Lizzies – On Thin Ice

Le ragazze spagnole non si lasciano attrarre da soluzioni moderne e guardano invece ad un passato glorioso per il rock al femminile, fatto e scritto da gentaglia come le Runaways o le Girlschool.

Hard & heavy sanguigno e verace, non così moderno come quelli di molte band attuali, ma con un piedino ben saldo nel metal/rock di matrice ottantiana.

Le Lizzies da Madrid licenziano il secondo lavoro sulla lunga distanza, successore di Good Luck uscito un paio di anni fa sempre per The Sign Records, con il loro hard rock che non disdegna impennate heavy e ritmiche rock’n’roll e che ha nella sua anima vintage l’arma in più per risultare personale, in una scena nella quale i gruppi del genere finiscono inesorabilmente nella trappola dell’alternative.
Nulla di tutto ciò capita alle ragazze spagnole, che non si lasciano attrarre da soluzioni moderne e guardano invece ad un passato glorioso per il rock al femminile, fatto e scritto da gentaglia come le Runaways o le Girlschool.
Diretto come un pugno in pieno volto, il sound di On Thin Ice risulta quindi più verace e senza fronzoli rispetto al passato: le Lizzies puntano ad un approccio che rivela un’urgenza espressiva più accentuata rispetto al passato ed il sound ci guadagna non poco, trovando la perfetta dimensione per il sound delle quattro rockers .
La band ruggisce per quaranta minuti, i brani si susseguono tra sferragliante rock e poche ma potenti sfumature metal, le chitarre urlano tra solos e ritmiche adrenaliniche in un lotto che, partendo dall’opener Like An Animal, non concede tregua.
Le icone del rock al femminile si uniscono a Thin Lizzy, ed in parte Motorhead, nel imprimere il loro marchio su un ipervitaminico lavoro, nel quale il singolo Final Sentence è solo uno dei candelotti di dinamite lanciati dalle Lizzies sulle vostre teste: attenti al botto e ai danni collaterali.

Tracklist
1.Like An Animal
2.No Law City
3.I’m Paranoid
4.Playing With Death
5.Real Fighter
6.Talk Shit And Get Hit
7.Final Sentence
8.Rosa María
9.World Eyes On Me
10.Love Is Hard
11.The Crown

Line-up
Elena – Vocals
Patricia – Guitars
Marina – Bass

LIZZIES – Facebook

Faction Senestre – Civilisation

Un rumorismo dronico e industriale fa da tappeto sonoro a testi declamati in lingua madre, invero molto interessanti per la loro feroce quanto esplicita critica della modernità: questo chiaramente rende il tutto affascinante quanto dannatamente ostico.

Faction Senestre è un progetto di nuovo conio formato da membri di band di un certo spicco della scena francese come Still Volk, Rosa Crux, Malhkebre e Sektarism.

Quello che ne scaturisce è un brano sperimentale della durata di oltre 20 minuti, suddiviso in quattro parti, che mette sicuramente a dura prova l’apertura mentale dell’ascoltatore medio.
Un rumorismo dronico e industriale fa da tappeto sonoro a testi declamati in lingua madre, invero molto interessanti per la loro feroce quanto esplicita critica della modernità: questo chiaramente rende il tutto affascinante quanto dannatamente ostico.
Resta il fatto che questi musicisti transalpini sanno il fatto loro e, pur scendendo su un terreno molto scivoloso, riescono a mettere in scena una riproduzione credibile di sonorità avanguardiste per quanto, ovviamente, Civilisation si vada a collocare decisamente al di fuori di quelli che sono i normali ascolti.
Difficile quindi affibbiare all’operato dei Faction Senestre le semplicistiche etichette di bello o brutto: tutto dipende dal tipo di approccio, dalla sensibilità e dal desiderio di farsi scuotere che ciascuno possiede; detto ciò, personalmente trovo Civilisation un’opera di un certo spessore, musicalmente e concettualmente, il che desta quindi una certa curiosità nei confronti di eventuali prossimi sviluppi di questo progetto.
Ta civilisation est en péril, je le prédis et tu t’enfuis

Tracklist:
1. Ta Civilisation

Hanzel Und Gretyl – Satanik Germanik

Satanik Germanik è un album non imprescindibile ma senz’altro gradevole, costellato di buone intuizioni ritmiche e melodiche: basta ed avanza per ascoltarlo con un certo interesse.

In auge fin dagli anni novanta, gli Hanzel Und Gretyl, nonostante esibiscano un monicker, i titoli degli album e, in genere, un immaginario che riporta alla Germania, sono in realtà un duo newyorchese composto da Kaizer Von Loopy e Vas Kallas.

