WOLFEN RELOADED

Il video di ‘Frozen’, dall’album “Changing Time” (Volcano Records).

Il video di ‘Frozen’, dall’album “Changing Time” (Volcano Records).

WOLFEN RELOADED will release their new album “Changing Time” on June 22nd via Volcano Records. Today the German rockers have made available another anticipation from the new record with the video for the song “Frozen”. Watch it below.

With a mix of both modern and classic rock influenced by Queensryche, King`s X, Dokken and Van Halen, Wolfen Reloaded is awaited for a coming back to the scenes anticipated now by a great and powerful video. The band that joined the stage with Operation: Mindcrime, Thunder and Bonfire during the years, will headline a great rock show at Rockhause Club in Salzburg on June 16th for the release party of “Changing Time”.

Also check out the lyric video of ‘Amazing’ here: https://www.youtube.com/watch?v=jvCbh-O5fWQ&feature=youtu.be and stream “Promised Land” here: https://www.youtube.com/watch?v=BF05MKfT2r8

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Walkyrya – The Invisible Guest

Thrash metal e groove ancora una volta alleati per dare vita ad un sound potente, incisivo e massiccio: questo risulta in breve quello che troverete in questo quarto lavoro firmato Walkyrya.

I Walkyrya, band in arrivo dalla provincia di Potenza, firmano per Time To Kill Records dopo tre album autoprodotti (il debutto omonimo licenziato nel 2002, The Banished Story uscito nel 2005, ed il precedente End Line datato 2015) e rilasciano il quarto lavoro di una carriera nata sul finire degli anni novanta e caratterizzata da un sound che ad ogni album ha cambiato pelle, arrivando a quello massiccio e pregno di groove di The Invisible Guest.

I “nuovi” Walkyrya suonano un thrash metal che alterna influenze classiche ed ispirazioni moderne, con un growl che a tratti si avvicina per impatto a quello usato nel death, per poi virare su fronti più melodici che non lasciano dubbi sull’impatto e la potenza di questa nuova raccolta di brani ricchi di refrain e chorus dal piglio classico ed attitudine live.
I Walkyrya affrontano il genere di petto, brani come l’opener Black Hills o All The Time ci presentano un quartetto che, senza andare troppo per il sottile, ci travolge con un muro di note dal groove micidiale, non mancando di velocizzare quel tanto che basta le ritmiche per omaggiare il thrash tradizionale.
Evil Clown ed Out Of Brain, altre due bombe lanciate sulle nostre teste dal gruppo, evidenziano le molte influenze che fatte proprie per dare vita a The Invisible Guest, partendo da Testament e Metallica per passare a Black Label Society e Pantera.
Thrash metal e groove ancora una volta alleati per dare vita ad un sound potente, incisivo e massiccio: questo risulta in breve quello che troverete in questo quarto lavoro firmato Walkyrya; non perdete tempo e fatelo vostro, soprattutto se siete amanti delle band che hanno ispirato la band lucana.

Tracklist
1. Black Hills
2. Open Grave
3. All The Time
4. Drive Angry
5. Evil Clown
6. Venom Tears
7. Out Of Brain
8. March Or Die

Line-up
Vince Santopietro – vocals
Federico Caggiano – Guitar, chorus
Arcangelo Larocca – Bass
Tiziano Casale – Drums

WALKYRYA – Facebook

Progenie Terrestre Pura – starCross

I Progenie Terrestre Pura sono un gruppo che, usando il black death metal con venature industrial ed elettroniche, porta verso l’infinito il suo messaggio di angoscia e di incessante esplorazione sia dello spazio profondo che di noi stessi.

Torna uno dei progetti più originali e congrui della scena musicale italiana e non solo con un nuovo ep.

