Machine Head – Catharsis

Catharsis è un lavoro che ancora più che in passato farà discutere: Flynn alza le spalle e va per la sua strada, sta a voi seguirla o meno.

I Machine Head sono tornati sul luogo del delitto: Robb Flynn, dopo aver passato quasi vent’anni cercando di recuperare credibilità nei confronti dei metallari duri e puri, manda tutto e tutti a quel paese e licenzia insieme ai suoi compagni l’album più melodico della discografia del gruppo di Oakland dai tempi, appunto, di quel The Burning Red che si era attirato l’ira di quelli che erano diventati fans del gruppo dopo i primi due album (Burn My Eyes e The More Things Change).

Ma, mentre il bellissimo (per il sottoscritto, almeno) album uscito sul finire del secolo scorso, univa almeno un po’ di quel thrash che caratterizzava le prime prove del gruppo con le sonorità regine del mercato di quei tempi (nu metal e rap), oggi Robb Flynn ha trasformato il sound dei Machine Head in un metal moderno, melodico, dalle molte ispirazioni semplicemente rock e dagli accattivanti camei orchestrali, una peste bubbonica per chi considera la band una creatura metallica tout court.
Il vocione di Flynn si scaglia su brani che vivono di pulsioni mainstream, inutile negare che non solo sono spariti i Machine Head targati 1994, ma pure quelli che avevano devastato padiglioni auricolari con The Blackening e Unto The Locust.
Catharsis è un album studiato e creato per non fare prigionieri in un mercato che non concede possibilità a chi rimane ancorato ai soliti cliché metallici, in un ambito dove ormai solo pochissime band hanno un appeal commerciale, e Flynn questo lo sa bene, quindi ecco che nel mastodontico ultimo album si possono ascoltare tutti i generi dai quali i Machine Head hanno preso spunto in questi anni, dal thrash al metalcore, dal nu metal al crossover, fino al groove, sfidando l’ascoltatore con una durata davvero proibitiva (settantaquattro minuti per il genere equivalgono ad un’era geologica), ma addolcendolo con una cascata di melodie.
Potrà non piacere, ma Catharsis alla fine vince la sua sfida risultando un album per cui l’aggettivo commerciale ha in fondo una sua reale valenza, almeno a sentire brani come Triple Beam, Bastards o Beyond The Pale; ovviamente non mancano le bordate thrash/groove metal, come l’iniziale Volatile o Razorblade Smile a rappresentare lo zuccherino per addolcire l’arrabbiatura dei fans più conservatori.
Catharsis è un lavoro che ancora più che in passato farà discutere: Flynn alza le spalle e va per la sua strada, sta a voi seguirla o meno.

Tracklist
1. Volatile
2. Catharsis
3. Beyond the Pale
4. California Bleeding
5. Triple Beam
6. Kaleidoscope
7. Bastards
8. Hope Begets Hope
9. Screaming at the Sun
10. Behind a Mask
11. Heavy Lies the Crown
12. Psychotic
13. Grind You Down
14. Razorblade Smile
15. Eulogy

Line-up
Robb Flynn – Vocals, Guitars
Dave McClain – Drums
Phil Demmel – Guitars
Jared MacEachern – Bass

MACHINE HEAD – Facebook

NEW HORIZONS

Il video di Born In The Future, dall’album Inner Dislocation di prossima uscita (Revalve Records).

Il video di Born In The Future, dall’album Inner Dislocation di prossima uscita (Revalve Records).

The prog metal band New Horizons, have released the first videoclip for the song “Born in the Future”, the song taken from the upcoming album “Inner Dislocation” ready to release on 23rd February 2018 via Revalve Records.

“Inner Disclocation” is also now available for pre-order on CD/DIGITAL at https://player.believe.fr/v2/3614979678169

https://www.facebook.com/newhorizonsprogband/
https://www.facebook.com/revalverecords/
http://www.revalverecords.com/NewHorizons.html

KARKAOS

Il video di Tyrants, dall’album Children of The Void.

Il video di Tyrants, dall’album Children of The Void.

One of Montreal’s most reputable and celebrated melodic extreme metal acts KARKAOS is proud to unleash their new music video “Tyrants” off their latest offering “Children of The Void” featuring new vocalist Viky Boyer, drummer Justine Ethier (Blackguard) and lead guitarist Samael Pelletier along with collaborations with guest artists Lindsay Schoolcraft (Cradle of Filth) and Morgan Lander (Kittie).

