CHARLIE BONNET III

Il video di Cold And Alone, dalla’album Sinner With A Song.

Il video di Cold And Alone, dall’album Sinner With A Song.

Nashville rock mainstay, Charlie Bonnet III, has released a new music video for the song “Cold And Alone,” taken from his Tracii Guns (L.A Guns) produced studio effort, Sinner With A Song.

American actor, Lee Vervoort, best known for his role as a Savior in Seasons 6 and 7 of AMC’s “The Walking Dead,” plays the lead character. The video shows a man (Vervoort) in the middle of a mid life crisis, reminiscing of his childhood and visiting places where he would play as a kid. His childhood self is played by the young actor, Charlie Harden. The video also features award winning tattoo artist, Tim Harden. Video production was handled by Luminous Midnight Films.

“This is a song about dealing with depression, and that’s a thing I’ve been fighting with since I was a kid. It affects everybody at one point or another” says Bonnet. “This is the last song on my record, and could be my favorite on there too. It’s dark and moody, but with a 70’s vibe. Tracii Guns put B3 organ on the track and gave it almost a Deep Purple feel. It’s totally killer.”

Bonnet and Vervoort met at a bike rally in 2017, and were mutual fans of each other’s work. “Lee knew of me since the 90’s when I was fronting my metal band, Disarray” reveals Bonnet. “Disarray released 5 records over the years (including discs produced by Dave Brockie of GWAR and Gary Meskil of Pro-Pain), and Lee knew that material inside and out. Of course I’m a big fan of his acting as well, so we really wanted to do some work together. This video was perfect for that.”

Sinner With A Song is available on all digital outlets now.

PRISTINE

Il video di Ninja, dall’album omonimo (Nuclear Blast).

Il video di Ninja, dall’album omonimo (Nuclear Blast).

La band rock norvegese PRISTINE, capitanata da Heidi Solheim, ha pubblicato il video della title track dell’ultimo album “Ninja”.

Sono state anche annunciate nuove date in Europa:

04.04. D Nürnberg – Hirsch
05.04. D Bonn – Harmonie
06.04. D Bückeburg – Schraub-Bar
07.04. D Ulm – Roxy
08.04. D Jena – Café Wagner
11.04. D Berlin – Quasimodo
12.04. D Hannover – Mephisto
16.04. E Barcelona – Sala Rocksound
17.04. E Madrid – Sala Boite
18.04. E Cangas de Morrazo – Salason
19.04. E Gijón – Memphis
20.04. E San Sebastián – Intxaurrondo Kultur Etxea
25.04. D Stuttgart – Café Galao
26.04. D Wuppertal – Live Club Barmen
27.04. D Leipzig – Moritzbastei
28.04. D Willofs – Veteranentreffen

“Ninja” è stato pubblicato da Nuclear Blast ed è disponibile in svariati formati:

http://nblast.de/PristineNinjaNB

www.pristine.no
www.facebook.com/pristineband
www.nuclearblast.de/pristine

Gribberiket – Sluket

Band norvegese notevolissima con forte personalità: doom, noise e black miscelati ad arte per un risultato originale e per nulla scontato.

Giusto ricordare, prima di essere inondati dalle nuove uscite del 2018, il disco d’esordio dei Gribberiket, strana creatura norvegese che nel 2013 aveva fatto uscire il demo in cassetta Knefall, ristampato poi su cd dalla Dead Seed che ora si occupa di commercializzare Sluket, il loro vero esordio, uscito sul finire del 2017.

Si tratta di un quartetto norvegese dotato di forte personalità, che li ha portati a elaborare un suono assolutamente fuori di testa, dove sono miscelati in modo urticante e malsano doom sghembo e noise, il tutto cosparso di inquietante black con rumori ed effetti a rendere il suono sinistro e intossicante; tre lunghi brani, con il corollario di due corti intermezzi, incendieranno il vostro cervello con un suono lento, distorto, fangoso, senza creare muri di suono ma lacerando lentamente i vostri sensi atterriti di fronte a tanta insanità. Le chitarre non hanno fretta, inanellano lenti riff inabissandosi in abissi di rumori e intanto il brano cresce in modo inquietante e la voce (?) strazia, squarcia, urla in norvegese terrificando l’atmosfera; la ritmica segue strade impervie creando rituali dove la tensione mozza il fiato. I sedici minuti abbondanti della final track, sublimano al meglio quanto detto, il brano è un vero e proprio “piece de resistence”, avanza inesorabile e interminabile, si alimenta delle urla che descrivono traiettorie desolanti e respingenti mentre le chitarre si inseguono e si intrecciano lente ed esasperate. Difficile descrivere a parole l’arte molto personale esibita dalla band, ma il tutto funziona bene; già il demo aveva fatto intravedere che il loro suono era originale e non aveva classici punti di riferimento. Come sempre l’underground cela band assolutamente uniche, che coltivano la loro visione incuranti del mondo che scorre attorno a loro.

