Confine – Incertezza Continua

In apparenza i Confine sembrano disimpegnati, la verità è che si divertono e fanno le cose “estremamente” per bene, senza prendersi troppo sul serio e facendoci passare un gran bel quarto d’ora.

Da casa al lavoro, da lavoro al supermercato, dal supermercato (o bar) a casa e così via. Testa china e pedalare, attento a non fare danni o a non farti male.

Anche se dentro hai il fuoco che arde, la voglia di spaccare tutto, perché tu non ci credi in Dio, nel benessere materiale, nella giustizia o nella patria. Allora devi ascoltare i Confine, non saranno la tua zona di conforto, ma sarà un disco che ti farà ribollire le vene, perché questo è ciò che deve fare. Hc punk non velocissimo, ma inesorabile e corrosivo, con un suono d–beat, il cantato in italiano e tanta, tanta sostanza. Nati nel 2013 a Cavarzere, in provincia di Venezia, i Confine sono il risultato dell’amore verso un hardcore punk molto bastardo, con inserti grind e pennellate thrash. Il disco dura un quarto d’ora, è davvero potente e diretto, con testi che parlano di vita e di odio, di rabbia verso la religione ma anche verso noi stessi che non riusciamo ad uscire dalle nostre gabbie. Il suono come detto è corrosivo ma non velocissimo, e l’impasto voce e musica lo rende additivo, ascolti il disco in loop continuo, perché c’è qualcosa di finemente diabolico. Canzoni come Franco sono la perfetta descrizione di cosa siamo, e sono anche una botte di hardcore a trecentosessanta gradi. In apparenza i Confine sembrano disimpegnati, la verità è che si divertono e fanno le cose “estremamente” per bene, senza prendersi troppo sul serio e facendoci passare un gran bel quarto d’ora. Dopo il già ottimo C.I.O.D.E. i Confine si confermano come uno dei migliori gruppi hc italiani.

Tracklist
1.La Favola Di Dio
2.Pargolo
3.Franco
4.Infamia
5.Maurizio IV
6.Pozzo Strada
7.Magone
8.La Mia Recita
9.La Tesi
10.Incertezza Continua

Line-up
Maximilian Goldberg – Voce
Andrea Bottin – Chitarra/Cori
Marco Tumiatti – Basso/Voce
Alessandro De Zanche – Batte

CONFINE – Facebook

Apocryphal – When There Is No Light

When There Is No Light è un album vivamente consigliato a chi predilige un black metal dai tratti aderenti alla tradizione ma nel contempo curato a livello di sonorità e credibile dal punto di vista lirico e concettuale.

L’esordio su lunga distanza dei veronesi Apocryphal ci riporta ad un black metal essenziale e sostanzialmente privo di sbocchi melodici of atmosferici.

La band veneta, che ha mosso i suoi primi posso con il demo titolo nel 2015, tiene fede al proprio monicker incentrando il lavoro sugli scritti cosiddetti apocrifi, ovvero quelle parti di nuovo e vecchio testamento che non trovano posto nelle versioni divulgate dalla Chiesa cattolica in quanto ufficialmente non attendibili ma, sostanzialmente, poiché riportano molti dei fatti che ci sono stati tramandati da un punto di vista diverso e soprattutto capaci di mettere in dubbio certe verità acquisite.
Se ne deduce che When There Is No Light possiede un carico fortemente antireligioso, e lo strumento utilizzato per veicolare ciò che la storia ha relegato ai margini è il ricorso al genere estremo misantropico e blasfemo per eccellenza.
Come detto il black metal degli Apocryphal  è diretto e volto a giungere all’obiettivo senza troppi fronzoli né giri di parole,: linearità però non è automaticamente sinonimo di semplicità e così il quartetto veneto mette in scena una dimostrazione magari priva di particolari picchi ma di grande compattezza in ogni sua parte; spicca su tutti gli altri un brano come Under the Black Flag of Babilonia, bella cavalcata dai ritmi intensi ma non esasperati e che beneficia anche di un efficace intro basato su sonorità etniche di matrice orientale.
When There Is No Light è un album vivamente consigliato a chi predilige un black metal dai tratti aderenti alla tradizione ma nel contempo curato a livello di sonorità e credibile dal punto di vista lirico e concettuale.

