THE NEGATION

Il video di “The End Of Cycle”, dall’album Memento Mori.

Il video di “The End Of Cycle”, dall’album Memento Mori.

THE NEGATION come back with a new video clip “The End Of Cycle” (full version) (already 9964 views!) and are ready to stike Mexico !

THE NEGATION offers a deep immersion into his characteristic universe, acted insolently towards and darkness, with his new video clip directed by Quantic Arts, after brutalized the audience since then touring and sharing the stage with the likes of Marduk, Belphegor, Inquisition, Gorgoroth, Kampfar, Arkona … “The End Of Cycle” comes from the second full-length opus, “Memento Mori”, back in July 2015 gathering rave comments from the worldwide medias such as “A relentless Black Metal assault that will not give you a break” [CvltNation] or “A prime example of what Black Metal was created to be” [Metal Temple], eventually getting selected #13 best 2015 album at the Lair of Filth, voted #5 best French Metal album of 2015 by France’s VS-Webzine readers.

THE NEGATION is not only a musical or lyrical concept: experiencing a THE NEGATION show is like a deflagration that comes to shake your beliefs and your ground. It’s being forced to face yourself, the void of your own existence, the vain and hopeless meaning and achievements of your so-called will, the total absence of “why?” we all try to hide deep inside… in total Negation.

THE NEGATION will be on tour with Mortis Mutilati in March 2018 in Mexico.

Links:

► Facebook : https://www.facebook.com/the.negation.band

► Bigcartel : http://thenegationmerch.bigcartel.com

► Youtube channel : https://www.youtube.com/channel/UCGQ4_hVO-N5gJH7TnXeTbvQ

EMMURE

Il video di ‘Natural Born Killer’, dall’album “Look At Yourself” (SharpTone).

Il video di ‘Natural Born Killer’, dall’album “Look At Yourself” (SharpTone).

Quasi un anno fa, gli EMMURE hanno pubblicato il loro violento nuovo album “Look At Yourself”, una brutale autovalutazione e osservazione, equilibrando odio, rabbia e perseveranza, con l’esperienza di una vita spesa alla ricerca dell’autonomia e del rispetto.

L’ultimo album “Look At Yourself” come anche il bellissimo merchandise sono disponibili qui: http://geni.us/EMMURELookAtYS

Gli EMMURE sono:
Frankie Palmeri – Voce
Joshua Travis – Chitarra
Phil Lockett – Basso
Josh ‘Baby J’ Miller – Batteria

www.facebook.com/emmure
www.twitter.com/emmuremusic
www.sharptonerecords.co/artist/emmure

Ode In Black – Seeds Of Chaos

L’album si lascia ascoltare con un certo agio, lasciando una sensazione gradevole ma dalla durata nel tempo effimera come l’esistenza di una farfalla.

Non vi siete ancora rassegnati del tutto all’uscita di scena dei Sentenced e del loro personale approccio melodico e malinconico al gothic rock/metal ? Se vi accontentate dei surrogati potrebbe essere allora il caso di dare un ascolto al primo full length degli Ode In Black.

Seeds Of Chaos è il frutto finale di un percorso che ha preso il via all’inizio del decennio da parte di questa band (manco a dirlo) finlandese, la quale prende come riferimento la creatura che fu di Vile Laihiala e soci, ne ammorbidisce talvolta l’impatto guardando agli altri connazionali Him e The 69 Eyes e dal mix non può che venirne fuori un lavoro gradevole, orecchiabile ma ovviamente dalla ridottissima personalità.
Questo avviene non solo quando l’adesione ai modelli citati è pressoché totale (l’opener Fountain Of Grief parla chiaro al riguardo), ma anche nei momenti in cui gli Ode In Black provano a distaccarsene, mettendo in scena sia un brano piuttosto intenso per il suo crescendo come The Mirror, sia una più insipida Burden, con un chorus simil Ten che sembra appiccicato a forza, la sensazione d’avere già sentito qualcosa di molto simile chissà dove e quando è tangibile.
Il risultato di tutto questo è un album che si lascia ascoltare con un certo agio, lasciando una sensazione gradevole ma dalla durata nel tempo effimera come l’esistenza di una farfalla: se nel tirare le somme i brani migliori dell’album sono quelli che sembrano degli outtakes di The Cold White Light e The Funeral Album (Fountain Of Grief e Lullaby For The Innocent) è evidente come gli Ode In Black difficilmente potranno essere ricordati per la loro personalità.
Va detto che la band, comunque, prova ogni tanto ad immettere nel proprio sound iniezioni di più tradizionale hard rock e, quando ciò avviene in maniera più fluida, i risultati non sono affatto disprezzabili (la title track e Burn The Candle From Both Ends) lasciando aperta una strada che, pur essendo già stata calpestata da altre centinaia di band, non costringerebbe l’ascoltatore a fare dei paragoni con uno specifico gruppo storico nei riguardi del quale il confronto non può che risultare impari.

Tracklist:
1. Fountain Of Grief
2. The Sea In Which We Drown
3. Goodbye
4. Seeds Of Chaos
5. The Mirror
6. Burden
7. The Lone Wolf
8. Burn The Candle From Both Ends
9. Devil’s Kin
10. Of A Thousand Lies
11. Lullaby For The Innocent

Line-up:
Pasi Mäenpää – vocals
Iiro Saarinen – guitars & backing vocals
Juhani Saarinen – lead guitar
Ville Puustinen – bass
Taisto Ristivirta – drums

ODE IN BLACK – Facebook

DISTRUZIONE

Il video di “La Torre della Muda”, dall’Ep “Inumana”, in uscita a Marzo (Jolly Roger Records).

Il video di “La Torre della Muda”, dall’Ep “Inumana”, in uscita a Marzo (Jolly Roger Records).

La band ha appena rilasciato il videoclip di “La Torre della Muda”, traccia inedita inclusa nel nuovo Ep “Inumana”, disponibile dal 9 Marzo nei formati Lp+Cd (prime 100 copie in vinile verde), Cardboard Cd, Digitale, su Jolly Roger Records. Le riprese ed il montaggio sono state affidate ad Axel O’ Mill, un caro amico della band, video maker professionista argentino, residente in Spagna e vincitore lo scorso anno del prestigioso premio Goya.

