Siete Lagunas – I & II

Partendo da una base black, inserendoci pulsioni estreme che vanno dal death al grind e al noise, i Siete Lagunas creano un mostro musicale che lascia all’ascolto una forte sensazione di primitiva e surreale atmosfera, a suo modo affascinante ma sicuramente di difficile comprensione.

I Siete Lagunas sono un gruppo estremo colombiano formato da due misteriosi e misantropici musicisti di Bogotá che, unite le forze, hanno dato vita a due demo usciti in poco meno di un anno, ora racchiusi in questa compilation licenziata dalla La Caverna Records ed intitolati semplicemente I & II.

Un sound assolutamente fuori dagli schemi e un’attitudine totalmente underground fanno della musica del duo un prodotto per pochi ascoltatori, dalle ampie vedute stilistiche e dai gusti particolari.
Un black metal sperimentale, se così si può definire, è questa serie di digressioni musicali che, se hanno origine nel genere, vanno oltre con inserti che si rifanno al grind e al noise, con la voce che risulta un urlo a tratti trasformato in un lamento gutturale ed animalesco.
Senza un minimo di regole lo spartito di questi ventidue minuti di diavolerie estreme viene appunto riempito dal duo con rumori che si rifanno alla natura: è forte infatti nei Siete Lagunas l’ispirazione che arriva dalle tradizioni popolari, anche se nascosta da una spessa coltre di non musica, specialmente se si vuole imbrigliare il sound in un determinato schema.
Partendo quindi da una base black, inserendoci pulsioni estreme che vanno dal death al grind e al noise, i Siete Lagunas creano un mostro musicale che lascia all’ascolto una forte sensazione di primitiva e surreale atmosfera, a suo modo affascinante ma sicuramente di difficile comprensione.

Tracklist
1.Llegando a la Primera Laguna / Carco
2.Madremonte
3.Aguanoso
4.Los Bosques de Arcadia
5.Väinämöinen Sutatenza
6.Descenso Lunar
7.El Rugir de la Segunda Laguna
8.La Reina de las Moscas
9.Un Cadáver Junto al Río
10.Oscurece en la Segunda Laguna

Line-up
FFL – Guitars
AEH – Vocals, Drums

Massimo Canfora – Create Your Own Show

Non ci si stanca mai con la raccolta di brani che compongono Create Own Your Show, la chitarra “parla” così, oltre ad un solo brano cantato, tutte le tracce si distinguono per un loro andamento senza che Canfora soffochi il sound sotto una valanga di note.

Nell’underground metal/rock tricolore non sono pochi i chitarristi di talento che si cimentano nella non facile impresa di scrivere album strumentali, molti fin dall’inizio della loro carriera, altri invece a suggellare anni di esperienze e nel mondo musicale.

Massimo Canfora è un chitarrista romano e Create Your Own Show è la sua prima uscita solista, scelta dovuta all’esigenza di riassumere in un album una parte della sua vita artistica.
Aiutato da musicisti e amici della scena capitolina, Canfora dà vita d un album molto interessante, nel quale le doti tecniche sono messe al servizio di una raccolta di brani che fluiscono in note melodiche, mantenendo in alcuni casi una forte impronta heavy e spaziando con disinvoltura tra una manciata di generi che compongono il vasto universo del metal/rock.
Hard rock, rock ‘n’ roll, metal, progressive e poi un’infinità di piccoli camei compositivi spostano gli equilibri su altrettanti generi, usati dal musicista romano per creare un lavoro interessante e dall’ascolto piacevole.
Non ci si stanca mai con la raccolta di brani che compongono Create Your Own Show, la chitarra “parla” così, oltre ad un solo brano cantato (No Right), tutte le tracce si distinguono per un loro andamento senza che Canfora soffochi il sound sotto sotto una valanga di note.
Create Your Own Show e Crysis aprono l’album con un hard & heavy robusto, a seguire si susseguono piccole gemme come Fake Papyrus (psichedelica e settantiana), Sun In The Box (dall’iniziale atmosfera che ricorda il pop anni cinquanta) e le due parti di Screamers.
Un album molto interessante, consigliato agli amanti del metal/rock strumentale e dell’hard & heavy progressivo, vario e melodico quanto basta per tenere inchiodati alle cuffie godendo del talento di questo ottimo musicista e compositore nostrano.

Tracklist
01 – Create Your Own Show
02 – Crysis
03 – Transmission
04 – Fake Papyrus
05 – Sun In The Box
06 – Blue Snow On The Beach
07 – Valiant & Valiant
08 – CR7
09 – Screamers Part 1
10 – Screamers Part 2
11 – Zubrowska Republic
12 – No Right
13 – Pay The Ticket

Line-up
Massimo Canfora

MASSIMO CANFORA – Facebook

Blasphemy – Blood Upon The Soundspace

La ristampa ci fa vedere i Blasphemy nella loro dimensione migliore, quella della saletta prove, il loro territorio di caccia, con un tipo di registrazione che si può far anche oggi, ma che non avrebbe quella potenza che aveva e che possiamo ascoltare qui.