Anche le sonorità prescelte, sotto forma di un industrial elettronico (specialmente nella prima fase della carriera), ha reso la coppia decisamente contigua a sonorità tipicamente teutoniche, portandola a supportare nei tour americani i colossi germanici Rammstein, oltre a Marylin Manson e i Prong.
Con un tale pedigree era difficile attendersi dagli Hanzel Und Gretyl un album deludente, specialmente se si hanno nelle corde certe sonorità marziali, a tratti volutamente becere ed eccessive nonché intrise di un particolare senso dell’humour.
Satanik Germanik, ottavo full length della discografia, prosegue dunque sulla falsariga del precedente Black Forest Metal, che aveva già visto un indurimento in direzione metallica del sound e va detto che questa ibridazione si rivela davvero efficace.
Ogni brano è connotato da un groove spesso irresistibile e, anche quando i ritmi si rallentano parzialmente, ne scaturiscono cose notevoli, come I Am Bad Luck, condotta dalla lasciva interpretazione di Vas Kallas.
A fare da contraltare arriva puntualmente la successiva Trinken mit der Kaizer (Die Bierz from Hell), dai riff squadrati di scuola rammsteiniana, episodio trascinante quanto antitetico ad ogni idea di raffinatezza musicale.
In generale, però, la bravura nel trattare la materia in modo tale da renderla credibile, esibita da questi collaudati musicisti, rende la raccolta una buona occasione di rifarsi le orecchie per coloro ai quali mancano dannatamente Lindemann e soci, senza dimenticare spunti provenienti dai migliori Manson, Rob Zombie o Ministry, il tutto condito in salsa germanica meglio di quanto saprebbero fare le stesse band autoctcone.
Se il rischio di scadere nel kitsch fine a sé stesso è molto alto, gli Hanzel Und Gretyl lo scongiurano brillantemente grazie ad un’attenzione alla forma canzone che rende ogni episodio degno d’attenzione, con menzione particolare per i più riusciti e coinvolgenti Black Six Order, Weisseswald e Hellfire und Grimmstone, oltre alle tracce di apertura e di chiusura, Golden Dammerung e Kinamreg Kinatas, che sono di fatto lo stesso brano basato su canti simil-gregoriani poggiat,i nel primo caso, su una base elettronica e, nel secondo, scossi invece da un più pesante riffing.
Satanik Germanik è un album non imprescindibile ma senz’altro gradevole, costellato di buone intuizioni ritmiche e melodiche: basta ed avanza per ascoltarlo con un certo interesse.

Tracklist:
1. Golden Dammerung
2. We Rise as Demons
3. Black Six Order
4. Weisseswald
5. I Am Bad Luck
6. Trinken mit der Kaizer (Die Bierz from Hell)
7. Hellfire und Grimmstone
8. Sonnenkreuz
9. Unter alles
10. 13 Moons
11. Kinamreg Kinatas

Line-up:
Kaizer Von Loopy – Guitars, Programming, Vocals
Vas Kallas – Vocals, Bass

HANZEL UND GRETYL – Facebook

KADAVAR

Il video di ‘You Found The Best In Me’, dall’album dal vivo “Live in Copenhagen” in uscita a novembre (Nuclear Blast).

Il video di ‘You Found The Best In Me’, dall’album “Rough Times” (Nuclear Blast).

I rocker berlinesi KADAVAR hanno annunciato la pubblicazione del nuovo album dal vivo “Live in Copenhagen”, contenente il concerto tenutosi nella capitale danese, al Pumpehuset, a novembre 2017, in occasione del tour di supporto dell’ultimo disco in studio “Rough Times”.

“Live in Copenhagen” sarà disponibile come bonus CD della tour edition di “Rough Times” e in vinile. L’uscita è fissata per il 12 ottobre 2018 su Nuclear Blast.

I pre-ordini sono attivi: http://www.nuclearblast.com/kadavar-roughtimeste

Tracklist:
“Rough Times” tour edition bonus CD
1. Skeleton Blues
2. Doomsday Machine
3. Pale Blue Eyes
4. Into The Wormhole
5. The Old Man
6. Die Baby Die
7. Black Sun
8. Living In Your Head
9. Into The Night
10. Forgotten Past
11. Tibulation Nation
12. Purple Sage

“Live in Copenhagen” Vinile
1. Skeleton Blues
2. Doomsday Machine
3. Pale Blue Eyes
4. Into The Wormhole
5. The Old Man
6. Die Baby Die
7. Black Sun
8. Living In Your Head
9. Into The Night
10. Forgotten Past
11. Tibulation Nation
12. Purple Sage
13. All Our Thoughts
14. Come Back Life

www.kadavar.com
www.facebook.com/kadavarofficial
www.nuclearblast.de/kadavar

Psychotomy – Aphotik

Aphotik dimostra come non bisogna andare troppo distante dai confini nazionali per ascoltare death metal classico di ottimo livello: gli Psychotomy offrono un album potente, purulento e devastante degno delle band migliori del genere.

Una mazzata niente male questo nuovo lavoro degli Psychotomy, band veneta attiva da otto anni e con due lavori alle spalle, l’ep Transcend the Absolution del 2012 ed il primo full length licenziato nel 2015 ed intitolato Antinomia.

Il trio proveniente dal nord est italico veneto ci travolge con il suo dissonante metal estremo: Aphotik risulta infatti un muro sonoro invalicabile a base di death metal old school, con le sue influenze bel delineate, ma con una forza espressiva che convince già dalle prime battute.
Dalla prima note dell’opener Towards the Pillars of Chaos/Kenosis ci si imbatte in un unico e devastante ammasso di carne putrescente, l’album non concede pause, i rallentamenti si alternano con sfuriate estreme, riff per nulla scontati formano altissimi ed impenetrabili muri di note estreme valorizzati da un songwriting di ottimo livello.
Una quarantina di minuti è la durata perfetta per seguire senza distrarsi la musica offerta da autentici e penetranti esempi di death metal di scuola Incantation/Immolation come Evidence Of Tyranny, Blood Red Kvlt, o la monumentale Ascent Through Malevolent.
Aphotik dimostra come non bisogna andare troppo distante dai confini nazionali per ascoltare death metal classico di ottimo livello: gli Psychotomy offrono un album potente, purulento e devastante degno delle band migliori del genere.

Tracklist
1.Towards the Pillars of Chaos/Kenosis
2.Evidence of Tyranny
3.Witness of Void
4.Blasphemous Inception
5.Blood Red Kvlt
6.Ascent Through Malevolence
7.Conjuring the Abyss
8.Beyond the Eternal Omega
9.Lethe

Line-up
L.D.R – Guitars & Vocals
I.B. – Guitars
M.V. – Drums

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