“Inumana”, prima uscita discografica ufficiale con il talentuoso batterista Emanuele Collato, gia in forze nei Bulldozer e Death Mechanism, che accompagna la band live dalla scorsa estate, conterra’ anche una seconda traccia inedita, intitolata “Uomini Contro Uomini” e tre tracce live, registrate al Metal Italia Festival del 2016. La nuova uscita sara’ presentata alla 8° edizione del Bus 666 Fest, sabato 10 Marzo a Parma, in compagnia di Necrodeath, tutti i dettagli qui: https://www.facebook.com/events/173716006549793/
A questo link è possibile effettuare il pre-order dal sito della Jolly Roger Records ed ascoltare 3 brani audio:
http://www.jollyrogerstore.com/release.php?id=72

Inumana Tracklist:
Uomini Contro Uomini
La Torre della Muda
Stultifera Navis (Live)
Ossessioni Funebri (Live)
Senza Futuro (Live)

Contatti:
Distruzione
https://www.facebook.com/Distruzionedeathmetal/

Jolly Roger Records
http://www.jollyrogerstore.com
https://www.facebook.com/JollyRogerRecords/

Distruzione:
Devid Roncai – Voce
Massimiliano Falleri – Chitarra
Michele Chiari – Chitarra
Dimitri Corradini – Basso
Emanuele Collato – Batteria

Bio:
I Distruzione nascono a Parma, nel febbraio del 1990 e scelgono di esprimersi fin da subito attraverso una proposta musicale di metal estremo con testi in italiano. Nel 1992 il loro primo mini Lp intitolato “Olocausto Cerebrale” viene recensito positivamente dalle principali testate specializzate ed in pochi mesi vende più di mille copie. Nell’ Aprile del 1995 firmano un contratto con la Omar Gru Sound Division di Omar Pedrini (chitarrista dei Timoria) ed uno discografico con la Target. Ai primi di giugno del 1996 esce il debut Cd intitolato “Endogena” e distribuito dalla major Polygram Italia. I Distruzione quindi si esibiscono in numerose città italiane insieme agli In.si.dia. A Luglio 2000 esce per Self il Cd “Pianeta Dissolvenza” e parte il “Dissolvenza Tour” che porta la band in numerose città italiane. Il loro video “Pianeta Dissolvenza” viene trasmesso da Rock TV e Match Music. Nel 2004 registrano “Malicidium” per Fuel Records collaborando con Enomis (chitarrista dei Dark Lunacy). Nel luglio 2011, dopo 6 anni di silenzio, i Distruzione tornano a suonare dal livo e lavorano al nuovo album “Distruzione”, che esce nell’ estate del 2015 su Jolly Roger Records, celebrando 25 anni di attivita’. Dopo diversi live e festivals (anche in Europa), la ristampa di “Endogena” nel 2016 (Cd e per la prima volta in Lp) il 2018 comincia con la realizzazione di “Inumana”, Ep con 2 tracce inedite e 3 dal vivo registrate durante il Metal Italia Festival. Questa è la prima uscita ufficiale con il nuovo batterista Emanuele Collato, gia’ in forze nei Bulldozer e Death Mechanism ed è anticipata dal videoclip “La Torre della Muda” prodotto da Axel O’ Mill, vincitore in Spagna del prestigioso premio Goya.

Ende – The Rebirth Of I

La riedizione di The Rebirth Of I può risultare un ideale trampolino di lancio per il prossimo full length degli Ende, intitolato Goétie Funeste, la cui uscita è prevista per il prossimo mese di marzo.

L’etichetta francese Cold Dark Matter ha pubblicato alla fine anno scorso la riedizione in vinile del second full length dei connazionali Ende, The Rebirth Of I.

Gli Ende, duo formato I. Luciferia (voce, chitarra, basso, tastiere) e Thomas Njodr (batteria), sono senz’altro tra le realtà più brillanti di una scena transalpina che continua incessantemente a sfornare band di assoluto spessore in ambito black metal, e l’album in questione al momento della sua uscita ha ricevuto consensi unanimi, rivelandosi una delle miglior opere di quel periodo in tale contesto.
Il black degli Ende è di derivazione molto più nordica e meno inquieto e sperimentale rispetto a quello esibito normalmente sul territorio francese, anche se inevitabilmente, direi, ne mantiene certe caratteristiche dissonanti che si esplicitano in maniera saltuaria, come per esempio in Den glemte skogen, Black Sorcery of the Great Macabre o Aux relents fiels; in altri casi il tutto si sviluppa invece in maniera più lineare e per certi versi accessibile (Seul, vers les ténèbres, Quintessence of Evil e la più ragionata Une forêt de cadavres) senza disdegnare interi episodi (An Ode to Bathsheba e Channeling of the Howling Witch) o frammenti di brani dalle sonorità più rarefatte .
La differenza gli Ende riescono a farla, comunque, grazie ad una notevole qualità complessiva confermata ampiamente anche dal successivo album Emën Etan: a tale riguardo quindi la riedizione di The Rebirth Of I può risultare un ideale trampolino di lancio per il prossimo full length, intitolato Goétie Funeste, la cui uscita è prevista per il prossimo mese di marzo.

Tracklist:
Side A
1.Den glemte skogen
2.Black Sorcery of the Great Macabre
3.An Ode to Bathsheba
4.Seul, vers les ténèbres
Side B
5.Aux relents fiels
6.Channeling of the Howling Witch
7.Une forêt de cadavres
8.Quintessence of Evil

Line-up:
I. Luciferia – Vocals, Guitars, Bass, Keyboards
Thomas Njodr – Drums

ENDE – Facebook

Rec/All – Rec/All

L’heavy metal in Sudamerica parla brasiliano e la conferma viene non solo dalle band storiche che, negli anni, hanno fatto innamorare orde di defenders in cerca di sonorità heavy dalle forti radici latine, o dalle molte realtà estreme che hanno seguito la scia dei fratelli Cavalera, ma da una scena underground attivissima e lungi da qualsiasi forma di crisi qualitativa.

