INFINITA SYMPHONIA

Il video di “Never Forget”, dall’album “Liberation” in uscita a dicembre (My Kingdom Music).

Il video di “Never Forget”, dall’album “Liberation” in uscita a dicembre (My Kingdom Music).

Power Progressive Metallers INFINITA SYMPHONIA reveal the first song from their upcoming 3rd full-length album “Liberation” with a great official video for “Never Forget” – https://youtu.be/_x36tjHOjjo – in which the singer Luca Micioni duets with the great RALF SCHEEPERS from PRIMAL FEAR.

The video, filmed and edited by Federico Toraldo, offers a picture of INFINITA SYMPHONIA’s actual sound made of melodic Power Metal with their typical powerful and catchy essence.
“Liberation” will be released on December 7th, 2018 through My Kingdom Music on digipak and digital format.

INFINITA SYMPHONIA is finally back!

You can pre-order the CD at: http://smarturl.it/INFINITA-CD

Official sites:
– MY KINGDOM MUSIC: www.mykingdommusic.net *
www.facebook.com/mykingdommusic.label
– INFINITA SYMPHONIA: www.facebook.com/InfinitaSymphonia

Track listing:
1. Hope
2. The Time Has Come
3. Never Forget
4. How Do You Feel?
5. Coma
6. A Silent Hero
7. Be Wise Or Be Fool
8. A New One
9. Don’t Fall Asleep Again
10. Liberation
11. Q & A

The album is recorded and mixed by Claudio e Flavio Zampa at Impronte Records and mastered by Simone Mularoni at Domination Studios

Γνόφος – Κατάνυξη

Superando così ogni possibile preconcetto derivante dal contenuto lirico, quello che ci si spalanca davanti è un album che non ha nulla da invidiare al black metal concettualmente più canonico, poichè inanella una serie di brani perfetti per esecuzione ed equilibrio tra componente estrema e melodia.

I greci Γνόφος (Gnophos, in italiano oscurità), all’esordio con Κατάνυξη (Katanixi, devozione), propongono un black metal dalle tematiche religiose, evento decisamente anomalo anche se non sono senz’altro i primi a farlo.

Inutile sottolineare pertanto come in effetti ciò appaia una contraddizione in termini, soprattutto per il fatto che il genere racchiude per sua definizione una visione dell’esistenza quanto mai negativa e misantropica, aspetti che per loro natura sono in evidente antitesi a qualsiasi forma di culto tradizionale (nello specifico trattasi di quello cristiano ortodosso).
Per cui, se passiamo ad esaminare ciò che in definitiva più ci interessa, ovvero il contenuto musicale, non si si può fare a meno di constatare come i Γνόφος siano stati in grado di esibire un black metal di assoluta qualità, sicuramente non innovativi ma ben suonato ed efficace nel suo incedere incalzante e sempre intriso di una consuete quanto oscura componente melodica.
Superando così ogni possibile preconcetto derivante dal contenuto lirico (invero non proprio di immediata fruibilità alla luce dei testi in greco antico), quello che ci si spalanca davanti è un album che non ha nulla da invidiare al black metal concettualmente più canonico, poiché inanella una serie di brani perfetti per esecuzione ed equilibrio tra componente estrema e melodia. Non so quanto sia effettivamente positivo il messaggio che questi ottimi musicisti ateniesi vogliono veicolare, fatto sta che una tale intensità e l’incombente senso di opprimente oscurità sono un qualcosa scaturito ben di rado anche quando chi componeva lo faceva con ben altra “Katanixi”, in qualche angusto scantinato di Bergen.
Sette brani da godersi senza filtri di alcun genere, con un ottavo, lo strumentale Άλφα και Ωμέγα (Alpha and Omega) che è un’autentica meraviglia per orecchie abituate all’ascolto di questo genere che, da qualsiasi punto di vista lo si voglia osservare, non finisce mai di sorprendere.

Tracklist:
1. Γνόφος (Darkness)
2. Φως (Light)
3. Η Ημέρα της Κρίσεως (Judgement Day)
4. Λόγος (Logos)
5. Ο Παλαιός των Ημερών (Ancient of Days)
6. Ο Ων (He Who Is)
7. Ο Μέγας Αρχιερεύς (The Great High Priest)
8. Άλφα και Ωμέγα (Alpha and Omega)

Thrombus – Mental Turmoil

La Caverna Records, label sudamericana specializzata in metal estremo, ristampa il primo ed unico album dei Thrombus, band americana nata nel 1991, periodo d’oro per il death metal tradizionale, che purtroppo ha avuto vita breve lasciando in eredità solo Mental Turmoil, risalente al 1993.

