Convocation – Scars Across

Quattro brani per cinquanta minuti, quattro litanie che penosamente si trascinano verso un luogo indefinito e nebuloso, così come accade, consapevolmente o meno, all’esistenza di ognuno.

Ancora dalla Finlandia ci giungono echi di sonorità cupe e introspettive.

La maniera di esprimere un disagio, più o meno accentuato, in quelle lande ha avuto diversi volti in passato, partendo dal dark più melodico per spingersi al funeral o ad altre forme di doom più estreme, il tutto attraverso il talento innato di musicisti in grado di rappresentare quel mood malinconico che, giusto o sbagliato che sia, viene associato ad un intero popolo.
Quello scelto dai Convocation è un qualcosa di non troppo catalogabile, anche se il doom sicuramente ne costituisce la base preponderante: del genere troviamo infatti le cadenze rallentate e l’incedere contrassegnato da rari quanto significativi barlumi di luce, andando in tal senso verso le forme di funeral più oltranziste, in linea con le sonorità delle band d’oltreoceano (Loss, Lycus e Disembowelment, come suggerito dalla bio) piuttosto che di quelle nordeuropee, anche se talvolta si palesano spunti che rimandano agli immensi Colosseum del compianto Juhani Palomäki.
Quattro brani per cinquanta minuti, quattro litanie penosamente si trascinano verso un luogo indefinito e nebuloso, così come accade, consapevolmente o meno, all’esistenza di ognuno.
L’onere della parte strumentale è tutto di Lauri Laaksonen , che conosciamo per la sua militanza nei Desolate Shrine, death metal band invero nella media, mentre il growl, efficace e mortifero come deve essere, è affidato a Marko Neuman, vocalist anche nei notevoli Dark Buddha Rising: il connubio appare perfettamente oliato e in grado di esprimere il genere ai suoi massimi livelli, ribadendo come detto il primato finnico in questo campo .
Disposed apre l’album offrendo quasi un quarto d’ora di funeral magnifico, andando a raggiungere quei picchi emotivi ricercati dagli appassionati, mentre la successiva Ruins Of Ourselves appare più movimentata, con alcuni accenni di clean vocals e dissonanze che occupano parte della scena.
In Allied POWs si possono apprezzare ottimi squarci di chitarra solista, all’interno di un sound che si fa parzialmente più melodico e arioso, mentre la conclusiva title track ritorna in qualche modo al punto di partenza, portando il sound ai toni più cupi di Disposed, salvo il magnifico ed evocativo crescendo finale che suggella un lavoro spledido e per certi versi inatteso.
Non sorprende, invece, il fatto che i Convocation siano stati scovati dalla label italiana Everlasting Spew che, all’insegna dei pochi ma buoni, continua ad offrire uscite di grande spessore riconducibili alle forme di metal meno commerciali e convenzionali.

Tracklist:
1. Disposed
2.Ruins Of Ourselves
3.Allied POWs
4.Scars Across

Line-up:
Lauri Laaksonen – all in struments
Marko Neuman – vocals

www.facebook.com/ConvocationDoom

Ascension – Under Ether

Il black targato Ascension è ben circoscritto nell’ortodossia stilistica da anni codificata e, in questo caso, la band decise di smussare anche certe soluzioni meno dirette che apparivano in passato: ne deriva così un interpretazione efficace, ben focalizzata e arricchita da interessanti break di chitarra solista.

Gli Ascension appartengono alla vasta cerchia di band tedesche capaci di offrire un black metal di buona qualità.

