Bâ’a / Verfallen / Hyrgal – Bâ’a / Verfallen / Hyrgal

Un altro spilt album riuscito e ricco di numerosi spunti di interesse e non si può fare a meno di notare che la cosa sta diventando una piacevole abitudine, segno che le label coinvolte non si limitano solo ad assemblare in qualche modo band diverse puntando, invece, all’offerta di un prodotto che mantenga una propria impronta stilistica pur nella peculiarità delle singole realtà proposte.

L’etichetta Les Acteurs de l’Ombre Productions offre un ricco split album che ci presenta tre realtà francesi dedite al black metal, con due brani a testa per circa cinquanta minuti di ottima musica estrema.

Dei tre gruppi l’unico conosciuto fino ad oggi sono gli Hyrgal, dei quali abbiamo già parlato circa un anno fa in occasione del loro valido esordio su lunga distanza intitolato Serpentine, mentre sia i Bâ’a che i Verfallen sono, per quanto ci risulta, al primo passo discografico.
Veniamo quindi a Les terres de la terreur e La grande désillusion, le due tracce con le quali i Bâ’a (dei quali nulla è dato sapere) dimostrano di aver assimilato gli insegnamenti dei migliori interpreti del black metal più atmosferico e melodico, non esibendo in maniera marcata, va detto, quel marchio tipicamente transalpino che spesso rende il genere proveniente da quelle lande molto più ricercato e contorto: i Bâ’a viaggiano spediti con il loro stile ritmato ma al contempo arioso ed evocativo, rappresentando una piacevole sorpresa e ponendo basi davvero solide per il futuro.
Dei Verfallen si sa invece che si tratta del progetto solista del batterista degli Hyrgal Emanuel Zuccaro, il quale opportunamente si discosta dal sound della band di origine optando per uno stile ben più impetuoso e dalle sfumature epiche, piuttosto diretto e sicuramente efficace (molto bella soprattutto La valeur des ténèbres), anche se forse l’offerta di brani lunghi dieci minuti non sempre può rivelarsi una scelta ottimale visto il genere trattato.
Gli Hyrgal, infine, confermano con le due tracce a propria disposizione le buone impressioni destate nel recente passato, con il loro black più ricercato e cadenzato: in Césure l’oscuro sentire della band si sviluppa con tempi ragionati ed un flusso crescente e costante, ma è in Sicaire che il trio aquitano imprime con forza il marchio di un sound già importante, con una prima metà drammaticamente furiosa e di rara solidità che si stempera in un bel finale ambient dai rimandi a quell’ambientazione alpina che i nostri hanno già evocato efficacemente in Serpentine.
Ecco quindi un altro spilt album riuscito e ricco di numerosi spunti di interesse e non si può fare a meno di notare che la cosa sta diventando una piacevole abitudine, segno che le label coinvolte non si limitano solo ad assemblare in qualche modo band diverse puntando, invece, all’offerta di un prodotto che mantenga una propria impronta stilistica pur nella peculiarità delle singole realtà proposte.

Tracklist:
1. Bâ’a – Les terres de la terreur
2. Bâ’a – La grande désillusion
3. Verfallen – Derelictus
4. Verfallen – La valeur des ténèbres
5. Hyrgal – Césure
6. Hyrgal – Sicaire

Line-up:
Hyrgal
A.Q. Bass
F. C. Vocals, Guitars
Z.E. Drums, Vocals (backing)
Verfallen
Emmanuel Zuccaro All instruments

Chuggaboom – Trinity

I Chuggaboom giocano in tutto e per tutto, ma lo fanno molto bene e alla fine offrono un metalcore vicino al nu metal davvero piacevole.

Gli inglesi Chuggaboom si nascondono dietro delle maschere, si sono auto proclamati miglior gruppo metalcore della Terra, e probabilmente hanno ragione.

