Pharaoh Overlord – Zero

Stranianti, magnifici e possenti come un dio che svanisce quando scende la droga sciamanica, sciamani di un’altra dimensione in cui si sta davvero bene, o più prosaicamente uno dei migliori gruppi di psichedelia pesante del mondo.

I Pharaoh Overlord sono una bellissima anomalia, una di quelle cose che nascono in mezzo a strane frequenze, e che sono assolutamente e fortunatamente fuori dalla norma.

Innanzitutto sono un supergruppo della psichedelia e del krautrock, dato che sono formati da Jussi Lehtisalo, Janne Westerlund Tomi Leppänen, membri dei notevolissimi Circle, e poi da altri compagni di acide scorribande. La loro attività psicoattiva è cominciata nel 2000 e ha avuto numerose puntate e tutte notevoli, ma questo Zero è una delle più belle e complete. Descrivere il mondo dei finlandesi è arduo, perché bisognerebbe scrivere un altro Alice Nel Paese Delle Meraviglie, ci sono tantissime cose. Si potrebbe dire che questo è un viaggio che a volte tocca i territori della psichedelia e del kraut in quota kosmik, con una voce che è growl, e che è la parte cattiva e sudata del viaggio. Strumentalmente questi signori hanno tecnica e sapienza da vendere, e soprattutto offrono un suono unico che non è rintracciabile da nessuna altra parte, come un venditore di sogni che solo voi conoscete. Qui urge mettersi le cuffie, consumare qualche sostanza ed andare. Il disco è bellissimo, ha mille rivoli, risvolti e chicche da offrire all’ascoltatore, ed è un’esperienza unica come lo è tutto con i Pharaoh Overlord. Il nome richiama, e giustamente, la visione psichedelica della vita di Sun Ra, ovvero non siamo di questo pianeta e vogliamo andarcene, ma già che l’astronave non passa, mettiamoci a fare musica del nostro mondo. Stranianti, magnifici e possenti come un dio che svanisce quando scende la droga sciamanica, sciamani di un’altra dimensione in cui si sta davvero bene, o più prosaicamente uno dei migliori gruppi di psichedelia pesante del mondo.

Tracklist
Side A:
1. Revolution
2. Maailmanlopun ateriana
3. Meanwhile

Side B:
1. Lalibela Cannot Spell Zero
2. Satavuotiaiden Salaisuus
3. I Drove All Night by My Solar Stomp

Line-up
Jussi Lehtisalo
Janne Westerlund
Tomi Leppänen

PHARAOH OVERLORD – Facebook

Self-Hatred – Hlubiny

Hlubiny è l’album che consacra i Self-Hatred tra le migliori nuove band in ambito death doom melodico, in virtù di una cifra stilistica che li colloca sulla scia dei protagonisti storici del genere.

Secondo full length per i cechi Self-Hatred, ottima doom band segnalatasi con l’esordio Theia del 2016.

Curiosamente le due band di punta della scena del paese dell’est escono a poco tempo di distanza l’una dall’altra (nonostante la presenza in line up di due membri in comune, il chitarrista Aleš Vilingr ed il batterista Michal “Datel” Rak): ma, mentre gli Et Moriemur hanno intrapreso una strada volta alla ricerca di sonorità quasi liturgiche, i Self-Hatred restano fedeli ad un death doom più atmosferico e diretto.
Questi ragazzi di Plzen si muovono all’interno del genere con una grande disinvoltura e se, inizialmente, sembrano venire meno quei picchi emotivi che erano disseminati nel precedente lavoro, in realtà, ascolto dopo ascolto, tali elementi emergono progressivamente, ponendosi quali indicatori di una profondità compositiva che connota fortemente un sound costantemente pervaso dal giusto grado di tensione ed oscurità.
Anche lo stesso passaggio alle liriche in lingua madre è funzionale al concept e non rappresenta alcun problema (se non di comprensione immediata, ovviamente) consentendo piuttosto ai Self-Hatred di arricchire di maggiori sfumature il loro racconto e aumentandone se possibile, l’impatto drammatico ed emotivo.
La bravura della band ceca risiede proprio nella capacità di comporre un lavoro profondo e convincente senza dover ricercare soluzioni diverse, rischiando di smarrirsi in qualche passaggio interlocutorio di troppo come accaduto in alcuni frangenti ai “cugini” Et Moriemur.
Hlubiny è l’album che consacra i Self-Hatred tra le migliori nuove band in ambito death doom melodico, in virtù di una cifra stilistica che li colloca sulla scia dei maggiori protagonisti del genere, tra i quali i When Nothing Remains, ai quali si avvicinano molto allorché sono struggenti melodie a prendere il proscenio.
L’accoppiata KonecOdraz ed il conclusivo strumentale Epitaf racchiudono alcuni tra i passaggi più toccanti ed esemplificativi della bontà di un lavoro che, da buon concept, va comunque consumato tutto d’un fiato, senza tralasciare di fare le necessarie “ripetute” che consentiranno di cogliere quei momenti preziosi che inizialmente potevano essere sfuggiti.

Tracklist:
1. Konec
2. Odraz
3. Hlubiny
4. Střepy
5. Vzplanutí
6. Apatie
7. Očistec
8. Epitaf

Line up:
Štěpán Eret – Bass
Michal “Datel” Rak – Drums
Aleš Vilingr – Guitars
Pavel Janouškovec – Guitars
Michal Šanda – Keyboards
Kaťas – Vocals

SELF-HATRED – Facebook

Tenebra Arcana – Luna ep

Come debutto quello dei Tenebra Arcana è uno dei più impressionanti e belli degli ultimi anni, e dentro ha tante cose che gli amanti del metallo più nero apprezzeranno.

Primo lavoro in download libero degli italiani Tenebra Arcana, che escono con il loro ep Luna.

Nato nel 2018 tra Milano e Lodi, il gruppo debutta con il proprio black metal classico e con elementi sinfonici, ma fatto soprattutto di rabbia e velocità, che sono le componenti essenziali di questo suono. La voce che canta prevalentemente in chiaro, ma non disdegna qualche passaggio in growl, mette in evidenza i testi che sono da seguire con attenzione. L’impatto è notevole, e fin dal primo pezzo prende corpo un massacro senza requie, con momenti di notevole coinvolgimento dell’ascoltatore. Pur essendo un gruppo esordiente i Tenebra Arcana hanno le idee molto chiari, sono devoti al nero metallo e possiedono una notevole cultura musicale che si riverbera nella loro musica. Quest’ultima è sul black metal sinfonico classico, ma in alcune cavalcate sonore il gioco delle due chitarre evidenzia un avvicinamento più moderno al genere, ed il tutto si fonde con tenebrosa armonia. La lunghezza non eccessiva dell’ep ci fa apprezzare le ariose composizioni che sono tutte sopra i quattro minuti e mezzo, a parte la prima e l’ultima canzone. Come debutto quello dei Tenebra Arcana è uno dei più impressionanti e belli degli ultimi anni, e dentro ha tante cose che gli amanti del metallo più nero apprezzeranno. Extra Black Metal nulla salus.