Tracklist:
1. The Call of War
2. Evoching Satan
3. Offer to Stars
4. Violence of Unique God
5. Under the Black Flag of Babilonia
6. Midnight Sky
7. Original Glory
8. Last Pagan Night

Line-up:
Matteo Baroni Bass
Diego Gini Drums
Fabio Poltronieri Guitars
Gianmarco Bassi Vocals

Siksided – Leave No Stone Unturned

Leave No Stone Unturned vive di grunge nevrotico e di prog metal e ne esce una raccolta di brani che alterna rabbiose atmosfere metalliche a tracce e sfumature rock oriented, sempre legate da un buon lavoro ritmico e chitarristico.

Torniamo a parlarvi di musica rock ispirata agli anni novanta, decennio importantissimo per lo sviluppo del metal/rock, da quello più estremo fino alle contaminazioni crossover generate aldilà dell’Atlantico e che fecero coppia con l’esplosione dei suoni hard rock, dal grunge all’ alternative.

Il secondo decennio del nuovo millennio si può certo considerare come la maturazione del frutto nato dall’albero piantato trent’anni fa da quei gruppi che, in un batter d’occhio, si ritrovarono sulle copertina delle riviste specializzate e con i propri in video in rotazione su MTV.
In Italia non mancano certo ottime realtà che si affacciano sul mercato underground ispirate dai grandi nomi del genere, una scena (se si può parlare di scena riguardo al metal/rock nel nostro paese) che regala proposte di valore come i Siksided, freschi di debutto sulla lunga distanza con Leave No Stone Unturned, traguardo raggiunto dopo quasi otto anni dalla nascita del gruppo con base a Trieste.
Dopo vari cambi di formazione ed un demo di cinque brani licenziato quattro anni fa, la band ci regala un’opera che dell’alternative metal attinge la forza, dal grunge l’irruente intimismo e dal progressive moderno quella nobiltà compositiva e cerebrale che avvicina il sound alle opere di Tool ed A Perfect Circle.
In effetti, come scritto nelle note di accompagnamento dell’album, Leave No Stone Unturned vive di grunge nevrotico e di prog metal e ne esce una raccolta di brani che alterna rabbiose atmosfere metalliche a tracce e sfumature rock oriented, sempre legate da un buon lavoro ritmico e chitarristico.
Disposable Livings, Charon, Batlant Quiet, Desert e la conclusiva pinkfloydiana Defaced sono i brani più esaustivi per chi vuol conoscere il gruppo nostrano, ma tutto l’album funziona così da meritarsi una promozione a pieni voti.

Tracklist
1.Disposable livings
2.Leaf
3.Fragments
4.Meant to be
5.Charon
6.New savior
7.Blatant quiet
8.Desert
9.Defaced

Line-up
Delano – Guitar
Paolo – Drums
Jeff – Guitar
Wolly – Bass
Xander – Voice

SIKSIDED – Facebook

Cryptopsy – Ungentle Exumation

La mitica cassetta che ha contribuito a fondare, nei primi anni Novanta, la scena canuck del techno-deathcore, da allora una seminale fonte di ispirazione per molti epigoni.

I canadesi Cryptopsy – da Montreal, Québec – sono oggi giustamente celebri tra gli addetti ai lavori ma sulle loro origini ci si sofferma sempre poco.

Il gruppo nacque nel 1988 e solo un lustro più tardi incise il demo tape Ungentle Exumation. Quel nastro fondò a conti fatti la scuola del death metal nel Canada francese: un techno-death brutale e orrorifico, opportunamente sporcato di hardcore (anzi: il death-core venne in pratica creato da loro, prima di diventare una moda). I brani del nastro sono una vera e propria manna, per tutti coloro che amano Suffocation, Origin, Malignancy ed i connazionali Gorguts, nonché le sfuriate grind di Cephalic Carnage e Dying Fetus e le progressioni iper-tecniche degli spagnoli Wormed. Detto altrimenti, in Ungentle Exumation troviamo una fusione incredibile e davvero pionieristica di brutal death e inflessioni prog mutuate dai Pestilence di Spheres (da poco e finalmente ristampati, insieme a tutto il catalogo degli olandesi). Postilla conclusiva per completisti: la violenza ossimorica e futuristico-ancestrale dei Cryptopsy riecheggia oggi anche nei mai troppo lodati Rage Nucléaire: due eccezionali dischi di black-war, che attinge anche a Marduk, 1349, Dark Funeral, Anaal Nathrakh e Immortal, con appunto Lord Worm dei Cryptopsy tra i ranghi. La stirpe continua.

