Vengeance Rising – Human Sacrifice-30 Anniversary

La Roxx Records, con questa nuova uscita, riporta alla luce un album epocale per tutto il movimento cristiano: Human Sacrifice, musicalmente parlando, risulta infatti impedibile per qualsiasi fans del thrash metal classico.

Prima come Vengeance e poi come Vengeance Rising, questa band statunitense licenziò il suo primo album, Human Sacrifice, ora ripubblicato dalla Roxx Records per il suo trentesimo anniversario.

Tra i gruppi più radicali ed estremi di tutta la scena cristiana, il quintetto californiano diede alle stampe un album thrash metal di matrice Bay Area ispirato dalle solite band della storica scena anni ottanta, uscito nel 1988 ma ancora in tempo per arrivare alle orecchie dei metalheads prima dell’invasione alternative e crossover del decennio successivo.
Nel 2010, HM ha giudicato Human Sacrifice come il miglior album di musica cristiana di tutti i tempi nella sua classifica Top 100, proprio per la sua inclinazione estrema, mentre i testi erano incentrati sulla figura del Cristo, dalla sua incarnazione alla seconda venuta.
Human Sacrifice, From The Dead, Burn, White Throne formano un compatto pezzo di granito metallico, con l’ultima traccia che spicca come miglior episodio dell’intero lavoro.
La band diede alle stampe altri tre lavori sulla lunga distanza fino al 1992, poi lo scioglimento e qualche riedizione in formato compilation fino al 1998.
La Roxx Records, con questa nuova uscita, riporta alla luce un album epocale per tutto il movimento cristiano: Human Sacrifice, musicalmente parlando, risulta infatti impedibile per qualsiasi fans del thrash metal classico.

Tracklist
1.Human Sacrifice
2.Burn
3.Mulligan’s Stew
4.Receive Him
5.I Love Hating Evil
6.Fatal Delay
7.White Throne
8.Salvation
9.From the Dead
10.Ascension
11.He Is God
12.Fill This Place with Blood
13.Beheaded

Line-up
Roger Martinez – Vocals
Larry Farkas – Guitars
Doug Thieme – Guitars
Roger Dale Martin – Bass
Glen Mancaruso – Drums

VENGEANCE RISING – Facebook

Heart Of Jordan – Heart Of Jordan

Heart Of Jordan è un album che, nel calderone dell’alternative metal moderno, riesce a strappare un sorriso, per l’effettivo impatto e per le ottime melodie che caratterizzano i vari brani.

Il debutto degli Heart of Jordan arriva sul mercato in regime di autoproduzione, ma i cinque musicisti del Michigan non avranno grosse difficoltà a trovare un label disposta a prendersi cura di questo buon esordio omonimo fondato su un mix tra alternative metal, hard rock moderno ed irruenza core.

Preceduto dal singolo Deny, l’album irrompe sul mercato underground con le carte in regola per non passare inosservato, grazie ad un buon impatto, potente e ricco di groove e ad un’attitudine melodica che accresce di molto l’appeal di questi dieci brani firmati Heart Of Jordan.
Aperto dall’incendiaria Throne Alone, l’opera scorre che è un piacere tra i cliché del genere, non brillando quindi per originalità ma lasciando comunque ottime sensazioni.
Enorme è la prova vocale del singer Preston Mailand, una iena nelle parti estreme (growl e scream) e dotato di una voce pulita davvero coinvolgente e dal mood radiofonico, assecondato da un gruppo di musicisti perfetti nel seguire le orme dei gruppi più famosi che del genere sono i portabandiera (Killswitch Engage, Bullet for my Valentine).
Echi di Soil e di altre realtà provenienti dall’alternative metal del secolo scorso fanno capolino tra i vari brani, tra i quali segnalo, oltre all’opener, la devastante No Escape, il singolo strappa consensi Deny, e Echoes Still Remain, hard rock moderno tra groove, core e melodie e perfetto esempio del credo musicale del gruppo statunitense.
Heart Of Jordan risulta così un album che, nel calderone dell’alternative metal moderno, riesce a strappare un sorriso, per l’effettivo impatto e per le ottime melodie che caratterizzano i vari brani.