I Rec/All sono un progetto nato solo un anno fa e che ha tutti i crismi del super gruppo, grazie ai suoi protagonisti, musicisti storici della scena metallica e alcuni con presenze importanti nelle migliori band uscite dal grande paese sudamericano-
Angra, Di’Anno, Karma, Almah, Dark Avenger, Nordheim, Kiko Loureiro, Tony Martin, Snakeyes, sono solo i nomi più conosciuti con cui hanno collaborato i cinque musicisti che compongono una line up assolutamente di prim’ordine, dal vocalist Rod Rossi, allo storico bassista Felipe Andreoli, dalle due chitarre in mano a Davis Ramay e Marcelo Barbosa, alle pelli malmenate da Robson Pontes.
E allora sappiate che questo album omonimo, licenziato in regime di autoproduzione, è un ottimo esempio di heavy/power metal, ovviamente suonato a meraviglia, composto da ritmiche power da infarto, digressioni musicali fuori da contesti metallici e viranti verso la tradizione popolare locale e vergate heavy che mettono in luce le due chitarre, protagoniste di riff e solos scolpiti nel cielo oscurato dall’arrivo della tempesta Rec/All.
Diretto come un treno in corsa, Rio Riots apre le danze , che con il samba hanno poco a che fare, ed arriviamo veloci al terzo brano, Blind, una dei picchi di Rec/All, e Indestructible, brano power metal alla maniera brasiliana.
Rod Rossi si dimostra singer bravissimo, specialmente nel variare toni alla sua performance, grintosa e tagliente oppure melodica e dalle reminiscenze melodic hard rock.
Si torna a sbattere la testa con la power metal Running In Her Veins e a crogiolarsi nelle melodie AOR di Oh,Angel, mentre la parola fine è lasciata al crescendo power/hard rock di Set The Night On Fire.
Le ispirazioni sono ovviamente tutte da riscontrare nella scena metal brasiliana, ma i musicisti coinvolti garantiscono personalità e talento in abbondanza.

Tracklist
1.Rio Riots
2.I Hate
3.Blind
4.Broken Wings
5.5 A.M.
6.We Own the Night
7.Walk with You
8.Running in Her Veins
9.Set the Night on Fire
10.Oh, Angel
11.Set The Night On Fire

Line-up
Felipe Andreoli – Bass
Robson Pontes – Drums
Davis Ramay – Guitars
Marcelo Barbosa – Guitars
Rod Rossi – Vocals

REC/ALL – Facebook

https://youtu.be/oxf7bc1EQVE

Anialator – Rise To Supremacy

Deflagrano letteralmente questi cinque brani, formando un esplosione nucleare che annienta ogni cosa per mezzo del suo micidiale vento. Ora tocca al gruppo esordire con un full lenght dopo così tanti anni, anche se la potenza sprigionata non risulta certo quella di attempati thrashers, bensì di una truppa in assetto di guerra.

Tornano con un nuovo ep gli Anialator, una formazione storica del thrash metal d’oltreoceano la cui data di nascita è il 1986.

Infatti, il gruppo proveniente dal Texas si formò proprio a metà degli anni ottanta, ma dopo una coppia di demo ed altrettanti ep si sciolse nel 1990 all’indomani di una compilation che per anni fu l’ultimo urlo estremo del gruppo.
Il ritorno firmato Xtreem avviene lo scorso anno con un’altra compilation, la più aggiornata Mission Of Death, che funge da preludio a questo nuovo lavoro dal titolo Rise To Supremacy.
Per ora ci si deve accontentare di cinque brani ma la devastazione che ne segue non fa altro che confermare la fama del quartetto; una bomba thrash metal che esplode nelle orecchie, estrema, veloce e cattiva, assolutamente old school e potenziata da uno spirito death che ne accentua la violenza.
Alex Dominquez e Roland Torres, unici superstiti degli anni ottanta, ridanno vita, dopo anni a suonare sotto il monicker Sufferance, a questo mostro metallico che esprime tutta la sua forza estrema, slayerana sì ma dalla forza e dalla personalità che permettono agli Anialator di essere considerati un gruppo unico.
Deflagrano letteralmente questi cinque brani, formando un esplosione nucleare che annienta ogni cosa per mezzo del suo micidiale vento. Ora tocca al gruppo esordire con un full lenght dopo così tanti anni, anche se la potenza sprigionata non risulta certo quella di attempati thrashers, bensì di una truppa in assetto di guerra.

Tracklist
1.Rise Again
2.All Systems Down
3.Thick Skinned
4.Chaos
5.Black Trump

Line-up
Armando Valadez – Guitars
Alex Dominguez – Bass
Roland Torres – Guitars
O. J. Landa – Drums
Angel Gonzalez – Vocals

ANIALATOR – Facebook

Funeral Winds – Sinister Creed

I Funeral Winds pubblicano su Avantgarde Music un assalto sonoro di alto livello, dove non si scende mai di intensità ma anzi si arriva a toccare punte davvero notevoli, grazie anche ad un produzione che rende intelligibile la composizione dei pezzi e la loro resa sonora.

I Funeral Winds sono uno dei maggiori gruppi della scena black metal olandese ed europea, essendo attivi dal 1991, e fanno ancora molto male.

Tra i primi gruppi ad introdurre un certo tipo di sonorità in un paese come l’Olanda, i Funeral Winds hanno sempre messo insieme un approccio molto aggressivo, con un suono legato all’ortodossia del genere, ma con un grande approccio punk hardcore, che si può ascoltare molto bene in questo nuovo lavoro arrivato ben 11 anni dopo Nexion XUL – The Cursed Bloodline del 2007. I Funeral Winds pubblicano su Avantgarde Music un assalto sonoro di alto livello, dove non si scende mai di intensità ma anzi si arriva a toccare punte davvero notevoli, grazie anche ad un produzione che rende intellegibile la composizione dei pezzi e la loro resa sonora. Il disco è cattivo e marcio, con un forte retrogusto punk hardcore come si diceva prima. In questo magma sonoro si posso rintracciare anche frammenti riconducibili a gruppi fondamentali come Bathory, che avevano anche loro nel suono qualcosa di differente dal black metal tout court. Sinister Creed è un disco che non fa prigionieri, una dichiarazione di guerra da parte di veterani che dominano ancora la materia del nero metallo. Un black metal incalzante e caldissimo, dove tutto picchia fortissimo, ma le melodie sono comunque riconoscibili. I Funeral Winds fanno un disco che cresce alla distanza, diventando un massacro continuo e metodico, che continua a tagliare carni e ossa senza mai fermarsi. Violenza, velocità ed un tocco punk hardcore, cosa si può volere di più ?