Ristampa del primo satanico lavoro dei canadesi Blasphemy, vera a propria band di culto del black death metal.

Questo disco raccoglie i primi lavori in sala prove del gruppo nel lontano 1984. La Nuclear War Now ! Productions ha riportato alla luce la devastazione dal vivo in sala prove che i nostri registrarono su nastro in poche copie; una di queste fu inviata nel maggio 1989 dal bassista Black Winds a Metalion di Slayer Magazine, ed è stata poi masterizzata molto bene da James Plotkin. La cassetta si pone tra il demo Blood Upon The Altar e il debutto su lunga distanza Fallen Angel Of Doom, infatti tutte le canzoni ad eccezione di War Command entreranno nel disco, destinato a diventare di culto. Questa ristampa è l’occasione più unica che rara di ascoltare tutta la potenza devastatrice dei Blasphemy praticamente come se fossimo in saletta con loro. Il primo brano, Darkness Prevails, è molto disturbato e saturato, ma poi in seguito l’audio migliora, anche grazie al grande lavoro di Plotkin, ed è così che deve essere, perché forse questo è il documento che attesta al meglio il vero suono di un gruppo che è passato alla storia forse più per gli atteggiamenti che per la sua musica. E quest’ultima è, come ben riprodotto qui, un’orgia di devastazione e velocità, rendendo questa cassetta una testimonianza di come era un certo metal a fine anni ottanta. I Blasphemy indicheranno la via a molti gruppi, ed infatti i canadesi sono indicati come influenza da moltissime band odierne. Blood Upon The Soundspace è un disco che va a mille, con un suono che farà la gioia di chi ama il war metal più selvaggio e a tratti scomposto, esagerato come lo fu la band canadese, e come lo è ancora dato che sono in attività tuttora, ma senza quella verve degli anni che furono. Ascoltando queste registrazioni non si dovrebbe fare il confronto con la loro versione su Fallen Angel Of Doom, perché sono di natura differente. Anche su disco sono valide, sicuramente molto più complete e prodotte meglio, ma qui hanno una carica selvaggia, una potenza primordiale veramente devastante. La ristampa ci fa vedere i Blasphemy nella loro dimensione migliore, quella della saletta prove, il loro territorio di caccia, con un tipo di registrazione che si può far anche oggi, ma che non avrebbe quella potenza che aveva e che possiamo ascoltare qui. Oltre che un documento molto importante, una dimostrazione di cosa possa essere il metal realmente selvatico.

Tracklist
1.Darkness Prevails
2.Hording of Evil Vengeance
3.Desecration
4.Goddess of Perversity
5.War Command

Xiba – Xiba

Il risultato finale è una mezz’ora circa di musica piuttosto trascinante, capace di entrare velocemente in circolo in virtù di un approccio diretto e grintoso, che fa presagire un impatto notevole anche in sede live.

Esordio per gli spagnoli Xiba con questo ep all’insegna di uno stoner essenziale e ficcante .

La band galiziana esplora il genere con un’attitudine più hardcore/punk che non psichedelica, e in questo tipo di approccio anche l’uso della lingua madre finisce per avere il suo peso.
Il risultato finale è una mezz’ora circa (inclusa una bonus track) di musica piuttosto trascinante, capace di entrare velocemente in circolo in virtù di un approccio diretto e grintoso, che fa presagire un impatto notevole anche in sede live.
Pur senza mostrare niente di nuovo, questo lavoro autointitolato dei Xiba lascia buone sensazioni, con i primi 3 brani (Lugh, Lua Negra e Nocturnio) più aderenti ai dettami dello stoner ed i restanti (Escravo, Vinganza e Kalaikios) che presentano sfumature maggiormente orientate a sonorità estreme, le quali evidentemente paiono far parte del background del gruppo.
Un primo passo incisivo e convincente , quindi, per questa nuova realtà iberica, in attesa di ulteriori conferme su minutaggi più consistenti.

Tracklist:
1. Lugh
2. Lua Negra
3. Nocturnio
4. Escravo
5. Vinganza
6. Kalaikios (bonus track)

Line-up:
Gabi – Bass, Vocals (backing)
Xaco – Drums
Ivi – Guitars, Vocals (backing)
Ioni – Guitars, Vocals (backing)
Hervy – Vocals (lead)

XIBA – Facebook

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL – EVERSIN

Grazie alla reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni domenica alle 21.00 su Witch Web Radio.
Questa volta è il turno di una band già piuttosto nota come quella dei siciliani Eversin.

Mirella Catena – Gli Eversin si formano nel 2008 in Sicilia. Chi ha fondato la band e quali sono state le caratteristiche che vi hanno accomunato in questo progetto?

Ignazio Nicastro – Gli Eversin nascono verso la fine del 2008 da una idea mia, di Giangabriele Lo Pilato (chitarra) e di Angelo Ferrante (voce). Dopo aver provato diversi batteristi, nel 2013 a noi si è unito in pianta stabile Danilo Ficicchia. Le nostre radici, ciò che ci accomuna, sono saldamente ancorate al Thrash degli anni ’90 con qualche passaggio a Thrash degli anni ’80. E’ la musica che più sentiamo nostra, quella che ci ha spinto a suonare.