Tracklist
1.Darkness fall
2.The fall
3.Tenebra Arcana
4.Luna
5.Ecate mater nocte

Line-up
Gemy – voice & keyboards
Goro – voice & guitar
Gabriel – guitar
Teone – bass
Darkror – drums

TENEBRA ARCANA – Facebook

Memoriam – The Silent Vigil

The Silent Vigil si rivela un album di maniera, un esempio di death metal old school senza compromessi, con un’anima che guarda ai defunti Bolt Thrower con un po’ di nostalgia.

Bolt Thrower e Napalm Death su tutti, e poi Benediction, Anaal Nathrakh e Cerebral Fix: basterebbero questi nomi per fare dei Memoriam l’ennesimo super gruppo di stampo death metal.

In effetti la band Karl Willetts, voce di uno dei più grandi gruppi death metal provenienti dal regno unito, possiede dalle potenzialità enormi, alla luce del curriculum dei suoi protagonisti, anche se questo nuovo album alterna brani più riusciti a troppe cadute di tono.
Attivi da un paio d’anni ed attesi come la manna nel deserto dai fans dei Bolt Thrower, i Memoriam hanno strappato applausi e qualche critica positiva con il primo full length For The Fallen, per tornare dopo un anno con un nuovo lavoro che ne conferma la proposta senza infamia e senza lode.
The Silent Vigil si rivela un album di maniera, un esempio di death metal old school senza compromessi, con un’anima che guarda ai defunti Bolt Thrower con un po’ di nostalgia; il lavoro non vive del tutto di luce riflessa, ma stenta ad avere una sua precisa connotazione, con una serie di brani che stancamente si trascinano alla fine senza picchi in un mero esercizio di stile.
Magari due album in un paio d’anni potevano essere riassunti in un unico lavoro, fatto sta che i Memoriam questa volta faticano a convincere e The Silent Vigil lascia un po’ di amaro in bocca; l’estate sta arrivando e la band avrà di che rifarsi in sede live, dove l’esperienza e qualche gemma pescata dalla sontuosa discografia dei Bolt Thrower potrà fare sicuramente la differenza.

Tracklist
1. Soulless Parasite
2. Nothing Remains
3. From the Flames
4. The Silent Vigil
5. Bleed The Same
6. As Bridges Burn
7. The New Dark Ages
8. No Known Grave
9. Weaponised Fear

Line-up
Karl Willets – Vocals
Frank Healy – Bass
Scott Fairfax – Guitar
Andy Whale – Drums

MEMORIAM – Facebook

Roadskills – Mind’s Collision

Mind’s Collision è un ascolto consigliato, al massimo del volume e con il piede a tavoletta sul pedale dell’acceleratore, l’unico rischio è l’autovelox che non manca di certo sulle nostre strade, stay rock!

La Volcano Records estende la sua lava per tutto il territorio nazionale e non sfuggono alla presa infuocata neppure i Roadskills, quartetto di rockers torinesi al debutto con questa mezz’oretta di hard & heavy dal titolo Mind’s Collision.

Come abitudine di molte delle giovani band dedite ai suoni hard rock, anche la band piemontese amalgama ispirazioni old school a più potenti influenze moderne, così da non risultare solo un’onesta band dai suoni vintage, ma provando a portare il rock duro dai rimandi settantiani nel nuovo millennio.
Con al microfono la grintosa cantante Sophia, Francesco alla chitarra, Alessio alla batteria ed Alex al basso, i Roadskills con Mind’s Collision propongono il loro personale credo in fatto di rock duro, graffiante e dal groove che potenzia il tutto, con accenni a colori psichedelici e iniezioni di blues nascoste da un muro di watt che non si placa, neppure quando le atmosfere si dilatano nelle trame di Paranoid, un crescendo di intenso metal/rock oscuro e rituale, brano che risulta il cuore dell’album, posto tra le travolgenti That’s Not Alice e la veloce ed irruente Solitary Wolf.
Una partenza convincente per i Roadskills, bravi nel saper coniugare le due anime del proprio sound senza perdere la bussola e mantenendo un approccio tradizionale ma neppure troppo nostalgico, soprattutto agli occhi dei giovani rockers.
Mind’s Collision è un ascolto consigliato, al massimo del volume e con il piede a tavoletta sul pedale dell’acceleratore, l’unico rischio è l’autovelox che non manca di certo sulle nostre strade, stay rock!

Tracklist
1.Devil Makes Details
2.Tell Me Witch
3.4th November
4.That’s Not Alice
5.Paranoid
6.Solitary Wolf
7.Look Like a Beast
8.Why Don’t You Answer?
9.Hard to Understand

Line-up
Sophia – Vocals
Francesco – Lead Guitar
Alessio – Drum
Alex – Bass

ROADSKILLS – Facebook

THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA

Il video di ‘Lovers In The Rain’, dall’album “Sometimes The World Ain’t Enough”, in uscita a giugno (Nuclear Blast).

Il video di ‘Lovers In The Rain’, dall’album “Sometimes The World Ain’t Enough”, in uscita a giugno (Nuclear Blast).

Dopo aver conquistato il mondo della musica con “Amber Galactic”, che si è anche guadagnato una nomination ai Grammy svedesi, e avere lasciato senza parole la gente con il suo primo tour europeo a novembre/dicembre, il supergruppo svedese di classic/progressive rock THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA pubblicherà il nuovo album “Sometimes The World Ain’t Enough” il 29 giugno su Nuclear Blast.

Oggi la band svela il video del nuovo singolo ‘Lovers In The Rain’, realizzato dal rinomato artista Elia Cristofoli di Solingo, già autore l’anno scorso del video di ‘Gemini’

La band ha dichiarato: “‘Lovers in the Rain’ è la colonna sonora di come ci si sente quando s’incontra il vero amore per la prima volta. Una felicità così intensa, il cuore che batte tanto forte che sembra di avere un attacco di panico e sotto sotto sai che un giorno che tutto questo finirà. Ma durante quei primi momenti capisci che nulla sarà più come prima. Da ora paragonerai ogni esperienza di vita con quei primi magici momenti.

‘Lovers in the Rain’ è un omaggio agli inni di gioventù, alle canzoni che ci hanno fatto credere che in ogni vita – non importa quanto insignificanti ci si possa sentire a volte – proverai quell’esperienza con qualcuno. Speriamo che i THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA suonino in sottofondo. E credeteci, anche noi ci siamo passati.

Questa canzone, come tutto il nuovo album del resto, parla di quei momenti in cui trascendi la realtà e si potresti, per un attimo fugace, intravedere l’ultraterreno. È per ognuno di voi, con amore dai THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA, ricordando tutti quelli che abbiamo amato e perduto”.

Oggi la band suonerà all’aeroporto di Copenhagen per festeggiare l’apertura del nuovo bar del birrificio artigianale Mikkeller nel Terminal 2, dopo i controlli di sicurezza. Quindi per assistere allo show è necessario essere muniti di carta d’imbarco. Per maggiori informazioni https://www.facebook.com/events/202813767004699/

Inoltre in collaborazione con Mikkeller il gruppo ha creato il proprio cocktail, battezzato “Midnight Flyer”, accompagnato da uno shot “Spacewagon”, creato solo per l’occasione.