The bands comments:

“Karkaos is extremely proud to release its new video for the song ‘’Tyrants’’. This new video crafted by JP Charlebois, known for his work with Ion Dissonance and Slaves On Dope, is the perfect visual vessel to bring this song to your screen by being as brutal, relentless and intricate as the song itself.

We felt that Tyrants was the perfect song to give a second and different look to Children Of The Void. Its powerful meaning can easily be applied to our world and the weird times we all seem to be going through. We need to remember that we will always be stronger united than divided and this song is a testament to people taking the lead when our leaders couldn’t. Make sure to watch it and share it with your friends and pick up a copy of the album or some merch if you enjoyed it.”

“Children of The Void” was recorded, mastered and mixed with Christian Donaldson and Marc-o Frechette at The Grid (The Agonist, Cryptopsy, Neuraxis, Beyond Creation) and Silverwings Studios for keyboards (Blackguard, Ex-Deo , Distoriam) in Montreal, QC. The artwork was made by the immensely talented Marcela Bolívar while the layout was done by Fred Riverin from I Legion.

“Children of The Void” available on Bandcamp, iTunes, Amazon, Spotify and all major online retailers.

Album Stream – https://karkaosofficial.bandcamp.com/album/children-of-the-void

Track Listing:
1. Babel
2. Skymaster
3. Kolossòs
4. Let the Curtain fall
5. Pale
6. Children of The Void
7. Rêverie
8. Tyrants
9. Where Mushrooms Grow
10. Lightbearer
11. The Beast
12. Bound By Stars

Show Dates:
Jan 20 – Montreal, QC – Club Soda – info
For More Info:
http://www.facebook.com/karkaos
http://www.instagram.com/karkaosofficial

Death Keepers – Rock This World

L’album non ha grossi picchi ma si ascolta con quel piacere riservato ai ricordi più belli e a quella musica che ha fatto da colonna sonora a molti di noi, specialmente se il conteggio degli finisce per anta.

Rock This World è il classico album del quale forse non avevamo bisogno, colmo fino all’orlo di cliché già sentiti migliaia di volte, eppure mentre ci si mostra perplessi di fronte all’ennesimo coro pacchiano, il piede va per proprio conto e comincia a battere il tempo, la testa si muove in sincronia con i mid tempo che si passano il testimone e al secondo giro i ritornelli sono cantati all’unisono dalla band e da chi ascolta.

I Death Keepers non fanno sicuramente mistero della loro devozione per l’heavy metal classico vecchia scuola e ci sbattono in faccia undici brani che ripercorrono in lungo ed in largo il decennio ottantiano, tra molteplici tributi alle leggende del metal che troverete sparsi in ogni angolo musicale di questo lavoro; eccoci quindi al cospetto di una sorta di Helloween prima maniera (il loro monicker parla chiaro), meno power e più orientati verso la NWOBHM, melodici e dai refrain che vi entrano in testa come parassiti in un film di fantascienza per trasformarvi nel più ignorante e scatenato fans del metallo pesante.
La band, nata a Barcellona ormai sette anni fa, arriva dunque al primo album dopo un ep uscito ormai quattro anni fa, firma per Fighter records e piazza un bel calcio nel fondoschiena con Rock This World, un manifesto all’heavy metal fin dal titolo, supportato da una copertina che raffigura la massima espressione del genere, il concerto, con i suoi sacri riti, mentre il sound passa da canzoni che ricordano, come detto, le zucche di Amburgo era Kiske, spogliate dalla potenza del power e con invece più di un accenno al rock stradaiolo suonato aldilà dell’oceano (la title track in questo senso sembra uscita da una jam in qualche locale del Sunset Boulevard).
L’album non ha grossi picchi ma si ascolta con quel piacere riservato ai ricordi più belli e a quella musica che ha fatto da colonna sonora a molti di noi, specialmente se il conteggio degli finisce per anta.
Tra le note di Rock This World non cercate nulla che sia diverso da un’ ora scarsa di hard & heavy o heavy metal (come preferite) senza troppe pretese ma assolutamente piacevole.

