Evoken – Hypnagogia

Monumentale e struggente opera di funeral doom per la band americana che non smette di stupire per l’ispirazione, la competenza e la sincerità.

La Grande Guerra, la Prima Guerra Mondiale, è l’ispirazione per il ritorno sulle scene di una della migliori band funeral doom americane e non solo.

Attivi dal 1994 con il demo Shades of Night Descending, gli Evoken, giunti ora per Profound Lore al sesto album, hanno realizzato nella loro lunga carriera, quasi un quarto di secolo, opere assolutamente meritevoli e di gran livello: tutti lavori assolutamente ispirati, splendidamente suonati e completamente coinvolgenti. La musica funeral non ha fretta, ha bisogno di essere composta con i giusti tempi e fruita con la dovuta sensibilità e attenzione, come nel caso di questa opera molto introspettiva. Gli Evoken non ricercano spettacolarizzazione o passaggi di immediato effetto ma scavano con note intense e atmosfere desolate solchi duraturi nelle fibre muscolari del nostro cuore; anche l’argomento trattato, per la prima volta un concept, è duro da digerire, trattandosi di un diario di un soldato che resosi conto della grande inutilità della guerra attende solitario la morte. Argomento perfetto per una narrazione in musica e gli Evoken con una monumentale opera riescono a portarci nell’animo disilluso e infranto del soldato. Otto brani di una intensità rara, schivi ma allo stesso modo attraenti fino dall’opener raggelante con le sue note tastieristiche e la potenza atmosferica evocata; gli inserti di violino sono assolutamente ispirati e funzionali all’interno di quasi tutti i brani aggiungendo note disperate e infrangendo ogni piccola speranza. Si capisce con gli ascolti, vivendo l’opera, che gli Evoken sono di un’altra caratura, con un lavoro chitarristico e di drumming fenomenale; ogni brano coinvolge, immergendoci in una atmosfera triste, quasi al di là della umana comprensione e difficile da descrivere a parole. Ogni ascoltatore di queste sonorità non potrà non rimanere estasiato di fronte alla capacità narrativa e suggestiva quando queste note entreranno sottopelle e si fonderanno con i nostri sensi. La maestosità e l’afflato melodico di Too Feign Ebullience attanaglia il cuore, l’inaspettato inserto death di Valorous Consternation mostra che la rabbia è presente in questa narrazione, ma poi è sopita dal disincanto. E’ un viaggio nelle miserie dell’animo umano che si rende conto della inutilità della guerra ma anche è disilluso perché sa cheé impossibile sottrarvisi; le note apparentemente rasserenanti all’inizio dei dieci minuti di The Weald of Perished Men si infrangono lentamente sulla tristezza del growl di John Paradiso e sulla potenza di magnifiche tastiere che ci portano con infinita desolazione e senso di sconfitta all’ultima affermazione: …it’s here, the end. Please let me go, please let me… go. Opera emozionalmente intensa, monumentale, che insieme ai dischi di Hamferd e Yob chiude una triade di altissimo livello nel corso del 2018 .

Tracklist
1. The Fear After
2. Valorous Consternation
3. Schadenfreude
4. Too Feign Ebullience
5. Hypnagogia
6. Ceremony of Bleeding
7. Hypnopompic
8. The Weald of Perished Men

Line-up
Vince Verkay – Drums
John Paradiso – Vocals, Guitars
Don Zaros – Keyboards
David Wagner – Bass
Chris Molinari – Guitars

EVOKEN – Facebook

Sumeru – Summon Destroyer

Un album affascinante, pesante e monolitico, che trova nelle malsane atmosfere di antichi rituali le sue più forti ispirazioni.

Una lunga jam liturgica, un rito stoner/doom metal dalle molteplici ispirazioni che dal deserto australiano arriva a noi tramite la Wormholedeath in questo caldo autunno 2018.

I Sumeru danno vita a questa lunga e monolitica danza tra le calde pietre di altari naturali, all’ombra dei quali antiche credenze e usanze continuano a scandire la vita degli uomini, dopo il primo lavoro omonimo in formato ep ed il debutto su lunga distanza uscito quattro anni (Holy Lands).
Summon Destroyer è il nuovo capitolo, una nuova danza che si perde nella notte e che si avvale di un sound che unisce drogate parti stoner, lente litanie doom/sludge ed accelerazioni estreme di stampo death.
Il tutto viene ammantato da una spessa coltre evocativa, che per otto brani ci circonda come nebbia che spezza il respiro, entra nel corpo e porta con sé allucinati visioni di rituali dimenticati nel tempo.
Inanis Kultus è un sospiro, un rumore in lontananza che sempre più vicino ci prepara per l’entrata in The Temple, che esibisce riff settantiani e lente marce doom, mentre la title track ed Embrace The Cold smuovono l’apparente stallo con ritmiche cadenzate di stampo hard rock pregne di groove malato.
Summon Destroyer è un lavoro difficile nel quale la tensione rimane altissima, spezzata da Kala Ratri, sorta di intro che ci porta alla seconda parte dell’opera aperta dal metal estremo di Durga! Durga! seguito dalla diretta Rivers Of Lethe, il brano più veloce dell’intero album.
A New Ritual conclude questa nuova fatica targata Sumeru con nove minuti di stoner/doom/sludge che portano allo sfinimento corporale e mentale: le atmosfere pesantissime e pervase da una mistica tensione si fanno ancora più pressanti fino alla conclusione.
Un album affascinante, pesante e monolitico, che trova nelle malsane atmosfere di antichi rituali le sue più forti ispirazioni.