Tracklist
1.The Road to Perdition
2.Cursed is this Pantheon of Flesh
3.The Arrival
4.Sinister Creed
5.Blood
6.Black Moon Over Saturn
7.Sekhmet
8.Nunc et in Hora Mortis Nostrae

Line-up
Studio: Hellchrist Xul – Songwriter, Vocals, Guitars, Bass.
Drums: Session

Live: Hellchrist Xul – Vocals
Ishkur Xul – Guitar
Ninnghizhidda Xul – Bass
Drums: Session

FUNERAL WINDS – Facebook

Dark Ministry – The Sermon Begins

Un inizio promettente per i Dark Ministry, aspettando un lavoro sulla lunga distanza che potrebbe ottenere nuovi consensi da parte dei vecchi fans del genere ed in particolare degli Exciter.

Quando si avvicina la fine dell’anno di solito si guarda indietro per fare un sunto di quello che la scena musicale metal/rock ha regalato nei precedenti dodici mesi, prima di buttarsi nell’anno nuovo sempre a caccia di conferme e sorprese che fortunatamente non mancano mai.

The Sermon Begins fa parte di quelle uscite sfuggite in un primo momento, ma recuperate e presentate ai lettori di MetalEyes, anche perché trattasi della nuova band di un personaggio storico della scena old school canadese, l’ex batterista degli Exciter Rik Charron, picchiatore senza soluzione di continuità nella leggendaria band dal 1996 al 2014.
E l’anno dopo l’uscita dal gruppo, l’infaticabile musicista fonda i Dark Ministry, gruppo che alla base non può che rifarsi al genere che ha fatto la fortuna artistica degli Exciter, quindi thrash metal dai rimandi old school, pregno di attitudine heavy/speed, ignorantissimo ed orgogliosamente metallico.
Primo ep e tre nuovi brani che ci presentano un gruppo battagliero, che unisce al sound vecchia scuola quel tanto di groove che basta per non tradire troppo la data di nascita, arrabbiato e cattivo come la ruvida voce del singer, un Phil Anselmo in versione hardcore che urbanizza la proposta delle varie Killing Machine, Voodoo Sacrifice e Blood Driven.
Un inizio promettente per i Dark Ministry, aspettando un lavoro sulla lunga distanza che potrebbe ottenere nuovi consensi da parte dei vecchi fans del genere ed in particolare degli Exciter.

Tracklist
1. Killing Machine
2. Voodoo Sacrifice
3. Blood Driven

Line-up
Tyler Knapp – Vocals
Carlo Cote – Bass
David Tyo – Guitar
Brian Farnsworth – Guitar
Rik Charron – Drums.

DARK MINISTRY – Facebook

DE LA MUERTE

Il lyric video di “The Last Duel”, dall’album “Venganza” (Revalve Records).

Il lyric video di “The Last Duel”, dall’album “Venganza” (Revalve Records).

The Hard ’n’ Heavy metal band De La Muerte, have released a brand new Lyric video for the single “The Last Duel”, from the album “Venganza”

order “Venganza” CDD/DIGITAL http://player.believe.fr/v2/3614978655109

http://www.revalverecords.com/DeLaMuerte.html
https://www.facebook.com/delamuerteband

Apathy Noir – Black Soil

Un viaggio che ci fa astrarre per un’ora abbondante dalla spesso noiosa realtà.

C’è un’aria costante di intima empatia e al tempo stesso di sconfinata distruzione nella musica degli Apathy Noir, i
quali ritornano con Black Soil, due anni dopo l’uscita del loro ultimo disco.

Chi volesse avere un’idea di ciò che si appresta ad ascoltare, dovrebbe dare un’occhiata innanzitutto alla copertina, che è uno spettro chiarissimo delle emozioni che gli Apathy Noir hanno messo in questo lavoro: lo scenario scuro, deserto e malinconico che ricorderebbe più un’ambientazione in stile Nocturnal Depression o giù di lì, emana però un’energia particolare che ritroviamo esattamente nella musica della band svedese.
La durata dei brani è in media di sette minuti, un tempo che risulta perfetto per sviluppare ogni volta emozioni esplosive e mai scontate nell’ascoltatore. Nonostante questo, la band svedese non fa tanti calcoli a tavolino per costruire pian piano questi scenari emotivi o gestirli secondo uno schema, ma mette semplicemente in musica le sue chiare intenzioni dall’inizio alla fine di ogni pezzo. Ci riesce benissimo, e il risultato è quello di un viaggio vero e proprio che ci fa astrarre per un’ora abbondante dalla spesso noiosa realtà.
La chitarra in questo disco ha un doppio potere: sa essere tagliente e galoppante come i migliori Dissection, e l’attimo dopo catartica e un po’ spezzacuore come certi tratti dei Katatonia, e grande merito per questo va a al leader della band Victor Jonas.
Per concludere, lascia un bel po’ di amaro in bocca il fatto che una band di questo calibro abbia ancora relativamente poca considerazione e visibilità. D’altro canto, però, la musica di valore e di carattere è sempre stata di nicchia e forse questa è la sua fortuna.