Tracklist
1.Throne Alone
2.Shade
3.No Escape
4.Schizo
5.Deny
6.Eye
7.Your Vengeance
8.Deaf Ears
9.Echoes Still Remain
10.Enslaved

Line-up
Preston Mailand – Vocals
Eric TenEyck – Guitar
Elijah White – Guitar
Daniel Ray Fell Jr. – Bass
Andrew Everett – Drums
URL Facebook

HEART OF JORDAN – Facebook

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL – THIS VOID INSIDE

Grazie alla reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni domenica alle 21.00 su Witch Web Radio.
Questa volta tocca ai romani This Void Inside.

MC Stasera ospiti i This Void Inside: con noi il portavoce della band, il chitarrista Frank Marrelli.
Partiamo dalla genesi della band. Vi formate nel 2003. Avete iniziato immediatamente a comporre musica originale? Quali sono le vostre precedenti esperienze nellla sfera underground?

FM Sostanzialmente Dave, che cantava nei My Sixth Shadow, ha fondato inizialmente i This Void Inside come un solo project; nel corso degli anni questo progetto si è trasformato in una vera e propria band che nel 2008 ha pubblicato il suo primo album Dust. Della formazione di quel periodo sono rimasti solo Dave e Saji (la bassista); dopo un lungo silenzio Dave ha arruolato me e Alberto alle chitarre e Simone alla batteria e abbiamo pubblicato il nuovo album, My Second Birth/My Only Death, tramite Agoge Records. Tutti noi avevamo esperienze nell’underground in ambiti legati al rock o al metal, ma sarebbe lungo elencarle tutte.

MC Il vostro genere musicale è stato definito gothic rock: ci sono band a cui fate riferimento, rappresentando per voi dei punti fermi?

FM Il compositore della band è Dave, sia a livello di testi che di musica, e posso dirti che ascolta veramente tanti gruppi diversi, da Bon Jovi ai Cradle Of Filth, passando per gli Him e i Depeche Mode, quindi penso che abbia condensato tutte le sue influenze in uno stile personale che poi per qualche motivo suona abbastanza gothic. Attualmente, forse, quello che ascolta più dark wave o gothic in senso stretto sono forse io, ma sostanzialmente tendo a contribuire a livello compositivo più in sede di arrangiamento.

MC Siete già al vostro secondo album: My Second Birth/My Only Death è uscito in digitale a luglio, e a settembre ha raggiunto il 36° posto nella chart italiana di alternative rock su iTunes.
A breve uscirà in formato fisico per la Agoge Records. Ci parlate di questo disco?

FM My Second Birth.. è stato un disco dalla lunga genesi e piuttosto lungo come durata, essendo composto da ben quattordici brani. Dave è uno scrittore molto prolifico, quindi il lavoro più duro è stato scegliere tra oltre quaranta brani per i quali aveva fatto delle demo. A termine delle registrazioni il lavoro ha subito diversi processi di missaggio e mastering. Ritengo sia un disco molto valido, soprattutto nella misura in cui credo che sia fruibile e apprezzabile anche da ascoltatori non avvezzi necessariamente all’ascolto del gothic rock o del gothic metal. Benché mantenga uno stile riconoscibile, My Second Birth… contiene diverse sfaccettature che di volta in volta possono strizzare l’occhio anche al pop e a situazioni più commerciali.

MC Com’è nata l’attuale collaborazione con la Agoge Records?

FM Avevo conosciuto Gianmarco Bellumori (il boss dell’ Agoge Records) tramite alcuni gruppi con i quali aveva lavorato in passato: a seguito di uno scambio di mail e di chiacchiere via telefono si è dimostrato interessato alla band, noi da parte nostra lo abbiamo trovato una persona ottima sia dal punto di vista professionale che umano, quindi eccoci qua.

MC Soprattutto in Italia, ci sono molte difficoltà per le le band underground ed è molto difficile affermarsi. Ci sono stati momenti che vi hanno messo a dura prova e come li avete superati? Che cosa consigliereste alle band che cercano di farsi spazio in questo panorama musicale?

