Warrel Dane – Shadow Work

Shadow Work è un testamento ed un tributo con il quale i fans del grande artista e cantante americano non possono mancare l’appuntamento; il voto in calce all’articolo non è solo dovuto alla comunque alta qualità della musica qui presente ma, mai come in questo caso, vale per un’intera carriera.

Warrel Dane è stato uno dei personaggi più importanti che il mondo metal abbia potuto annoverare negli ultimi trent’anni.

Prima con i seminali Sanctuary e poi con gli straordinari Nevermore ha regalato una manciata di capolavori, partendo dall’accoppiata Refuge Denied/Into The Mirror Black che ha segnato il metal classico delle fine degli anni ottanta, poi con gli immensi Dreaming Neon Black e Dead Heart In A Dead World che, dieci anni, dopo accompagnarono il metal nel nuovo millennio aprendo porte artistiche e stilistiche ancora oggi da attraversare completamente.
Il suo intuito come songwriter, unito ad un modo di cantare unico e teatrale che ha fatto scuola, hanno commosso ed esaltato migliaia di fans in tutto il mondo, dal 13 dicembre dello scorso anno orfani di questo straordinario protagonista della nostra musica.
Si dice di lui che fosse soprattutto un grande uomo, come tutte le anime sensibili sempre in lotta con i suoi demoni e che il fato abbia voluto portarselo via in modo improvviso, tanto che c’è voluta più di una conferma dal mondo del web prima di rendersi conto che la notizia della sua morte era da aggiungere alla lunga lista di scomparse illustri di questi ultimi anni.
Dane è morto in Brasile dove, insieme alla sua band composta da Johnny Moraes (chitarra), Thiago Oliveira (chitarra), Fabio Carito (basso) e Marcus Dotta (batteria), stava registrando il suo nuovo album solista, dieci anni dopo Praises to the War Machine e la reunion con i Sanctuary: un lavoro che, con il titolo Shadow Work, vuole essere il giusto tributo a questo straordinario artista scomparso proprio mentre lavorava a quest’opera che esce incompleta ma offrendo ugualmente l’idea della bontà del materiale composto per l’occasione.
Il sound di questa raccolta di brani, composta da sei inediti più intro e la cover di The Hanging Garden dei Cure (devastante esperimento già apprezzato con The Sound Of Silence nel capolavoro Dead Heart In A Dead World), risulta in tutto e per tutto il classico thrash metal progressivo di scuola Nevermore, con Dane che sfoggia una buona forma e i soliti saliscendi sulle scale di una emotività viscerale e profonda, tra toccanti trame melodiche e tragici salti in un baratro che l’uomo descrive con una disperazione da belva ferita da anni di eccessi.
Shadow Work è un testamento ed un tributo con il quale i fans del grande artista e cantante americano non possono mancare l’appuntamento; il voto in calce all’articolo non è solo dovuto alla comunque alta qualità della musica qui presente ma, mai come in questo caso, vale per un’intera carriera.

Tracklist
01. Ethereal Blessing
02. Madame Satan
03. Disconnection System
04. As Fast As The Others
05. Shadow Work
06. The Hanging Garden (The Cure cover)
07. Rain
08. Mother Is The Word For God

Line-up
Warrel Dane – Vocals
Fabio Carito – Bass
Marcus Dotta – Drums
Johnny Moraes – Guitars
Thiago Oliveira – Guitars

Ian Sweet – Crush Crusher

Non è un disco facile e non vuole esserlo, perché tratta di cose non facili, e ci mostra tutto il talento di una delle migliori menti musicali alternative americane, che darà ancora molto agli ascoltatori che sono in cerca della qualità.

Ian Sweet è una donna che ha una musicalità innata, e riesce a trattare in maniera interessante ed originale generi diversi.

Con la sua voce nervosa e calda Ian Sweet ci guida in un mondo non sempre facile e gioioso, dove la luce gioca con le tenebre e spesso perde, dove la letizia si può presto trasformare in tormento, come e peggio che nel mondo reale. Il vero nome di Ian Sweet è Jilian Medford, compositrice e musicista di raro talento ed efficacia. Ascoltando il disco ci si rende conto della cura e della passione con il quale è stato concepito ed eseguito. Il tema centrale del disco, e forse delle nostre vite, sono le relazioni con i nostri amici ed i problemi che ne derivano. La soluzione di questi problemi è impossibile, e quindi Ian ce li descrive mettendoli molto bene in musica con melodie accattivanti, ma anche dissonanze e momenti che esprimono molto il disagio di fronte a certe situazioni. Il disco è un riuscito campionario di ciò che può essere dell’ottimo indie fatto con un talento superiore alla media, e con un gusto particolare per scelte non facili ma necessarie. Una delle peculiarità di Ian Sweet è quella di riuscire ad usare diversi codici musicali per comporre la propria poetica musicale che è sempre originale e valida. Non è un disco facile e non vuole esserlo, perché tratta di cose non facili, e ci mostra tutto il talento di una delle migliori menti musicali alternative americane, che darà ancora molto agli ascoltatori che sono in cerca della qualità.