Tracklist
1.The Glass Delusion
2.Samsara
3.Black Soil
4.The Void Which Binds
5.Bloodsong
6.Towers of Silence
7.Time and Tide

Line-up
Viktor Jonas – Guitars, Drum programming, Keyboards, Bass
Mattias Wetterhall – Vocals

APATHY NOIR – Facebook

Love Machine – Universe Of Minds

Universe Of Minds non tradisce le attese e si presenta ricco di tutte le virtù che un album del genere si porta dietro, gratificando gli amanti dell’hard’n’heavy di stampo ottantiano, ma senza rinunciare alla potenza ed alle sollecitazioni che il genere ha assimilato negli ultimi anni.

Sicuramente il ritorno sul mercato dei Love Machine è uno degli eventi più importanti in abito underground che il metal classico può vantare in questo inizio d’anno.

Una storia trentennale iniziata sul tramonto degli anni ottanta ha dato al gruppo milanese il meritato status di cult band, nell’ambito di una carriera contrassegnata da non pochi cambi di line up, tre album in studio, un live e presenze in importanti tour di supporto a Saxon, Wasp e Gotthard.
I Love Machine tornano in pista con un nuovo lavoro intitolato Universe Of Minds ed una formazione che vede, oltre al cantante Rob Della Frera (Raising Fear) ed il bassista Yako Martini, l’entrata in pianta stabile nella line up del tastierista Lele Triton, ad accompagnare Frank e Max alle sei corde e Andrew alle pelli.
Universe Of Minds non tradisce le attese e si presenta ricco di tutte le virtù che un album del genere si porta dietro, gratificando gli amanti dell’hard’n’heavy di stampo ottantiano, ma senza rinunciare alla potenza ed alle sollecitazioni che il genere ha assimilato negli ultimi anni.
Ovviamente la tradizione è doverosamente rispettata, quindi Universe Of Minds è un lavoro che di rock duro e metallo fiammeggiante vive, lontano anni luce da qualsiasi contaminazione moderna, valorizzato da un buon songwriting e da un gran lavoro in fase di arrangiamento e produzione.
Anyway ci da il benvenuto sulla navicella Love Machine, pronta a viaggiare nell’universo musicale, tra cavalcate metalliche, ritmiche potentissime e melodie irresistibili, con Let’s Get It Rock che ci trascina sotto il palco e Star Rider che riprende il rumore dei dischi volanti della famosa serie U.F.O. di tanti anni fa.
Il comandante Striker è avvertito e il contrattacco è portato da Point Of No Return e dal mid tempo di Scared For This Time, con in mezzo la splendida heavy ballad The Scorn.
Maybe risulta un brano hard rock melodico quanto basta per finire su un’ipotetica classifica radiofonica di fine anni ottanta, mentre Journey e Now Or Never chiudono l’album, ottimamente bilanciate tra grinta heavy e melodie hard rock.
In Universe Of Minds troverete ad aspettarvi trent’anni di hard’n’heavy, non solo Maiden e Saxon, quindi, ma anche Sinner e Primal Fear, inglobati in un sound personale e 100% Love Machine.

Tracklist
01.Anyway
02.Let’s get it rock
03.Compromises
04.Star rider
05.Point of no return
06.The scorn
07.Scared for these times
08.Maybe (A second life reality)
09.Mama’s call
10.Journey
11.Now or never

Line-up
Rob – Voice
Frank – Guitar
Max – Guitar
Yako – Bass Guitar
Andrew – Drums
Lele – Keyboards

LOVE MACHINE – Facebook

DOOL

Il video di The Alpha, dall’album Here Now, There Then (Propheecy Productions).

Il video di The Alpha, dall’album Here Now, There Then (Propheecy Productions).

Dutch Dark Rock Band Premieres Captivating Clip for “The Alpha”

Dool is the fast-rising hard rock band featuring (former) members of The Devil’s Blood, Gold, Herder and singer Ryanne van Dorst. The group has become a hotly-tipped buzz band in underground circles on the strength of its celebrated debut album, Here Now, There Then (stream here), and eye-opening live performances. Dool has just released a new video for the song “The Alpha”, which Loudwire is aptly calling “hypnotic dream sludge” and “a dense wall of a Neurosis-meets-Om funereal haze”. Metal Hammer UK attests that “there’s an attention to detail and layering of lush, symbolic imagery that puts it in a league of its own.” “Watch Dool’s “The Alpha” video at this location.

“The video for “The Alpha” is as well a celebration of will power as it is an ode to transformation, in parallel with the lyrics of the song,” comments Ryanne van Dorst. “It has been truly inspiring to work on this video, and we hope it empowers you as much as it empowers us”.

Dutch for “wandering”, the sound of Dool is distinct and dynamic, radiating an undeniable raw energy. An album of supreme songwriting and remarkable musical diversity, Here Now, There Then blends classic hard rock, gothic pop and psychedelic metal in an ever-surprising manner. Carried by infinite, hypnotic guitar lines, Dool hits every pressure point, striking with the deadly precision of a venomous asp.

ELATE | ELEVATE European tour

02.3.2018 – Turock – Essen – DE
03.3.2018 – Biebob – Vosselaar – BE
05.3.2018 – Le Ferrailleur – Nantes – FR
06.3.2018 – Backstage – Paris – FR
07.3.2018 – Le Grillen – Colmar – FR
08.3.2018 – Kiff – Aarau – CH
09.3.2018 – Dagda Live Club – Pavia – IT
10.3.2018 – Revolver – San Donà di Piave – IT
12.3.2018 – A38 – Budapest – HU
13.3.2018 – Alchemia – Kraków – PL
14.3.2018 – Factory – Magdeburg – DE
15.3.2018 – From Hell – Erfurt – DE
16.3.2018 – Roadrunner’s Paradise – Berlin – DE
17.3.2018 – MS Connexion – Mannheim – DE
18.3.2018 – O13 – Tilburg – NL

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“‘Here Now, There Then’ is rife with earworm-y melodies, the production is warm and inviting, and van Dorst’s voice is powerful without seeming harsh or overbearing. Their debut album follows a much-hyped appearance at Roadburn 2016, and offers is a uniquely hypnotic, slow-burning take on 70s hard rock and psychedelia, with showy splashes of goth rock.” – NOISEY

“‘Here Now, There Then’ works so well, in part, because vocalist Ryanne van Dorst has a relatively unique voice as far as anything resembling metal goes. ‘Here Now, There Then’ is a cohesive, dark, and catchy gothic rock record” – INVISIBLE ORANGES

Nordheim – Rapthor

I Nordheim usano con ottimi risultati l’ironia come un’arma che riesce a cambiare sempre gli equilibri e sono la dimostrazione che facendo un metal senza compromessi si possa essere molto divertenti.