Certamente si rischia d’essere ripetitivi nel affermare con convinzione che il genere suonato da quelle parti ben difficilmente delude le aspettative, ma si tratta di un dato di fatto che va comunque rimarcato.
Il black targato Ascension è ben circoscritto nell’ortodossia stilistica da anni codificata e, in questo caso, la band decise di smussare anche certe soluzioni meno dirette che apparivano in passato: ne deriva così un interpretazione efficace, ben focalizzata e arricchita da interessanti break di chitarra solista.
Tutto ciò avviene senza che si smarrisca il carico corrosivo che il black deve portarsi appresso, trovando il suo apice nei momenti in cui l’intensità ritmica va di pari passo con un substrato metodico che esalta la tensione espressiva, come avviene magistralmente nella notevole Thalassophobia e nella dirompente Dreaming In Death.
Under Ether, che è il terzo album per gli Ascension, mette in luce un gruppo di musicisti capaci di unire all’impatto corrosivo del black metal anche una tecnica di prim’ordine, ben evidenziata da una produzione capace di rendere definito ogni singolo contributo strumentale: una bellissima prova, che costringe a trovare qualche residuo spazio in un taccuino già piuttosto fitto di band dedite al black metal che, in terra germanica, sono meritevoli di tutta l’attenzione possibile.

Tracklist:
1. Garmonbozia
2. Ever Staring Eyes
3. Dreaming In Death
4. Ecclesia
5. Pulsating Nought
6. Thalassophobia
7. Stars To Dust
8. Vela Dare

ASCENSION – Facebook

Mors Subita – Into The Pitch Black

Dimenticate urletti in clean e ritmiche stoppate, i Mors Subita schiacciano sull’acceleratore, ci travolgono con un impatto death/thrash e ci deliziano con solos melodici di scuola heavy come si faceva una volta.

Il death metal melodico continua a mietere vittime, anche se sono lontani i primi capolavori usciti negli anni novanta e la linea che divide il genere con le pulsioni statunitensi di stampo core è sempre più sottile.

Fortunatamente, chi suona il genere nella sua forma più pura e primitiva non manca, e l’incontro con piccole gemme estreme è sempre dietro l’angolo, specialmente se si volge lo sguardo verso nord.
E dalla terra dei mille laghi arrivano i Mors Subita, quartetto attivo addirittura dalla fine del secolo scorso e con all’attivo un paio di ep e due full length, prima che Into The Pitch Black arrivi e faccia venire il sorriso agli amanti del death metal melodico che chiameremo classico.
Si perché già dal singolo As Humanity Weeps, la band finlandese ci va giù duro, pur mantenendo un approccio melodico ben definito e strappandoci qualche applauso per il gran lavoro chitarristico, sia in fase ritmica che solistica.
Dimenticate urletti in clean e ritmiche stoppate, i Mors Subita schiacciano sull’acceleratore, ci travolgono con un impatto death/thrash e ci deliziano con solos melodici di scuola heavy come si faceva una volta.
Non c’è tregua nè riposo, tra le trame di brani diretti come la title track, Just The Beginning, Shadows e The Void, la band si lancia in fughe metalliche che sferzano e frustano l’ascoltatore, con i primi Soilwork e Darkane a fare da padrini a questo nuovo lavoro targato Mors Subita.

Tracklist
1.Path to the Abyss
2.As Humanity Weeps
3.Dead Sun
4.Defeat
5.Into the Pitch Black
6.Alas
7.I, God
8.Vultures
9.Fear is Just the Beginning
10.Shadows
11.The Void

Line-up
Eemeli Bodde – Vocals
Mika Lammassaari – Lead Gtr, additional vocals
Mika Junttila – Bass
Ville Miinala – Drums

MORS SUBITA – Facebook

ME VS. I

Il video di “Up & Down”, dall’album “Never Drunk Enough” in uscita ad aprile.

Il video di “Up & Down”, dall’album “Never Drunk Enough” in uscita ad aprile.

I Me vs. I stanno per invadere il vostro cervello. Hardcore, Stoner e tanta follia.

In attesa del nuovo album in uscita il 6 aprile, oggi la band pubblica il video del nuovo singolo “Up & Down”

Il video è interamente prodotto dai Me vs. I

Ricordiamo i dettagli del nuovo album.

“Never Drunk Enough” è stato registrato e mixato da Daniele Ferretto, mentre l’artwork è a cura di Pietro Braga.