FM Non ho grandi consigli, i problemi ci sono, ci sono stati e probabilmente ci saranno. Personalmente non li abbiamo superati, ma tendo a non lamentarmi in pubblico, potrei raccontare al riguardo talmente tante storie che finirei tra un anno, quindi diciamo che in maniera molto signorile preferisco tacere. Quello che posso dire o consigliare, per quel che vale, è di non accettare qualsiasi tipo di situazione pur di suonare, soprattutto dal vivo. Ritengo che una volta che inizi a suonare a qualsiasi condizione poi sia difficile tornare indietro.

MC Si parla spesso di supporto e molto di questo sostegno è dato dai fans. Che rapporto avete con il pubblico che vi segue?

FM Per fortuna abbiamo dei fans piuttosto affezionati che ci scrivono costantemente, principalmente dall’estero. Da parte nostra cerchiamo di essere sempre disponibili.

MC Quali sono i vostri progetti futuri?

FM Dovremmo partecipare ad una compilation allegata ad un libro sui Kiss di prossima pubblicazione e, a breve, registreremo anche un nuovo singolo principalmente destinato alle radio, anche questa sarà una cover della quale per ora non stiamo dando ulteriori dettagli. Io, personalmente, di recente ho collaborato alla colonna sonora di Go Home – A Casa Loro, un film horror in concorso alla Festa del Cinema di Roma, dove anche Saji recita in una piccola parte.

MC Sono previsti dei live per supportare il nuovo album? Avete delle date da riferire ai nostri ascoltatori?

FM Stiamo valutando alcune opzioni, ma come dicevo sopra, vista la nostra tendenza a non suonare ad alcune condizioni non posso darti purtroppo ulteriori dettagli.

MC Dove i nostri ascoltatori possono seguirvi?

FM La maniera migliore per restare in contatto con noi è seguirci su Facebook o, in alternativa sul nostro sito, che per ovvi motivi però è meno tempestivo di FB nel comunicare eventuali novità, e su Instagram.

Sinnrs – Profound

Il nome dei Sinnrs, con un esordio di tale spessore, si rivela del tutto degno di essere affiancato a quelli delle band guida del settore.

L’esordio dei danesi Sinnrs avviene con un album che fin dal titolo appare come una dichiarazione di intenti.

Profound è, infatti, un album che di sicuro non scorre leggiadro senza lasciare taccia: il black death di matrice centro europea (il fatto che la registrazione del disco sia avvenuta presso i polacchi Hertz Studios forse non è casuale) è incisivo e asfissiante ma, allo stesso tempo, connotato da repentine aperture atmosferiche.
Un bellissimo brano come Lift My Bones si rivela emblematico in tal senso, allorché una furiosa prima parte lascia spazio ad eleganti orchestrazioni prima di ripartire verso un esemplare finale nel corso del quale le due anime si fondono alla perfezione.
I due misteriosi musicisti nordici non sono dei neofiti perché, a giudicare dalla riuscita di Profound, è quasi certo che dietro ai due nickname e alle figure incappucciate si celino musicisti già attivi da tempo nella scena: ciò che stupisce positivamente è la capacità di rendere quanto mai sferzanti le parti estreme e, allo stesso tempo, solenni e malinconiche quelle orchestrali, realizzando quello che appare più un perfetto connubio che non una dicotomia.
Il lavoro tiene agganciato l’ascoltatore fino al termine, crescendo ad ogni passaggio e regalando qualche altra perla come No Promise To Mankind: il nome dei Sinnrs, con un esordio di tale spessore, si rivela del tutto degno di essere affiancato a quelli delle band guida del settore.

Tracklist:
01. Nihil
02. To Derive Eden’s Flame
03. The Storm of I
04. Lift My Bones
05. Renowned Praetorians
06. No Promise to Mankind
07. It Calls Me
08. Et Sic Incipit
09. Watch Her Soul Burn
10. Commemorate None

Line-up:
Nero: Guitar, Vocals, Orchestrals
Maestus: Drums

SINNRS – Facebook

Noise Trail Immersion – Symbology Of Shelter

La musica dei Noise Trail Immersion è narrazione essa stessa, e il disco ha le bellissime stimmate del lavoro disperato e quasi perfetto, uno specchio sonico nel quale tuffarci per raggiungere un qualcosa che altrimenti è irraggiungibile.

