PUREST OF PAIN

Il lyric video di The Solipsist, dall’album Solipsis.

Il lyric video di The Solipsist, dall’album Solipsis.

Dutch melodic death metal band PUREST OF PAIN will be the releasing their debut album “Solipsis” on March 1st, 2018 to follow their 2013 single “Momentum” and 2011 EP “Revelations In Obscurity”.

Lead by guitarist and main songwriter Merel Bechtold of DELAIN, whom also performs in much respected bands MaYaN and The Gentle Storm/Anneke van Giersbergen, the energetic quintet from Holland, which now includes DELAIN drummer Joey de Boer is a force to be reckoned with. Combining Scandinavian metal influences with groove, ambiance, tone and melody, the band has teamed up with NoCleanSinging.com for the North American premiere of their lyric video and second single “The Solipsist”.

Seven years in the making, from the writing process up to the final mastering to launching a successful online crowd funding campaign on Indiegogo (raising over 18,000 Euros, thank you video here), along with increasing their funds through live performances, which saw them open for such bands as Opeth, Textures, Suicide Silence, Unearth and Attack Attack! plus an unforgettable slot at Wacken in 2014. “Solipsis” is 14 tracks of brutality blended with groove and emotion produced by Merel Bechtold with recording done at Mantis Audio Studio (Delain) and mastering by Jens Jorgen (Opeth, Arch Enemy, Soilwork).

Guitarist Merel Bechtold comments:

“‘Solipsis’ is a guitar oriented record, is has been recorded as organic as possible: partly at home, partly at Mantis Audio Studio. The song ‘E.M.D.R.’ is written by fellow guitarist Michael van Eck. All the other songs were summoned by myself. The lyrics are written by vocalist J.D. Kaye. And even though the music is at times technical and challenging, it’s undeniably driven by relentless groove, enhanced by hugely melodic passages, wonderful tone and moments of ambient clarity.”

“Solipsis” will be available on CD, Vinyl plus as a digital release and is available for pre-order here. Their single “Terra Nil” is available for download and stream on iTunes, Amazon, Google Play, Spotify, Deezer.

The CD and Vinyl versions have slightly altered artwork. Merel Bechtold was responsible for its concept and bass player Frank van Leeuwen designed and finalized the covers.

Band Members:
J.D. Kaye -­ Vocals
Merel Bechtold – Guitars
Michael van Eck – Guitars
Frank van Leeuwen – Bass
Joey de Boer – Drums

Track Listing:
1. The Pragmatic (1:19)
2. Truth–seeker (2:09)
3. Vessels (2:59)
4. Crown of Worms (3:42)
5. Momentum (5:05)
6. The Sleep of Reason (1:33)
7. Tidebreaker (4:16)
8. Trial & Error (4:49)
9. Terra Nil (6:05)
10. Noctambulist (3:38)
11. E.M.D.R. (4:21)
12. Phantom Limb (4:09)
13. The Solipsist (3:52)
14. The End (2:25)
Album Length: 50:21

For More Info:
http://www.purestofpain.com
http://www.facebook.com/purestofpain
http://www.instagram.com/purestofpainofficial

PARADISE LOST

Il lyric video di So Much Is Lost, dall’album Host, di prossima uscita in vinile (Nuclear Blast).

Il lyric video di So Much Is Lost, dall’album Host, di prossima uscita in vinile (Nuclear Blast).

PARADISE LOST – svelano i primi aneddoti sulle registrazioni di “Host”

Il 16 marzo i PARADISE LOST pubblicheranno la versione rimasterizzata del loro leggendario settimo album “Host” e, per la prima volta, il disco sarà disponibile in vinile.

