Black Lotus – Sons Of Saturn

Il doom dei Black Lotus rimane ben saldo nella tradizione, viaggiando su coordinate old school, specialmente per le parti più heavy metal, ispirate ai grandi classici come Pentagram, Candlemass e Black Sabbath.

Potentissimo, epico ed evocativo, Sons Of Saturn arriva in questo autunno portando ottima musica doom metal, classica e tradizionale.

I Black Lotus sono un gruppo nato tre anni fa a Barcellona per volere del batterista Hug Ballesta e Sons Of Saturn è il loro primo dirompente lavoro.
Partendo da una forte connotazione doom classica, la band inserisce varianti di ispirazione heavy e stoner in un’atmosfera di evocativa molto suggestiva.
Il sound è possente ma vario e le ritmiche mantengono tempi medi, pur risultando estremamente varie, le chitarre disegnano solos heavy nei quali la forte componente epico metallica fa la differenza, mentre le voci sono perfette nel contesto musicale su cui si stagliano.
Sons Of Saturn, accompagnato da una splendida copertina di sfondo epico che rispecchia la musica suonata dal combo, è composto da otto movimenti di cui la metà possono tranquillamente essere accostati alle classiche suite, avvicinandosi e toccando nel caso della splendida Sandstorm e dell’altrettanta mastodontica The Swamp i dieci minuti abbondanti di durata, che riescono ugualmente a non segnare il passo grazie ad un songwriting che versatile per tempi e sfumature, sorprendendo con possenti parti heavy ed accenni di moderno stoner rock.
Il mood rimane comunque ben saldo nella tradizione, viaggiando su coordinate old school, specialmente per le parti più heavy metal, ispirate ai grandi classici come Pentagram, Candlemass e Black Sabbath e regalando una Protective Fire dal piglio hard rock, un brano decisamente accattivante per gli amanti delle sonorità heavy/doom/stoner.
I Black Lotus sono un gruppo di cui sentiremo parlare sicuramente in ambito doom metal, se anche in futuro riusciranno a mantenere un livello così alto come in questo ottimo debutto.

Tracklist
01. Kings
02. The Sandstorm
03. The Pyre – intro.
04. Protective Fire
05. Taurobolium
06. Sons of Saturn
07. The Swamp
08. Return to Erebus – closing
Line-up

Cristian Vil – Vocals / bass
Charlie Gotaskull – Guitars
Caio Pastore – Guitars
Hug Ballesta – Drums / vocals

BLACK LOTUS – Facebook

RED RIOT

Il video di Blow Till’ You Drop, dall’album Seek! Kill! Burn! (Volcano Records).

Il video di Blow Till’ You Drop, dall’album Seek! Kill! Burn! (Volcano Records).

RED RIOT was founded by Lexy Riot (bass), JJ Riot (guitar) and Berry (drums). They find Max Power (guitar) and O’zy Jack (vocals) who was replaced by Fred Riot one year later. In June 2016 they release their EP “Fight” for Volcano Records and Promotion. After a while Scar replaces Berry on drums and in April 2017, after playing with bands like Hangarvain, Giacomo Voli and Teodasia, DGM and Heimdall, they start the Fight In Europe Tour, an European minitour in 10 different country. In April 2018 they play on the stage of the Agglutination Warm Up together with other bands, including Flotsam and Jetsam.

“Seek! Kill! Burn!” tracklist:
1. Attitude
2. H.I.P.S.T.E.R.
3. Rise Or Fall
4. Rippin’ Money
5. Child Of Steel
6. Bang Your Head
7. Squealers
8. Blow Till’ You Drop
9. Sleazy Life
10. Who We Are
Running Time: 35’32”

RED RIOT are:
Alpha ReD – Vocals
Max Power – Guitar
J.J. Riot – Guitar
Lexy Riot – Bass Guitar
ScaR – Drums

More information at:
Facebook: https://www.facebook.com/ReDRioTofficial
LABEL: http://www.volcanopromotion.com

La Tredicesima Luna – Oltre l’ultima onda del mare

Una forma di ambient dalle sonorità rarefatte, che ben si addicono al tema acquatico evocato dal titolo dell’album e di quelli dei brani che lo compongono.

A poco meno di un anno di distanza ritroviamo Matteo Brusa alle prese con il secondo capitolo del suo progetto ambient La Tredicesima Luna.

Oltre l’ultima onda del mare, così come il precedente Il Sentiero degli Dei, si discosta dal dungeon synth che ha dato una certa notorietà al musicista milanese con il monicker Medhelan; qui troviamo, infatti, una forma di ambient dalle sonorità rarefatte, che ben si addicono al tema acquatico evocato dal titolo dell’album e di quelli dei brani che lo compongono.
In effetti, viene naturale chiudendo gli occhi immaginare imbarcazioni muoversi lentamente in mare aperto circondate solo da sconfinate distese di acqua grazie ai minimali tocchi tastieristici inseriti su un avvolgente sottofondo atmosferico.
Entrambe le tracce, vicine al quarto d’ora di durata, si snodano morbidamente prefigurando un mare placido, dal moto ondoso ridotto o quasi nullo, sul quale le prue scivolano dolcemente verso una metà indefinita, anche se va detto che nella sua seconda metà La solitudine del mare infinito si impenna improvvisamente per poi placarsi nuovamente nel finale, quasi che la speranza di scorgere una terra emersa venga definitivamente frustrata dall’albeggiare che mostra solo orizzonti illimitati.
Quellla di Brisa è un’altra ottima prova da parte di un musicista che prova nuovamente a spingersi oltre lo schema  consolidato che gli ha fornito buoni consensi; l’ambient de La Tredicesima Luna è senza dubbio rivolto ad un pubblico più selezionato, ma la sua qualità lo renderà sicuramente foriero di ulteriori e meritate gratificazioni per il suo autore.