I Progenie Terrestre Pura sono il suono dello spazio e di una razza umana futuristica, o forse è un suono che arriva da una terra come la nostra persa in un multiverso differente dal nostro. Il loro black death cosmico è un qualcosa che colpisce nel profondo, e questo ep starCross è un avanzamento ulteriore della poetica musicale. L’ep si compone di cinque pezzi basati su una storia elaborata da Davide Colladon, deus ex machina dei Progenie Terrestre Pura. Tutto nasce dal fatto che la navicella A.S. Mori segue un segnale lanciato dalla spazio profondo, e l’ep è il racconto di questa esperienza alla maniera di questo fantastico gruppo. Nella loro poetica è centrale il rapporto tra l’uomo e lo spazio, rapporto filtrato dalla tecnologia, che però non riesce ad eliminare l’angoscia dell’uomo lanciato nello spazio profondo, anzi la acuisce. Non c’è gioia od onore nell’andare nello spazio tenebroso, ma solo un’incessante lotta contro i nostri limiti fisici e spirituali, con un’intelligenza che capisce benissimo cosa sta succedendo ma è sopraffatta dalla potenza e dalla pesantezza di ciò che coglie. I Progenie Terrestre Pura sono un gruppo che, usando il black death metal con venature industrial ed elettroniche, porta verso l’infinito il suo messaggio di angoscia e di incessante esplorazione sia dello spazio profondo che di noi stessi. Il trio italiano fa una proposta musicale fuori dalle categorie e dagli schemi, con una poetica ed una potenza musicale che non ha nessun altro. starCross è il primo lavoro in inglese, scelta operata per portare al massimo numero possibile di persone il loro messaggio. Il cantato in italiano, a mio avviso, dava un valore aggiunto, ma è comunque un qualcosa che arriva da una dimensione parallela, non è musica umana ma molto di più. Continua il viaggio nello spazio profondo, e l’arrivo non si chiama salvezza.

Tracklist
1.Chant of Rosha
2.Toward a Distant Moon
3.Twisted Silhouette
4.The Greatest Loss
5.Invocat

Line-up
Davide Colladon – Guitars, Composition
Emanuele Prandoni – Vocals, Lyrics
Fabrizio Sanna – Bass, Production

PROGENIE TERRESTRE PURA – Facebook

Euphoreon – Ends Of The Earth

Primi In Flames e Dark Tranquillity, Children Of Bodom e tanto heavy metal: Ends Of The Earth convince dall’alto di un’ottima alchimia tra la tradizione classica e quella più estrema, con atmosfere incentrate su epiche cavalcate metalliche ed oscure trame estreme.

La scena melodic death metal continua a sfornare album classici, anche se il trend di questi ultimi anni tende a modernizzare il sound, avvicinandolo come impatto al metalcore per renderlo il più americano possibile.

Se questo sia un male o un bene non sta a noi giudicare tra le righe di questo articolo, atto a presentare questo duo formato da Eugen Dodenhoeft (basso, voce, chitarra ritmica e batteria) e Matt Summerville (chitarra solista e voce) che, sotto il monicker Euphoreon, ci fa partecipi di un ottimo esempio di death metal melodico ed heavy, assolutamente focalizzato sul metal più classico ed epico.
Primi In Flames e Dark Tranquillity, Children Of Bodom e tanto heavy metal: Ends Of The Earth convince dall’alto di un’ottima alchimia tra la tradizione classica e quella più estrema, con atmosfere incentrate su epiche cavalcate metalliche ed oscure trame estreme.
Sette lunghi brani vengono attraversati da umori elettrici di natura estrema ed armonie che valorizzano la scalata al monte Fato, epico traguardo che i nostri eroi raggiungono spinti dalla forza di brani come l’opener Euphoria o Zero Below The Sun.
Mirrors, brano top di questo lavoro, vive di umori orchestrali che fanno da tappeto al death/power del duo, così come la notevole Oblivion e il gran finale heavy metal di The Grand Becoming.
La voce non si schioda (fortunatamente) da un growl classico e il sound, nel suo essere estremamente melodico non manca di impatto e potenza, rendendo così Ends Of The Earth un lavoro pienamente riuscito e consigliato agli amanti del death metal melodico di stampo classico.

Tracklist
1.Euphoria
2.Ends of the Earth
3.Zero Below the Sun
4.Mirrors
5.Cravenness
6.Oblivion
7.The Grand Becoming

Line-up
Eugen Dodenhoeft – Bass, Guitars (rhythm+lead), Drums
Matt Summerville – Guitars (lead), Vocals

EUPHOREON – Facebook

Tortharry – Sinister Species

Se vi piace il genere e non ascoltate praticamente altro, i Tortharry sono una band che non tradisce e vi regalerà mezzora abbondante in compagnia del suo death metal d’assalto di scuola Suffocation, Bloodbath e Dying Fetus.