Di loro si sa solo appunto che sono inglesi e che hanno un’ironia molto marcata: i Chuggaboom giocano in tutto e per tutto, ma lo fanno molto bene e alla fine offrono un metalcore vicino al nu metal davvero piacevole. Poi se un gruppo sulla sua pagina mette fra i propri interessi Gary Lineker, direi che siamo già sulla buona strada. Le melodie sono ottime, le parti aggressive sono notevoli e il tutto funziona molto bene ed è fatto per poi essere portato nella dimensione dal vivo. I testi sono da seguire perché sono di un’ironia molto tagliente, che va a colpire al cuore la scena metalcore e le sue pose, tra esistenzialismo e machismo. Una delle cose che più manca al genere è appunto la capacità di uscire dal cortocircuito di pose machiste per cantare poi di incredibili depressioni amorose: certamente una grossa fetta del pubblico metalcore è costituita da adolescenti brufolosi e carichi di ormoni, ma ogni tanto prendersi un po’ in giro farebbe bene. I Chuggaboom ci sono per questo, per ironizzare su tante cose e già che ci sono suonano un gran bel metalcore, che poi sarebbe il principale argomento di discussione. Vale davvero la pena ascoltare i testi e la musica di questi misteriosi inglesi, che continuano la bellissima tradizione dello humour musicale albionico che parte dai Monty Python e continua con gli Spinal Tap e speriamo vada oltre i Chuggaboom. La qualità del disco è molto buona, scorre tutto bene ci si diverte proprio nell’ascoltarlo. Andate a sentirvi anche i lavori precedenti perché meritano tutti, come la geniale cover della canzone di Euro 96 giocato proprio in Inghilterra, e diventerete un chuggalo.

Tracklist
1. Phony
2. Growing Pains
3. Awkward Erections
4. The Song That Saved Your Life
5. Illumiparty
6. What’s The Time‽

Line-up
Vocals – Levi Taurus “♉”
Guitar – John Virgo “♍”
Guitar – Leo Carter “♌”
Bass – Avira Caprica”♑”
Drums – Castor Holland “♊”

CHUGGABOOM – Facebook

ONYDIA

Il video di A New Safe Path, dall’album Reflections in uscita a febbraio (Revalve Records).

Il video di A New Safe Path, dall’album Reflections in uscita a febbraio (Revalve Records).

After the release of the latest single Dyaphany and the Videoclip for the song A New Safe Path, the female prog metal band Onydia is ready to release their debut album Reflections via Revalve records on February 1, 2019.

Reflections is an imposing opera of modern female prog metal consisting of 8 tracks that range through melodic and evocative passages emphasized by the sweet and powerful voice of Eleonora Buono, to reach complex instrumental and guitar solo steps that surprise the listener!

The album has been recorded, mixed and mastered at Kick Recording studio by Marco Mastrobuono.

Listen the Dyaphany on spotify https://spoti.fi/2PrGfDW
https://www.facebook.com/onydiaband/
https://www.facebook.com/revalverecords/
https://www.revalverecords.com/Onydia.html

Witherfall – A Prelude To Sorrow

A Prelude To Sorrow è un grido di tragico dolore che va ascoltato per intero, lasciando che le note scavino nel vostro cuore e nella vostra anima: un capolavoro da parte di quella che nel genere è oggi la più grande band in circolazione.

Tutto nasce dal dolore, dalla tragedia, dalla perdita; la musica metal diventa in questo nuovo lavoro targato Witherfall il mezzo per comunicare stati d’animo di una profondità disarmante, un’opera bellissima, dura, malinconica, piena di rabbia e sofferenza, che solo Warrel Dane ed i suoi Nevermore erano riusciti a evocare con i due capolavori Dreaming Neon Black e Dead Heart In A Dead World, album e band unici come unici sono i Witherfall ed il loro A Prelude To Sorrow.

La storia del gruppo americano nasce purtroppo nel momento che il compianto batterista Sagan scompare per una grave malattia, non prima di aver contribuito alla realizzazione del bellissimo debutto Nocturnes And Requiems, uscito in regime di autoproduzione e in seguito ristampato dalla Century Media.
E’ da questa tragedia, infatti, che Joseph Michael e Jake Dreyer trovano l’ispirazione per portare la band verso l’olimpo del metal statunitense: un’esperienza che segna in modo rilevante i due musicisti dal talento cristallino che esplode in tutta la sua genialità tra le note di questo immenso lavoro, dal titolo che riprende le iniziali del batterista scomparso per un tributo che non si ferma a questo ma che si può toccare con mano in ogni singolo momento.
A Prelude To Sorrow è un capolavoro di metal progressivo, oscuro, e tragico, di una potenza devastante, ma che non manca di passaggi melodici ricchi di una malinconia attanagliante.
Se il primo album era una sorpresa ed uno scrigno di emozionante musica metallica, nella scia di grandi nomi del genere come Nevermore, Iced Earth e Savatage e puntate progressive alla Symphony X, con il nuovo album la band va ancora oltre, personalizzando splendidamente la propria proposta e marchiando a fuoco con il monicker Witherfall quest’ora scarsa di meraviglia sonora.
Dreyer alla chitarra fa sfracelli, Steve Bolognese alla batteria risulta una macchina da guerra e forma con Anthony Crawford una sezione ritmica travolgente, Fili Bibiano asseconda Dreyer con una prova maiuscola, ma è la voce di Michael che tocca vette emotive ed interpretative che solo il miglior Dane poteva raggiungere, risultando più melodico del compianto cantante dei Nevermore ma altrettanto emozionante e dal talento smisurato.
Una track by track credo vi annoierebbe, perché A Prelude To Sorrow è un grido di tragico dolore che va ascoltato per intero, lasciando che le note scavino nel vostro cuore e nella vostra anima: un capolavoro da parte di quella che nel genere è oggi la più grande band in circolazione.