La band ha dichiarato: “Siamo felicissimi di prendere parte all’inaugurazione del Mikkeller Bar all’aeroporto di Copenhagen questo venerdì. Non solo suoneremo un set acustico esclusivo, ma verrà presentato anche il NFO cocktail. Mikkeller ha creato un long drink perfetto per un volo notturno o per qualsiasi altro viaggio. ‘Midnight Flyer’ è un moderno ‘Scandinavian Flight Cap’, cui sono stati aggiunti una birra barricata in un rum del Guatemala invecchiato per quattro anni, una classica lemon soda danese chiamata ‘Citronvand’, polvere d’oro e altri ingredienti segreti. Sarà accompagnato da uno shot ‘Spacewagon’, un bitter danese. La combinazione perfetta per teletrasportarvi prima del vostro volo. Provatelo in esclusiva all’aeroporto di Copenhagen”.

Mikkeller ha aggiunto: “Amiamo collaborare con persone che sono sulla nostra stessa lunghezza d’onda, curiose e che amano le avventure e i sapori. È stato divertente farlo con i THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA. Non è un segreto che siamo grandi fan dei NFO e abbiamo convinto amici e nemici ad ascoltare il gruppo fin dall’uscita di ‘Amber Galactic’ l’anno scorso, che ci ha entusiasmati. Che cosa c’è di meglio, nell’attesa del nuovo album, che avere i NFO suonare all’inaugurazione del Mikkeller CPH Airport accompagnati da Midnight Flyer + Spacewagon?!”.

La band ha dichiarato: “Girare questo video è stato un po’ come mescolare diverse dimensioni in un cocktail spaziale. Svariate volte i membri del gruppo hanno dovuto rivolgersi al fisco per confermare i propri nomi nel registro in modo da accertarsi di non avere perso il contatto con la realtà. Il risultato è sicuramente mesmerizzante e vi farà compiere un viaggio difficile da digerire. Si tratta anche del nostro primo video che vede la partecipazione delle ‘The Airline Annas’, le nostre bellissime e super talentuose coriste. È anche merito loro se questo video è così brillante. La canzone stessa è la traccia di apertura del disco e magari non è rappresentativa dell’intero lavoro… in realtà nessun brano lo è, perché ci piace questo modo di lavorare. Quando realizziamo un album ciascuna canzone ha vita a sé e tutte insieme formano un disco celebrativo che può accompagnarvi per miglia senza che sentiate il bisogno di fermarvi per un drink. Quest’apripista era solo nostro, ora è anche vostro. Buon divertimento!”.

I pre-ordini di “Sometimes The World Ain’t Enough” sono attivi: http://nblast.de/TNFOWorldAintEnough

Il singolo “This Time” è disponibile qui.

Come “Amber Galactic” del 2017, anche il nuovo album avrà due artwork diversi.

L’uscita è prevista il 29 giugno su Nuclear Blast e conterrà dodici canzoni. La prima edizione limitata in digipack CD e il vinile includeranno anche un’esclusiva bonus track. La versione giapponese avrà un’ulteriore canzone.

Sometimes The World Ain’t Enough

01. This Time
02. Turn To Miami
03. Paralyzed
04. Sometimes The World Ain’t Enough
05. Moments Of Thunder
06. Speedwagon
07. Lovers In The Rain
08. Can’t Be That Bad
09. Pretty Thing Closing In
10. Barcelona
11. Winged And Serpentine
12. The Last Of The Independent Romantics

Limited edition digipack CD & Vinyl bonus track
13. Marjorie

Japanese Bonus Track
14. Pacific Priestess

L’album è stato prodotto dalla band stessa e registrato all’Handsome Hard Music / Larsson Music Studio e al Nordic Sound Lab diSkara, Svezia. Del mixaggio si è occupato il chitarrista/percussionista Sebastian Forslund, mentre la masterizzazione è stata curata da Thomas ”Plec” Johansson al The Panic Room.

I THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA hanno già annunciato il tour europeo e le prevendite sono già attive. Unica data italiana il 6 dicembre 2018 al Legend Club di Milano.

www.facebook.com/thenightflightorchestraofficial
www.nuclearblast.de/thenightflightorchestra

Strana Officina – Non Finirà Mai / The Faith

Per i collezionisti e amanti della Strana Officina, la Jolly Roger ha in serbo per questa uscita diversi formati tra cui un vinile grigio limitato alle prime cento copie, vinile classico, cd e digitale: quindi non avete scuse, la storia vi aspetta.

La Jolly Roger Records, in attesa del nuovo lavoro di inediti, pubblica due raccolte marchiate Strana Officina, probabilmente la band italiana più rispettata ed amata dai fans dell’hard & heavy duro e puro.

La leggendaria e tragica storia del gruppo la conosciamo un po’ tutti: la storia della Strana Officina inizia nel 1983 con l’esordio omonimo cantato in italiano, seguito da due lavori dal taglio più internazionale dato dall’idioma inglese nel cantato: The Ritual e Rock ‘n’ Roll Prisoners.
La carriera della “Strana” però si ferma tragicamente nel 1993, quando un incidente stradale si porta via l’anima del gruppo, Fabio e Roberto Cappanera, rispettivamente il chitarrista e il batterista, nonché fondatori del gruppo con l’aiuto del bassista Enzo Mascolo.Difatto la Strana Officina non esiste più, almeno fino al 2006, anno in cui Rolando e Dario Cappanera, tornano sul palco con il monicker originale, accompagnati da Enzo Mascolo e dal singer Bud Ancillotti.
Non Finirà Mai è una raccolta di brani scritti da Rolando e Dario nel 1995, contiene le versioni demo di quattro brani cantati in italiano, più le versioni riarrangiate e risuonate nel 2017.
E’ palese l’atmosfera pesante ed oscura che aleggia sui brani, ma anche la voglia di non mollare e con orgoglio portare avanti il sogno della famiglia Cappanera, il tutto riassunto nella canzone manifesto Non Finirà Mai, che dà il titolo all’album.
I brani sono tutti cantati in italiano, perfetti esempi della tradizione hard & heavy che il gruppo ha portato sui palchi e sulla quale ha costruito la sua reputazione.
The Faith è una raccolta uscita originariamente nel 2006, contiene quasi tutti i brani che andavano a comporre i primi tre lavori del gruppo, rivalutati dal sapiente lavoro in studio di Antonello Saviozzi.
Una compilation completa che racchiude tutti i classici della Strana, dalle graffianti Metal Brigade e The Kiss Of Death, alla cadenzata e potente The Ritual, dalla suggestiva Black Moon, brano dal taglio epico che ricorda i Black Sabbath era Tony Martin , alla bellissima ballad Autostrada Dei Sogni, fino alle mai incise all’epoca dell’uscita, ma proposte abitualmente dal vivo, Profumo Di Puttana ed Officina.
Per i collezionisti e amanti della Strana Officina, la Jolly Roger ha in serbo per questa uscita diversi formati tra cui un vinile grigio limitato alle prime cento copie, vinile classico, cd e digitale: quindi non avete scuse, la storia vi aspetta.