Torna dopo cinque anni dall’ultimo devastante lavoro un nome storico della scena estrema est europea, magari poco conosciuto se non ai fans incalliti del death metal, ma attivo dai primi anni novanta.

Si chiamano Tortharry, sono un terzetto che vede la luce nel 1991, anno in cui rilasciano il primo demo, mentre l’esordio sulla lunga distanza vede la luce tre anni dopo.
E’ il 1994 infatti quando cui la band licenzia When the Memories Are Free, primo di una serie di sette lavori con cui arrivano al 2013, anno di uscita dell’ultimo Follow, predecessore di questo macigno estremo e brutale intitolato Sinister Species.
Niente di clamoroso si intende, ma assolutamente valido sotto l’aspetto dell’impatto che non si attenua per tutta la durata di un’opera che si avvicina al brutal ma mantiene i piedi ben saldi nel death metal old school.
Martin “Lemy” Vacek (basso), Dan “Heatley” Pavlík (chitarra e voce) e Jiří “Panther” Rosa (batteria) il loro mestiere lo sanno fare, su questo non ci sono dubbi, magari peccano nel seguire la stessa formula in ogni brano, ma il genere è questo, i tre musicisti danno l’anima e Sinister Species risulta così il classico lavoro per chi ama il genere e non ascolta praticamente altro.
I Tortharry sono una band che non tradisce e vi regalerà mezzora abbondante in compagnia del suo death metal d’assalto di scuola Suffocation, Bloodbath e Dying Fetus: promossi con sufficienza piena.

Tracklist
1.Intro
2.Odd Man Out
3.False Superiority
4.Crossroads
5.Without a Break
6.By Devil’s Side
7.Self-Sale
8.Perpetual Delay
9.Deceitful Sermons
10.Sinister Species

Line-up
Martin “Lemy” Vacek – Bass, Vocals (backing)
Dan “Heatley” Pavlík – Vocals, Guitars
Jiří “Panther” Rosa – Drums

TORTHARRY – Facebook

Craneium/Black Willows – Split

Licenziato in una splendida versione in vinile bianco e in edizione limitata dall’etichetta genovese, questo ottimo split ci presenta due modi diversi di approcciarsi allo stoner/doom metal, genere che di questi tempi incontra i favori degli appassionati.

Split di spessore marchiato BloodRock Records con due realtà europee che si muovono nel magma sonoro di ispirazione stoner/doom, i finlandesi Craneium e gli svizzeri Black Willows.

Il quartetto di Turku, attivo dal 2011, arriva a questo split dopo un ep, un primo split con i 3rd Trip ed il debutto sulla lunga distanza intitolato Explore The Void, uscito tre anni fa.
La proposta del gruppo è un classico stoner /doom dalle influenze che alternano ispirazioni sabbathiane e rock desertico suonato nella Sky Valley, quindi anni settanta e novanta che si incontrano nel nord Europa per una jam stonata e fumosa, tra chitarroni fuzz e riff hard & heavy.
La band finlandese non risparmia un tocco melodico ed un approccio “statunitense” che lascia sensazioni positivi, anche a chi non è avvezzo alla parte più underground del genere.
Due tracce (Your Law e Try, Fail, Repeat) bastano ai Craneium per convincere ed essere aggiunti alla lunga lista delle band da seguire.
Discorso diverso per Bliss, lungo rituale psichedelico suonato dagli svizzeri Black Willows, formazione di Losanna con due full length alle spalle: il debutto uscito nel 2013, intitolato Haze, e Samsara, secondo lavoro su lunga distanza licenziato un paio di anni fa.
Shamanic rock’n’roll lo chiamano loro, certo è che Bliss risulta una lunga ed inesorabile jam nella quale lentamente la nostra mente abbandona il mondo terreno per confondersi tra la lava doom che il combo lascia scivolare, un denso fiume che nasce dagli strumenti per scendere verso valle bruciata e dall’incedere che ricorda a tratti gli Electric Wizard.
Sicuramente più ostico che quello dei loro colleghi, il sound del gruppo svizzero risulta un potentissimo esempio di doom metal psichedelico, monumentale e dall’impatto sonoro e concettuale notevole.
Licenziato in una splendida versione in vinile bianco e in edizione limitata dall’etichetta genovese, questo ottimo split ci presenta due modi diversi di approcciarsi allo stoner/doom metal, genere che di questi tempi incontra i favori degli appassionati.