MC Vogliamo citare tutti i componenti degli Eversin?

IN Angelo Ferrante alla voce, Ignazio Nicastro al basso, Giangabriele Lo Pilato alla chitarra e Danilo Ficicchia alla batteria.

MC Quali sono state le tappe più importanti della band?

IN Sicuramente la pubblicazione di Trinity: the Annihilation, nostro terzo album. L’album ha portato alla luce in maniera netta e riconoscibile le principali caratteristiche del nostro songwriting cosa che solo parzialmente si era verificato su Tears on the Face of God del 2012. Grazie al successo enorme del disco abbiamo iniziato a calcare palchi internazionali, come il Rock Off ad Istanbul, il Rock Avaria in Germania e molti altri, suonando con mostri sacri come Maiden, Slayer, Megadeth e Destruction.

MC Voi avete condiviso il palco con gruppi di fama mondiale.

IN Come ti dicevo abbiamo avuto queste grandi opportunità grazie al successo di Trinity ma soprattutto grazie ad una persona che ha creduto in noi e che ci ha spinto in maniera assolutamente perfetta. Suonare di fronte a migliaia di persone, dividere il palco con dei mostri sacri e rapportarci con veri professionisti ci ha insegnato moltissimo e ci ha fatto crescere in maniera esponenziale.

MC Qual’è stata la band con cui vi siete trovati più in sintonia?

IN Praticamente tutte, ma ricordo con estremo piacere il rapporto di simpatia che si è creato con i Carcass.

MC Dopo tre full length arriva il vostro nuovo album Armageddon Genesi. Ci parli di questa nuova uscita discografica?

IN Sai, sarebbe stato facile fare un “Trinity parte 2”, non sarebbe stato affatto difficile riciclare qualche idea, invece abbiamo preso Trinity come un piccolo spunto per sviluppare Armageddon Genesi che, seppur presentando le caratteristiche che ci hanno reso un nome molto noto al mondo del Metal, è un disco molto diverso dal suo predecessore. I nuovi brani sono molto più articolati rispetto a quelli contenuti in Trinity, ma allo stesso tempo sono assolutamente violenti, quindi riconosco con piacere che siamo riusciti a creare un qualcosa di elaborato ma non per questo meno dirompente. Oltre che a livello compositivo e stilistico la vera differenza sta nel sound unico che caratterizza Armageddon Genesi. Le tracce che lo compongono sono molto oscure, violente e dannatamente pesanti quindi necessitavano di un sound sì grezzo e dirompente ma allo stesso tempo molto claustrofobico, cosa che mai prima d’ora eravamo riusciti a creare.

MC Come nasce un brano degli Eversin?

IN Scriviamo molto per conto nostro, registriamo le nostre idee e poi le studiamo assieme in sala prove. Le idee del singolo vengono comunque modificate più volte da tutta la band, infatti da sempre siamo soliti arrangiare i brani diverse volte fino a raggiungere la giusta formula. Per Armageddon Genesi il processo compositivo è stato più o meno lo stesso degli altri album, e come sempre non ci siamo fermati a pensare come avrebbe dovuto suonare il nuovo materiale, cosa di cui, in tutta sincerità non ce ne è mai importato nulla. Noi componiamo musica per noi stessi, perché amiamo farlo, perché ci fa star bene, se poi riusciamo a piacere che ben venga.

MC Cosa ne pensate delle organizzazioni dei live in Italia? Vista la vostra esperienza all’estero quali sono le differenze che avete riscontrato suonando nel nostro paese?

IN All’estero è tutta un’altra storia, ahimè. I gruppi vengono trattati benissimo, in maniera professionale e non si ha l’impressione che chi organizza un evento ti stia facendo suonare per farti un favore trattandoti a pesci in faccia. La scena italiana non è coesa, le band si fanno la guerra per nulla e nel 90% dei casi tutto si basa quasi interamente sulla politica del pay to play. E’ una scena che viene supportata solo a parole, da gente che quando va ai concerti snobba i gruppi italiani d’apertura guardando soltanto lo show degli headliner e che non perde occasione per parlar male di tutto e tutti. Ovviamente ci sono le dovute eccezioni, quei 3-4 fest gestiti da gente seria e professionale che si sbatte da mattina a sera per poter realizzare qualcosa di buono.

MC Sono previsti dei live per promuovere il nuovo album?

IN Sono già in programma altre date live per i primi mesi del 2019 e per la successiva estate che però, non essendo state ancora ufficialmente confermate da chi di dovere, non posso anticipare.

MC Quali sono i Vs contatti sul web per seguirvi?

IN Ci avvaliamo come tutti dei social, abbiamo la nostra pagina ufficiale su Facebook, su Istagram e su altri social. I nostri album sono su tutte le piattaforme digitali quindi non è assolutamente difficile entrare in contatto con il mondo Eversin .