Ancora storie di metal estremo che arrivano a noi da ogni parte del mondo: del resto l’underground riserva sempre piacevoli sorprese a chi si dedica con passione al supporto e alla divulgazione delle scene e generi che compongono l’universo metal.

La Caverna Records, label sudamericana specializzata in metal estremo, ristampa il primo ed unico album dei Thrombus, band americana nata nel 1991, periodo d’oro per il death metal tradizionale, che purtroppo ha avuto vita breve lasciando in eredità solo Mental Turmoil, risalente al 1993.
Il gruppo dell’ Oregon aveva concentrato i suoi sforzi in questi ventitré minuti di death metal rabbioso, in pieno stile americano tra primi Obituary, Massacre e Slayer: un sound viscerale, valorizzato da un ottimo approccio in fase ritmica e buoni solos che ricamavano brani diretti come l’opener From Beyond, brano top di Mental Turmoil e, a seguire la title track, un diretto al volto death/thrash che dettava le coordinate per gli altri brani presenti.
Il sound seguiva la scia dei pionieri del genere sviluppatosi sul finire degli anni ottanta, così come la produzione, ma anche nel suo risultare datato, almeno per i nostri giorni, non manca di affascinare.
La band risulta ormai sciolta da più di vent’anni, ma l’album è sicuramente una chicca per il collezionisti e gli amanti di queste proposte.

Tracklist
1. From Beyond
2. Mental Turmoil
3. Fetid Mass
4. Structured
5. Embolic Infarction
6. What a Wast

Line-up
Mike Brown – Guitars, Vocals
Isamu Sato – Guitars
Karl Fowler – Drums, Vocals
Darren Baker – Bass

Holocausto Em Chamas – לָשׁוֹן הַקֹּדֶשׁ

Le composizioni sono di maggiore respiro rispetto alle precedenti, si compie un ulteriore passo in avanti senza mai abbandonare le proprie peculiarità, per un lavoro che è fondamentale per chi ama la scena black metal portoghese e per chi vuole una musica dall’anima realmente nera.

Torna una delle migliori band di una delle migliori (se non la migliore) scene attuali del black metal mondiale: i portoghesi Holocausto Em Chamas.

Ascoltando l’ultimo lavoro intitolato לָשׁוֹן הַקֹּדֶשׁ, si poterebbe definire questo gruppo come oltranzista, invece il loro black metal è totalmente metafisico, nel senso che torna alle origini musica, quando era pressoché inascoltabile, genuinamente occulta e fatta per rompere con tutto ciò che si aveva davanti, dietro ed intorno a sé. Innanzitutto la totale mancanza di notizie su questo gruppo fa puntare i fari interamente sulla musica, e così dovrebbe essere sempre; inoltre il disco, nonostante esca su una fantastica etichetta come la lusitana Signal Rex, non ha una promozione massiva o deve vendere per forza, questa è musica che deve arrivare dove vuole arrivare, non ha altri fini se non quello di essere un nero rituale per pochi. Bisogna subito dire che questo disco è forse il migliore della produzione della band, che non è sterminata essendo un duo di recente formazione, ma tutti dischi sono molto precisi e significativi. Per cominciare la produzione è a bassa fedeltà ma non eccede mai con la materia grezza, quello che ascoltate è la corretta veste sonora per questo gruppo, e il suo black metal è perfetto per chi ama quello delle origini, ma non ci si ferma qui. Il suono degli Holocausto Em Chamas non va ai mille all’ora, ricerca maggiormente il particolare macabro e diabolico, ci sono splendidi ed angoscianti passaggi, con un organo in sottofondo, che sembrano davvero uscire da una cripta. Un’altra ottima caratteristica è che sono totalmente credibili, non scimmiottano nessuno ma, anzi, aprono nuove possibilità per un suono che in altri gruppi a volte ristagna per mancanza di originalità. Il disco non vuole intrattenere o rappresentare qualcosa ma è un medium occulto per qualcosa di diabolico, non c’è il bene qui, né speranza o salvezza, come è poi nella vita reale. Le composizioni sono di maggiore respiro rispetto alle precedenti, si compie un ulteriore passo in avanti senza mai abbandonare le proprie peculiarità, per un lavoro che è fondamentale per chi ama la scena black metal portoghese e per chi vuole una musica dall’anima realmente nera.