Tracklist:
01. MadNess
02. Me Vs. I
03. Places
04. Keep Off The Grass
05. Empty
06. De-Vices
07. Up & Down

Line Up:
Matteo Brunoro: Voce
Alberto Baldo: Chitarra
Francesco Baldo: Batteria

Facebook: https://www.facebook.com/mevsiband
Instagram: https://www.instagram.com/mevsiband

Purest Of Pain – Solipsis

La band non abbonda certamente in personalità anche se l’album nella sua interezza si fa apprezzare, specialmente nel gran lavoro delle due chitarre, ispirate sia in fase ritmica che negli assoli che grondano melodie.

I Purest Of Pain sono la band del chitarrista e compositore Merel Bechtold (Mayan, Delain) e Solipsis è il loro nuovo lavoro, il primo sulla lunga distanza.

Il gruppo, che festeggia il decimo anno di attività licenzia questo buon esempio di death metal melodico moderno, non lontano dal sound che si è sviluppato negli ultimi tempi tra gli adepti del death metal, tra melodie scandinave e reminiscenze core.
Solipsis, quindi, si muove con disinvoltura tra queste due correnti portate al successo in tempi diversi dalla frangia melodica del death metal, rinunciando totalmente a qualsiasi forma di vecchia scuola.
Poco da dire dunque, la band non abbonda certamente in personalità anche se l’album nella sua interezza si fa apprezzare, specialmente nel gran lavoro delle due chitarre, ispirate sia in fase ritmica che nei solos che grondano melodie.
La componente thrash è presente così da rendere i brani a tratti devastanti (Trial & Error), supportati da uno scream aggressivo, ma che ci risparmia coretti puliti da school band.
In un contesto leggermente monocorde sulle lunga distanza, i brani di Solipsis tendono ad assomigliarsi, così l’attenzione cade inevitabilmente sulla performance delle due chitarre, ispiratissime e sincronizzate perfettamente.
I Purest Of Pain, eseguono il loro compito con disinvoltura, destreggiandosi tra uno dei generi più inflazionati del metal estremo con buona padronanza di mezzi, anche se Crown Of Worms, Momentum e Terra Nil dimostrano la loro totale devozione al sound di primi In Flames, Soilwork e Dark Tranquillity, solcati da tagli modern metal.

Tracklist
1.The Pragmatic
2.Truth-seeker
3.Vessels
4.Crown of Worms
5.Momentum
6.The Sleep of Reason
7.Tidebreaker
8.Trial & Error
9.Terra Nil
10.Noctambulist
11.E.M.D.R.
12.Phantom Limb
13.The Solipsist
14.The End

Line-up
J.D. Kaye – Vocals
Merel Bechtold – Guitar
Michael van Eck – Guitar
Frank van Leeuwen – Bass
Joey de Boer – Drums

PUREST OF PAIN – Facebook

JETTASANGU FEST VOL.2

Jettasangu Fest è la prima produzione del collettivo catanese Tifone Crew, dedicata alle realtà estreme locali
e articolata in due serate. Dopo l’esordio dello scorso 17 febbraio con Gangrenctomy, Fordømth e
Whispering Haze, la seconda serata vedrà alternarsi sul palco BuiOmegA, combo black/doom/post-metal
che presenterà il nuovo album Decay per la prima volta a Catania, i Torpore con il loro sludge acido e
apocalittico, e i 600000 Mountains, trio alternative stoner al proprio esordio live. L’appuntamento è fissato
per sabato 7 aprile 2018 al Ramblas DiscoPub di Catania. Di seguito tutti i dettagli e il flyer, realizzato da
Gore Occulto.

JETTASANGU FEST VOL. 2 W/
600000 Mountains [Alternative stoner]
https://www.facebook.com/SHTmountains/

TORPORE [Sludge metal]
https://www.facebook.com/torporeband/

BUIOMEGA [Black/doom/post-metal]
https://www.facebook.com/buiOmegametal/

||07.04.2018 ||
||H 22.00 ||

Ramblas DiscoPub, Via Manzoni 86, Catania
Ingresso: 3€
Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/1978379505510344/