Oggi la band presenta il primo trailer di “Host”, in cui il cantante Nick Holmes e il chitarrista Greg Mackintosh parlano del fatto di essere su una major negli anni ’90 e delle stravaganti, strane e fantastiche conseguenze. I ragazzi ricordano anche di avere costruito uno studio nella dimora dell’attrice Jane Seymour per registrarvi l’album e di avere dormito nel letto in cui era stato prima Marti Pellow dei WET WET WET, dopo avere trovato dei libri un po’ dubbi nel cassetto del comodino.

https://youtu.be/w-52ADmhQM4

L’album sarà disponibile in digipack e tre differenti vinili colorati (black, clear e mint) per la prima volta in assoluto. I pre-ordini sono attivi:
http://nblast.de/ParadiseLostHostNB

Chi pre-ordina il disco in digitale riceverà immediatamente il download di ‘So Much Is Lost’, di cui è stato realizzato il lyric video: https://www.youtube.com/watch?v=WeeID9ag-zY

http://smarturl.it/SoMuchIsLost
https://smarturl.it/HostRemastered

L’ultimo album della band “Medusa” è nei negozi ed è stato scelto come miglior album del 2017 da diverse riviste, tra cui Decibel e Rock Hard Italy: http://nblast.de/ParadiseLostMedusaNB

La band parteciperà ai seguenti festival estivi:

01.04. D Munich – Dark Easter Metal Meeting
04.04. BG Sofia – 12 Years of Tangra Mega Rock
04.-07.07. D Ballenstedt – Rockharz Open Air
11.-14.07. E Vivero – Resurrection Fest
20./21.07. FIN Laukaa – John Smith Rock Festival
08.-11.08. CZ Jaromer – Brutal Assault
10./11.08. NL Leeuwarden – Into the Grave
15.08. D Dinkelsbühl – Summer Breeze

www.paradiselost.co.uk
www.facebook.com/paradiselostofficial
www.nuclearblast.de/paradiselost

Polynove Pole – On the Edge of the Abyss

L’album viene eseguito con tale competenza e credibilità da renderlo un ascolto tutt’altro che superfluo, non solo per gli appassionati più attenti alle produzioni provenienti dall’est europeo.

Gradito ritorno per i Polynove Pole (Полинове Поле), band che tiene fede ad una ormai consolidata tradizione ucraina in ambito gothic death doom.

Il gruppo di Lviv ha iniziato la propria carriera nello scorso decennio ma, aver pubblicato due ep ed un full length tra il 2008 ed il 2009, è rimasta a lungo in silenzio prima di rifarsi viva con questo nuovo ep, On the Edge of the Abyss, sul quale in teoria non ci sarebbe moltissimo da dire, nel bene e nel male, trattandosi della riproposizione di un modello oramai consolidato da quasi due decenni.
In realtà l’unico dato relativamente negativo è proprio quello legato ad una inevitabile prevedibilità del sound, che non si sposta di una virgola dagli stilemi del genere, incluso il ricorso alla doppia voce (in growl maschile e operistica femminile); in compenso, però, il tutto viene eseguito con tale competenza e credibilità da rendere l’album un ascolto tutt’altro che superfluo, non solo per gli appassionati più attenti alle produzioni provenienti dall’est europeo.
I Polynove Pole, infatti, sciorinano cinque brani molto belli nei quali la fa da padrona la bravissima Marianna Laba, con la sua impeccabile impostazione da soprano operistico, un elemento determinante che va ad inserirsi all’interno di un contesto nel quale le quattro canzoni (la quinta è un beve interludio strumentale) sono sapientemente costruite attorno alla dicotomia tra le due voci, rimarcando il pregevole doppio lavoro di Yurii Krupiak alle prese con la chitarra ed il growl.
Valga come esempio e spinta ad approfondire la conoscenza della band, per l’ipotetico ascoltatore, la conclusiva title track, brano sognante, a tratti epico e capace di toccare le giuste corde emotive senza scadere nella stucchevolezza di certe proposte similari.
I Polynove Pole esibiscono nel migliore dei modi le coordinate di un genere nel quale lo spazio per particolari variazioni sul tema è piuttosto ridotto, per cui non resta, per chi lo propone, che focalizzarsi sulla scrittura e sulla concretezza della forma canzone, aspetti riguardo ai quali il gruppo ucraino dimostra ampiamente di sapere il fatto proprio.