Tracklist
1.Coroado em Espinhos
2.Pregador
3.Death Messiah
4.Via Crúcis
5.Sermões da Montanha
6.After the Crucifixion
7.Narcotic Invocation of the Tormentor
8.Agonizing Aura
9.From the Catacombs
10.Claustro dos Mortos
11.The Sombre Disciple

Abrin – Hell on Earth

Ottimo disco della band moscovita, con sonorità germaniche che molto piaceranno, sia ai thrashers, sia ai defenders.

I russi Abrin arrivano con Hell on Earth al quarto disco, in otto anni.

Un’ottima media, per una band che con questo nuovo lavoro abbandona in via definitiva il cirillico in favore dell’inglese. La line-up sembra essere adesso finalmente stabile e risultano più che apprezzabili i contributi di ospiti esterni, membri di Udo e Arkona. Il gruppo di Mosca esplora quei territori thrash più vicini al metal classico e in particolare allo speed dei primi Helloween, con canzoni ricche di velocità e potenza, freschezza e belle melodie. Il prodotto finale è quindi decisamente tedesco per stile e suoni, con azzeccatissime armonizzazioni chitarristiche che scorrono più che bene e lasciano il segno. La produzione è ottima, il sound assai limpido. Molto intensa 1939 (dedicata all’anno che vide scoppiare la Seconda Guerra mondiale) e davvero emblematica la conclusiva Heavy Metal, un pezzo che sin dal titolo si propone come un autentico manifesto di pensiero true metal. Avanti così.

Tracklist
1- Hell on Earth
2- Prisoners of the Abyss
3- A Monster in Disguise
4- Slavery
5- Looking All Around
6- Deception
7- The Willpower
8- The Last Run
9- 1939
10- Heavy Metal

Line-up
Maxim Garanin – Bass
Vahktang Zadiev – Vocals
Vyacheslav Zavershnev – Guitars
Alexander Mavromatidis – Drums

ABRIN – Facebook

Uncovered For Revenge – Daybreak

Gli Uncovered For Revenge, hanno ancora hanno da limare qualche piccolo difetto di forma ma lasciano intravedere buone potenzialità: l’album è sicuramente di piacevole ascolto e troverà estimatori tra i fans del genere.

Alternative hard rock moderno e dalle sfumature dark è quello che ci offrono gli Uncovered For Revenge, giovane quartetto proveniente dalla capitale e fresco di firma per la Sleaszy Rider che licenzia Daybreak, debutto sulla lunga distanza dopo l’ep Life, uscito un paio d’anni fa e di cui tre brani fanno parte anche di questa tracklist.

Si tratta di alternative rock con voce femminile, qualche grintosa accelerata metal ed atmosfere ombrose che vanno a comporre questi dieci brani che guardano all’hard rock moderno di matrice statunitense, valorizzato da un songwriting di buon livello ed una voce decisa e personale.
L’alternanza tra brani più spinti ed altri melodici non fanno che rendere l’ascolto piacevole, sicuramente consigliato ai fans del genere e a chi ama le eroine del metal alternativo mondiale in band come come Halestorm ed Evanescence.
Oltre alle tre tracce già presenti sul precedente lavoro (Can’t Be Saved, Tomboy e If You Want) la cantante Giorgia Albanesi e compagni hanno costruito una raccolta di brani interessanti, anche se ovviamente il genere non offre grosse sorprese, restando confinato in una formula ormai abusata.
Importa poco, se poi brani solidi come Ignorance, e Such A Big Lie riescono catturare l’attenzione grazie a ritmiche sostenute ed una ottima prova vocale, caratteristica che risiede in tutti i brani che compongono Daybreak.
Gli Uncovered For Revenge, hanno ancora hanno da limare qualche piccolo difetto di forma ma lasciano intravedere buone potenzialità: l’album è sicuramente di piacevole ascolto e troverà estimatori tra i fans del genere.

Tracklist
1.Daybreak
2.Can’t Be Saved
3.Ignorance
4.Postcard
5.Tomboy
6.If You Want
7. Such A Big Lie
8.Bright New Sun
9.The Rise
10. Road To Change

Line-up
Giorgia Albanesi– Vocals
Stefano Salvatori – Guitars
Daniele Sforza – Bass
Matteo Salvatori – Drums

UNCOVERED FOR REVENGE – Facebook