Kickstarter Ritual – Ready To Take A Ride

Scendiamo dalla motocicletta giusto il tempo per rifornirci di carburante e birra, per poi ripartire verso la ribelle libertà che i Kickstarter Ritual evocano ad ogni passaggio di questo ottimo lavoro, imperdibile se vi considerate dei veri rocker.

Alla scena hard rock tricolore si aggiungono i piacentini Kickstarter Ritual, terzetto al debutto con Ready To Take A Ride, uscito in digitale lo scorso anno ed ora anche in formato fisico per Atomc Stuff.

Il gruppo nasce quattro anni fa e all’attivo ha l’ep Black Mama, licenziato nel 2014: nel frattempo qualche cambio in corsa nella line up porta la band ad oggi, con un buon album come Ready To Take A Ride ed una formazione che vede Gaby al basso (Houston!, Neverland, Lilygun, Scorpion Tailor), Juliusz alla chitarra (Hollywood Pornostar) e Fortu alla batteria e voce (Nasty Love, Houston!, Evil Eye Lodge).
Easy Rider: all’ascolto dell’album le immagini del famoso film di Dennis Hopper ci passano davanti come se i brani di Ready To Take A Ride fossero la sua naturale colonna sonora, infatti il sound dei Kickstarter Ritual risulta un urgente e scarno hard rock, colmo di blues, punk e psichedelia, rock desertico che oggi si chiama stoner ma che negli anni sessanta e settanta era semplicemente rock, di quello che gli Steppenwolf ci costruirono un’intera carriera con Born To Be Wild.
E allora allacciatevi il casco, dopo aver indossato il giubbotto di pelle, lisciatevi i basettoni e partite on the road con Cooperate e i brani che compongono questo album fuori dal tempo e a suo modo originale nel non cavalcare l’onda del rock vintage di moda in questo periodo, ma andando indietro di qualche anno ancora.
Poi sono passati cinquant’anni e allora ecco che tra le note di psichedelico rock’n’roll di Too Old, The Man On The Hawling Machine e The Cities Are Burning (With Rock’n’Roll), spuntano inevitabilmente tracce di Monster Magnet, The Hellacopters e Gluecifer.
Scendiamo dalla motocicletta giusto il tempo per rifornirci di carburante e birra, per poi ripartire verso la ribelle libertà che i Kickstarter Ritual evocano ad ogni passaggio di questo ottimo lavoro, imperdibile se vi considerate dei veri rocker.

Tracklist
1.Cooperate
2.Messin Around
3.Too Old
4.Dirty Old Town
5.Nanananana
6.The Man On The Hawlin’ Machine
7.Get It On
8.Hazy Days
9.The Cities Are Burning (Whit Rock’ N ’Roll)
10.Kiss My Gun
11.Ready To Take A Ride

Line-up
Gaby – Bass, B.vocals
Juliusz – Gutars, B.vocals
Fortu – Vocals, Drums

KICKSTARTER RITUAL – Facebook

Masquera Di Ferro – Stalactites

Elegante in molti passaggi, il metal dei Masquera Di Ferro unisce e concentra in una formula vincente heavy metal, dark/gothic e hard rock melodico, così da risultare piacevole ed estremamente fluido per tutta la sua durata.

Tra death metal classico, metal estremo moderno, black metal e thrash, la Wormholedeath ogni tanto piazza una band ed un album dai suoni più classici ribadendo la sua ottima varietà di proposte in ogni campo del metal e non solo.