Tracklist
1. A Prelude To Sorrow
2. We Are Nothing
3. Moment Of Silence
4. Communion Of The Wicked
5. Maridian’s Visitation
6. Shadows
7. Ode To Despair
8. The Call
9. Vintage
10. Epilogue

Line-up
Anthony Crawford – Bass
Jake Dreyer – Guitars
Joseph Michael – Vocals/Keyboards
Fili Bibiano – Guitar
Steve Bolognese- Drums

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Edward De Rosa – Zeitgeist

Edward De Rosa dimostra non solo la sua bravura ma anche un talento compositivo di qualità e l’album non tradisce le aspettative, con le sue molteplici sfaccettature ed ispirazioni che vanno dal neoclassicismo malmsteeniano alla tradizione prog/power tricolore.

Anche per il funambolico chitarrista Edward De Rosa è arrivato il momento di pubblicare, tramite l’attivissima Revalve il suo primo album solista.

Il musicista nostrano, già membro dei Soul of Steel e session per i symphonic metallers Elegy Of Madness, accompagnato dal talento di Giacomo Voli al microfono (Teodasia, Rhapsody Of Fire) e dai bravissimi Luca Basile alle tastiere e Francesco Paolo Caputo alla batteria (Elegy Of Madness), ha dato vita ad un ottimo esempio di power metal progressivo e neoclassico, specialmente per quanto riguarda il suono che esce come una cascata di note dalla sua sei corde richiamando a più riprese il sovrano del genere, Yngwie Malmsteen.
Scordatevi però il classico lavoro solista tutto virtuosismo e privo delle emozioni di una forma canzone che, invece, in Zeitgest è ai massimi livelli grazie ad un ottimo songwriting e al valore dei musicisti coinvolti che si ritagliano tutti il loro meritato spazio.
Ovviamente l’attenzione è tutta per quelli che, di fatto, sono i protagonisti indiscussi di questo lavoro, De Rosa e Voli, impegnati in performance sopra le righe in una raccolta di brani che hanno nella varietà di sfumature e generi il loro punto di forza.
Si passa quindi da canzoni più power oriented come The Sleep Of Reason, all’epico incedere di Ghost Of The Ruins, brano più lungo e suggestivo del lotto, dai virtuosismi strumentali di Replicants alle atmosfere folk di Tywysoges, fino alla bellissima Fight For Life, un power/folk/metal che richiama i Rhapsody Of Fire del talentuoso Giacomo Voli.
Impegnato anche al basso, Edward De Rosa dimostra non solo la sua bravura ma anche un talento compositivo di qualità e l’album non tradisce le aspettative, con le sue molteplici sfaccettature ed ispirazioni che vanno dal neoclassicismo malmsteeniano alla tradizione prog/power tricolore (Labyrinth, Vision Divine).
In conclusione, un primo lavoro assolutamente riuscito e consigliato agli amanti del genere, suonato e cantato ad alto livello e formato da un lotto di bellissime canzoni.

Tracklist
1.Tempus Fugit
2.Legend The Omega Man
3.The Sleep Of Reason
4.Replicants
5.Ghost Of The Ruins
6.Burning Skies
7.Tywysoges
8.Rebellion
9.Fight For Life
10.Cybersteria

Line-up
Giacomo Voli – Vocals
Edward De Rosa – Lead Guitar, Bass
Luca Basile – Keyboard
Francesco Paolo Caputo – Drums

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