Nuovo disco per i canadesi Nordheim, fautori del folk death metal più ironico e potente che ci sia.

Mettendo l’amicizia ed il divertimento in cima alla lista delle priorità, il gruppo del Quebec riesce a confezionare un disco veloce, potente e molto divertente. Non discostandosi molto dal solco tracciato con i precedenti lavori, i Nordheim esprimono tutto il loro potenziale con un disco suonato come un raptosauro che travolge tutto, con ottimi intarsi di tastiere ed un affiatamento notevole. Il loro suono è una miscela esplosiva di tastiere, chitarre lanciate a mille con una sezione ritmica notevole, un cantato molto ben strutturato per un risultato che non è nulla di nuovo, ma che è di alta qualità. Inoltre dal vivo questi canadesi riescono sempre a regalare la loro pubblico una festa metallica. I Nordheim usano con ottimi risultati l’ironia come un’arma che riesce a cambiare sempre gli equilibri e sono la dimostrazione che facendo un metal senza compromessi si possa essere molto divertenti. Sicuramente questo disco deve essere ascoltato facendo un uso abbastanza smodato di sostanze alcoliche per poter cantare a squarciagola i cori. I Nordheim negli anni sono riusciti a costruirsi un zoccolo duro e fedele di fans, e RapThor è la dimostrazione musicale del perché li amino in molti. Velocità, ironia, attitudine metal e tanto tanto divertimento per un gruppo che riesce a non essere mai scontato.

Tracklist
1. Troll Riding a Raptor
2. Boobs and Bacon
3. Scroll of Lightning Bolt
4. Black Witch Rises
5. I Wish you were Beer
6. Strength became the Storm
7. Blood’s Shade
8. DragonThorn

Line-up
Warraxe – Vocals and Rythm Guitars
Fred – Lead Guitars
BenFok – Bass and Back Vocals
Lucas – Drum

NORDHEIM – Facebook

Taiga – Cosmos

Da questa interpretazione del genere ciò che si richiede ai musicisti è la capacità di trasformare il senso di disperazione e tragedia incombente in sonorità intense ed in grado di scuotere ed emozionare: l’operazione ai Taiga riesce alla perfezione, dando alle stampe uno dei migliori album ascoltati nel settore negli ultimi anni.

Taiga è un duo russo dedito ad un atmospheric depressive black metal di ottima fattura.

Scorrendo i nomi della coppia di musicisti coinvolti nel progetto, non si può fare a meno di notare come entrambi siano già noti alle cronache trattandosi di Nikolaj Seredov, mastermind degli ottimi Funeral Tears ed Alexey Korolev, boss della Sathanath Records (che tramite la sub label Symbol Of Domination dà alle stampe il lavoro).
Se era lecito, quindi, attendersi qualcosa in più rispetto al solito si viene senza dubbio accontentati da questo Cosmos, album con il quale Seredov abbandona il funeral per lasciarsi andare ad una forma di disperazione musicale più esplicita com’è il DBSM. La voce quindi diviene il classico screaming straziato, con Alexey che dal canto suo tesse melodie tastieristiche di ampio respiro, andando a creare quel contrasto tra i due elementi che del sub-genere è caratteristica peculiare.
Da questa interpretazione del genere ciò che si richiede ai musicisti è la capacità di trasformare il senso di disperazione e tragedia incombente in sonorità intense ed in grado di scuotere ed emozionare: l’operazione ai Taiga riesce alla perfezione, dando alle stampe uno dei migliori album ascoltati nel settore negli ultimi anni.
Cosmos (che è il quarto full length pubblicato in quattro anni, a partire dal 2014) si ammanta di quelle melodie dolenti che sono nel bagaglio di chi si cimenta anche con il funeral, ma asservite alle ritmiche più incalzanti del DBSM: per chi ama il genere il disco è un qualcosa di irrinunciabile, in quanto si tratta di un espressione musicale in grado di evocare un turbinio di sensazioni, rappresentando via via vergogna, sgomento, smarrimento, rabbia, ribellione e infine abbandono.
Le liriche in russo sono solo un parziale ostacolo alla fruizione di testi dotati una notevole profondità, vista la comunque scarsa intelligibilità di questo tipo di screaming e il fatto che con un buon traduttore anche l’alfabeto cirillico cessa d’essere un ostacolo insormontabile: viene così meno anche l’ultimo motivo per privarsi dell’ascolto di un lavoro di grande sensibilità.

Tracklist:
1. Стыд
2. Жить
3. Космос
4. Ты
5. Всё позади
6. Религия мёртвых
7. Слова потеряют значение
8. Прах к праху
9. Своими руками

Line-up:
Nikolay Seredov – Vocals, Lyrics, Guitars, Drums, Bass
Alexey Korolev – Keyboards

TAIGA – Facebook

Retrace My Fragments – Tidal Lock Ep

I ragazzi riescono a semplificare musica altresì complessa, e a renderla in una maniera molto adeguata e piacevole all’orecchio, proponendosi come un ottimo ascolto trasversale, poiché riusciranno ad impressionare chi ama questa commistione, ma anche chi vuole un metal più avanzato.

Ep del 2017 per i lussemburghesi Retrace My Fragments, un gruppo di metal strumentale con un suono che va molto oltre i generi, per creare un grande effetto di insieme.