Tracklist
1.Hiding
2.Spit
3.Holographic Jesus
4.Bug Museum
5.Question It
6.Crush Crusher
7.Falling Fruit
8.Borrowed Body
9.Ugly/Bored
10.Your Arms Are Water

IAN SWEET – Facebook

Kalmen – Funeral Seas

I Kalmen si rivelano un gruppo di sicuro valore, da annoverare tra gli interpreti più inquieti e meno scontati della materia estrema gravitante tra black, doom e sludge

Secondo full length per i tedeschi Kalmen, fautori di un buon black doom dalle importanti sfumature psichedeliche.

Anche se talvolta certe affermazioni possono apparire forzate, Funeral Seas è un album che mostra in maniera decisa la propria impronta germanica, in virtù del suo scorrere austero ed oscuro, ricordando a livello di sonorità band la cui appartenenza al black metal è comunque sui generis come i Secret of the Moon (prima della svolta alternative) o gli Helrunar.
Questo sta a significare che il lavoro è quanto mai inquieto, raramente impostato su ritmi troppo veloci ma che, anzi, spesso indulge in più di un passaggio in atmosfere rarefatte che rimandano al post metal.
Tutto questo rende Funeral Seas un album interessante, dalla fruizione non proprio semplicissima in quanto la tensione e l’oscurità prevalgono sulle sporadiche aperture melodiche, ma con la dote, tipica dei dischi ben riusciti, di crescere con lo scorrere della tracklist e entrare sempre più in circolo dopo ogni ascolto.
Ad emblema del lavoro si possono estrapolare i due brani centrali, Uninfinite Black e Swansong, a loro modo dicotomici con il primo più black oriented e non privo di un certo groove ed il secondo, molto più atmosferico ma anche minaccioso, che risulta a mio avviso il picco qualitativo di Funeral Seas.
I Kalmen si rivelano così un gruppo di sicuro valore, da annoverare tra gli interpreti più inquieti e meno scontati della materia estrema gravitante tra black, doom e sludge, questo appunto grazie ad una componente psichedelica ben dosata e che non raggiunge mai, ovviamente, i picchi lisergici di certo stoner.

Tracklist:
1. Spectral
2. Thieving Sky
3. Portal
4. Uninfinite Black
5. Swansong
6. Arcane Heresies
7. Searenade

Line-up:
Marc – Bass, Vocals
Jana – Guitars
Thomas “Schmidti” Schmidt – Guitars, Vocals
Orpheus – Drums

KALMEN – Facebook

Emphatica – Time

Progressive rock, ma non solo, è quel che si trova nello scrigno di sensazioni, paesaggi musicali dai mille colori che questa volta si muovono dalle ispirazioni psichedeliche degli anni 60/70 per arrivare ai giorni nostri in un’escalation di note.

Lo scorrere del tempo è la chiave di lettura di questi settanta minuti di musica totale, un viaggio scandito dalle innumerevoli ispirazioni e sensazioni che il polistrumentista Gerardo Sciacca immette nello spartito di Time, ultimo lavoro a firma Emphatica.

Ne avevamo già parlato quattro anni fa di questo musicista e songwriter nostrano il quale torna, dopo lo splendido Metamorphosis, con un altro mastodontico lavoro.
Progressive rock, ma non solo, è quel che si trova nello scrigno di sensazioni, paesaggi musicali dai mille colori che questa volta si muovono dalle ispirazioni psichedeliche degli anni 60/70 (Rising Moon) per arrivare ai giorni nostri in un’escalation di note che, parlando la lingua universale della musica moderna, lasciano poche briciole al loro passaggio come una sorta di pollicino musicale, per indicarci una via che ci conduca alla comprensione di questo nuovo lavoro.
Nel sound degli Emphatica vivono una moltitudine di anime: psichedeliche, rock, elettroniche, new wave, classiche che si scambiano continuamente il timone portando l’ascoltatore verso sensazioni diverse, creando un via vai di emozioni cangianti.
All’ascolto di Time ognuno prediligerà un capitolo rispetto ad un altro (splendide a mio avviso le note progressive settantiane di Echoes From The Past, quelle classiche di Fireplaces Tales, le liquide divagazioni di Echoes From The Future e il sunto compositivo dei quattordici lunghi minuti di Dying Sun), ma è nel suo complesso che l’album trova una precisa identità, trattandosi di un’opera strumentale che pretende un ascolto attento e scrupoloso per godere di ogni nota, passaggio e movimento.
Un’ altra perla musicale firmata Emphatica da non perdere assolutamente se siete ascoltatori attenti aldilà dei generi.