Tifone Crew: https://www.facebook.com/tifonecrew/

E-mail: tifonecrew@gmail.com

Acciaio Italiano Festival 8

Jolly Roger Records in collaborazione con ArciTom, Classix Metal, Rock Hard, Loud & Proud e Metal Italia è orgogliosa di presentare la nuova edizione di “Acciaio Italiano”, festival dedicato alle migliori bands Hard ed Heavy Italiane che raggiunge l’importante traguardo dell’ottavo anno consecutivo!
Dopo l’ottima riuscita del “doppio” palco nell’ edizione 2015, dato che il locale lo consente, si ritorna a questa formula, con uno principale ed uno secondario, aperto attraverso un “contest” ai gruppi “emergenti”, viste le tantissime richieste ricevute negli ultimi anni.
Chiunque gruppo puo’ iscriversi, scrivendo una email a jollyroger.rec@gmail.com indicando come oggetto il nome della propria band ed indicando 1 link per videoclip youtube o per il download di massimo 2 brani audio.
Il costo dell’ iscrizione è di 10,00 € (facendo una media, circa 2,00 € a membro di ogni band) e la selezione delle 8 migliori avverra’ tramite la collaborazione con i main sponsors, ognuno dei quali dara’ un voto da 1 a 10 a tutte le bands partecipanti.
Questo costo serve per aiutare in concreto l’organizzazione dell’ evento per coprire una minima parte delle spese, quindi un enorme grazie a tutte le bands che vorranno partecipare, cogliendo la filosofia alla base sia del festival stesso che del contest. La data ultima per partecipare è posticipata a giovedi 5 Aprile.

Questa la bill del palco principale:
STRANA OFFICINA
La band toscana presentera’ una speciale scaletta in italiano a supporto delle imminenti uscite “Non Finira’ Mai” e “The Faith” (completamente rimixato e rimasterizzato), entrambe su Jolly Roger Records. Questi titoli saranno disponibili in CD il giorno dell’evento, mentre le versioni in vinile lo saranno a Maggio. Successivamente il gruppo entrera’ in studio per registrare il nuovo atteso album, previsto per fine anno, sempre su Jolly Roger Records.

WHITE SKULL
Esclusiva data live per la band veneta capeggiata dal capitano Tony “Mad” Fonto’ che ha visto il rientro della storica voce Federica “Sister” De Boni negli ultimi albums “Under This Flag” (2012) e nel recente “Will of the Strong” (2017) entrambi su Dragonheart. Il “Teschio Bianco” ha gia’ suonato all’ Acciaio Italiano, nella fortunata edizione del 2014 al Palabam di Mantova, proprio in accoppiata con la Strana Officina.

CRYING STEEL
Sara’ l’ultima data live per la storica band bolognese, attiva dai primi anni ’80, a chiusura del “Thundergods Tour”, in attesa del nuovo album in imminente uscita.

EPITAPH
Nati dalle ceneri dei Black Hole e dei Sacrilege presentano un proprio e personale Doom Metal impreziosito dalle performance live del cantante Emiliano “Il Confessore” Cioffi, incredibile intrattenitore, assolutamente da vedere!
Il loro ultimo album è “Claws” del 2017, uscito per la tedesca High Roller.

GODWATT
Il combo frusinate macinera’ colate di metallo pesante tra doom e stoner presentando brani dal nuovo album “Necropolis” (2018 – Jolly Roger Records) che sta raccogliendo recensioni entusiastiche sia in italia che all’ estero.

ARCA PROGJET
La band piemontese nata da un idea di Alex Jorio (batterista degli Elektradrive) e Gregorio Verdun presentera’ in anteprima i brani del loro debut album “Arca Progjet” (Jolly Roger Records) che sara’ disponibile proprio il giorno dell’ evento. Nel disco compaiono come ospiti Mauro Pagani (PFM e collaborazioni con artisti come Gianna Nannini, Fabrizio De Andre’, Timoria, Ligabue), Gigi Venegoni ed Arturo Vitale (Arti & Mestieri).

HUMANASH
Unica ed esclusiva data per i salentini HumanasH capeggiati dal cantante Giovanni “Goldfinch” Cardellino (L’Impero delle Ombre) che presenteranno dal vivo il loro recente debut Ep “Reborn from the Ashes” (Jolly Roger Records) che vede come ospite d’eccezione sua maesta’ Steve Sylvester (Death SS). Esplosiva miscela di classico HM con partirure speed metal.