Tracklist
Non Finirà Mai :
Non finirà mai (2017)
Bimbo (2017)
Ricordo Di Lei (2017)
Vittima (2017)
Non Finirà mai (1995)
Bimbo (1995)
Amore e Fuoco (1995)
Vittima (1995)

The Faith :
1.King Troll
2.Metal Brigade
3.The Ritual
4.Rock N Roll Prisoners
5.Falling Star
6.Gamblin’ Man
7.Black Moon
8.War Games
9.Don’t Cry
10.The Kiss of Death
11.Burning Wings
12.Unknown Soldier
13.Profumo di Puttana
14.Autostrada dei Sogni
15.Officina

Line-up
Fabio Cappanera – Guitars
Roberto Cappaner – Drums
Daniele”Bud”Ancillotti – Vox
Enzo Mascolo – Bass
Marcello Masi – Guitars
Rolando Cappanera – Drums
Dario Cappanera – Guitars

STRANA OFFICINA – Facebook

https://youtu.be/EceEiWTBNSc

The Dark Red Seed – Becomes Awake

Sperimentale, etnico, oscuro ai limiti del dark folk e dalle malate venature blues, Becomes Awake si rivela un’opera di spessore qualitativo non comune e il bravo Larson si ritaglia con merito uno spazio importante al di fuori dell’ombra di quel King Dude, del quale il musicista di Seattle è uno dei più stretti collaboratori.

Tosten Larson, dopo aver pubblicato lo scorso anno un ep di assaggio del suo progetto The Dark Red Seed, si presenta sempre sotto l’egida della Prophecy con il full length d’esordio, Becomes Awake.

Se Stands With Death era parso promettente, ma non aveva fatto capire più di tanto del potenziale del musicista statunitense (il quale si avvale della stabile collaborazione di Shawn Flemming), questo lavoro fuga ogni dubbio fin dalle prime note dell’opener Dukkha, che regala un ottimo esempio di psichedelia obliqua, con tanto di fiati a sostenerne la struttura, e della successiva Darker Days , blues deviato che abbaglia per interpretazione personale di tale materia, ripresa anche nella conclusiva Diana And Ouroboros Dance, dove una sorta di Danzig de-anabolizzato incontra i Doors dando vita ad una canzone stupenda.
In realtà parlare di un brano specifico rischia d’essere fuorviante, in quanto l’album possiede una ricchezza di sfumature impagabile, esaltata da una pulizia sonora e interpretativa formidabile: questo avviene anche grazie al contributo di ospiti come Kelly Pratt e Steve Nistor, i quali alimentano costantemente il flusso musicale con l’apporto di strumenti a corda, fiati e percussioni.
Sperimentale, etnico, oscuro ai limiti del dark folk e dalle malate venature blues, Becomes Awake si rivela un’opera di spessore qualitativo non comune e il bravo Larson si ritaglia con merito uno spazio importante al di fuori dell’ombra di quel King Dude, del quale il musicista di Seattle è uno dei più stretti collaboratori.

Tracklist:
01. Dukkha
02. Darker Days
03. Alap
04. Ancient Sunrise
05. The Mouth Of God
06. The Destroyer
07. The Void
08. Awakening
09. Sukha
10. Diana And Ouroboros Dance

Line-up:
Tosten Larson
Shawn Flemming

THE DARK RED SEED – Facebook

KORPIKLAANI

Il lyric video di ‘Kotikonnut’, dall’album “Kulkija” in uscita a settembre (Nuclear Blast).

Il lyric video di ‘Kotikonnut’, dall’album “Kulkija” in uscita a settembre (Nuclear Blast).

Le superstar finlandesi del Folk Metal KORPIKLAANI hanno recentemente annunciato l’uscita del nuovo album intitolato “Kulkija” (“Vagabondo”) per il 7 Settembre 2018 su Nuclear Blast. Per celebrare l’inizio del tour dei festival estivi, la band ha svelato il primo singolo, ‘Kotikonnut’, tratto dal nuovo disco. Guarda il lyric video su YouTube:

Acquista subito la traccia: http://nblast.de/KorpiklaaniKotikonnut
Ascoltala dalla NB Novelties Playlist: https://open.spotify.com/user/nuclearblastrecords/playlist/6aw9wiedFzzhJiI96DhNhw

Il fisarmonicista Sami, che ha anche composto il brano, afferma,”E’ una canzone mid tempo con molta melodia. E’ stato sorprendente come il nostro paroliere sia riuscito a scriverla, ha davvero catturato il feeling e il carattere della canzone. Speriamo vi possa piacere quanto piace a noi!”

Riguardo a ‘Kotikonnut’ (“Homestead”):
Durante il suo viaggio, un vagabondo guarda indietro alla sua casa, alla sua infanzia e alla bellezza di ogni cosa. Ricorda mentre correva con le sue ragazze sul prato, credendo che tutto ciò non sarebbe mai finito. Anche se ora la sua casa è la strada e un carrello spinto dalla gioia, egli ricorderà sempre la felicità della sua casa e della sua giovinezza. A quel tempo la luna era dorata, splendeva ovunque nella notte e illuminanava la campagna e la foresta buia. Il vagabondo accetta che ogni cosa che arriva, diventerà un giorno un lontano ricordo.”

Con 14 tracce e una durata totale di oltre 71 minuti, “Kulkija” è l’album più lungo mai creato dalla band. Avendo lavorato per la prima volta con il produttore Janne Saksa, il disco è stato registrato ai Petrax Studio (Hollola, FIN) e mixato ai Sound Supreme Studios (Hämeenlinna, FIN). Il mastering è stato affidato al famoso Svante Forsbäck (RAMMSTEIN a.o.).
La cover è stata realizzata da Jan Yrlund (BATTLE BEAST, MANOWAR etc.), che aveva già creato diversi altri artwork per i precedenti album e singoli della band.

Il membro fondatore Jonne ha commentato:
“Non siamo mai stati tanto soddisfatti del risultato finale come per “Kulkija”. Abbiamo cercato di mantenerlo il più naturale possibile, ed è ciò che a breve potrete chiaramente sentire. Come per il vagabondo, questo album è un viaggio, uno che ti fa sentire bene.

ll fisarmonicista Sami Perttula aggiunge:
“‘Kulkija’ non è solo una raccolta di canzoni, è un “vero” album con un’atmosfera unica che guida l’ascoltatore attraverso un lungo viaggio. Tutti i brani sono stati già preparati in anticipo e non è stato necessario un arrangiamento in studio. Io e Tuomas [violino] abbiamo avuto molto spazio per sviluppare e suonare gli accordi folk.”

I pre-ordini saranno disponibili a breve!

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KORPIKLAANI live:

09.06. CH Interlaken – Greenfield Festival
06.07. E Barcelona – Rock Fest
12.07. D Neukirchen-Vluyn – Dong Open Air
13.07. NL Amstelveen – P60 (w/ MYRKVAR) *NEW*
15.07. CZ Vizovice – Masters of Rock (Special Show)
03.08. D Wacken – Wacken Open Air
15.08. PL Straszęcin – Czad Festiwal *NEW*
16. – 18.08. D Dinkelsbühl – Summer Breeze

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Maggiori info:
www.korpiklaani.com
www.facebook.com/korpiklaani
www.nuclearblast.de/korpiklaani

Autori Vari – Sludge Doom And Hard Noise

Sludge Doom and Hard Noise è un riassunto delle produzioni e coproduzioni di Taxi Driver Records, il tutto concepito e guidato dall’amore per la musica, ed è inoltre uno sguardo esaustivo sulla bellezza di un certo underground italiano.

Un bellissimo sampler gratuito con il passato, il presente ed il futuro del mondo Taxi Driver, che non è solo un’etichetta discografica, ma un modo di fare e di vivere la musica.