Tracklist
1. Sluket
2. Gjestebud
3. See, der blev en død udbaaren
4. Med sine lidelser
5. Nytelsen og oppløsningen

Line-up:
Witchfucker Wangen – Bass
Gimp Molestor – Drums
Kybermensch – Guitars, Noises
SFS – Vocals, Guitars

Aosoth – V: The Inside Scriptures

L’annichilimento sonoro chiamato V: The Inside Scriptures dura poco più di tre quarti d’ora di musica che non dà  respiro, rovesciandoci addosso tutto il male dell’universo convenuto in cunicolo spazio-temporale che conduce alla Terra.

Ritrovo gli Aosoth dopo quattro anni abbondanti e devo ammettere che non mi sarei atteso l’ulteriore inasprimento di un sound che, già all’epoca, prevedeva ben poche concessioni melodico-atmosferiche.

Di solito il passare del tempo tende ad ammorbidire il sound di chiunque, senza che chi lo faccia possa essere stacciato di commercialità, termine che associato al metal estremo può strappare solo un amaro sorriso: si tratta di scelte che possono essere condivisibili o meno, e lo stesso vale se, in spregio ad ogni logica, ci si richiude dentro la propria torre d’avorio facendo dell’incomunicabilità il solo marchio.
A questo punto l’ascoltatore (che non si può definire certo medio, perché già l’avvicinarsi ad un lavoro degli Aosoth, cosi come di gran parte della scena black metal francese, presuppone una conoscenza della materia certo non superficiale) si trova di fronte ad un bivio con una strada che risulta già sbarrata dal rifiuto netto di queste sonorità e l’altra che, dopo pochi passi, si apre in un baratro la cui conseguente caduta preclude ogni possibilità di risalita.
Per chi decide di correre il rischio, l’ascolto di V: The Inside Scriptures può trasformarsi in’un esperienza che difficilmente non lascerà tracce: il riffing dissonante satura un sound sul quale cerca di stagliarsi lo screaming di MkM, non sempre facilmente percepibile dall’interno della bufera musicale creata dagli Aosoth.
Eppure, nonostante tutti gli indizi possano condurre ad un rigetto di questo lavoro, V: The Inside Scriptures ha l’effetto di un veleno paralizzante, peraltro di quelli della peggior specie perché, invece di darti sollievo con una fine relativamente rapida, ti costringe inerme a vedere ed ascoltare tutto ciò che accade senza poter reagire, per di più con la consapevolezza che non ci sarà un domani.
Ecco perché si riesce ad arrivare alla fine di questo album, rendendosi conto di essere stati a tratti inconsapevoli testimoni di un’esibizione di atrocità destinata ad andare in replica ancora per molto tempo, contro ogni previsione.
L’annichilimento sonoro chiamato V: The Inside Scriptures dura poco più di tre quarti d’ora di musica che non dà  respiro, rovesciandoci addosso tutto il male dell’universo convenuto in cunicolo spazio-temporale che conduce alla Terra.
Questo è (anche) il black metal, nel caso qualcuno continui a pensare che si tratti di un genere divenuto inoffensivo: peccato solo per chi non capirà quest’album, ma non lo biasimo, perché ogni volta che l’ascolto anche la mia fede vacilla pericolosamente …

Tracklist:
1. A Heart To Judge
2. Her Feet Upon The Earth, Blooming The Fruits Of Blood
3. The Inside Scriptures
4. Premises Of A Miracle
5. Contaminating All Tongues
6. Silver Dagger And The Breathless Smile

Line-up:
MkM – vocals
Bst – guitars
INRVI – bass
Saroth – second guitar
T. – session drums

AOSOTH – Facebook

Steve Remnant “Metal Remnants” – Night Of The Wolves

Veloci cavalcate, solos graffianti ed heavy, ritmiche telluriche e sfumature progressive sono le parti più importanti di questo nuovo progetto presentato dalla Volcano Records, non ci resta quindi che aspettare di sapere qualcosa di più, magari con l’arrivo di un primo lavoro sulla lunga distanza.