Si potrebbe definire ciò che si ascolta dentro Tidal Lock come metal strumentale progressivo, dato che è un suono che va avanti invece di rimanere su stesso. Il gruppo ha ovviato in ottima maniera all’uscita del loro cantante storico Marti, che dopo dieci anni di attività insieme ha abbandonato. La musica del combo lussemburghese spazia davvero molto tra il djent, il math e il prog, che rimane una cifra stilistica sempre bene ferma. Il loro suono è sinuoso ma dolce, sempre molto espressivo attraverso linee melodiche che vanno trovate dentro a canzoni dall’andamento sempre molto ondulatorio, come dovrebbe essere qualcosa di progressivo. Una delle peculiarità maggiori dei Retrace My Fragments è quella di possedere un grande equilibrio e di avere tutto sotto controllo, e anche quando si decolla non c’è confusione, ma grande chiarezza, il che aumenta maggiormente la potenza del tutto. Questo terzo ep conferma quanto di buono hanno fatto sino a qui e, anzi, amplia ulteriormente il loro discorso stilistico, portandolo a livelli molto alti. I ragazzi riescono a semplificare musica altresì complessa, e a renderla in una maniera molto adeguata e piacevole all’orecchio, proponendosi come un ottimo ascolto trasversale, poiché riusciranno ad impressionare chi ama questa commistione, ma anche chi vuole un metal più avanzato. Una tappa importante per un gruppo che merita più di quello che ha ricevuto.

Tracklist
1. Khlav Kalash
2. Le Bison De Hoggs
3. Laserbrain

RETRACE MY FRAGMENTS – Facebook

WRONG

Il video di Culminate, dall’album Feel Great (Relapse).

Il video di Culminate, dall’album Feel Great (Relapse).

Miami noise rock/alt metal powerhouse WRONG’s (members of Torche, ex-Capsule, ex-Kylesa) sophomore album Feel Great will make you feel the exact opposite of great. The band has created a moody and eclectic record, albeit the moods are pissed and the eclecticism is various levels of pissed. On Feel Great, WRONG has mastered the arts of bludgeoning groove, riff, tone, and grit, creating eleven songs that are faster, heavier, angrier yet also more melodic than their breakout debut. The album was self-produced by the band and recorded at various studios around Miami with mixing handled by guitarist Ryan Haft and artwork by Rick Smith of TORCHE. WRONG is the exact type of rock band the world needs in 2018, uncompromising, aggressive and ready to tear the whole damn place to bits.

Watch WRONG’s new music video for “Culminate” via YouTube AT THIS LOCATION. The video directed and shot by Mike Ruiz and Eric Hernandez features the band jamming in their practice space followed by a wild night out on the town…WRONG style.

WRONG comments on the new video: “An honest representation of what this band is about; four people, with varying lengths of hair, doing what they love to do. And sometimes… we take a break and get some dinner.”

WRONG’s new album Feel Great is due out April 13, 2018 on CD/LP/Digital via Relapse Records. Physical Packages are available via Relapse.com HERE and Digital Downloads / Streaming Services AT THIS LOCATION.

Feel Great Tracklist:
1. Errordome
2. Culminate
3. Pustule
4. Nice Job
5. Feel Great
6. Upgrade
7. Crawl Instead
8. Come Apart Mend
9. Zero Cool
10 Gape
11. Anaerobic

Phendrana – Sanctum: Sic Transit Gloria Mundi

Anuar Salum offre una sua personale interpretazione del black metal avvolgendolo in un involucro progressivo ed atmosferico, optando così per un approccio più melodico che avanguardista.

Phendrana è il nome di questa one man band messicana al suo primo full length anche se, in effetti, risultano altri due lavori pubblicati in precedenza con il monicker Pakistum.

Ad ogni buon conto il bravo Anuar Salum offre una personale interpretazione del black metal avvolgendolo in un involucro progressivo ed atmosferico, optando così per un approccio più melodico che avanguardista.
Il primo brano di Sanctum: Sic Transit Gloria Mundi, la quasi title track, si rivela sufficientemente emblematico delle caratteristiche del sound con un impatto inizialmente piuttosto tradizionale ma diretto, per poi aprirsi in un rincorrersi travolgente tra chitarra e basso che, stranamente,  ricorda addirittura So Lonely dei Police.
Molto più eterea la terza traccia Ethereum, non solo per il titolo ma anche e soprattutto per il ricorso ad una voce femminile che ben conosciamo, trattandosi di quella di Vera Clinco dei Caelestis, solo sporadicamente sporcata dallo screaming del leader.
E’ sempre la brava Vera ad essere protagonista di Where Ages Meet che decolla, però, quando il musicista messicano sfoga la sua buon tecnica unita ad un indole compositiva di sicuro spessore, esaltata poi nella bellissima traccia conclusiva Gjenganger.
Forse Sanctum: Sic Transit Gloria Mundi soffre di un minimo di frammentarietà dovuta proprio all’anima progressiva che, talvolta, spazza via con prepotenza le più lineari partiture di matrice estrema; al riguardo non va sottovalutato il fatto che Anuar Salum, nonostante i cenni biografici iniziali possano far pensare il contrario, in realtà è giovanissimo essendo da poco diventato maggiorenne e sicuramente questo dato, alla luce delle basi già importanti gettate con questo suo primo lavoro su lunga distanza a nome Phendrana, ci induce a pensare a margini di miglioramento pressoché illimitati dei quali probabilmente vedremo i frutti in un prossimo futuro.

Tracklist:
1. Sanctum
2. The Threshold
3. Ethereum
4. The Dream
5. Where Ages Meet
6. The Bog
7. Gjenganger

Line-up:
Anuar Salum – All instruments, Vocals

Guests:
Vera Clinco – Vocals (tracks 3, 5)
AraCoelium – Vocals (choirs) (track 7)

PHENDRANA – Facebook

Hadeon – Sunrise

La musica progressiva degli Hadeon è fortemente influenzata da una manciata di icone del genere e non potrebbe essere altrimenti, ma le ottime melodie create si sommano ad un’innata presa dei brani che, pur concedendosi cambi di tempo e tecnicismi vari, puntano tutto sulla qualità di un songwriting ispirato.

Un’altra giovane band si affaccia sul panorama progressivo tricolore con un esordio che farà la gioia degli amanti del genere vecchi e nuovi.