Tracklist:
1. Сивий ангел (Grey Angel)
2. Каїнові діти (Cain’s Children)
3. Вогні в тумані (Lights in the Fog)
4. Нічні птахи (The Nightbirds) – Remake 2017
5. On the Edge of the Abyss

Line-up:
Andriy Kindratovich – Bass, Vocals
Yurii Krupiak – Vocals (backing), Guitars
Marianna Laba – Vocals
Sergiy Vladarsky – Drums
Andriy Divozor – Keyboards

POLYNOVE POLE – Facebook

Days Of Confusion – Yin & Out

Consigliato agli amanti del metal moderno dai gusti progressivi e core, l’album ha qualche fiammata lungo il suo svolgimento che lascia buone sensazioni per il futuro, anche se una stretta al songwriting è assolutamente d’obbligo per rendere la proposta più fluida e digeribile ai giovani fans del genere.

Ennesima band di modern metal core con tutti i cliché che ormai hanno spezzato una cinghia tirata all’inverosimile, o buona realtà che valorizza dosi massicce di metallo moderno con un’ottima tecnica esecutiva e sfumature progressive?

Come sempre la verità sta nel mezzo, così da poter affermare che Yin & Out, primo full length dei rumeni Days Of Confusion, è un lavoro discreto con pregi e difetti di una band sicuramente ambiziosa ma ancora acerba.
Il gruppo proveniente da Bucarest si forma otto anni fa, ed arriva all’esordio sulla lunga distanza tra i soliti aggiustamenti di line up, premi vari e supporto live a nomi importanti della scena metallica (Arch Enemy, Accept, Queensryche).
Yin & Out è sicuramente un’opera ambiziosa, forse troppo, ed il passo più lungo della gamba porta ad un lavoro mastodontico, prolisso, tecnicamente valido, ma con ancora molte idee da sviluppare per benino.
Il sound infatti risulta ancorato a schemi ormai abusati nel genere, con l’alternanza tra parti estreme ed altre atmosferiche, digressioni strumentali che portano a ritmiche cervellotiche ed un senso di deja vu che si ripete per ben settanta minuti.
Dalla sua la band mette sul piatto una buona tecnica, abbinata ad una voce pulita che non fa rimpiangere le parti in scream, e brani riusciti specialmente quando atmosfere intimiste ammantano di sfumature dark il sound di Yin & Out.
Consigliato agli amanti del metal moderno dai gusti progressivi e core, l’album ha qualche fiammata lungo il suo svolgimento (Killing You Killing Me, Eternal Summer, Memories From My Future Lives) che lascia buone sensazioni per il futuro, anche se una stretta al songwriting è assolutamente d’obbligo per rendere la proposta più fluida e digeribile ai giovani fans del genere.

Tracklist
1.Yin: Confession
2.War
3.Killing You Is Killing Me
4.The Guest
5.Bloodstream
6.Eternal Summer
7.Kagemusha
8.Abis
9.Turning Point
10.Dharkata
11.Above The Waves
12.Memories From My Future Lives
13.Out: The Question Is The Answer
14.The Day We D

Line-up
Cosmin Lupu – Vocals/ Guitar
Cezar Popescu – Vocals/ Guitar
Andrei Zamfir – Bass guitar
Alex Halmagean – Drums
Mihai Ardelean – Keyboards/Ambient/Guitars
Alecu – Guitar/Bass guitar

DAYS OF CONFUSION – Facebook

Demonical – Chaos Manifesto

Riff inossidabili, ritmiche forsennate, accenni melodici in solos che sono l’abc dello swedish death, colmano un gap temporale di quasi trent’anni, tornando a far risplendere nomi storici del metal estremo mondiale come Dismember, Entombed ed Unleashed.

I Demonical sono tornati con il loro death metal scandinavo che risulta una tempesta old school senza soluzione di continuità.