Tracklist
Side A
1.Craneium – Your Law
2.Craneium – Try, Fail, Repeat

Side B
3.Black Willows – Bliss

Line-up
Craneium:
Axel Vienonen – Bass, Vocals (track 2)
Joel Kronqvist – Drums
Andreas Kaján – Guitars, Vocals (track 1)
Martin Ahlö – Guitars

Black Willows:
Sacha Ruffieux -Bass
Don Schpak – Drums
Aleister Crowley – Vocals, Guitars

CRANEIUM – Facebook

BLACK WILLOWS – Facebook

GC PROJECT

Il video di Black Rose, dall’album Two Of A Kind.

Il video di Black Rose, dall’album Two Of A Kind.

New Official Video From The Forthcoming Album ‘Two Of A Kind’
GC Project – Black Rose [Official Video]
Taken from the album: Two Of A Kind | 2018
Videomaker: Oscar Serio

Italian prog/fusionists GC Project are back with the first cut from their newly announced forthcoming album Two Of A Kind to be released worldwide via Sliptrick Records on October 16th, 2018. The track is Black Rose and is accompanied with an official video. Here’s how GC Project describes the concept behind the song and visuals; “The video speaks of love in the most absolute sense of the term; the protagonist writes a letter to the person who loves “listening” to the feelings of others, feelings common to all of us, that are felt towards a child, a sister, parents and even a person of the same sex. All these people within the same room, interact with each other without ever talking, but creating a cross-over of feelings, which give way to the protagonist to express his in the letter.”

All the songs and lyrics are on Two Of A Kind are written by Giacomo Calabria and his work is characterized by collaborations with several musicians, to create different sounds, attitude and interplay within the music.

Two Of A Kind | Released October 16th, 2018 on Sliptrick Records

GC Project is:
Giacomo Calabria – Drums

Panchrysia – Dogma

La bontà dell’operato della band fiamminga risiede nel suo mantenere ben in evidenza le radici del genere per poi lasciare che il sound si arricchisca di elementi diversi, facendo sì che al tutto venga impresso un marchio sufficientemente personale.

Dogma è il quinto full length per i belgi Panchrysia, i quali sono in circolazione dall’inizio del secolo in veste di autori di un black metal di buona fattura e dalle frequenti aperture melodiche, senza disdegnare neppure un valido lavoro chitarristico di matrice solista.

In effetti, il genere viene interpretato in maniera piuttosto trasversale, tra pulsioni death, doom e heavy e qualche spinta avanguardista: il risultato che ne scaturisce e però notevole in quanto il tutto avviene in maniera piuttosto fluida e sempre con un occhio attento all’aspetto atmosferico.
La bontà dell’operato della band fiamminga risiede, appunto, nel suo mantenere ben in evidenza le radici del genere per poi lasciare che il sound si arricchisca di elementi diversi, facendo sì che al tutto venga impresso un marchio sufficientemente personale.
All’interno di una scaletta davvero convincente, spicca comunque l’ottimo black doom di Kairos, uno dei brani che maggiormente rende giustizia alle buone doti dei Panchrysia, assieme alla più lunga ed articolata Rats, traccia di chiusura di un album molto valido da parte di una band meritevole, sicuramente, di una maggiore considerazione, detto in senso lato.

Tracklist:
1. Each Against All
2. Salvation
3. Gilgamesh
4. Kairos
5. War with Heaven
6. Never to See the Light Again
7. 28 Steps
8. Rats

Line up:
Dol – Drums
Zahrim – Guitars, Vocals
Web – Guitars
Joris – Bass

PANCHRYSIA – Facebook

THRONE

Il video di “Codex Gigas”, dall’album “Consecrates” (Endless Winter / Black Bow Records).

Il video di “Codex Gigas”, dall’album “Consecrates” (Endless Winter / Black Bow Records).

Gli sludge metallers italiani Throne hanno rilasciato il videoclip ufficiale del brano “Codex Gigas”, contenuto nel loro secondo e ultimo album “Consecrates”, uscito per Endless Winter – Black Bow Records. La band attualmente sta continuando la sua attività live e sta lavorando al nuovo materiale per il prossimo album.