Loro sono gli Hadeon, si sono formati a Udine quattro anni fa e Sunrise è il loro debutto, formato da una cinquantina di minuti di rock progressivo che si rafforza di sferzate metalliche ed ispirazioni che vanno dagli anni settanta ai giorni nostri.
Sette brani, sette malattie che i protagonisti raccontano tramite la musica che si fa sempre più drammatica e cupa in una escalation emozionale che risulta il punto di forza di Sunrise.
La musica progressiva degli Hadeon è fortemente influenzata da una manciata di icone del genere e non potrebbe essere altrimenti, ma le ottime melodie create si sommano ad un’innata presa dei brani che, pur concedendosi cambi di tempo e tecnicismi vari, puntano tutto sulla qualità di un songwriting ispirato.
Parti intimiste si alternano a più grintosi momenti nei quali il metal progressivo prende il sopravvento, per poi tornare a regalarci delicate trame semiacustiche (Never Thought), in un crescendo artistico che lascia a Lightline ed alla splendida Hopeless Dance il compito di accompagnarci alla porta musicale della title track ed entrare nel mondo degli Hadeon, tra eleganti attimi di poesia, crescendo metallici e aperture melodiche sopra le righe.
Con più Threshold che Dream Theater ad ispirare la parte moderna del sound, gli Hadeon non dimenticano gli insegnamenti dei maestri settantiani e ci consegnano un piccolo gioiello progressivo, contribuendo a mantenere su altissimi livelli la nuova scena prog tricolore.

Tracklist
1.Thoughts ‘n’ Sparks
2.Chaotic Picture
3.I, Divided
4.Never Thought
5.Lightline
6.Hopeless Dance
7.Sunrise

Line-up
Federico Driutti – Vocals & keyboard
Alessandro Floreani – Guitars
Fabio Flumiani – Guitars
Gianluca Caroli – Bass
Emanuele Stefanutti – Drums

HADEON – Facebook

DEATH ALLEY

Il video di “Murder Your Dreams”, dall’album “Superbia”, previsto in uscita a marzo (Century Media Records).

Il video di “Murder Your Dreams”, dall’album “Superbia”, previsto in uscita a marzo (Century Media Records).

DEATH ALLEY – il video di “Murder Your Dreams”
Gli olandesi DEATH ALLEY sono pronti a ritornare sulle scene con il nuovo album “Superbia”, previsto in uscita il 23 marzo 2018 su Century Media Records.
Oggi la band è lieta di presentare il video del singolo “Murder Your Dreams”, diretto da Luuk Bouwman.

“Murder Your Dreams” è disponibile come singolo digitale su tutte le piattaforme streaming e download e come Instant Grat Download su iTunes ed Amazon. Disponibile da oggi il preorder di tutti i formati fisici. Di seguito il link di riferimento.

tracklist di “Superbia”

Daemon – 09:04
The Chain – 03:23
Feeding The Lions – 07:12
Headlights In The Dark – 06:45
Shake The Coil – 03:49
Murder Your Dreams – 03:02
Pilgrim – 06:01
The Sewage – 11:38

The band comments, “‘Murder Your Dreams’ shows a side of our musicality that was always there but never revealed itself in our music before. Just when we needed it, The Wipers came knocking and we crushed them to bits. A bittersweet taste of ‘Superbia’ in its most compact form.”

Video director Luuk Bouwman explains, “The video is based on chase and falling dreams – which I felt would fit well with the song. I remembered a great scene in the ‘Nightmare on Elmstreet’ series in which the characters are stuck in a loop. So I wanted to create a nightmare-like slapstick in which the protagonist is condemned to keep falling, eternally. I was already joking that it was an autobiographical story and as if it was an ominous prophecy, a day after finishing the video I fell really hard on a bridge because of black ice. I broke my arm, cheekbone and eye socket. So last week I was in surgery to reconstruct my face.”

DEATH ALLEY already raised attention with their debut album “Black Magick Boogieland” in 2015. The band, revolving around former The Devil’s Blood guitarist Oeds Beydals, singer Douwe Truijens, Swedish drummer Uno Bruniusson (ex-In Solitude) and latest addition Sander Bus on bass, mainline an unorthodox cross contamination of psychedelic hard rock and punk, played with excellent precision and power. The spirit of Bad Brains and King Crimson, Hawkwind and Poison Idea, and hints of The Stooges and Black Sabbath-worship form the fundament for DEATH ALLEY’s solid rock and roll presented with metal finesse and a pitch black psychedelic soul cherry on top.

DEATH ALLEY live
23.03.2018 Cologne (Germany) – Jungle (album release show)
24.03.2018 Münster (Germany) – Alterna Festival
30.03.2018 Amsterdam (Netherlands) – SkateCafe (album release show)
31.03.2018 Schijndel (Netherlands) – Paaspop
13.04.2018 Eindhoven (Netherlands) – Stroomhuis
14.04.2018 Groningen (Netherlands) – LOLA
26.04.2018 Den Haag (Netherlands) – Life I Live
28.04.2018 Rotterdam (Netherlands) – V11
04.05.2018 Berlin (Germany) – Desertfest
06.05.2018 London (United Kingdom) – Desertfest
08.05.2018 Paris (France) – Gibus*
09.05.2018 Nantes (France) – Feraullier*
10.05.2018 San Sebastian (Spain) – Dabadaba*
11.05.2018 Barcelona (Spain) – Upload*
12.05.2018 Clermont Ferrand (France) – Camille Claudel*
13.05.2018 Olten (Switzerland) – Coq D’Or*
15.05.2018 Leipzig (Germany) – NATO*
16.05.2018 Nürnberg (Germany) – Stereo*
17.05.2018 Dortmund (Germany) – FZW*
18.05.2018 Lohr am Main (Germany) – Umsonst und Drinnen Festival*
19.05.2018 Lichtenfels (Germany) – Paunchy Cats*
26.05.2018 Raalte (Netherlands) – Dauwpop
02.06.2018 Nijmegen (Netherlands) – Fortarock
*) with Honeymoon Disease

DEATH ALLEY is
Douwe Truijens – vocals
Oeds Beydals – guitar
Uno Bruniusson – drums
Sander Bus – bass

DEATH ALLEY online
http://www.deathalley.nl/
https://www.facebook.com/deathalleyband/