Track list
1. Gravaged
2. Abigor
3. Back to the Worms
4. Mutant Christ

Line up
Lord Worm – Vocals
Flo Mounier – Drums
Kevin Weagle – Bass
Dave Galea – Guitars
Steve Thibault – Guitars

1993 – Autoprodotto

Killibrium – Purge

Il sound dei Killibrium è un mastodontico pezzo di cemento staccatosi da un grattacielo in pieno centro all’ora di punta: i danni sono inevitabili, così come le vittime tra chi non è abituato a tanta potenza e pesantezza.

Neanche il tempo di sistemare le valigie che si torna a volare virtualmente verso l’India, precisamente a Mumbai, dove ci aspettano i deathsters Killibrium, nuovissima band all’esordi con questo devastante ep intitolato Purge.

Il quartetto asiatico conferma quanto di buono ci sia nella scena estrema di quel paese, con sei brani nei quali il death metal old school incontra il brutal e lo invita ad una strage promettendo fuoco e fiamme, tecniche e ritmiche, dal groove micidiale.
Il sound dei nostri è un mastodontico pezzo di cemento staccatosi da un grattacielo in pieno centro all’ora di punta: i danni sono inevitabili, così come le vittime tra chi non è abituato a tanta potenza e pesantezza.
L’opener Forewarned ci presenta un gruppo capace di mantenere un impatto tellurico, pur abbondando di parti ultratecniche: i quattro musicisti innalzano un altare di abissale musica estrema onorando le band storiche del genere, dai Cannibal Corpse ai Suffocation, in un delirio di cambi di tempo, ripartenze che hanno la potenza e la furia di un’onda sprigionata dalla forza di uno tsunami.
Mental Illusion è una tempesta di note che si abbatte sull’ascoltatore, il growl di Nitin Rajan è pregno di una personalità che si evince dall’uso deciso ed espressivo, gli strumenti sono armi letali tra le mani di Mihir Bhende alla batteria, Keshav Kumar alla chitarra e Suvajit Chakraborty al basso e tutto funziona alla perfezione, anche se il poco tempo a disposizione del gruppo ci porta ad aspettare sviluppi futuri prima di dare un giudizio definitivo.
Rimane da sottolineare il grande impatto, e l’uso delle ritmiche che strizza l’occhiolino alla scena odierna.

Tracklist
1. Forewarned Is Forearmed
2. Denominator
3. Mental Illusions
4. Vigilante
5. Purge
6. Last Man Standing

Line-up
Keshav Kumar – Guitars
Mihir Bhende – Drums
Suvajit Chakraborty – Bass
Nitin Rajan – Vocals

KILLIBRIUM – Facebook

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL: SEPTEM

Grazie all’avvio della reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni mercoledì alle 21.30 ed ogni domenica alle 22.00 su www.energywebradio.it.
Questa volta è il turno dei Septem, band spezzina messasi in luce negli anni scorsi.

MC Su Overthewall una straordinaria band di La Spezia, i Septem! Diamo il Benvenuto a Daniele Armanini voce e leader della band! Ciao Daniele!

Ciao Mirella e grazie per lo spazio che mi concedi.

MC Partiamo dalle origini. Come si forma la band?

I Septem si formano a La Spezia nel 2003 e sin da subito l’intenzione dei membri originari era quella di dare vita ad un gruppo che proponesse musica propria ed originale.
Dopo inevitabili e numerosi cambi di line- up nel 2008, col mio ingresso e quello di Enrico Montaperto (chitarra) la band si stabilizza ed inizia un lungo periodo di prove, produzione di brani ed attività live che porteranno ad amalgamare e affiatare tutti i componenti, nonché a fare grande esperienza che servirà di li a poco per la produzione discografica della band.
Nel 2011, infatti i Septem danno alla luce il primo demo registrato ai Nadir Studios di Genova e sempre sotto la sapiente guida di Tommy Talamanca (chitarrista dei Sadist), la band darà alla luce il primo album omonimo nel 2013 e il nuovo Living Storm nel 2016 sempre per Nadir Music.

MC Il vostro sound è un heavy metal che mescola melodie e suoni potenti, quali band sono state per voi fondamentali per creare la vostra musica?

Siamo cinque ragazzi con differenti gusti musicali ed influenze.
Il nosto background comprende davvero di tutto, dalle grandi classiche band (Iron Maiden, Metallica, Deep Purple, Queen, Black Sabbath, Led Zeppelin) a gruppi moderni (Lamb of God, Killswitch Engage ed altri), ma pure ascolti che esulano dal contesto rock/metal, come Lucio Battisti per esempio e molte altre influenze musicali.
Tutto questo si riverbera nella nostra musica trasformato però dalla nostra forte personalità.
I Septem sono solo i Septem.