Links:

– FACEBOOK: https://www.facebook.com/thronesludge/

– BANDCAMP: https://thronetheband.bandcamp.com/

– SOUNDCLOUD: https://soundcloud.com/thronesludge

– YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UC2mpK0HL61EIXzDUq1 smf1w

– MAIL: throneitaly@gmail.com

– ENDLESS WINTER: http://endless-winter.org/

– BLACK BOW RECORDS: http://www.blackbowrecords.com/

Credits:
Vocals: Samuele “The King” Benna
Guitar: Mirko “Black Crow” Lavezzini
Guitar: Riccardo “Malos” Carrara
Bass: Enrico “ The Pharmacist” Emanuelli
Drum: Emanuele “The Hurricane” Dughetti

Inyan – A Bitter Relief

Il timbro musicale è molto influenzato dal grunge, linguaggio che non muore mai, al quale si aggiunge un’ottima struttura delle canzoni, che si dipanano dentro l’orecchio dell’ascoltatore, disegnando un racconto in musica.

Gli Inyan arrivano da Legnano e sono un power trio che fa stoner con forti venature grunge e con radici che affondano nel rock pesante.

I nostri sono tre amici che suonavano insieme da tempo per poi separarsi, infine si sono ritrovati per cominciare questa nuova avventura chiamata Inyan nell’aprile del 2011. Lo stoner rock è una materia immensa che si può declinare in varie maniere, e pochi gruppi riescono a trovare una via personale, vuoi per mancanza di fantasia o di bravura compositiva. Gli Inyan impostano tutto sulla loro personale visione della materia, e bisogna dire che spiccano dalla massa. Il loro timbro musicale è molto influenzato dal grunge, linguaggio che non muore mai, al quale si aggiunge un’ottima struttura delle canzoni, che si dipanano dentro l’orecchio dell’ascoltatore, disegnando un racconto in musica. I lombardi non sono particolarmente veloci od incalzanti, perché non ne hanno bisogno, ci sono ripartenze ed accelerazioni, ma mai cose fuori posto, e questa è una delle loro maggiori peculiarità: gli Inyan sono ciò che sono, e non una vuota forma per apparire ciò che in realtà non sono, come fanno molti gruppi. Il disco ha anche una produzione particolare, che mette in risalto il groove così come ogni strumento. La forza di questo gruppo è la sua personalità ed il suono, che esce molto bene dalle casse, in maniera lineare e godibile, per un disco che funzionerà molto bene anche dal vivo.

Tracklist
1.Ain’t No Place
2.Not Afraid
3.Meltin’ Pot
4.Back to Life
5.Don’t Even Matter
6.In This World
7.The Way You Wished
8.My Valentine

Line-up
Simone Cosentini – Vocals & Guitars
Federico Colombo – Bass Guitar
Mirko Bombelli – Drums

INYAN – Facebook

Moanhand – Fawn

L’inizio dell’avventura nel mondo della musica estrema underground è iniziato e per i Moanhand le premesse per fare bene ci sono tutte.

Esordio per questa one man band russa chiamata Moanhand, creatura doom/sludge, black, hardcore metal del giovane musicista e compositore Roman Filatov.

Fawn è un ep di quattro brani che si nutrono di questa manciata di generi estremi creando un particolare sound, un’altalena infernale che oscilla tra lo sludge /doom dell’opener Mark The Plaguehand, con una buona ed evocativa voce pulita, e le sferzate black metal della potentissima Jeweled Claws, brano che continua la ricerca di Filatov della chiave che unisce sludge e black metal.
Con Raptured i toni si fanno ancora più estremi: una devastante sferzata black metal, che ricorda gli act scandinavi, mentre lo strumentale conclusivo Tower Of Dirt solca strade progressive e post hardcore.
Il coraggio non manca di sicuro al musicista russo, Fawn convince anche per la buona produzione che permette di ascoltare perfettamente le varie ispirazioni che Filatov ha assemblato nel sound creato.
L’inizio dell’avventura nel mondo della musica estrema underground è iniziato e le premesse per fare bene ci sono tutte: sicuramente ascoltare un solo brano del lavoro non permette d’avere un quadro preciso del credo musicale dei Moanhand, quindi il consiglio è di ascoltare Fawn in tutta la sua interezza.