Era successo lo scorso anno con gli svizzeri Invisible Mirror, autori dell’ottimo On The Edge Of Tomorrow, mentre quest’anno tocca ai greci Masquera Di Ferro, monicker che ricorda un romanzo di Alexandre Dumas (Il Visconte di Bragelonne, terzo libro sulla saga dei moschettieri) e gli scritti di Voltaire.
Stalactites è un opera che nella sua ora di durata regala momenti di heavy metal pervaso da atmosfere dark, intenso, sempre accompagnato da sfumature malinconiche e strutturato su mid tempo e crescendo in cui il quintetto incastra melodie su melodie.
Il cantato è interpretativo e profondo, melodicamente gotico, fuori dai contesti del cantante heavy metal, ma assolutamente in grado di regalare al sound il giusto accompagnamento vocale per valorizzare le atmosfere dei brani.
Elegante in molti passaggi, il metal dei Masquera Di Ferro unisce e concentra in una formula vincente heavy metal, dark/gothic e hard rock melodico, così da risultare piacevole ed estremamente fluido per tutta la sua durata.
L’opener Brinicle, Human Code, l’accoppiata centrale Sentenced To Life, Sirens, l’epica Spartacus e l’hard rock su cui si basa la title track sono i brani più riusciti di un album brillante e melodico senza penalizzare quella potenza metal che non mancherà di accontentare le truppe di appassionati dai gusti più raffinati.

Tracklist
1.Intro
2.Brinicle
3.Stalactites
4.Human code
5.Persona
6.Sentenced to Life
7.Spartacus
8.Sirens
9.Enough
10.Whiskey Roads
11.What Shall I Die For

Line-up
Tasos Psilovasilopoulos – Vocals
Fanis Badas – Guitar
Kostas Birbutsakis – Guitar
PanosThoidis – Drums
Teo Karalis – Bass

MASQUERA DI FERRO – Facebook

Gateway – Boundless Torture

Il funeral death doom offerto dal musicista fiammingo è rumoroso, cupo e ovattato, parco di barlumi di luce o pulsioni misericordiose, e tiene fede a quanto promesso dal titolo.

Boundless Torture è il nuovo lavoro dei Gateway, progetto death doom del musicista belga Robin van Oyen .

Non si tratta però di un nuovo full length, dopo il notevole Scriptures of Grief del 2016, bensì di un breve ep nel corso del quale comunque Van Ojen non lesina la sua tipica interpretazione soffocante del genere.
Il funeral death doom offerto dal musicista fiammingo è rumoroso, cupo e ovattato, parco di barlumi di luce o pulsioni misericordiose, e tiene fede a quanto promesso dal titolo.
Sono note di basso che paiono rimbalzare nel centro della Terra per poi cercare inutilmente uno sbocco attraverso una qualche fenditura sulla superficie , quelle che delineano la title track , ma se ci si aspettano aperture di qualsiasi genere si cade presto in errore, dato che Famished Below continua e prosegue dove era terminata la traccia precedente
L’opera di demolizione targata Gateway prosegue con la brevissima sfuriata Iron Storms, per poi riprendere e finalizzare l’annientamento psico fisico dell’ascoltatore con i dieci minuti di Odyssey of the Bereaved.
Se si ha un uggia il mondo e tutti gli esseri che contribuiscono a renderlo un luogo ancor peggiore di quanto già sia, Boundless Torture è un ascolto consigliato a volumi non convenzionali, immaginando di infliggere tutta la sofferenza che viene evocata a chiunque se lo meriti ed ottenere quell’effetto catartico che, se non può restituire il sorriso e l’ormai del tutto smarrito amore per il prossimo, contribuisce quanto meno a schiarirsi le idee e a squarciare diversi veli che filtrano la realtà.

Tracklist:
1. Boundless Torture
2. Famished Below
3. Iron Storms
4. Odyssey of the Bereaved

Line-up:
Robin van Oyen – Everything

GATEWAY – Facebook

ANCIENT OAK CONSORT

Il video di Eternal Clash, dall’album Hate War Love (Revalve Records).

Il video di Eternal Clash, dall’album Hate War Love (Revalve Records).

La prog rock band Ancient Oak Consort, in occasione dell’uscita del nuovo album Hate War Love via Revalve Records rilascia il secondo videoclip del brano Eternal Clash, interpretato da Giulia Stefani (Ravenscry).

Ascolta l’intero album su Spotify: https://spoti.fi/2Iw3ntJ
http://www.revalverecords.com/ancientoakconsort.html
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