Tracklist
1.Rising Moon
2.Echoes From the Past
3.Wandering in the Desert
4.Our Sleeping Souls
5.Fireplace Tales
6.Mother (Once We Had a Dream)
7.Reversal
8.Shattered Lights
9.Echoes From the Future
10.Before We Grow Old
11.Deep Space Dissonance
12.Dying Sun

Line-up
Gerardo Sciacca

EMPHATICA – Facebook

THE MAGIK WAY/MALVENTO

Il video trailer di “Ars Regalis”, split album in uscita a dicembre (Third I Rex).

Il video trailer di “Ars Regalis”, split album in uscita a dicembre (Third I Rex).

É con gran gioia che condividiamo oggi con il mondo il video trailer dello split tra The Magik Way e Malvento!

“Ars Regalis” rappresenta per entrambe i progetti coinvolti una pietra miliare nella propria carriera artistica. Due band, due progetti, provenienti dall’underground italiano e che ne han fatto parte per oltre vent’anni. Entrambe provenienti da un background puramente black metal evolutosi nel tempo in un qualcosa di completamente nuovo e differente, oscuro e affascinante.
Questo disco non é il classico split album, é l’unione di due forze ben distinte e rappresenta la voglia di intraprendere un cammino dimenticato.
Un “four handed split” (uno split a quattro mani come dicon le due band), in cui i due gruppi hanno unito le loro idee e sound per creare quattro canzoni uniche in cui son stati offerti nuovi brani ma anche interpretati alcuni che le band han preparato l’una per l’altra.

In uscita il 23 di dicembre 2018.

1. V.I.T.R.I.O.L. (Lyrics by R. Rossignoli, music by The Magik Way)
2. Eterno (Lyrics & music by Malvento)

Songs 1 & 2 performed by Malvento.

3. Secondo Natura (Lyrics by R. Rossignoli, music by The Magik Way)
4. Babalon Iridescente (Lyrics by Nequam, music by Malvento)

Songs 3 & 4 performed by The Magik Way.

Malvento recorded at “Soundinside Basement” Records.

Mixed by Francesco Giuliano & Malvento, mastered by Francesco Giuliano.

The Magik Way recorded at “L’Ordine Della Terra” (Alessandria).

Drums recorded at “Teo Studios” by Gianmaria Lazzarin (Milano).

Mixed by Nequam & Azàch, mastered by Francesco Giuliano.

Musicisti in quest’opera:
Zin: bass & vocals
Lutrum: keyboards, synth
Nequam: vocals, bass
Azàch: drums & percussions
Nefastus: guitars
Incinerator: drums
Tlalocàn: double bass, noises
Maniac of Sacrifice: guitars
Gea Crini: female vocals

Featuring L’Ordine Della Terra in “Babalon Iridescente” e Diabolic Obsession in “Secondo Natura”.

Rawfoil – Evolution in Action

Eccellente esordio per questa promettente band lombarda, titolare di un debutto sulla distanza che è un vero omaggio alla grande tradizione dello speed metal anni Ottanta.

Dopo aver firmato per la Punishment 18 Records, la formazione italiana di speed metal dei Rawfoil si presenta ora al debutto, con Evolution in Action, album la cui bellissima grafica si deve a Roberto Toderico (Pestilence, Tygers of Pan Tang, Athlantis, Sadistic Intent e Sinister, tra gli altri).

Il gruppo è nato a Monza, nel 2009 ed in quasi dieci anni ha potuto maturare e perfezionarsi sempre di più, la ragione per la quale questo compact di esordio si presenta già come un prodotto decisamente valido e all’altezza. Il quintetto brianzolo, fondato da ex membri di Ignorance Flows e Theory of Chaos, ci propone otto canzoni veloci ed entusiasmanti, che colmano l’attuale vuoto in Italia tra il più classico heavy anglo-europeo e il thrash metal americano meno radicale. Gli appassionati di Anvil, Raven e Liege Lord sono quindi avvisati.

Tracklist
1- Evolution in Action
2- Josey Wales
3- Broken Black Stone
4- Fail
5- Demons Inside
6- Reflect the Death
7- Circle of Hate
8- Wrath of War Mankind

Line-up
Lorenzo Riboldi – Bass
Francesco Ruvolo – Vocals
Giacomo Cappellin – Guitars
Ruben Crispino – Guitars
Sborradamatti – Drums

RAWFOIL – Facebook