Tracklist
1. Mark The Plaguehand
2. Jeweled Claws
3. Raptured
4. Tower Of Dirt (instrumental)

Line-up
Roman Filatov – vocals, guitars, bass

Konstantin Sigua – additional guitars
Nikolay Kirutin – drums on “Tower Of Dirt”

MOANHAND – Facebook

Flynotes – Child in the Woods

C’è ben poco da eccepire su un lavoro che scorre piacevolmente ma, per il quale, la natura esclusivamente strumentale diviene il limite che impedisce una più immediata assimilazione nonché una più duratura permanenza della musica dei Flynotes nella nostra memoria.

Sempre dalla grande madre Russia eccoci altre prese con i Flynotes, terzetto alle prese con un progressive strumentale che porta con sé pregi e difetti derivanti dalla rinuncia alle parti vocali.

Diciamo che gli aspetti positivi, almeno in questo caso, superano di gran lunga quelli negativi, in quanto questi ragazzi ci sanno fare e, soprattutto, non abusano delle loro capacità tecniche bensì le veicolano al meglio per esplorare i diversi territori che vanno a comporre il mondo rock e metal.
Il sound si appoggia molto sul lavoro della chitarra solista, alla quale viene affidato il compito di trasportare l’ascoltatore in un piacevole viaggio che vede i suoi momenti migliori allorché è una psichedelia in quota Ozric Tentacles a prendere il sopravvento (Green Rodeo), ma anche quando vengono messe in evidenza pulsioni più metalliche (Marble) le cose non vanno affatto male.
Per il resto c’è ben poco da eccepire su un lavoro che scorre piacevolmente ma, per il quale, la natura esclusivamente strumentale diviene, come detto, il limite che impedisce una più immediata assimilazione nonché una più duratura permanenza della musica dei Flynotes nella nostra memoria.

Tracklist:
1. Dark Floyd
2. Wolf
3. Green Rodeo
4. Witch
5. Flower Machine
6. Marble
7. Harvest Time
8. Child in the Woods

Line up:
Ilya Rytov – Bass
Natalia Bogulyan – Drums
Roman Komarov – Guitars, Keyboards

FLYNOTES – Facebook

Nebelhorn – Urgewalt

Una lunga intro orchestrale ci invita a fare quattro passi nel mondo antico e fiero di questo polistrumentista tedesco; il sound proposto ricalca i cliché del viking metal, quindi l’album è composto da sette brani tirati, epici e battaglieri, con le classiche cavalcate in cui ritmiche black fanno da struttura al clima guerresco dei brani.

I Nebelhorn sono la one man band del guerriero Wieland, aiutato in questi anni da vari musicisti nel completare le sue opere ma fiero avventuriero solitario tra le foreste delle terre germaniche.

Il progetto, attivo dal 2004, ha visto Nelbelhorn protagonista di un primo ep e due full length prima di prendersi una lunga pausa e tornare dopo undici anni con il nuovo album intitolato Urgewalt.
Una lunga intro orchestrale ci invita a fare quattro passi nel mondo antico e fiero di questo polistrumentista tedesco; il sound proposto ricalca i cliché del viking metal, quindi l’album è composto da sette brani tirati, epici e battaglieri, con le classiche cavalcate in cui ritmiche black fanno da struttura al clima guerresco dei brani.
Cantato rigorosamente in lingua madre, Urgewalt è il classico lavoro ben fatto e stimolante per gli amanti del genere.
Boschi imbiancati sporcati dal sangue dei soldati, capanne di villaggi bruciate sulla riva di torrenti cristallini dove i cadaveri vengono portati a valle dalla corrente, erba schiacciata dal peso delle armature e spade spezzate conficcate nel pesanti scudi, sono le immagini che evocano brani metallici ed epici come la title track, Ägirs Zorn o la furia estrema sprigionata da Muspellheim .
Le influenze sono quelle dei soliti gruppi storici a cui tutti si ispirano in quest’ambito, Bathory in testa, e  l’album scorre piacevole senza grossi colpi di scena, ma mantenendo comunque una buona qualità, con Wieland e la sua creatura che non mancheranno di soddisfare la voglia di sangue e battaglie epiche degli amanti del viking metal d’assalto.

Tracklist
1.Auf Bifrösts Rücken
2.Urgewalt
3.Ägirs Zorn
4.Wilde Jagd
5.Muspellheim
6.Auf neue Lande
7.Funkenflug
8.Freyhall

Line-up
Wieland – All Instruments

NEBELHORN – Facebook