Chiuso qualche anno fa il negozio sito nel centro storico di Genova, che era diventato il punto di riferimento per appassionati e non solo, il duo Sara e Maso ha sempre continuato a vendere on line e soprattutto non ha smesso di essere un’etichetta sempre votata al rumore e sensibile alla scena locale; inoltre Taxi Driver è anche webzine con Tomorrow Hit Today.
Questa super raccolta, in download gratuito sul loro bandcamp raccoglie moltissimi nomi, alcuni li potreste già conoscere, altri li sentirete qui per la prima volta e sarà un gran piacere. Incredibile la varietà e la qualità, troviamo molte declinazioni di generi e sottogeneri, dallo stoner allo sludge, all’elettronica alla psichedelia pesante, in un turbinio di colori e suoni. La raccolta vi regalerà grandi gioie, ci sono nomi della scena genovese come i sempre immensi CRTVTR, gli Ut e i Bells Of Ramon qui con un magnifico inedito che precede l’uscita del loro prossimo disco, e si sente che il gruppo è maturato tantissimo e potrebbe essere una delle migliori cose hard rock che Genova abbia mai concepito. Anche i Desert Rider ci regalano un assaggio di ciò che sarà il loro futuro. La raccolta dà l’idea della portata del lavoro che Taxi Driver ha portato avanti in questi anni, per non parlare di Genova Urla e degli altri concerti organizzati negli anni. Sludge Doom and Hard Noise è un riassunto delle produzioni e coproduzioni di Taxi Driver Records , il tutto concepito e guidato dall’amore per la musica, ed è inoltre uno sguardo esaustivo sulla bellezza di un certo underground italiano. La qualità è molto alta e vi verrà voglia di comprare e supportare, o anche solo di andare a vedere i concerti, perché underground vuol dire anche militanza e tutti abbiamo un compito.
Il rumore continua.

Tracklist
1.PETROLIO – Eating Lights Slowly
2.CAMBRIAN – Hooded Mantanaut
3.BELLS OF RAMON – Long Way To Loose
4.HUMULUS – The Great Hunt
5.DESERT RIDER – Pilgrim Of Chaos
6.UT – Panda Love
7.MOCK THE MANKIND – A Great Depression
8.HIBAGON – Orogenesis
9.NUDIST – Bloody Waters
10.CRTVTR – Sol Guerrilla
11.IDLEGOD – Idlegod
12.LLEROY – Primate
13.ORION – Lucid Dreams
14.THE LAND OF THE SNOW – States Of Longing
15.SONIC WOLVES – Wolfwitch
16.ROSARIO – To Peak And Pine

TAXI DRIVER RECORDS – Facebook

Bleed From Within – Era

Era si presenta come un lavoro duro come la roccia, il sound bilancia potentissimi mid tempo ad accelerate tipiche di certo thrash metal targato 2018, tra rabbiose frustate estreme e melodie ben inserite nella struttura del sound senza perdere un grammo in impatto e violenza.

Che gli scozzesi Bleed From Within non fossero più dei novellini si capiva dall’anno di inizio attività (2005) e dalla discografia che contava tre full length più una manciata di lavori minori, prima che Era arrivasse tramite la Century Media a portare un po’ di freschezza ad un genere prigioniero dei suoi cliché ed in crisi qualitativa ormai da qualche tempo.

Non che l’album, atteso dai fans cinque lunghi anni, brilli di chissà quale novità stilistica particolare, ma dalla sua la band ha un talento non comune nell’amalgamare aggressività e melodia in un unico devastante sound.
D’altronde i Bleed From Within hanno un passato da gruppo deathcore e la frangia più estrema del death metal moderno continua fortunatamente ad ispirare la band scozzese.
Era si presenta come un lavoro duro come la roccia, il sound bilancia potentissimi mid tempo ad accelerate tipiche di certo thrash metal targato 2018, tra rabbiose frustate estreme e melodie ben inserite nella struttura del sound senza perdere un grammo in impatto e violenza.
Afterlife, la vibrante Shiver, il tornado Bed Of Snake, elevano il gruppo ad ottimi mestieranti del genere suonato, come scritto senza tocchi originali di sorta ma suonato con il cuore e senza le ruffianerie che indeboliscono l’atmosfera delle opere odierne, impegnate più a convincere l’ascoltatore di essere al cospetto della new sensation del momento che far male come conviene e come riesce quel piccolo gioiellino di I am Oblivion, Pt.II.
Scott Kennedy e soci continuano il loro percorso con la naturalezza di chi è convinto dei propri mezzi ed è in possesso della giusta attitudine, risultando un gruppo con un sound personale, e soprattutto onesto.
Era è un buon lavoro che gli amanti del genere non dovrebbero ignorare, sono troppo pochi i lampi metalcore sul mercato odierno per trascurare un album come l’ultimo lavoro dei Bleed From Within.

Tracklist
1. Clarity
2. Crown of Misery
3. Cast Down
4. Afterlife
5. Shiver
6. Bed of Snakes
7. I am Oblivion, Pt. II
8. Alone in the Sun
9. Gatekeeper
10. Ruina
11. Alive

Line-up
Scott Kennedy – Vocals
Ali Richardson – Drums
Craig “Goonzi” Gowans – Guitar
Steven Jones – Guitar
Davie Provan – Bass

BLEED FROM WITHIN – Facebook

Cochise – Swans And Lions

Grunge e hard rock oscuro, attraversato da una demoniaca anima blues, questo troverete tra le trame di Swans And Lions e delle sue dodici tracce, che hanno bisogno di qualche attenzione in più rispetto al rock moderno e groove di moda oggi, ma che regalano buoni spunti, specialmente quando il sound si sposta deciso sul versante gotico/alternativo dei Danzig.

Dalla piovosa Seattle a Białystok in Polonia la strada è lunga: si attraversano oceani e catene montuose, pianure e laghi prima che il freddo opprimente dell’est europeo ci entri nelle ossa e l’unico rimedio sia la cascata di vodka e grappa che aggroviglia le budella dando un po’ di tepore alle nostre povere membra.

Eppure anche verso est si suona hard rock di ispirazione statunitense, magari fuori dai soliti circuiti ma perfettamente in grado di soddisfare gli amanti dei rock anni novanta.
I Cochise, monicker che più americano di così non si può, in verità è dal 2004 che suonano rock duro, e nel 2010 hanno dato alle stampe il primo album, Still Alive ed una cover di Danzig apparsa sulla compilation Tribute to Danzig: The Dark Side Of The Blues.
Arriviamo al 2018 attraverso altri tre lavori prima che Swans And Lions, licenziato dalla MetalMind Productions, si imponga come un ottimo lavoro di rock americano, tra grunge ed influenze alternative.
Il quartetto di rocker polacchi dimostra che l’esperienza nel circuito underground è tanta e fa la differenza, i brani mantengono un approccio pesante, il groove è presente ma non così fondamentale come nelle molte realtà odierne.
Il singer Paweł Małaszyński risulta una convincente via di mezzo tra Glenn Danzig e Layne Staley e, di conseguenza, il sound si specchia in quello dei due gruppi di appartenenza dei due singer citati.
Grunge e hard rock oscuro, attraversato da una demoniaca anima blues, questo troverete tra le trame di Swans And Lions e delle sue dodici tracce, che hanno bisogno di qualche attenzione in più rispetto al rock moderno e groove di moda oggi, ma che regalano buoni spunti, specialmente quando il sound si sposta deciso sul versante gotico/alternativo dei Danzig.
Cori pellerossa (Beautiful Destroyers, …And Lions), atmosfere che imprigionano Alice in catene (Crystal), rock che si specchia nelle pozze formatesi con la pioggia di Seattle ( Tick Tack Toe, Storn) formano un buon esempio di rock duro ispirato all’ultimo decennio del secolo scorso e confermano i Cochise come una buona alternativa alle realtà provenienti dai soliti circuiti musicali.