Tracklist
1. Inanis Kultus
2. The Temple
3. Summon Destroyer
4. Embrace The Cold
5. Kala Ratri
6. Durga!Durga!
7. Rivers Of Lethe
8. A New Ritual

Line-up
Matt Power – Vocals
Peter Bursky – Guitar
Chris Wilson – Guitar
Pat Taylor – Bass
Andres Hyde – Drums

SUMERU – Facebook

LIFELOST – Dialogues From Beyond

Phlegeton dimostra d’essere un ottimo musicista e Dialogues From Beyond rappresenta il miglior esordio possibile per il suo nuovo progetto, non a caso finito nelle grinfie di una delle etichette mondiali più attente all’underground estremo come l’indiana Transcending Obscurity.

Dialogues From Beyond è il primo album con il marchio Lifelost per il musicista basco Phlegeton, attivo nella scena iberica già da diverso tempo con molti altri progetti.

Questo, che è l’ultimo attivato in ordine di tempo, si rivela un’interpretazione di spessore della materia estrema, grazie ad un black death cupo e incalzante, ben eseguito e dall’assimilazione facilitata da una registrazione in linea con le aspettative.
I dialoghi con l’aldilà avvengono così in maniera aspra, esplorando i meandri più oscuri del genere per aprirsi leggermente solo con le due magnifiche Metanoia e Incorporeal Gate, non meno urticanti rispetto alle pur buone Malign Emanatio, Sepulchral Vault e Released from Life ma segnate da una parvenza melodica che consente al sound targato Lifelost di imprimersi con maggior successo.
Molte sono le band di un certo nome citate tra i possibili riferimenti stilistici, ma tutto sommato nell’album si rinviene una buona dose di personalità che lo sottrae al rischio di finire archiviato nel cospicuo novero delle copie sbiadite del già sentito.
Phlegeton dimostra d’essere un ottimo musicista e Dialogues From Beyond rappresenta il miglior esordio possibile per il suo nuovo progetto, non a caso finito nelle grinfie di una delle etichette mondiali più attente all’underground estremo come l’indiana Transcending Obscurity.

Tracklist:
1. Malign Emanatio
2. Sepulchral Vault
3. Released from Life
4. Metanoia
5. Incorporeal Gate

Line-up:
Phlegeton – Everything

LIFELOST – Facebook

Terror Tales – A Tribute To Death SS

Trentacinque band, ognuna alle prese con un pezzo di storia dell’heavy metal dalle tinte horror, ognuna mettendo a disposizione la propria visione al servizio di brani che non avrebbero bisogno di presentazione per qualità e valore, anche simbolico.

A poca distanza dall’uscita di Rock’n’Roll Armageddon, ultimo e bellissimo lavoro della più importante e leggendaria metal band italiana, si torna a parlare di Steve Sylvester e dei suoi Death SS con questo mastodontico tributo organizzato e voluto dalla Black Widow Records, label genovese che già aveva fatto gli onori al gruppo diciotto anni fa con Beyond The Realm Of Death SS, licenziato in cd e in doppio vinile.

Questa volta la storica etichetta, in accordo con Sylvester, è andata oltre coinvolgendo trentacinque band, ognuna alle prese con un pezzo di storia dell’heavy metal dalle tinte horror, ognuna mettendo a disposizione la propria visione al servizio di brani che non avrebbero bisogno di presentazione per qualità e valore, anche simbolico.
La Black Widow ha fatto le cose in grande, mantenendo fede alla sua reputazione di label dalle uscite di altissimo livello, licenziando Terror Tales – A Tribute To Death SS in tre diverse versioni: una in triplo cd, un’altra in quadruplo vinile, oltre a un’edizione limitata a 66 copie con copertina di velluto.
La storia di questo mito musicale viene raccontata attraverso trentacinque ottime cover, suonate per l’occasione da band nazionali ed internazionali: un buon numero di artisti da anni sulla scena underground metal/rock, ma anche giovani e talentuosi gruppi che negli ultimi tempi si sono fatti conoscere con ottimi lavori.
I Death SS sono rispettati ed amati aldilà del genere suonato, essendo una band che ha fatto proprie tendenze classiche e nuovi suoni che nel corso degli anni hanno contribuito ad arricchire la musica rock, ed è per questo che in Terror Tales troverete realtà anche distanti tra loro come concezione musicale.
L’opera, monumentale per dimensioni, non ha oggettivamente punti deboli, con le band che a loro modo hanno tutte eseguito uno splendido lavoro, meritando un plauso, da quelle internazionali come Watain, Mortiis (in compagnia dei nostrani Mugshots), Slap Guru e Vampyromorpha, a quelle italiane, con la partecipazione di Dark Quarterer, Doomraiser, Trevor And The Wolves, Il Segno Del Comando, Nibiru, Shadow Of Steel, Varego e Witches Of Doom (tanto per ribadire la varietà di band e di stili che troverete in questo tributo).
Per gli amanti dei Death SS, ma non solo, Terror Tales si rivela la riuscita glorificazione di un gruppo leggendario nonché un modo per tastare il polso ad una scena decisamente in salute come quella del metal/rock odierno.

