ritmiche marziali fanno da tappeto sonoro al thrash moderno del quintetto nordico che ci inserisce una serie di riff melodici di stampo death ed il gioco è fatto, o quasi.
XIII è una mezzora abbondante di metal possente e moderno, un album dal sound che opprime con le sue potenti ritmiche ed avvolge con un freddo riffing melodic death.
I Mecalimb giungono a questo lavoro dopo un paio di album ed un ep, precedentemente anticipati dai primi passi in formato demo nel 2006 e 2007; una dozzina d’anni sul mercato portano a questo buon esempio di metal moderno ed estremo, melodico e potente che ci ricorda non pochi eroi passati nei nostri lettori cd da i primi anni novanta in poi.
Il sound che sorride all’America ma suona scandinavo ribadisce la notevole forza che groove metal e death thrash sanno infondere se si alleano come in XIII, non è un caso che nell’album i momenti più intensi sono proprio quelli più ibridi.
Marziali e freddi come una macchina che inesorabile si avvicina senza cambiare velocità, i Mecalimb accelerano improvvisamente per fare scempio dei nostri corpi, questa è la percezione all’ascolto delle varie Forgotten, Headless Existence e della potentissima Leave The Bones.
Pantera, Machine Head, The Haunted e Soilwork confluiscono nel sound dei Mecalimb a creare un cocktail altamente esplosivo e dotato di una forza notevole: XIII vi attacca al muro, vi sbatte al suolo e vi schiaccia senza pietà, provare per credere.

Tracklist
Robert Arntsen – Lead vocals
Ole Olsen – Guitar & backing vocals
Tom Angel – Guitar
Dag Kopperud – Bass & backing vocals
Marius Vedal – Drums

Line-up
1.Headless Existence
2.Blind Men Rules The Earth
3.Forgotten
4.No End
5.Infection
6.Leave The Bones
7.Goodbye To Sanity
8.I See Dead People
9.Jokers & Liars
10.Nothing

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