Ricoperto da un velo di oscuro mistero, esce per l’attivissima label campana Volcano Records il progetto del mastermind Steve Remnant, Metal Remnants, dal titolo Night Of The Wolves, ep composto da quattro brani di heavy metal melodico dalle reminiscenze old school e dagli ottimi inserti power/prog, che formano un sound classico ma allo stesso tempo al passo coi tempi.

Il progetto viene presentato come il tentativo da parte del misterioso musicista di riassumere l’essenza di un genere musicale controcorrente e profondamente antimassificato nel “suburbano”, nel “dimesso”, nel cacofonico “non farsi notare”, rispetto alla moda dell’esser sempre presenti e partecipi, protagonisti della cosiddetta civiltà moderna.
Fates Warning e primi Queensryche le band che più si sono fatte spazio nella mente del sottoscritto all’ascolto dei due singoli, (la splendida Night Of The Wolves e la graffiante The Abandon), con l’uso nel refrain del cantato in falsetto nella seconda traccia, mentre l’opener risulta un crescendo epico melodico, dalle tinte oscure e dalla raffinata eleganza progressiva.
I due brani restanti (Randome e Lydia), spostano il tiro verso un heavy/power più diretto e d’impatto aggiungendo quali fonti di ispirazione ai due già importanti nomi fatti in precedenza Iron Maiden e Judas Priest.
Veloci cavalcate, solos graffianti ed heavy, ritmiche telluriche e sfumature progressive sono le parti più importanti di questo nuovo progetto presentato dalla Volcano Records, non ci resta quindi che aspettare di sapere qualcosa di più, magari con l’arrivo di un primo lavoro sulla lunga distanza.

Tracklist
1. Night of the wolves
2. The Abandon
3. Randome
4. Lydia

Line-up
Steve Remnant

VOLCANO PRMOTION – Facebook

Exalter – Persecution Automated

Con dieci brani più intro per trentacinque minuti su e giù per la Bay Area, gli Exalter confermano la loro totale devozione per il thrash statunitense e ci costringono alla difensiva con il loro esplosivo sound old school.

Fa piacere notare come i gruppi provenienti dall’Asia e di cui ci siamo occupati in passato tornino puntualmente con nuovi lavori, segno di una convinzione nei propri mezzi ed una grande passione che permette a quest ottimi musicisti di portare avanti la loro missione musicale in terre sicuramente non facili per la musica rock e metal.

Degli Exalter, per esempio, ci eravamo occupati un paio di anni fa in occasione dell’uscita del secondo ep (Obituary For The Living), all’epoca la band risultava un duo, con Tanim (voce e chitarra) e Afif (batteria) ora raggiunti in pianta stabile dal bassista Jamil.
Sotto l’ala della Transcending Obscurity il gruppo aveva licenziato due ep, il primo Democrasodomy nel 2015 e di seguito Obituary For The Living, ora raggiunti dal debutto sulla lunga distanza, questa notevole mazzata intitolata Persecution Automated.
Con dieci brani più intro per trentacinque minuti su e giù per la Bay Area, gli Exalter confermano la loro totale devozione per il thrash statunitense e ci costringono alla difensiva con il loro esplosivo sound old school.
L’album parte dalla terza traccia, Reign Of The Mafia State, il pulsante rosso dell’ottovolante metallico si inceppa e l’album non scende più da una velocità ritmica importante su cui vengono rovesciati valanghe di riff e solos di scuola Exodus, Death Angel.
Prodotto discretamente, Persecution Automated non farà sicuramente gridare al miracolo i predatori dell’arca dell’originalità, ma la straordinaria The Dreaded End, Incarceration e Pathology Of Domination vi attaccheranno e vi distruggeranno sotto una pioggia di pugni, fino a quando il vostro corpo sarà solo una massa di poltiglia sanguinante.

Tracklist
1.Intro
2.Holocaust Ahead
3.Reign of the Mafia State
4.World Under Curfew
5.The Dreaded End
6.Slaughter Cleanse Repeat
7.Incarceration
8.Grip of Fear
9.Pathology of Domination
10.Clandestine Drone Warfare

Line-up
Tanim – Guitars, Vocals
Afif – Drums, Vocals
Jamil Khan – Bass

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