Tracklist
1.16
2.Crystal
3.Newerland
4.Tick Tack Toe
5.Beautiful Destroyers
6.Pain Of God
7.Winter
8.Control
9.Storn
10.Swans…
11. …And Lions
12. Secrets

Line-up
Paweł Małaszyński – vocal
Wojtek Napora – guitar
Radek Jasiński – bass guitar
Adam Galewski – drums

COCHISE – Facebook

Necros Christos – Domedon Doxomedon

E’assolutamente da ascoltare l’opera definitiva del quartetto tedesco, un death d’annata dal fascino ancestrale immerso in aromi misteriosi e oscuri.

Non manca l’ispirazione e neanche gli attributi ai teutonici Necros Christos per rilasciare una mastodontica opera a probabile epitaffio di una lunga carriera, iniziata nel 2002 con il demo Necromantic Doom e proseguita tra vari split, EP e due full in studio fino a oggi; quasi due ore di musica divisi in tre cd e un lungo lavoro compositivo dal 2011, anno dell’eccellente “Doom of the occult”, costituiscono uno sforzo importante all’insegna di un black death oscuro e molto ispirato.

Necessitano tempo e pazienza per poter apprezzare la forza melodica e di impatto, sviluppata all’interno dell’opera; ogni cd siglato come ITH, THEI e SETH contiene solo tre brani nel senso classico del termine, ognuno attorniato da brevi intermezzi, sia strumentali con arpeggi orientali e aromi di flamenco che con vocals intitolati Temple e Gate, dove la tensione sviluppata dal death espresso dalla band si scioglie in oasi ritualistiche e di quiete (in ITH il delicatissimo Gate of Sooun, condotto dalle note misteriose di un affascinate sitar). La parte death, in definitiva nove brani tutti con importante lunghezza, tratteggia con potenza l’idea della band di “endytime death metal” dove le melodie elaborate dalle chitarre e il superbo lavoro del drummer, sempre vario, ci portano con la mente verso lidi cari ai Morbid Angel, come in He Mourn Death in Hell, o ad assaporare oscura old school in I Am Christ in cui il suono nitido della chitarra solista ci conduce verso un inaspettato break centrale semiacustico e riverberato molto atmosferico. Il lungo viaggio intrapreso mantiene coordinate affascinanti attraverso i ritmi battenti dei dodici minuti di Seven Altars Burn in Sin; grandi melodie, solos coinvolgenti, rallentamenti doom e break acustici sono la forza del brano, carico di una passione che non manca mai anche nei successivi episodi death come Exiled in Trasformation e in The Heart of King Salomon in The Sorcery dove i riff intessono trame antiche e polverose e il growl del singer Mors Dalos Ra ci conduce in sentieri impervi e dannati. Nell’ultimo cd, SETH, appare la song più lunga di tutto il lotto, In Meditation on The Death of Christ, carica di brutalità e riff taglienti e intricati su una base ritmica cangiante; le chitarre si inseguono, si inerpicano su percorsi di puro death a suggellare un’opera dal sicuro fascino. Onore a questi artisti a cui il coraggio non è di sicuro mancato con questa opera.

Tracklist
Disc 1 – ITH א
1. Temple I : The Enlightened Will Shine like the Zohar of the Sky
2. I Am Christ
3. Gate of Sooun
4. Temple II : Who Will Get Me a Drink of Water from the Cistern of Bethlehem?
5. Tombstone Chapel
6. Gate of Damihyron
7. Temple III : Unless YHVH Had Been My Help, My Soul Would Soon Have Dwelt with Dumah
8. He Doth Mourn in Hell
9. Gate of Aion Tsevaoth

Disc 2 – SETH ב
1. Temple IV : Oracle of the Man Whose Eye Is Open
2. Seven Altars Burn in Sin
3. Gate of Arba-Hemon
4. Temple V: בראשית
5. Exiled in Transformation
6. Gate of Behet-Myron
7. Temple VI : The Weight of Gold That Came to Solomon in One Year Was 666 Talents of Gold
8. The Heart of King Solomon in Sorcery
9. Gate of Sulam

Disc 3 – TEI טטט
1. Temple VII : They and All That Belonged to Them Went Down Alive into Sheol
2. The Guilt They Bore
3. Gate of Jehudmijron
4. Temple VIII : Mount Sinai Was All in Smoke, for YHVH Had Descended upon It in Fire
5. Exodos
6. Gate of Dimitrijon
7. Temple IX : A Redeemer Will Come to Zion
8. In Meditation on the Death of Christ
9. Gate of Ea-On

Line-up
The Evil Reverend N. – Guitars
Iván Hernández – Drums
Peter Habura – Bass
Mors Dalos Ra – Vocals, Guitars (electric, acoustic), Keyboards

NECROS CHRISTOS – Facebook

A TEAR BEYOND

Il video di “Angels Out of Grace”, dall’album “Humanitales” (House Of Ashes Prod.).

“HUMANITALES” is the third studio album by Italian goth/industrial band A TEAR BEYOND, released on 5 may 2018 by House of Ashes Prod.

“HUMANITALES” tells about Humans in its most profound, uncontrollable plan.It tends to tell stories of comforts and discomforts of individuals who have no power over them. Each story lives of its beginning and its epilogue, both contaminated from within (our nature) and from outside (society). “HUMANITALES” unravels among the labyrinths of the natural human emotionality and its inexorable social mutation.

“Angels Out of Grace” is the first single taken from “HUMANITALES”.
The Videoclip for this song was directed, filmed and edited by Michele Piazza, Andrea Bianchin & Uber Mancin.
The Lead Actress is Anna Dovigo.

“Humanitales” track listing:
1) Humanitales
2) Frolic
3) Sentence (Forgiveness act II)
4) So Deep Out There
5) Angels Out of Grace
6) Inugami
7) Damned Paradise
8) Inadequacy
9) Tale
10) The Frozen Night (rebirth bonus)

A TEAR BEYOND line-up:
CLAUDE ARCANO: Vocals
IAN VESPRO: Guitars
UNDESC GROTESQUE: Guitars
VENDRA: Drums
CANCE: Bass
PHIL: Keyboards & Orchestra

“Humanitales” album credits:
Produced by A Tear Beyond and Hypnoise Recording Studio.
Recorded and Mixed by Phil at Hypnoise Recording Studio.
Mastered by Giovanni Versari at “La Maestà” mastering studio.
Printed and distributed by House of Ashes Prod.
Artworks and Graphics by Nicola “Mel” Coin
Band Picture by Giulio Foladore
All music composed and played by A Tear Beyond
Lyrics, Concepts and Story by Claude Arcano
Special arrangements by Phil
Female vocals by Sara “Yuna” Gramola
“Tale” child vocals by Edoardo “Edo” Gianello
“Damned Paradise” lyrics by Andrea “Jar” Giaretta and Claude A.