Tracklist
1.Rock & Roll City
2.Fire Angel
3.Death Keepers
4.Haven’s Heaven
5.Rock This World
6.Thriving Forcast
7.Love’s Within (Yourself)
8.Wildfire
9.Invention IV
10.Metallia
11.Smooth Hit Love

Line-up
Dey Rus – Lead vocals.
Eddy Gary – Lead & rhythm guitar.
Antonio Maties – Lead & rhythm guitar.
Gorka Alegre – Bassist
Miki Hunter – Drums

DEATH KEEPERS – Facebook

Vargrav – Netherstorm

Privo di punti deboli evidenti, Netherstorm dimostra quanto ci sia ancora da dire in ambito symphonic black metal senza per forza scadere in soluzioni plastificate o eccessivamente ammiccanti.

Arriva dalla Finlandia questo nuovo progetto solista incentrato sul symphonic black metal.

Tutto sommato la combinazione non è così consueta, visto che di norma tale opzione stilistica è tipica della vicina Scandinavia, se non delle lande nordamericane; in effetti il sound dei Vargrav prende in eguale misura questi spunti per rielaborarli in una forma convincente per esecuzione, suoni e scrittura.
Guardando alle sponde del Mare del Nord sarebbe fuorviante pensare ai Dimmu Borgir, meglio allora fare riferimento ad una band dai suoni meno ridondanti come lo furono i Limbonic Art, il tutto però ammantato da un’atmosfera che se non si può definire a titolo assoluto cascadiana ci va spesso molto vicino.
V-KhaoZ punta molto più sulla creazione di scenari solenni sui quali piazzare un buon screming e una ritmica martellante a fornire l’opportuno supporto: l’esempio meglio riuscito di quanto descritto è la bellissima Ethereal Visions of a Monumental Cataclysm, ossessiva e avvolgente quanto basta per far capre che Nethermost è un album che chi ha amato tutto il black metal disceso da In the Nightside Eclipse in poi non può ignorare (a proposito, nella versione in vinile troviamo come bonus track Ancient Queen, uno dei primi brani incisio dagli Emperor).
Privo di punti deboli evidenti, quest’album dimostra quanto ci sia ancora da dire in questo segmento del genere senza per forza scadere in soluzioni plastificate o eccessivamente ammiccanti.

Tracklist:
1. Netherstorm
2. Shadowed Secrets Unmasked
3. Limbo of Abysmal Void
4. Ethereal Visions of a Monumental Cataclysm
5. Obidient Intolerant Ensnared
6. In Divine Embrace of the Dying Light

Line-up:
V-KhaoZ – All instruments, Vocals

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Desolate Pathway – Valley of The King

Valley of The King, esordio dei Desolate Pathway oggetto di ristampa nello scorso gennaio, rappresenta una catarsi musicale a 360 gradi.

Valley of The King è il primo album degli inglesi Desolate Pathway.

La band, di recente formazione, esordì con questo lavoro nel 2014. E ancora prima che ve ne fosse bisogno, viene rispolverato dalla Wormholedeath a tre anni di distanza per riconfermare, in maniera forte e chiara, come gli inglesi avessero già un percorso consapevole davanti a sé, consci del proprio (grandissimo) bagaglio tecnico e delle potenzialità di abbinare tutto questo ad un genere come il doom che i Desolate Pathway interpretano in chiave epica, facendolo benissimo. A rendere possibile tutto questo contribuisce, con un’impronta profonda, la voce evocativa e al tempo stesso possente e rassicurante di Simon Stanton, poi sostituito nel 2015 dal chitarrista e fondatore della band Vince Hempstead. Il cantante si assume le proprie responsabilità prendendosi un ruolo centrale più che meritato nella scena del disco. Ovviamente tutto ciò non oscura la grande abilità del resto dei musicisti, infatti troviamo in ogni pezzo frammenti strumentali che vanno dallo spezzacuore al grandioso, fino ad un ottima unione di entrambi.
Alcuni pezzi si strutturano come dei veri e propri racconti in musica, in particolare Last of My Kind o Shadow of The Tormentor; in questo scenario doom dai decisi tratti epic, è quasi obbligato il riferimento a gruppi come Candlemass o Solitude Aeturnus ma, come abbiamo detto prima, i Desolate Pathway possiedono e continuano a costruire un’identità propria.

Tracklist
1. The Valley of the King
2. Desolate Pathway
3. Forest of Mirrors
4. Last of My Kind (The Ring Keeper)
5. Season of the Witch
6. King of Vultures
7. Shadow of the Tormentor
8. Upon the Throne of Lights

Line-up
Simon Stanton – Voice
Vince Hempstead – Guitars
Jim Rumsey – Bass
Mags – Drums

DESOLATE PATHWAY – Facebook