Tracklist:
1. Le terre a ovest
2. La solitudine del mare infinito

Line-up:
Matteo Brusa

LA TREDICESIMA LUNA – Facebook

Grind Zero – Concealed in the Shadow

Ottima conferma da parte della band lombarda, la cui proposta rivede con gusto e buona personalità la tradizione del miglior death di marca svedese.

Tornano a farsi sentire gli ottimi deathgrinders milanesi Grind Zero, a quattro anni di distanza dal debutto Mass Distraction.

In quaranta minuti, questo nuovo Concealed in the Shadow migliora in modo ulteriore le quotazioni del quintetto lombardo, ora con un nuovo e preparatissimo batterista. Il sound s’è fatto più ricco e professionale, del resto a masterizzare il CD è stato il grande Dan Swanö. Concealed in the Shadow aggiorna, si può dire, lo Swedish Death più old school, con chitarre grattugiate, sorrette da una passione posta al servizio dell’impatto complessivo dei singoli brani. In particolare, songs come Corrosion e Sodomizing The Sun palesano con forti vibrazioni sonore tutta la carica, l’enfasi e l’entusiasmo di questi ragazzi. Anche in Lost Shrine, dalla verve più melodica, i Grind Zero di certo non deludono. La strada imboccata è pertanto quella giusta ed il prodotto finale è ottimo, sotto tutti i punti di vista. Impeccabile la registrazione.

Tracklist
1- Soul Collected
2- Corrosion
3- See You in Hell
4- Master’s Pleasure
5- Sodomizing the Sun
6- A Shadow
7- Lost Shrine
8- Buried Deception
9- The Horde
10- Cursed By My Path

Line-up
Alex Colombo – Bass
Marco Piras – Vocals
Udo Usvardi – Guitars
Mr. D. – Guitars
Emanuele Prandoni – Drums

GRIND ZERO – Facebook

The Selfish Cales – Haapsalu

Haapsalu si rivela un lavoro che amalgama con disinvoltura i generi citati, cullandoci con bellissime parti melodiche, armonizzazioni vocali e digressioni tecniche di altissimo livello, il tutto con un’aura di magico rock progressivo d’alta scuola.

Haapsalu è un paese dell’Estonia affacciato sul Mar Baltico e meta del viaggio che ha ispirato questo terzo lavoro dei torinesi The Selfish Cales, splendida realtà progressiva e psichedelica che con questo lavoro inizia un nuovo percorso sia per quanto riguarda il sound che gli interpreti, guidati dall’unico reduce della passata line up, Andy Cale.

Haapsalu è un album di rock progressivo che lascia spazio alla psichedelia, al blues e al glam di scuola Mark Bolan, lasciando poco al rock moderno a favore di un approccio ben saldo negli anni sessanta e settanta.
Armonie acustiche, elettrizzanti chitarre hard rock e cambi tempo ed atmosfere ci accompagnano dal momento in cui il treno si ferma ad Haapsalu e noi vi si sale per affrontare questo viaggio tra il rock progressivo d’alta scuola che inizia con Baltic Memories, brano che ci dà il benvenuto nel mondo dei The Selfish Cales.
Beyond The Last Horizon mette in risalto l’anima più progressiva del gruppo, giocando su molti cambi di ritmo e si colloca tra due gemme musicali come la title track e la splendida e sognante Winterfell, brano acustico e progressivo che ricorda a tratti gli Yes.
Chestnut Maze è il singolo che ci porta verso la seconda metà dell’opera, che ha in Kaspar Hauzer uno dei momenti migliori, tra bellissime linee vocali e ritmiche progressive di grande tecnica ed impatto.
Haapsalu si rivela un lavoro che amalgama con disinvoltura i generi citati, cullandoci con bellissime parti melodiche, armonizzazioni vocali e digressioni tecniche di altissimo livello, il tutto con un’aura di magico rock progressivo di grande fattura.

Tracklist
1.Baltic Memories
2.Smokey Shades
3.Haapsalu (free)
4.Beyond The Last Horizon
5.Winterfell
6.Chestnut Maze (free)
7.Fairytales, Nowadays
8.Kaspar Hauser
9.You Can’t Sit With The Sabbath

Line-up
Andy Cale – Frontman (Guitar, Sitar, Lead Voice)
Giuseppe Floridia – Bass, Vocals
Alberto Rocca – Keyboards, Vocals
Luca Zanon – Drums

THE SELFISH CALES – Facebook