Tracklist
CD 1
1- SIGH feat. STEVE SYLVESTER – Violet Ouverture
2- DENIAL OF GOD – Terror
3- WATAIN – Chains of Death
4- EVIL SPIRIT – Horrible Eyes
5- ANAEL – Black Mummy
6- DARK QUARTERER- Scarlet Woman
7- VAREGO – Cursed Mama
8- DOOMRAISER – The Night of the Witch
9- THE MUGSHOTS feat. MORTIIS – In the Darkness
10- BULLDOZER – Murder Angel
11- BLEEDING FIST – Black and Violet
12- DEATHLESS LEGACY – Baphomet

CD 2
13- L’IMPERO DELLE OMBRE – Vampire
14- BLACK OATH – The Seventh Seal
15- ALBERT BELL’S SACRO SANCTUS – The Shrine in the Gloom
16- FORGOTTEN TOMB – Where Have You Gone?
17- NOKTURNAL MORTUM – Family Vault
18- NORTHWINDS – Lilith
19- HELL OBELISCO – Death
20- TREVOR AND THE WOLVES – Panic
21- IL SEGNO DEL COMANDO – Another Life
22- VAMPYROMORPHA- Agreement With the Devil
23- BLUE DAWN – Zombie

CD 3
24- HALL OF GLASS – Devil’s Graal
25- NIBIRU – Schizophrenic
26- KALEDON – Let the Sabbath Begin
27- SHADOWS OF STEEL – Heavy Demons
28- PROCESSION – The Darkest Night
29- DAMNATION GALLERY – Cannibal Queen
30- EPITAPH – The Bones and The Grave
31- VOID MOON – Dionysus
32- WITCHES OF DOOM – Kings of Evil
33- MEGATHERIUM – Ogre’s Lullaby
34- SLAP GURU – Profanation
35- SPACE GOD RITUAL – Black Mummy

BLACK WIDOW – Facebook

THE SCARS IN PNEUMA

Il music video di “Spark To Fire To Sun”, dall’album in uscita nei primi mesi del 2019 (Promethean Fire / Kolony Records).

Il music video di “Spark To Fire To Sun”, dall’album in uscita nei primi mesi del 2019 (Promethean Fire / Kolony Records).

I THE SCARS IN PNEUMA (“πνεύμα”, un termine che in greco antico significa “respiro”, “aria”, “soffio vitale”) sono una nuova black metal band con base a Brescia.

Il gruppo pubblicherà il proprio debut album su Promethean Fire / Kolony Records nei primi mesi del 2019. Il disco è una raccolta di composizioni dall’effetto immaginifico che spesso travalicano i confini fra black, death e melodic death-doom metal.

Ulteriori dettagli sull’opera, i pre-order e altre notizie verranno svelati prossimamente. Nel frattempo, un primo assaggio dall’album, il primo singolo “Spark To Fire To Sun”, è disponibile su YouTube.

I THE SCARS IN PNEUMA hanno inizialmente preso vita come progetto solista di Lorenzo Marchello (voce / chitarre / basso) all’inizio del 2017, per poi diventare una band a tutti gli effetti quando Francesco Lupi (chitarre) e Daniele Valseriati (batteria) hanno offerto il proprio contributo nel corso del medesimo anno.

Come accennato in precedenza, musicalmente i THE SCARS IN PNEUMA propongono una propria visione del black metal, a volte definibile come un mix di black metal, death metal e spunti doom, spesso dominata da un melodico lavoro di chitarra e da un velo di epicità. Fra le principali influenze e punti di riferimento sono citabili Dissection, Mgła, Be’lakor, Rotting Christ, Forgotten Tomb, Blut Aus Nord, Emperor.

A livello lirico, i THE SCARS IN PNEUMA trattano tematiche come il confronto con i propri demoni interiori, i rimpianti della vita, lo scorrere del tempo, la perdita dei propri cari.

THE SCARS IN PNEUMA:
Lorenzo Marchello – Vocals, Guitars, Bass
Francesco Lupi – Guitars
Daniele Valseriati – Drums

facebook.com/thescarsinpneuma/

facebook.com/prometheanfirerecords

facebook.com/kolonyrecords/

kolonyrecords.com

kolonyrecords.bandcamp.com