L’intento dei Noise Trail Immersion per questo disco è assai ambizioso, infatti il gruppo italiano ha affermato che intende unire il black metal con il mathcore ed aggiungere qualcosa del post metal.

Obiettivo non da poco, ma che viene raggiunto pienamente con Symbology Of Shelter. Ascoltando questo disco si riverserà su di voi un fiume magmatico di lava incandescente, un nero incendio che tutto devasta, e dopo il suo passaggio nulla sarà come prima. La profondità del successore del bellissimo Womb del 2016, che aveva posto il gruppo sulla mappa, è molto vasta e il risultato va ben oltre rispetto agli intendimenti del gruppo. Come ogni processo portato avanti da un insieme di persone appassionate e competenti, la materia si impossessa dei creatori e prende vita propria crescendo: il risultato è una canzone di 43 minuti divisa in sette tracce, che tratta del processo interiore che è in ognuno di noi, una dura lotta che non finisce mai, ma che è anche quella che ci permette di non soccombere a noi stessi. Infatti il disco uscirà non a caso il due novembre, data altamente simbolica. Il gruppo torinese vi conduce per mano in un vortice fatto di violenza e disperazione, assenza totale di speranza, la luce c’è ma viene inghiottita dalle tenebre. Una delle tante notevoli peculiarità del gruppo torinese è la capacità di creare la tempesta perfetta della musica pesante, con momenti simili a quelli dei Converge ma andando oltre, in una sospensione spazio temporale con gli strumenti che impazziscono e noi non loro. La musica dei Noise Trail Immersion è narrazione essa stessa, e il disco ha le bellissime stimmate del lavoro disperato e quasi perfetto, uno specchio sonico nel quale tuffarci per raggiungere un qualcosa che altrimenti è irraggiungibile. Symbology Of Shelter è un album dalla grande potenza, un’evocazione del nero che è dentro di noi, ma del quale non possiamo fare a meno. La maturazione del gruppo piemontese è continua e lo sta portando a vette molto alte, dove vengono raggiunti momenti di disperata gioia e saturazione del suono.

Tracklist
1.Mirroring
2.Repulsion and Escapism I
3.Repulsion and Escapism II
4.Acrimonious
5.The Empty Earth I
6.The Empty Earth II
7.Symbology of Shelter

Line-up
Fabio – vox
Nebil – guitar
Daniele – guitar
Lorenzo – bass
Paolo – drums

NOISE TRAIL IMMERSION – Facebook

NEUROMANT

Il video di Useless, dall’album in uscita nel 2019 per Sliptrick Records.

Il video di Useless, dall’album in uscita nel 2019 per Sliptrick Records.

NEUROMANT Announce Dates With God Is An Astronaut And New Promo Video
Electro alternative rock group Neuromant have announced 2 shows in November with the always great God Is An Astronaut. The band have also released the first music from their (as yet untitled) forthcoming album, due out on Sliptrick Records early next year. The track is entitled Useless, a brooding, pulsating introduction to their sound.

Dates with God Is An Astronaut:
20.11 | Fest Republic Club | L’viv, UKR
21.11 | Atlas | Kiev, UKR

Neuromant – Useless (Promo Video)
Directed by Tommaso Montagnoli (Dromo Studio)
Recorded and mixed by Urban Recordings

Concept: “Useless is a criticism of the music market saturated with both influential and non-influential characters, it is a critique of the static nature of the musical world that stagnates in the mechanism that it has created. The term “Useless” refers to the uselessness of the path that most artists now perform, breaking into the market quickly and leaving the scene as quickly, without having, in the middle, contributed minimally to an artistic enrichment, if not purely cheap.”

History: “The track was written entirely by us, it was a very laborious and controversial writing, we tried to come into conflict with ourselves to achieve this result. The piece is full of irony because, from the writing, it contradicts our “musical ideal” of “alternativity”: the text is provocative and alienating, but it rests on an almost “standard” musical base, falling into rhythmic patterns and melodic commons and that make it before a song, a paradox. It is the “simplest” piece of our album, but despite this it is the piece that has spent more time writing.”

Neuromant are:
Diego Narcisi – Vocals/Guitar
Davide Narcisi – Keyboards
Riccardo Pinchi – Bass

Band links:
Official Website
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