OTHER INFORMATIONS ABOUT THE BAND
“HUMANITALES” is Vendra’s last Album as A Tear Beyond drummer. The new drummer is Skano, former drummer of Absenthia (IT).

A TEAR BEYOND was founded in 2008 in Vicenza, Italy. The band comes from the fusion of six elements with more than 15 years of musical experience.In 2012 came out their first studio album “BEYOND” followed by a strong live activity.In 2015 the band presents the second studio album “MAZE OF ANTIPODES” by the label “House of Ashes” (Milan – IT).The album was supported by releasing an official videoclip “Behind the Curtains I’m Dying” and a sequence of live gigs opening for international bands like Moonspell, Fleshgod Apocalypse, Folkstone, Isole, Septicflesh, Dark Lunacy, Jack Frost and Extrema.In the spring of 2018 the band released their third studio album “HUMANITALES” and the official videoclip of the single “Angels out of Grace”.The band repertoire blend industral electro sounds with gothic metal arrangements and melodies.Key point of the band is the live theatricality when the audience can get involved in a true 360° show by means of scene costumes, Venetian masks, performers and intermission shows.

For all detailed informations about band, concepts, past albums, please visit:
OFFICIAL WEBSITE: www.atearbeyond.com
FB PAGE: www.facebook.com/atearbeyond
YOUTUBE CHANNEL: www.youtube.com/user/atearbeyond
TWITTER: www.twitter.com/atearbeyondbandwww.twitter.com/atearbeyondband
SPOTIFY: https://open.spotify.com/artist/6ixlM4oKdoP9bgj2aHsAsW

Charlotte In Cage – Times Of Anger

L’album coinvolge con la sua altalena tra i generi e le ispirazioni che hanno portato le Charlotte In Cage alla realizzazione di questa raccolta di brani, sicuramente consigliati agli amanti dei suoni alternativi ma che potrebbero risultare soddisfacenti anche a chi è abituato a musica più estrema.

Non è poi così semplice convogliare in un unico sound alternative metal, atmosfere gothic e reminiscenze post grunge, perché la sfida potrebbe risultare più difficile del previsto ed il flop è dietro l’angolo.

Le Charlotte In Cage, gruppo nostrano tutto al femminile, in arrivo con il debutto Times of Anger su Sliptrick Records, ci sono riuscite creando un proprio suono che accoglie tra le sue trame di tutto un po’ da questi generi, con puntate nel metal estremo dettate dal growl che appare come un’anima nera quando la tensione sale alta e rabbiosa.
La band, nata a Salerno tre anni fa, ha già avuto diversi avvicendamenti nella line up che ad oggi vede Marianna Forino (chitarra), Susanna Angelino (basso e responsabile del growl) e Annalisa Barra alla batteria.
L’album parte alla grande con due brani che affondano le radici nel metal/rock degli anni novanta: Liar e I Hate Myself sono la perfetta sintesi di quello che le Charlotte In Cage suonano, accomunando sotto lo stesso tetto stilistico Hole, Nymphs, Kittie e Sentenced.
Times of Anger vive in questo labile equilibrio di stili con tutta l’attitudine da riot girl delle musiciste campane, cantrici delle problematiche delle donne con una raccolta di brani che non lasciano trasparire cali di tensione, anche quando i suoni si fanno più pacati e vicini all’alternative gothic rock (Dionysus).
Con la sua intensa mezz’ora scarsa di durata, l’album coinvolge con la sua altalena tra i generi e le ispirazioni che hanno portato le Charlotte In Cage alla realizzazione di questa raccolta di brani, sicuramente consigliati agli amanti dei suoni alternativi ma che potrebbero risultare soddisfacenti anche a chi è abituato a musica più estrema.

Tracklist
01. Liar
02. I Hate Myself
03. Yours Faithfully
04. Dionysus
05. 13 Years Old
06. Times Of Anger
07. Monster I Became
08. The Plastic Beast

Line-up
Marianna Forino – guitar
Susanna Angelino – bass/back vocals
Annalisa Barra – drums
Antonella Della Monica – Vocals

CHARLOTTE IN CAGE – Facebook

Stone Broken – Ain’t Always Easy

Il sound del gruppo inglese è quanto di più radiofonico e melodico si possa trovare in giro nel genere, come se si fosse al cospetto di Nickelback che sappiano ancora graffiare, con il groove ad accompagnare song dall’impatto melodico esagerato e dall’enorme potenziale.

Gli inglesi Stone Broken sono un quartetto in arrivo da Walsall, attivo dal 2013 e con un primo album autoprodotto uscito tre anni dopo ed intitolato All In Time.

Negli ultimi tempi Chris Davis, Rich Moss, Robyn Haycock e Kieron Conroy hanno firmato un contratto con Spinefarm/Universal Music e licenziano il nuovo album, Ain’t Always Easy, composto da undici brani anticipati dal singolo Worth Fighting For, brano che parla del delicato tema degli abusi domestici.
Il sound del gruppo inglese è quanto di più radiofonico e melodico si possa trovare in giro nel genere, come se si fosse al cospetto di Nickelback che sappiano ancora graffiare, con il groove ad accompagnare song dall’impatto melodico esagerato e dall’enorme potenziale.
Il primo singolo e video apre l’album, esplosivo e grintoso risulta perfetto per rompere il ghiaccio ed entrare con una spallata nel mondo di Ain’t Always Easy, seguito da Let Me See It All, dal groove micidiale dall’irresistibile refrain.
Da qui in poi i ritmi perdono leggermente potenza e l’album prende una strada melodica non del tutto inaspettata, con Follow Me e Otherside Of Me che riprendono qualche riff più duro delle prime tracce senza però far male.
Un album che una volta sarebbe stato venduto come post grunge, termine che non va più di moda ma che descrive il sound proposto dagli Stone Broken, risposta inglese alla band che di Chad Kroeger.

Tracklist
1.Worth Fighting For
2.Let Me See It All
3.Heartbeat Away
4.Home
5.Follow Me
6.I Believe
7.Doesn’t Matter
8.Anyone
9.Just a Memory
10.Other Side of Me
11.The Only Thing I Need

Line-up
Rich Moss – Vocals, Guitar
Chris Davis – Guitar, Vocals
Kieron Conroy – Bass
Robyn Haycock – Drums, Vocals

STONE BROKEN – Facebook

STARBYNARY

Il video di “Sootsayer CANTO XX”, dalll’album “Divina Commedia: Inferno”.

Il video di “Sootsayer CANTO XX”, dalll’album “Divina Commedia: Inferno”.

Power prog metal band Starbynary have released a new Videoclip for the song “Sootsayer CANTO XX”:

The song is taken from the imposing album “Divina Commedia: Inferno” available on CD/DIGITAL at:
http://player.believe.fr/v2/3614972818944
https://spoti.fi/2zJcROh
https://apple.co/2sGkpiF

https://www.facebook.com/Starbynary/
https://www.facebook.com/revalverecords/
http://www.revalverecords.com/Starbynary.htm

The Shiva Hypothesis – Ouroboros Stirs

Un debutto davvero interessante, con la band che ci investe con una serie di tempeste estreme perfettamente bilanciate con momenti di epiche melodie oscure, un lavoro ritmico di prim’ordine e passaggi atmosferici che rendono giustizia al concept religioso e filosofico che sta dietro all’opera.