SILENZIO PROFONDO
Tocchera’ ai Silenzio Profondo aprire il festival con il loro robusto heavy metal caratterizzato dai testi in italiano, la giovane band mantovana si è messa in mostra con il debut omonimo album del 2017 su Andromeda Relix.

Ingresso 13,00 € con tessera Arci (il costo della tessera il giorno della manifestazione è di 10,00 €)
E’ previsto un pacchetto Ingresso + Tessera Arci di 25,00 € con incluso a scelta uno dei seguenti titoli:
Airspeed “Airspeed” LP, Black Hole “Living Mask” CD, Distruzione “Inumana” CD, Distruzione “Distruzione” CD, Fangtooth “As We Dive into the Dark” CD, LP, Godwatt “L’Ultimo Sole” CD, Graal “Chapter IV” CD, Gunfire “Age of Supremacy” CD, I Compagni di Baal “St” CD, I Miti Eterni “Historia Cumae” CD, Memento Waltz “Antithesis of Time” CD, Negacy “Flames of Black Fire” CD, Raff “Raff” CD, Shabby Trick “Badass” CD, Spitfire “Heroes in the Storm” LP, T.I.R. “Heavy Metal” CD, Unreal Terror “The New Chapter” CD, Vis “Vis et Deus” CD.

Seguite la pagina Fb dell’evento per aggiornamenti sugli orari e pubblicazione delle bands vincitrici del contest.
Si ringraziano sentitamente per la collaborazione: Andromeda Distribuzioni, Andromeda Relix, Blasphemous Art Prod., Crac Edizioni, Dragonheart, Frammenti di un Cuore Esploso, Overzone, Pick Up, Tommy Records, We Rock Music Store, Classix!, Emp, Fire, Goodfellas, Rock n Rolla.

Rust – Urstoff

Urstoff è un’opera che non va ascoltata ma assaporata, perché è carica di significati e momenti saturi di suono, dove dopo un istante partono fughe e melodie molto belle ed importanti.

Membri di gruppi come Enisum, In Corpore Mortis, Phenris Official e Grave-T, si sono uniti per dare vita ai Rust e pubblicare questo disco intriso di dolore, metal e melodia.

Il presente lavoro è il frutto della combinazione di musicisti maturi e di talento, come si può ascoltare in Urstoff. La storia dei Rust parte nel 2001 con il nome di Lesmathor, all’insegna del  black metal, poi, dopo tante vicissitudini, e dopo essere diventati October Rust, assumino l’attuale ragione sociale e pubblicano Urstoff per la Dusktone. Il loro è un suono molto maturo e pur essendo pieno di citazioni ed influenze ha una forte personalità. Il black delle origini è sempre presente ma si va a fondere con un death metal scandinavo e con un sentimento in stile Opeth e Katatonia quando erano maggiormente metal. Urstoff è un’opera che non va ascoltata ma assaporata, perché è carica di significati e momenti saturi di suono, dove dopo un istante partono fughe e melodie molto belle ed importanti. Il gruppo è formato da musicisti e personalità che hanno ben chiaro cosa fare e dove vogliono andare, e nel mare magnum issano la propria riconoscibile bandiera. Troviamo davvero molto in questo album, che regala piacere e gioie attraverso il dolore, perché non ci sono pose o atteggiamenti ma voglia sincera di fare dell’ottimo metal a 360°, con sentimento e partecipazione, prediligendo una visione personale ed originale. Le composizioni sono lunghe e trasportano l’ascoltatore svelando a poco a poco il disegno complessivo, che è magniloquente e di grande effetto. Il disco è molto buono, e se riescono a trovare un cantante in pianta stabile possono diventare un gruppo importante nel panorama italiano, e non solo.

Tracklist
1.Urstoff
2.The Bounteus Dearth
3.Graylight Contoured
4.No Place Like Death
5.Windumanouth
6.Scribed
7.Wounds of The Sunken Dawn

RUST – Facebook