La band formata da ex Centinex rinnova il suo appuntamento con gli amanti del genere e si ripresenta con questo devastante e cattivo Chaos Manifesto, una furia metallica che non lascia speranze di trovare superstiti dopo il suo passaggio.
L’album è stato registrato, mixato e masterizzato da Karl Daniel Lidén (Terra Tenebrosa, Cult of Luna, Katatonia) e il suono esce potente e cristallino, le veloci cavalcate ritmiche si alternano a granitici mid tempo per quaranta minuti, sconquassate da uno dei migliori esempi di swedish death che si possa ascoltare in giro.
La band è tornata un quintetto, con il vocalist Alexander Högbom che prende il posto dietro al microfono che fu di Sverker “Widda” Widgren, e Chaos Manifesto può così far grondare sangue innocente dal lettore di ogni fan della frangia scandinava del death.
Riff inossidabili, ritmiche forsennate, accenni melodici in solos che sono l’abc dello swedish death, colmano un gap temporale di quasi trent’anni, tornando a far risplendere nomi storici del metal estremo mondiale come Dismember, Entombed ed Unleashed.
Non esiste un minuto di quest’opera che non sia perfettamente ed assolutamente legato alla tradizione, quindi aspettatevi di essere travolti da brani come A Void Most Obscure, trascinandovi negli abissi infernali che si aprono come voragini al passaggio del tellurico sound di cui sono portatrici altre spettacolari tracce come il singolo Towards Greater GodsVälkommen Undergång e From Nothing, altro pezzo da novanta di Chaos Manifesto.
Un album bellissimo, estremo ed oscuro come vuole il genere, con i Demonical a regalare l’opera più riuscita della loro carriera agli amanti di queste storiche sonorità.

Tracklist
1.A Void Most Obscure
2.Towards Greater Gods
3.Sung to Possess
4.Välkommen Undergång
5.Torture Parade
6.From Nothing
7.Unfold Thy Darkness
8.Death Unfaithful
9.Nightbringer

Line-up
Alexander Högbom – Vocals
Martin Schulman – Bass
Johan Haglund – Guitars
Eki Kumpulainen – Guitars
Kennet Englund – Drums

DEMONICAL – Facebook

Bestialord – Law of the BurningBestialord – Law of the Burning

Il problema di un album simile, scritto ed interpretato con buona competenza, è quello di non riuscire a colpire come dovrebbe, tanto che in certi frangenti viene persino il dubbio che il lettore si sia incantato sullo stesso brano.

Bestialord è il nome scelto da questi musicisti del Kansas per dar vita ad una nuova band dedita a sonorità a cavallo tra il death ed il doom.

Law of the Burning è un album che non riserva particolari sorprese, nel senso che la proposta è decisamente lineare per quanto non priva di una sua efficacia, anche se alla lunga lo schema compositivo tende ad essere un po’ ripetitivo.
Più death (e un po’ di thrash) che doom, comunque, è quello che troviamo in Law of the Burning, con i dettami della scuola floridiana che vengono talvolta rallentati, ma sempre in maniera non troppo accentuata; restano quindi apprezzabili i lavori del basso, sempre ben in evidenza, e della chitarra solista, al contrario non convince del tutto il suono troppo secco della batteria, mentre la voce appare adeguata anche se leggermente monocorde.
In fondo il problema di un album simile, scritto ed interpretato con buona competenza, è quello di non riuscire a colpire come dovrebbe, tanto che in certi frangenti viene persino il dubbio che il lettore si sia incantato sullo stesso brano.
Peccato, perché l’opener The Doom That Came è una traccia che fa scapocciare non poco, facendo presupporre uno sviluppo ben più eccitante di quello chi si rivelerà, in seguito, un album piacevole ma sul quale difficilmente ci si soffermerà troppo a lungo, a meno che il tipo di sound descritto non sia il proprio pane quotidiano.

Tracklist:
1. The Doom That Came
2. Vermin
3. All Fall Down
4. Law of the Burning
5. Marduk Kurios
6. I Am Pain
7. Loathed Be Thy Name
8. Above the Vaulted Sky
9. What Is the End

Line-up:
Chris Johnson – Drums
Mark Anderson – Guitars, Vocals
Rob Harris – Bass

BESTIALORD – Facebook