MC Qual’è il metodo che seguite per la stesura dei pezzi? Chi si occupa di scrivere i testi e chi la melodia?

E’ un gioco di squadra.
Tutti e cinque partecipiamo alla stesura dei brani ed ognuno può portare idee valide che tutti sviluppano insieme e portano a compimento per ricercare la migliore forma possibile e la più grande qualità artistica di ogni singola canzone.

MC Living Storm è il vostro ultimo lavoro discografico targato 2016. Ci parli di quest’album?

Living Storm è un album di cui andiamo orgogliosi, così come lo eravamo di Septem.
In questo album siamo migliorati sotto ogni punto di vista e abbiamo dato alla luce un lavoro che ci soddisfa in pieno.
Potente, veloce, aggressivo, ma anche melodico e coinvolgente come piace a noi.
Ci sono tutti gli ingredienti musicali che volevamo regalare alla gente per divertirsi e godere di buona musica.
Living Storm inoltre è nato in maniera molto veloce e spontanea e senza studiarlo a tavolino ha assunto anche un filo conduttore (non un vero concept) che è quello del viaggio, che può essere inteso come fisico ma anche e soprattutto spirituale e mentale.
Siamo entusiasti del risultato ottenuto.

MC La vostra attività live vi ha portato a calcare palchi sia in Italia che all’estero. Mi dici quali differenze avete riscontrato? Dove vi siete sentiti veramente a vostro agio?

Devo dire che siamo sempre stati molto fortunati nelle nostre uscite live, parlando di audience, perché abbiamo sempre trovato grande calore ed entusiasmo nei nostri confronti, anche grazie alla nostra attitudine in sede live, devo ammettere.
Ricordo bei concerti un pò in tutta Italia e una grandissima accoglienza a Tirana e Londra.
I Septem si sentono sempre a proprio agio sul palco e amano incontrare e stare insieme a fans ed amici ogni volta che c’è la possibilità.
Vogliamo regalare divertimento ed energia a chi ci segue e amiamo ricevere il coinvolgimento e l’entusiasmo del nostro pubblico in modo da creare un circolo virtuoso che possa appagare tutti.

MC Quali sono le difficoltà maggiori che incontra una band che produce musica originale?

Le difficoltà sono tante e non starò qui ad elencarle perchè chi fa musica (o semplicemente la segue) sa benissimo di cosa parlo.
Noi siamo una band che si autogestisce in tutto e per tutto. Facciamo enormi sacrifici a tutti i livelli, anche personali, per andare avanti.
Non abbiamo mai scelto “scorciatoie facili” di vario tipo o mai abbiamo chiesto aiuti economici ad altri.
Ci siamo sempre rimboccati le maniche e conquistato con le unghie e con i denti ogni spazio possibile per divulgare la nostra musica.
Siamo i Septem, abbiamo le palle fumanti e ci mettiamo tutte le nostre forze ed impegno per andare avanti.
Chi verrà ai nostri live potrà rendersene conto

MC Ci sono novità nel futuro della band?

Abbiamo in cantiere nuove idee e nuovi embrioni di canzoni, stiamo anche lavorando per avere nuove date.
Ci stiamo dando da fare come sempre.

MC Dove i nostri ascoltatori possono seguirvi sul web? 

Ovviamente su Fb, Youtube, Spotify, ITunes, attraverso la nostra pagina e il nostro canale di cui vi lascio anche i vari links:

Video:
https://www.youtube.com/watch?v=DAVF0aukpqs
https://www.youtube.com/watch?v=tKacyQTtHXg

Youtube Official:
https://www.youtube.com/channel/UChkISqjdeaT5t8vwYfT-nJw

FB:
https://www.facebook.com/SEPTEMheavymetal/

Spotyfy:
https://open.spotify.com/album/0WqthYvvrYUpHcV4kCC1mR

Ma come sempre vi invito a seguirci dal vivo, perché è li che vedrete il meglio.

MC Grazie di essere stato su Overthewall! A te l’ultima parola!

Grazie a tutta la redazione del supporto e dello spazio concessomi.
Un saluto a tutti in nostri fans, amici e coloro che nel tempo ci hanno supportato e aiutato ad andare avanti; voi sapete chi siete.
Torno ad invitare tutti ad ascoltare il nostro Living Storm (e anche il primo album), comprare i nostri album e venire ai nostri concerti. Ciao a tutti.
Be good, drink beer, fuck and Rock’n’Roll