La Wormholedeath non si smentisce con le sue uscite di ottima qualità e licenzia il primo album di questo notevole gruppo estremo, nato nei Paesi Bassi da diversi anni e chiamato The Shiva Hypothesis.

Il quartetto in questione suona un atmosferico mix di black e death metal, con molte sfumature dark ed una teatralità innata: il sound è valorizzato da un’anima progressiva, con strutture caratterizzate da furiosi cambi di tempo ritmici e dissonanze chitarristiche su una base estrema cupa e pregna di misticismo.
Ouroboros Stirs lascia ad un intro quasi impercettibile il compito di portarci all’attacco funesto di Ananda Tandava, primo squillo di questo misterioso lavoro; a tratti il sound dei nostri risulta intriso di quelle atmosfere dark/progressive care ai primi Arcturus, per poi lasciare spazio a violente tempeste death/black alla Behemoth, il cantato tra scream e growl interpreta i testi a sfondo religioso e filosofico in un clima di tregenda sonora, in parte smorzata dalle atmosfere oscure e pacate di cui la band è maestra.
Maze Of Delusion (uno dei brani, insieme a Caduceus e Praedormitium, che componevano il promo di cui vi avevamo parlato in passato) è uno splendido esempio di thrash/black metal che si sviluppa su tempi medi, per poi accelerare improvvisamente e tornare a calcare territori black metal puri, prima che un’intermezzo dark alla Fields Of The Nephilim incoroni il brano come il picco qualitativo di Ouroboros Stirs.
Un debutto davvero interessante, con la band che ci investe con una serie di tempeste estreme perfettamente bilanciate con momenti di epiche melodie oscure, un lavoro ritmico di prim’ordine e passaggi atmosferici che rendono giustizia al concept religioso e filosofico che sta dietro all’opera.
Ouroboros Stirs cresce con gli ascolti così da metabolizzare le varie sfumature di cui è composto: lasciatevi rapire dal suono creato dal gruppo olandese, non ve ne pentirete.

Tracklist
1.Enkindling
2.Ananda Tandava
3.Caduceus
4.Praedormitium
5.Build Your Cities on the Slopes of Mount Vesuvius
6.Maze of Delusion
7.Carrying off the Effigy
8.With Spirits Adrift

Line-up
ML – Bass, Keys, Electric & Accoustic Lead Guitar (track 5 & 8), Additional Vocals (track 3 to 7)
BN – Drums & Percussion, Additional Vocals (track 6)
JB – Electric & Accoustic Guitars, Additional Vocals (track 4)
MvS – Vocals

THE SHIVA HYPOTHESIS – Facebook

Solaris – L’ Orizzonte Degli Eventi

Ristampa del primo lavoro dei romagnoli Solaris che fanno uno stoner rock desertico in italiano, votato all’occulto e alla metafisica.

Ristampa del primo lavoro dei romagnoli Solaris che fanno uno stoner rock desertico in italiano, votato all’occulto e alla metafisica.

Il suono che ci propongono i ragazzi romagnoli è un qualcosa che nasce nello stoner ma soprattutto nell’innovativa tradizione di gruppi italiani come i Timoria ed i Ritmo Tribale, anche se il tutto è profondamente frutto del gruppo. I Solaris sono anche un’ottima sintesi di quanto di meglio ci sia stato negli ultimi venti anni in un certo sottobosco musicale italiano. Questo ep è stato appunto ristampato in un’edizione limitata di 200 copie, grazie al buon successo avuto nella prima edizione. L’ascolto infatti è molto piacevole, il suono è ipnotico ed incalzante, come se fosse un trip lisergico in mezzo ad una terra molto calda, e il cantato in italiano valorizza enormemente il tutto. I testi parlano di storie viste attraverso un velo mitico, ma anche una lontananza molto vicina, e hanno bisogno della loro musica per essere capiti. A livello compositivo il lavoro è notevole, e e lo si sente in ogni frangente, e la musica si sposa benissimo con le parole. I Solaris non sono affatto un gruppo comune, questo ep lo grida ed è un’altra prova che a cercarlo abbiamo un underground unico in Italia, solo che a volte è più facile cercare altri prodotti in giro di minore qualità. Dentro questo ep c’è anche tanto sentimento, tanta voglia di vedere il leviatano per capire fino in fondo, senza fermarsi ad apparenze digitali. C’è un gusto di antico in questo disco, di pagano e di forte come l’odore dei boschi. Ascoltateli e fatevi un’idea, non vi stancherete di questo ep.

Tracklist
1.Luna
2.Nottetempo
3.Erode
4.Leviatano
5.Specchio

Line-up
Alberto Casadei
Paride Placuzzi
Lorenzo Bartoli
Alan Casali

SOLARIS – Facebook

Chronic Hate – The Worst Form of Life

I Chronic Hate hanno trovato la formula per risultare personali senza perdersi nei meandri di un sound intricato e fine a sé stesso: il loro death metal è arrembante e convincente nella sua folle e violenta corsa verso la perdizione.

Nell’underground estremo nazionale strisciano nell’ombra creature estreme feroci e malvagie come i Chronic Hate, gruppo veneto attivo dal 2001 e con una lunga gavetta alle spalle fatta di cambi nella line up, concerti in giro per l’Europa dell’est (soprattutto in Polonia) ed un precedente full length (Dawn Of Fury uscito nel 2012), accompagnato da un paio di demo ed un ep.

I Chronic Hate tornano sul mercato con un nuovo lavoro, questo maligno e devastante The Worst Form of Life, album composto da dieci tracce di death metal diretto e senza fronzoli, ben prodotto così da bilanciare perfettamente l’impatto old school ed un’attitudine al passo coi tempi.
Il gruppo non le manda certo a dire, spinge fin da subito sul tasto della concretezza, dimostra che gli anni di esperienza nel sottosuolo estremo non sono passati invano e ci accoglie pieno di odio e malvagità con queste bordate di metallo oscuro e violento, tra growl e scream, ritmiche forsennate e chitarre lancinanti.
The Worst Form of Life non lascia scampo, la sua natura maligna è concentrata e lasciata sfogare in brani di un’urgenza che lascia senza fiato, corse affannose per sfuggire ad un bagno di sangue, veloci passaggi di puro male che trovano nella conclusiva Stato Di Agonia la giusta fine di una caduta nel baratro della follia.
I Chronic Hate hanno trovato la formula per risultare personali senza perdersi nei meandri di un sound intricato e fine a sé stesso: il loro death metal è arrembante e convincente nella sua folle e violenta corsa verso la perdizione.

Tracklist
1.Parasites
2.Toxic Voices
3.Bearer of Disease
4.Abstract Utopia
5.Procreators of Pain
6.Contaminations
7.Repugnance
8.Infected Breeding
9.Choose Your Bullet
10.Stato di Agonia

Line-up
Andrea – Vocals
Daniele – Guitars, Backing Vocals
Marco S. – Bass
Marco C. – Drums

CHRONIC HATE – Facebook